10 metodi per promuovere un libro e vendere di più
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Ti sei mai chiesto quante copie del tuo libro devi vendere per poter rientrare dei tuoi costi di pubblicazione e iniziare a guadagnare davvero?
Se sei un selfpublisher e stai puntando a generare dei profitti veri per il tuo libro, allora questa è la domanda più importante che devi porti e io voglio darti la risposta con questo post.
Ti insegnerò un metodo semplicissimo per poter calcolare il punto di break-even per ogni tuo libro.
Il break-even, o punto di pareggio, in finanza è un valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria a coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo di riferimento, senza profitti né perdite. Ogni valore di produzione o fatturato superiore al break-even ti permetterà di generare dei profitti positivi.
L’errore che la maggior parte degli autori fa è pensare di guadagnare appena si inizia a vendere la prima copia. In realtà esiste una fase iniziale in cui tutte le copie vendute non servono altro che a coprire i costi fissi sostenuti prima di pubblicare il proprio libro.
Il break-even ti fornirà proprio questa informazione: ovvero a partire da quante copie vendute avrò coperto i costi fissi e ciò che guadagno è un profitto vero?
Sei pronto a scoprirlo? Entriamo subito nel cuore di questo obiettivo. Ogni paragrafo che seguirà costituirà una fase necessaria per calcolare il tuo break-even. Seguimi nei ragionamenti e calcola i valori che ti chiederò a ogni paragrafo.
In questo modo, ottenere questo numero magico sarà semplicissimo. Ti assicuro che cambierà radicalmente il tuo modo di pubblicare e ti darà maggiore sicurezza e motivazione per la tua attività editoriale.
La prima componente fondamentale che devi determinare è l’ammontare dei costi fissi.
Per costi fissi intendiamo tutti i costi che devi sostenere prima della pubblicazione e che sosterresti a prescindere dal fatto che il libro venda 1 copia o 1000. Sono, cioè, costi che non dipendono al numero di copie vendute (costi variabili) ma sono costi che ci sarebbero stati comunque ed è per questo che si chiamano fissi.
Ecco un elenco dei potenziali costi fissi che un autore affronta per pubblicare il proprio libro.
Attenzione che l’elenco non è esaustivo né esclusivo. Nel senso che ogni autore ha una struttura personale dei costi fissi che è variale e dipende da molti fattori come il tipo di formato pubblicato, le copie, i servizi editoriali richiesti etc. Non è detto che tu abbia sostenuto tutti i costi.
Entriamo nel dettaglio:
Quello che devi fare è stilare un elenco dei costi che hai sostenuto prima della pubblicazione del tuo libro.
Cerca di essere dettagliato e preciso e di considerare qualsiasi costo documentabile. Evita di conteggiare per ora costi per attività che hai svolto o hai fatto svolgere, ma che non hanno comportato un esborso di denaro (per esempio la copertina che ti ha realizzato il tuo amico).
Ora che hai calcolato il totale dei tuoi costi fissi è il momento di calcolare il tuo margine di contribuzione, il secondo fattore fondamentale per determinare il tuo break-even come scrittore.
Per margine di contribuzione intendiamo la differenza tra il prezzo di vendita del tuo libro e i costi variabili connessi per venderlo.
Immagina che per vendere un libro cartaceo a 12 € tu debba stampare un libro a 3 € e pagare 3 € di spedizione.
Bene il tuo margine di contribuzione sarà il seguente:
Margine di contribuzione = 12 € – 3 € – 3 € = 6 €
Che il tuo margine di contribuzione sia 6 € significa che per ogni vendita riesci a generare un valore pari a 6 €.
Un errore fondamentale che non devi compiere è quello che nel calcolare il tuo margine di contribuzione tieni conto dei costi fissi. Questo devi assolutamente evitarlo.
Per calcolare il margine di contribuzione devi esclusivamente considerare i costi variabili collegati ad ogni vendita. Per costi variabili intendo ogni costo che varia al variare della quantità venduta.
