
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
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La scrittura creativa è una forma di espressione che si usa in special modo per la stesura di romanzi e per il genere narrativo.
Segue regole tecnico professionali che influiscono su tutto lo scritto, ma è una caratteristica estremamente soggettiva per quanto riguarda la produzione d’idee valide e ben articolate.
Il fatto che si tratti di scrittura creativa indica proprio una qualità personale che è la diretta espressione di ciò che uno scrittore emergente ha dentro.
Non si tratta solo di avere idee da scrivere, ma di inanellarle, arricchirle e creare personaggi ben adattati alle storie e ai contesti sociali che siano completi e che possano conquistare l’interesse del lettore.
Una scrittura creativa che possa dirsi produttiva è anche frutto del vissuto dell’autore, della sua esperienza, delle emozioni che prova o anche del periodo esistenziale che sta attraversando.
Grazie alla stessa scrittura non è raro che si faccia un viaggio dentro sé stessi, comprendendo molto di più di quanto si può fare a parole.
Il “materiale” a cui attingere è quindi lo stesso animo umano o, se si vuole chiamare in modo più “terreno”, potrebbe definirsi un mondo interiore.
Inutile sottolineare che scrivere bene e far arrivare a chi legge la sostanza dei contenuti è anche un talento prezioso in parte innato, ma sempre frutto di studio e di esercizio.
Fare lo scrittore, infatti, è un lavoro e non soltanto ispirazione, per quanto sia preziosa e prodiga di novità.
Ogni giorno un autore deve portare frutto, riuscire a tirare fuori qualcosa che abbia valore per i destinatari e che sia soddisfacente per l’autore.
Gli esercizi di scrittura creativa servono in pratica a sviluppare quella capacità di creare dal nulla storie, personaggi, trame che fino a poco tempo prima erano perse chissà dove, quindi non esistevano.
Si tratta di materializzare su carta un pensiero, ma rendendolo al meglio grazie alla forza narrativa del testo.
Le parole devono essere evocative, disegnare un quadro nei dettagli ed esercitarsi con la scrittura creativa significa trasportare la propria mente nel mondo che si vuole rappresentare plasticamente con le frasi.
Gli esercizi di scrittura creativa sono tali e quali a quelli di un maratoneta che vuole vincere la gara.
Nel caso della narrativa gli antagonisti sono rappresentati dalle pagine da riempire e questa è una sfida da accettare, ma deve essere resa qualitativamente eccellente.
Per farlo bisogna allenarsi tanto e superando anche diversi ostacoli, costringendo la propria creatività a saltare fuori sotto una proficua insistenza e nel modo migliore.
Sono tanti gli esercizi di scrittura creativa che potete fare e di seguito ne verranno riportati alcuni che possono essere molto utili a stimolare la fantasia e l’estro narrativo.
Si tratta anche di utili consigli per scrivere un libro e ottenere un risultato più che soddisfacente.
Provate a descrive un quadro dandogli senso e in particolare attribuendo tutti i significati legati a oggetti e personaggi che riuscite a immaginare. Parlate, per esempio, del lavoro che fanno i protagonisti, delle loro famiglie, delle passioni e delle emozioni. Sarà un modo per stimolare l’arricchimento narrativo intorno a una situazione che sembra apparentemente inerme, mentre invece può dare molti spunti.
Scegliete una delle vostre poesie preferite e trasponetela dai versi in un racconto. Per ogni parola o passaggio approfondite i concetti, scavate nel significato dei termini, anche se arcaici, e tirate fuori quello che hanno da dire.
Immaginate di scrivere una lettera del tempo a voi stessi, quando avevate 10 anni. Date libero sfogo a tutto quello che pensate, alle soddisfazioni e ai rimpianti, ai consigli, alle situazioni o alle persone che sono cambiate o non ci sono più. Scoprirete che avete tanto da dire anche sui vostri personaggi di ogni età, e imparerete a calarvi nei loro panni.
Mettete per iscritto il vostro flusso di pensieri mentre state facendo tutt’altro. Fateci caso a quello che accade, per esempio mentre state lavorando, magari al computer, vi compare un banner che invita all’acquisto di un’auto nuova e vi ricordate che dovete andare a prendere vostro figlio, che ieri vi ha regalato per il compleanno un maglione caldissimo. Pensate d’indossarlo per Natale, mentre fate l’albero, ecc.
