Quali sono gli aspetti tecnici del self-publishing
Nella tua scelta di pubblicare da te, senza una casa editrice, avrai capito senz'altro che ogni operazione svolta prima da uno staff editoriale adesso spetta...
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I font sono un altro dei segreti fondamentali con cui puoi hackerare il tuo libro, per ottenere visibilità, attenzione e, quindi, maggiori vendite. Questo assunto è ancora più valido se si parla di font da usare per la copertina del tuo libro.
Quando si parla di scelta dei font da usare nel tuo libro, ciò che devi considerare è che alcuni determinati font sono associati a determinate emozioni e possono stimolare precise risposte cognitive.
Nel dettaglio, possiamo individuare 3 grandi famiglie di font: serif e sans serif, moderni o script e a spaziatura fissa. Serif significa “grazia” e non è altro che quel tratto ornamentale che sporge dalle rette di molti tipi di carattere tipografico.
Ora che hai compreso la differenza tra le principali famiglie dei font, per capire qual è quello giusto per il tuo libro è necessario tenere a mente due aspetti fondamentali: come il nostro cervello sintetizza e processa i font durante la lettura e le emozioni ad essi collegate.
Durante la lettura, il cervello umano non processa ogni lettera singolarmente, ma a blocchi di sillabe più o meno grandi, questo perché le sillabe vengono riconosciute come immagini e associate a determinati suoni e significati.
Se provassi a nascondere delle singole lettere in un testo, riusciresti tranquillamente a leggerlo nello stesso modo.
Questo è il motivo per cui, ad esempio, alcune tecniche innovative di insegnamento permettono l’apprendimento della lettura già a bambini di 3 anni.
Mostrando le parole scritte e insegnando ai bambini ad associare un determinato suono o un oggetto, i bambini sono in grado di riconoscerle rapidamente e “leggerle”, replicando quello che noi adulti facciamo in maniera assolutamente inconscia e rapida.
Perché ti sto spiegando questo concetto?
Semplice, perché non puoi scegliere un font senza aver chiaro come funziona la nostra mente.
Questo significa che nel corpo del testo è consigliato utilizzare font provvisti di grazie, ovvero i font della famiglia serif, perché le piccole grazie presenti nel carattere aiutano il cervello a collegare più facilmente le sillabe e rendere più veloce, fluida e meno faticosa la lettura. Parlo del font Garamond, per esempio, che è perfetto per la lettura e anche noi, a Youcanprint, lo utilizziamo spesso come uno dei font standard per l’interno di un libro.
Al contrario, stampare un libro internamente con un font a spaziatura fissa e privo di grazie, come Courier ad esempio, ti renderebbe la vita impossibile e non riusciresti a leggerne nemmeno una pagina senza gettare via il libro per amore dei tuoi occhi.
Sulla copertina, invece, le regole cambiano. Se all’interno del libro la presenza di una quantità importante di testo rende necessario l’utilizzo di font provvisti di grazie per rendere fluida la lettura e aiutare il funzionamento del nostro cervello, sulla copertina, dove la quantità di testo è estremamente minore, il cervello non deve processare molte informazioni ed è quindi in grado di leggere in maniera rapida.
Questo fa sì che si possano preferire font in bold – ovvero in grassetto – e, soprattutto, non provvisti di grazie molto accentuate o persino privi di queste.
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Almeno il 70% utilizza in copertina font privi di grazie o con grazie appena accennate e bold. Ovviamente non è una strana coincidenza, ma è frutto di studio.
L’utilizzo di font privi di grazie è dovuto al fatto che il cervello non deve essere impegnato particolarmente nella lettura di un testo lungo, al contrario deve individuare immediatamente e sintetizzare più rapidamente possibile l’immagine rappresentata dal titolo. Per questo, su un testo corto come il titolo di un libro, è consigliato utilizzare un testo sans serif.