Facciamo degli esempi pensando ai 3 formati dei libri:
Nell’esempio che ho fatto sopra ho ipotizzato che tu abbia stampato e spedito ogni singolo libro venduto. Nel caso tu venda il tuo libro affidando la stampa on demand ad una piattaforma come Youcanprint, è chiaro che non affronterai direttamente i costi variabili di stampa e spedizione ma incasserai solo le royalties nette.
In questo caso la royalty netta è proprio il tuo margine di contribuzione e quindi il calcolo sarà più semplice e potrai ottenerlo dividendo la royalty ottenuta per il prezzo di copertina.
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Nel caso tu abbia lo stesso libro pubblicato in più formati ti consiglio di determinare il margine di contribuzione di ogni singolo formato. Questo è importante, perché come vedrai ogni formato ha un margine di contribuzione differente e quindi anche un break-even differente, ed è importante capirlo per poter decidere su quale formato investire per esempio in promozione.
Ora che hai calcolato il totale dei costi fissi e il tuo margine di contribuzione, è il momento di calcolare finalmente il tuo break-even, ovvero quante copie devi vendere per rientrare dei tuoi costi iniziali e produrre profitti netti.
La formula per determinare il tuo break-even è semplicissima ed è la seguente:
Break-even = Totale costi fissi in € / margine di contribuzione in €
Il valore che risulterà da questa formula indicherà il numero minimo di copie che dovrai vendere per poter recuperare tutto ciò che hai speso prima della pubblicazione e iniziare finalmente a guadagnare dalla vendita del tuo libro.
Per renderti questo calcolo più semplice ho creato due esempi concreti, vediamoli insieme.
L’esempio che sto per illustrarti è inventato e riguarda la pubblicazione di un libro cartaceo di 100 pagine, 15×21, stampa in bianco e nero e rilegatura in brossura.
L’autore ha fatto un ordine di pubblicazione stampando 1 copia del proprio libro e richiedendo la realizzazione della copertina e l’impaginazione. Il libro verrà venduto a 12 € e l’autore percepirà il 30% sul prezzo di copertina per ogni copia venduta sulla piattaforma. Vediamo i dati:
Facile vero? Il nostro autore ha calcolato il suo break-even e questo significa che gli basterà vendere appena 15 copie del suo libro per recuperare il suo investimento di 55.29 €. Dalla sedicesima copia inizierà a guadagnare e a generare un profitto netto di 3.6 € a copia.
Proviamo a fare un altro esempio.
Il caso in cui l’autore effettua lo stesso ordine, ma richiede per 100 copie del proprio libro per venderle personalmente. Le copie saranno sempre vendute a 12 € dall’autore ad amici e parenti e incasserà integralmente 12 € dalla vendita. Vediamo cosa succede:
Il break-even ovviamente si è alzato perché i costi fissi sono molto più alti ma c’è un aspetto interessante. L’autore guadagnerà dei profitti veri a partire dalla 26esima copia. Se ricordi ha ordinato 100 copie significa che vendendo le restanti 75 copie incasserà un profitto netto pari a 900 € (12 € x 75)! Wow, è un risultato incredibile non trovi?
Conoscere il tuo break-even è fondamentale, perché ti libererà dall’ansia della promozione e soprattutto ti darà la confidenza e la serenità di porti degli obiettivi raggiunti i quali stai generando dei profitti.
Vedrai come la fiducia in te stesso e la tua motivazione decolleranno quando saprai che hai recuperato i soldi del tuo investimento per la pubblicazione e che per ogni nuova copia che stai venendo stai guadagnando.
Anche per chi non ha l’obiettivo di guadagnare con il proprio libro, conoscere il break-even è comunque utile perché fornisce un orientamento importante nella propria attività editoriale.
Ora che hai appreso questa formula magica non ti resta che utilizzarla. Calcola subito il break-even di ogni tuo libro e di ogni formato. Ti sorprenderai di come sarà facile recuperare i costi di pubblicazione e di come è facile e rapido iniziare a guadagnare con il tuo libro.