Dovete trascrivere qualsiasi cosa vi passa per la mente, per esercitarvi a seguire il flusso dei pensieri in ogni circostanza e da lì tirare fuori il lato migliore della scrittura creativa, cioè il fatto che sia senza regole nonostante la sua tecnicità.
Provate a descrivere casa vostra attraverso gli odori facendo capire dove vi trovate, ma senza indicare chiaramente in quale ambiente. Si tratta di allenare la scrittura allusiva, che parla per sensazioni e non direttamente, per stimolare anche l’immaginazione del lettore e lasciare quell’alone di mistero che invita ad andare avanti nella lettura.
Le parole servono anche a far avvertire a chi legge una situazione che allude a qualche accadimento successivo, soprattutto quando si parla di tensione.
Attraverso per esempio la descrizione delle movenze dei personaggi far intendere quella suspense che può essere descritta così:
“Lei lo guardava con occhi lucidi, quasi a chiedergli di risparmiarle una decisione tanto sofferta. Lui l’abbracciò, le disse di amarla e, mordendosi le labbra, abbassò lo sguardo e scelse la verità e non il doppio gioco”. Continuate e sviluppate questo incipit, per vedere fino a dove si può spingere la vostra scrittura creativa.
Immaginate di raccontare la vostra giornata se, una mattina improvvisamente, vi risvegliate in un corpo del sesso opposto.
Descrivete con dovizia di particolari cosa provate, le emozioni, le paure e come affrontate con chi vi conosce il fatto di essere cambiati. C’è molto da dire e questo vi spingerà a immedesimarvi nei personaggi che vorrete raccontare e far conoscere ai vostri lettori.
Questo esercizio è ottimo per riuscire a strutturare i personaggi nella loro indole, quando si tratta di capire come scrivere un libro con un protagonista dal carattere bene definito. Un esempio è la figura che è riuscito a restituire al pubblico Camilleri, con il suo ormai celeberrimo commissario Montalbano.
È curioso come spesso avvenga che sia il personaggio che avete creato ad attirare nuove caratteristiche, che lo rendono sempre più parte integrante del racconto con le sue azioni, decisioni, parole e movenze.
La scrittura creativa è fondamentale anche per chi scrive sceneggiature teatrali, film o serie tv. I personaggi acquistano spessore lungo tutta la narrazione e alla fine il lettore/spettatore se ne affeziona.
Prendete un dialogo di una scena di un film e provate a trasformarlo in un racconto che possa rendere in modo netto il contesto e far capire cosa accede.
Fate anche il contrario, prendendo, per esempio, un testo classico come quello de “La locandiera” di Goldoni e create un racconto che possa avere la stessa forza comunicativa.
Questo vi servirà quando dovrete decidere se scrivere per dialoghi o per narrazione in terza persona. L’aspetto narrativo di un libro cambia molto in tal senso, ma tutto dipende dalla storia e da come volete che appaia.
Provate a scegliere un sentimento come la felicità, l’entusiasmo e fate finta di incontrarla come se fosse una persona in carne e ossa. Descrivete cosa accade, quali sono i dialoghi, come influisce sulla vostra vita, quali conseguenze può aver portato o ha già provocato.
Poi fate lo stesso con i sentimenti contrari: al posto della gioia “incontrate” la tristezza, mentre invece dell’entusiasmo raccontate dell’incontro con l’apatia e la rassegnazione.
Sarà un ottimo modo per imparare a descrivere le emozioni belle e brutte, positive o negative, ma anche contrastanti.
Gli esercizi di scrittura creativa suggeriti potrebbero continuare, ma questi sono alcuni di quelli utili a cominciare a scoprire molto di più della risorsa che si ha dentro sé stessi e nelle proprie capacità creative, letterarie.
Tentate di farne qualcuno ogni giorno e vi sorprenderete di quanto può essere utile allenare la mente per uno scrittore esordiente che è alla ricerca dell’ispirazione per un libro e del modo con cui metterla sulle pagine.
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Salve Federica, ho letto ora i tuoi consigli per imparare a descrivere i propri sentimenti e le proprie emozioni. Ottimi esercizi. Ne seguirò alcuni, quelli a me più congeniali. Grazie
Ciao Daida, mi fa immensamente piacere che tu abbia apprezzato. Grazie!