Questo, poi, è sempre stato vero nell’era pre-Internet ma ovviamente lo è ancora di più adesso, quando la maggior parte dei lettori cerca su Internet un libro prima di acquistarlo e online le copertine dei libri hanno tutti la stessa dimensione, che ci aggira intorno a 180 × 260 pixel, per cui in un riquadro così piccolo riuscire a distinguere e leggere in una frazione di secondo un testo con font moderno, uno script o un font con grazie eccessive risulterebbe impossibile.
Il consiglio più prezioso che posso darti quindi è: preferisci font serif all’interno del testo e font sans serif in copertina.
Ora cerchiamo di capire come un font possa generare un’emozione o un valore specifico. Il segno o il simbolo è uno degli strumenti più antichi e primordiali che l’uomo ha utilizzato per comunicare le proprie emozioni e i propri pensieri.
Dobbiamo pertanto trattarli sempre con cura, pensando che il loro potere vada ben oltre lo scopo informativo di dire chi è l’autore o il titolo di un libro.
Come per lo schema dei colori, esistono delle tipologie di font che si identificano con una particolare industria o genere, perché universalmente provocano determinate sensazioni o emozioni nei lettori. È difficile trovare un documento giuridico o finanziario scritto con uno script, perché chi legge un documento legale o economico si aspetta l’utilizzo di font sans serif o serif, perché questa tipologia di font trasmettono chiarezza, universalità, formalità.
Esiste una vera e proprio psicologia nascosta dietro ai font, ecco un esempio:
FONT SERIF: BASKERVILLE, GARAMOND, GEORGIA, TIMES
FONT SANS SERIF: AVENIR, FUTURA, HELVETICA, VERDANA
In uno splendido studio pubblicato su Hubspot, è possibile trovare diverse tabelle che classificano i font in base alle emozioni che generano. Ti consiglio di leggerlo con cura, in modo di fare delle scelte consapevoli sulla tua copertina e sul tuo impaginato.Sempre sullo stesso argomento, potresti dare uno sguardo al libro Sei proprio il mio typo. La vita segreta dei font di Simon Garfield, il miglior libro mai scritto sui font, il loro significato e il loro scopo.
Ci sono alcuni font che assolutamente non dovresti usare in copertina. Ecco una breve lista, fanne buon uso: Comic e famiglia, Font calligrafici in maiuscoletto come Lucida Calligraphy, Algerian, Papyrus, Trajan, Times New Roman.
Un altro errore che devi evitare – e che purtroppo moltissimi autori commettono – è utilizzare i font predefiniti del tuo sistema operativo (Calibri, Cambria, etc.): questi sono stati ideati per il sistema appunto, per etichette, testi e descrizioni brevi da essere lette a video, non per i libri.
Infine, ti sciolgo un dubbio che sicuramente ti sarà appena venuto in mente: posso usare un font diverso tra titolo e nome autore? La risposta è ovviamente sì, con un ma: i font devono essere in armonia.
Ecco i font da usare nella tua copertina, consigliati in base al genere del tuo libro.
GENERE | FONT CONSIGLIATO |
FANTASCIENZA | Orbitron, Akashi, Sutton Who, Not Just Groovy, Cosmic War, Star Jedi, Deadspace, Space Marine, Roboto, Transformers, Rationale, Matrix, Dynatron, Spy Agency, Geom Graphic, Telegrama |
HORROR | Violence, Creaphy, You Murderer, In the Wood, Akoom, Devil’s Hand, Nightmare 5, Boycott, Demon, Darkheart |
AMORE | Bentham, Day Roman, Twilight, Lavenda, Water Brush, Butter Scotch, Vix Antique Script, The Dreamer, Amaze, LT Chickenhawk, Sexsmith, Wisdom Script, Alex Brush, Bromello |
NON-FICTION | FF Nexus Sans, BF Anorak, Classical Garamond, Chunk Five, League Gothic, Baskerville, Goudy Book Letter, Bebas Neue, Gill Sans, Futura |
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Immagino che nel genere “Amore” la font “57131_DEGIORGI_IMPAGINATO_15x21_23012023_” sia una stile Refusi giusto? AHAHAHAH! Succede anche “nelle migliori famiglie”.
Grazie Paolo della segnalazione! Corretto subito!