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Continuate ad illudere persone che guadagneranno magari qualche centinaia di euro restando perlopiù sconosciute. Certo dire la verità è contro i vostri interessi me ne rendo conto.Anche i siti di pittura-musica etc. millantano fortune monetarie per cantanti, pittori, musicisti…vendendo le proprie opere sui loro siti. Questa è pubblicità scorretta. Per lavorare prendete in giro migliaia di persone, le quali ci credono pure.Non tutte, a molte viene il dubbio che la scrittura di romanzi ed il mercato relativo, in italia ma non solo, non sia proprio il regno di Bengodi.Per uno scrittore che pubblica per Mondadori, non significa che tutti verranno scoperti. Una rondine o due, non fanno primavera.La differenza tra voi ed una casa editrice seria, è che voi illudete i vostri pubblicati mentre loro no.Sopratutto lo scrittore dovrà impegnarsi a fare conferenze stampa sponsorizzate da loro, non virtuali ma nel mondo reale, per presentare il proprio libro.Loro si rivolgono ai giornali quotidiani, al mondo della stampa reale, agli addetti ai lavori, non ai social network. Il romanzo di successo attraverso la sponsorizzazione della casa editrice, ottiene una pagina su un quotidiano nazionale, una presenza in una rubrica televisiva nazionale, il sito personale su un social network, è facoltativo perchè la realtà reale-reale per i professionisti del settore editoriale, è ancora quella che conta. Far credere che la realtà virtuale sia onnipotente è ingenuo e fuorviante.Le rivoluzioni politiche sociali per esempio si fanno ancora nella realtà reale, non come credeva Grillo attraverso internet.Internet è l’ombra della cosa, se la cosa scompare scomparirà la sua ombra.
Ciao Ferdinando, grazie del tuo commento. La nostra missione non è illudere le persone ma fornire il giusto mindset, i giusti servizi e le giuste conoscenze per realizzare il proprio sogno. In realtà non promettiamo nulla oltre a ciò che l’autore può ottenere grazie all’impegno. In realtà gli editori hanno a lungo illuso gli scrittori promettendo visibilità, successo salvo poi abbandonarli al loro destino. Noi crediamo fermamente che nessuno abbia il diritto di dire ad uno scrittore se il suo libro debba o non debba essere pubblicato perchè crediamo che ogni persona è dotata di un talento ed è un suo diritto esprimerlo. Siamo umili servitori del talento e della libertà.
Se si vogliono ottenere risultati nella realtà reale che è ancora quella che conta, bisogna investire una ingente somma in denaro affittando almeno per un mese una pagina su un quotidiano ad alta tiratura nazionale.Questo era uno dei servizi offerti da alcune prestigiose case editrici che non sono tutte uguali, ad uno scrittore e al suo libro, rischiando anche naturalmente, perchè si tratta di una impresa. Il lettore medio colto ma anche quello della domenica, si fida giustamente ella autorevolezza dei giornali cartacei, come ognuno di noi si fida per un lavoro specifico di un professionista del settore. I lettori del quotidiano avranno per un mese davanti agli occhi la descrizione di quel libro, alcuni per curiosità lo compreranno, dei risultati ci saranno non è certo di quale entità. Ancora, il critico letterario di un certo livello, riconosciuto, per chi non lo sapesse, non frequenta le pagine di internet, e i social.Alcuni di loro leggono un libro o un manoscritto solo in cartaceo. Non è internet che farà la differenza in questo caso, ma ripeto il mondo reale con i suoi critici-riviste-case editrici reali, internet è il rifugio dei pigri e dei “tanto non costa niente”.Alcuni critici letterari, che ancora contano nel decretare il successo di un libro, sono come alcuni medici, dal solo osservare esteriore descrittivo di un paziente- libro, comprendono la sua in-validità. Altra possibilità del mondo reale, sono i premi letterari di un cero rilievo nazionale. Sono una vetrina per farsi conoscere. Ma non è facile arrivarci, è un ambiente autoreferente. Pensare che la carriera di uno scrittore o di un artista in genere possa costruirsi su internet, è ingenuo e superficiale per usare termini non offensivi. Le case editrici normali non accettano nemmeno più manoscritti cartacei o in ebook. Saranno loro attraverso i loro talents scout, a cercare il libro su cui vale la pena di investire denaro, e tempo. Non vogliono essere sommerse letteralmente da manoscritti da parte di scrittori liberi e di talento che si auto-giudicano tali senza sottoporsi al giudizio dello specialista del settore. Ecco ci vuole un atto di umiltà da parte dello scrittore: devono essere gli altri a dirti che sei Napoleone, Giulio Cesare o Dante… Altrimenti sei solo un povero folle.Anche se il giudizio su un libro dato da case editrici è stato molte volte errato. INSOMMA AUTO-PRODUZIONE NON SIGNIFICA, AUTO-INCENSAMENTO , O SOTTOVALUTAZIONE DEI PROPRI LIMITI., che altri competenti coglieranno .NON è IN DISCUSSIONE LA LIBERTà DI OGNUNO AD ESSERE CREATIVI, MA IL METODO USATO PER FARSI CONOSCERE E QUINDI VENDERE Più COPIE.Personalmente lo reputo inadeguato alla vera realtà da affrontare.