Bene ho iniziato dagli odori. Descrivere gli odori di casa senza menzionare gli ambienti non è difficile visto che alcuni ambienti hanno degli odori caratteristici. Più difficile secondo me è individuare i personaggi non soltanto dalle caratteristiche fisiche ma dagli odori. Sto leggendo appunto un romanzo di un irlandese John Connolly che in fatto di descrizione di personaggi è molto ferrato. Bene proprio sugli odori è davvero da spasso. Mai letto tanti odori riferiti alle persone.
Ciao Federica ho continuato la scrittura creativa perchè è un esercizio molto importante con la guida che ha dato tu. Pone traguardi diversi che si possono affrontare in cento modi diversi. Questa volta ho scelto: Cambiare ilpunto di vista.
Cambiare il punto di vista.
“Immaginate di raccontare la vostra giornata se, una mattina improvvisamente, vi risvegliate in un corpo del sesso opposto”.
Questa notte ho dormito male. Mi sono girata e rigirata nel letto, mi sono alzata a bere un bicchiere d’acqua poi sono ritornata nel letto già con gli occhi chiusi per il sonno non riposante. Ecco che mi ritrovo in un sogno dove vesto i pannio di una contadina. Ho in mano un secchio colmo di qualcosa di indefinito. Sono semicosciente che è un sogno ma nella mente mi passa l’idea che io non l’ho mai fatto e non so cosa devo fare con quel secchio che emana un odore dociastro ma non troppo piacevole. Qualcuno mi chiama, non con il mio nome ma non afferro, capisco che chiama me quindi mi dirigo verso di lui che prende il secchio dalle mie mani e lo versa dentro ad un recipiente, immediatamente arrivano tanti porcellini, un po’ sudici ma tanto carini. Ecco che la scena cambia, questa volta sono in riva al mare con un’amica. Veramente non so chi sia ma ho la sensazione che sia mia amica. Stiamo chiacchierando piacevolnmente sdraiate sul lettino quando arriva all’improvviso un nuvolone che ci fa correre a raccattare le nostre cose, ma mentre stiamo per venire via arriva uno scroscio di acqua che sembra un canader che spegne un incendio. Facciamo una corsa veloce e ci rifugiamo al bar.
A questo punto non sogno. C’è una fase del sonno in cui tutto è profondo, non si vedono immagini, non si odono suoni, tutto è silenzioso.
Di colpo mi sveglio. Non ho la camiciola leggera ma ho un paio di mutande che mi stringono sui fianchi. Sento qualcosa di strano, non mi sento me stessa. Penso che sto sognando ancora ma apro gli occhi e vedo la mia stanza. Le tende color pesca tirate con una fessura sulla tapparella perchè non mi piace dormire al buio. Poi vedo il mio comò con le mie cose di sempre. Non mi raccapezzo, anche ilmio corpo non è lo stesso. Ho dei peli sul torace…Ah! Dove sono le mie tette? Non ho più le mie tette, rifatte ad arte, non troppo voluminose ma pienotte, tra l’altro mi sono costate un bel gruzzolo. Mi spavento, penso ancora che sia un altro sogno ma un sogno strano perchè mi sento strana. Mi alzo e vedo le mie belle gambe tornite diventate ossure e pelose.Mi tocco i capelli che non ci sono più.
“Che diamine succede?” Dico a me stessa, allora decisa mi alzo, apro la tapparella, il sole inonda la stanza e vado davanti allo specchio.
Questo è il momento dell’infarto! Non sono più io pur essendo io stessa. Mando un grido che rimbomba nella stanza. Sono un uomo! Non ho più la chioma bellissima color rame ma ho i capelli cortissimi brizzolati. Anche i miei lineamenti sono cambiati: ho il naso più grosso invece del mio nasino alla francese, le gote scarnite, l’espressione degli occhi rivolti all’ingiù, più apatica. I mie occhi bellissimi neri con ciglia lunghe e sempre sorridenti ora sono diventati insignificanti, le ciglia si sono accorciate e l’espressione è… come dire? Fredda, quasi amorfa.
Che mi è successo? Non mi raccapezzo ma un’idea si fa strada nella mia mente, un’idea che mi fa rabbrividire. Sono diventata un uomo e sinceramente non mi piace. Ero, sono una donna e il mio ruolo mi è sempre piaciuto, mi piaceva il mio aspetto, mi piacevano i miei sentimenti, ora mi sento apatica, riservata e fredda.
Mi arrabbio: “ Chi ha deciso che dovessi cambiare E’ la mia persona, non avevano il diritto di farmi subire una tale trrasformazione.”
