
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
Ci sono modi molto diversi per definirlo.
C’è chi lo chiama blocco dello scrittore o chi lo definisce sindrome della pagina bianca. In qualsiasi modo hai deciso di chiamarlo la sostanza resta la stessa.
Quando una persona desidera diventare uno scrittore o coltiva dentro di sé questo sogno per tantissimi anni senza riuscirci mai, qualcosa dentro di lui lo blocca, lo frena, lo sabota e gli impedisce di andare avanti. Questo articolo parla proprio della causa dietro questo blocco interiore.
I motivi che ti hanno spinto a leggere questo post possono essere essenzialmente tre: o sei già uno scrittore e sei curioso di sapere qual è il motivo che impedisce alle persone di scrivere il proprio libro, oppure desideri scrivere, ma non hai iniziato o infine hai già iniziato e ti sei arenato e vuoi capire se c’è qualcosa che può aiutarti a superare questo stallo.
Voglio subito rassicurarti, sei nel posto giusto.
Il post è interessante per tutti gli scenari citati, sia per aiutare lo scrittore che ha già pubblicato a riconoscere altre cause che agiscono silenziosamente dentro di sé, sia per aiutare chi non ha ancora realizzato il proprio sogno a capire il motivo per cui questo non è accaduto.
Dal 2009 ad oggi ho avuto la fortuna di poter incontrare oltre 19.000 autori che hanno pubblicato oltre 55.000 libri con la nostra piattaforma. Questo enorme patrimonio di esperienze e di storie mi ha permesso di comprendere un’idea piuttosto semplice ma estremamente potente: dietro ogni successo o insuccesso ci sono delle convinzioni e non dei limiti o dei doni innati.
Cerco di spiegarmi bene. Se una persona riesce facilmente in qualcosa e un’altra fallisce con la stessa velocità nella stessa cosa, il motivo per cui questo accade si chiama convinzione.
La convinzione è una forte sensazione di certezza che hai riguardo qualcosa, sia in positivo che in negativo. Puoi per esempio affermare di essere nato col dono della scrittura, oppure affermare che per diventare grandi scrittori bisogna nascere col talento della scrittura.
In entrambi i casi c’è una convinzione alle base che agisce ovvero, “la capacità di scrivere è un dono o un talento”, solo che nel primo caso questa convinzione agisce in maniera potenziante, nel secondo in maniera limitante.
Nel primo caso la convinzione di avere il dono della scrittura permette all’autore di sentirsi dotato di un talento e quindi scrivere, nel secondo caso l’autore è portato ad abbondare la scrittura perché privo. In entrambi i casi è una semplice convinzione che agisce.
Posso dimostrarti che è così, perché basterebbe cambiare la convinzione che “scrivere è una questione di talento o di dono alla nascita” con la convinzione che “la scrittura è una competenza che si può apprendere, non è innata“.
Lo scenario cambia radicalmente, non trovi? La persona che prima pensava di essere priva di doni e quindi destinata a non diventare mai scrittore, ora ha un mondo di possibilità davanti, dipende solo dalla sua capacità di apprendimento e dal tempo che dedicherà a questo progetto.
Negli ultimi 12 anni ho ascoltato le convinzioni più incredibili che gli autori mi comunicavano per giustificare o meno i propri successi o i propri fallimenti.
Questo articolo è proprio una raccolta di queste credenze, in particolare delle credenze limitanti più comuni che chi desidera scrivere un libro utilizza per giustificare a sé stesso o agli altri il proprio fallimento o il proprio ritardo nel raggiungimento del suo sogno.
Se sei qui e fai parte di coloro che non hanno ancora superato queste convinzioni non preoccuparti. Anzi, ti faccio i miei complimenti, perché stai dimostrato la forza e il coraggio di sfidare te stesso, che è ciò che di più difficile c’è per un essere umano.
Hemingway diceva “non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a qualcun altro. La vera nobiltà consiste nell’essere superiore a chi eravamo ieri”. Quindi sii orgoglioso di te stesso, stai facendo qualcosa di coraggioso e nobile.
Veniamo ora a “le credenze limitanti degli scrittori”: quali sono?
Le ho raccolte per te qui sotto. Ti chiedo di prenderti un po’ di tempo e leggerle una ad una e riflettere su di esse, sentire che tipo di emozioni scatenano dentro di te, quali ricordi.
Più avanti ci torneremo, perché questo sarà un esercizio fondamentale che ti chiederò di fare. Intanto ecco le credenze limitanti più comuni degli scrittori:
Ti hanno colpito vero? Come ti senti? Hai provato qualche forte emozione leggendo ameno una di queste frasi?
Sono assolutamente certo che è stato così. E questo è positivo, significa che abbiamo toccato i nervi scoperti delle tue credenze limitanti. Scopri di imbatterti in una convinzione limitante, perché provi una forte emozione di paura, disagio, inferiorità in una situazione o verso qualcosa che però desideri fortemente, perché desideri vivere quell’emozione che possedere o fare quella cosa ti garantirebbe.