Ciao Ferdinando grazie della risposta. Ovviamente rispetto il tuo punto di vista ma non lo condivido. Internet rappresenta ad oggi la forma più efficiente e tracciabile di promozione per qualsiasi tipo di prodotto e infatti l’intera industria della pubblicità sta riducendo gli investimenti sui supporti fisici aumentando quelli digitali. Promuovere un libro poi non significa autocelebrarsi, significa farsi conoscere. Credo che il tuo bias di fondo è che vedi la promozione come vendita e in accezione negativa. Lo scopo del marketing è far conoscere un prodotto e creare consapevolezza e bisogno di esso. Chi si autocelebra non ottiene mai risultati perchè la gente non è stupida.
Gentilissimo Alessandro De Giorgi, ho letto tutto ciò che ha scritto e rispettosamente La ringrazio moltissimo per i suoi vari consigli, ma il mio valore principale non è guadagnare o arricchirmi, ma rendere felici tutti coloro, soprattutto: bambini, ragazzi di tutte le età che hanno seri problemi di salute e assolutamente bisogno di; speranza, sorriso, serenità, fiducia, amore, unione, guarigione, pace nell’anima e se Iddio Signore vuole, miracoli… … … E’ per questo vitale motivo che ho iniziato a scrivere e prima di sorpassare la soglia degli avi devo assolutamente realizzare un sogno che sarà assai difficile renderlo vero!!
Capisco benissimo il tuo scopo Sonia, come dicevo non sempre lo scopo di uno scrittore deve essere il guadagno, anzi. L’importante è capire qual è il proprio scopo, la propria identità di scrittore e i propri valori e coltivarli con orgoglio e fiducia in se stessi.
Grazie infinite per la Sua risposta Alessandro De Giorgi.
Ciao a tutti. Io ho pubblicato un libro con Youcanprint, dopo essere stata rifiutata da alcune case editrici.
Confesso di aver avuto molti dubbi e timori all’inizio, invece lo staff di YCP si è dimostrato professionale, gentile e disponibile.
Non ho certo venduto migliaia di copie e non ho raggiunto la celebrità, ma ho realizzato un sogno che coltivo da tutta la vita.
Non ho la pretesa di scrivere “alta letteratura” ma mi basta sapere che qualcuno ha passato qualche ora piacevole leggendo le mie storie.
Per me è tanta roba, come si suol dire.
Non scrivo per diventare ricca, scrivo per essere felice. E per quanto zuccherosa possa sembrare, è l’assoluta verità.
Se tutto quello che facciamo fosse mosso dall’unico motore del guadagno, sarebbe un ben misero obiettivo. Ma naturalmente, è solo il mio parere.
Buona fortuna a tutti.
Hai ragione, il guadagno non è l’unico scopo della scrittura, la scrittura anzi è veicolo di molte emozioni più profonde: cura, riscatto, orgoglio, speranza, sogno, etc. Condivido il tuo punto di vista, profondamente.
Molto ma molto utile!