Penso che se mi riaddormentassi forse potrei tornare donna. Mi rimetto nel letto dopo aver richiuso la tapparella e mi riaddormento con la speranza di ritornare me stessa.
Cara Daida sono letteralmente senza parole, primo perché mi stai condividendo i tuoi “esercizi” e questo è davvero appagante, secondo perché ho tantissimo da imparare da te. Hai una scrittura raffinata, ma anche molto audace. Grazie davvero Daida.
Rispetto all’ultima tua proposta, che ho descritto sopra, per parlare di tutta una giornata verrebbe fuori un romanzo. Lei/lui al lavoro, il rapporto con le colleghe, il rapporto con il fidanzato, ci sarebbe davvero da ridere a crepapelle. Mi sono fermata all’inizio.
Questo tuo commento è molto importante per capire che, quando ci si mette a fare un esercizio di scrittura creativa, gli spunti e i flussi di idee che ne vengono fuori potrebbero tranquillamente diventare un nuovo libro!
Descrivi un sdentimento come fosse una persona- LA RABBIA – LA RABBIA.
L’ho incontrata un giorno per caso.Non avrei voluto, avrei voluto schivarla per una sorta di educazione ma l’ho sentita arrivare all’improvviso, senza che me ne rendessi conto e mi ha inglobato la volontà e il cervello come una nube nera che è scesa su di me inibidendo la mia volontà e la mia ragione. Non so perchè, il motivo èinsignificante ma così di colpo mi è giunta alle spalle, non sono riuscita ad evitarla, ad arginarla, a schivarla. Mi rendo conto ora che è una femmina malvagia, che non ragiona, che segue soltanto l’istinto del momento e della situazione particolare. E’ come una piovra che abbraccia tutto il tuo essere e non ti consente di avere altri sentimenti. Ti attanaglia lo stomaco, il cuore, il cervello, ti stritola la compassione, la ragione, il senso di pietà che timido cerca di farsi avanti per equilibrare un poco i sentimenti contrastanti. I suoi tentacoli ti offusano gli occhi, il cuore, ti fanno sbiadire i contorni di un fugace ragionamento che cerca di farsi strada nel tuo subconscio. Sento che non è giusto, sento che è cattiva, cerco di sgattaiolare via quasi di nascosto per riprendere in mano la mia ragione.
Cara Federica, ti chiedo scusa per inondarti con i miei spunti di scrittura. Mi hai sfidata ed ho risposto. Il fatto è che ho un oceano di idee, mi basta una frase, a volte una parola, a volte una bozza di pensiero per gettarmi a capofitto nello scrivere. Mentre butto giù le idee le organizzo, le correggo, una dietro l’altra e a volte devo fare una vera pulizia mentre le butto giù. Scrivo due o tre libri insieme e non mi confondo perchè sono di generi diversi. Non rinnego nulla di quanto ho scritto in questi anni, certo con meno esperienza ho scritto in modo meno appropriato, andando avannti ho fatto sempre tesoro dei vostri consigli ed ho imparato molto. Purtroppo non ho predisposizione per il digitale e non ho voglia alla mia età di imparare. Quindi la promozione per me è tabù e mi rifiuto anche di imparare. Non scrivo per vendere, se vendo mi fa piacere che a qualcuno piaccia le mie idee. Ho solo bisogno di scrivere. Non conosco il blocco dello scrittore, forse ho un po’ di difficoltà quando ci sono troppi personaggi a ricordare i ruoli. Seguo una traccia ma poi cambio a seconda dello stimolo che ricevo. Non so se è un bene o un male. Sono io. Grazie per ascoltarmi.
Ciao Daiada, sono le 8.39 del mattino, e leggere questo messaggio come prima cosa di una nuova giornata agostana di lavoro mi emoziona. Non devi chiedermi scusa, perché non mi “inondi” affatto, come dici tu, vi ho sfidati e tu hai subito colto.
Leggendo questo commento, ho pensato una cosa su di me. Io non scrivo libri e non è un’idea che mi balena per la testa, ma scrivo da quando ho 5 anni (sono stata una bambina molto curiosa) e la scrittura è stata una costante della e nella mia vita. Ho spesso avuto momenti di allontanamento da tante cose, attitudine, come la lettura, per esempio, ma scrivere mai. Mi sento molto vicina alle tue parole, scrivere per me mi riordina sempre. Grazie a te Daida, perché leggerti mi infonde un senso di serenità e di vicinanza che apprezzo molto.