L’emozione di paura che si interpone è proprio la credenza limitante che agisce dentro di te. Quindi se leggendo qualcuna di queste frasi hai provato queste emozioni, complimenti, sei sulla strada giusta per liberarti una volta per tutte di queste credenze e riprendere in mano la tua vita.
Ora però ho bisogno del tuo aiuto. La nostra missione a Youcanprint è di permettere a chiunque di riconoscere il proprio talento e avere il coraggio e la libertà di esprimerlo, liberando il proprio potenziale.
Che tu sia uno scrittore che ha già pubblicato il primo libro oppure desideri scriverlo e delle convinzioni limitanti come quelle che hai letto ti stanno frenando, quello che ti chiedo è di utilizzare il campo dei commenti che trovi qui sotto per condividere con me e tutti gli altri scrittori che leggeranno l’articolo quali sono le tue convinzioni limitanti.
Ci sono pensieri, ricordi, frasi, riferimenti qualsiasi cosa che ti viene spesso in mente o ti è venuta in mente leggendo l’elenco qui sopra e che costituiscono o hanno costituito per te una credenza limitante nel diventare scrittore?
Voglio col tuo aiuto raccoglierne il più possibile per poter creare un elenco completo, affinché chiunque sia in grado di identificare questi pensieri e riconoscere come essi agiscono dentro di sé e andare oltre, realizzato il proprio sogno e liberando il proprio talento.
Quali convinzioni, pensieri, credenze, ricordi ti hanno limitato o continuano a limitarti nello scrivere o nel diventare scrittore?
Non vedo l’ora di leggere i tuoi commenti!
Potresti leggere anche:
Bias cognitivi: il marketing, le neuroscienze e le nostre decisioni
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
Il saggio di Umberto Eco "Come si fa una tesi di laurea" (Bompiani, 1977) parte dai fondamentali, spiegando che cos'è una tesi di laurea Ma, se sei qui,...
L'incipit di un romanzo è davvero una delle cose più difficili da scrivere In quest'epoca di gratificazione istantanea, brevi momenti di attenzione e...
Quante volte sentiamo parlare di "genere letterario" Forse è un concetto poco conosciuto da chi non ama scrivere o leggere, ma che rappresenta un argomento...
Hai deciso di scrivere un libro o lo stai già facendo Ecco 5 step, fra cui la Piramide di Freytag, che ti aiuteranno a farlo senza perdere altro tempo 1...
Scegliere il font migliore per scrivere un romanzo non è così semplice Nel self publishing, la libertà di non avere un editore alle spalle consente agli autori...
Introduzione e consigli utili Intreccio, trama, fabula, personaggi, dialoghi, incipit, finale, sono solo alcuni degli elementi che compongono la scrittura di...
Scrivere un libro per bambini spesso viene considerato un compito meno impegnativo che scrivere un libro destinato ai grandi, ma le cose non stanno così Per...
Hai finito di scrivere il tuo libro finalmente Dopo mesi e mesi di fatica è arrivato anche il momento di scegliere il titolo giusto e questo è un compito che...
La prefazione di un libro rimane sempre un elemento misterioso: è necessaria È utile Ma soprattutto cos'è e come si scrive la prefazione di un...
L’importanza della scrittura creativa Quante volte ti è capitato di andare in libreria e comprare un libro solo perché ti hanno colpito le prime tre o...
Come è nato il genere giallo Il genere giallo è riconducibile con ogni probabilità a quello poliziesco; ad ogni modo, recentemente, sono nati filoni...
Come è nato il genere horror Il genere letterario horror non ha un'origine temporale ben specifica in quanto diversi temi horror sono stati scritti fin...
Salve Alessandro, tutte le motivazioni che hai scritto per il blocco dello scrittore o per rinunciare a scrivere sono tutte vere, ma io non ho mai avuto il blocco dello scrittore. Le idee mi vengono da sole osservandomi intorno, se ho tempo le rielaboro formo nella mia mente una specie di bozza poi passo al pc. Quindi quando inizio a scrivere vado come un treno. Se ho iniziato tardi a scrivere è perchè sono stata molto impoegnata con il lavoro e la mia famiglia. Ho tentato una volta ad iniziare, avevo una buona idea di cosa scrivere ma non ho avuto il tempo di proseguire. Il tempo per me era assolutamente indispensabile, anche la notte per molte ore correggevo i compiti o stiravo, il tempo non mi era sufficiente. La passione ed il sogno era sempre presenti, mi sarebbero servite altre 12 ore.
Ciao Daida quello che vorrei sapere è all’inizio della tua carriera, prima del primo libro, cosa ti ha frenato dallo scrivere o dal pubblicare?
Non tutte le vacche sono nere nella notte della scrittura.Ci sono gli scrittori mainstream inteso questo termine nel senso di argomento non rigorosamente scientifico e quelli di nicchia che sono i ricercatori in molti campi del sapere.In entrambi all’inizio esiste la forte pulsione di essere qualcuno, di uscire dalla condizione di anonimato tipica della attuale struttura sociale e non solo.In campo accademico per esempio vi sono difficoltà oggettive, quali la miriadi di nuove tesi e libri che è difficile prendere in esame per problemi di tempo, da parte della comunità scientifica e che quindi rimarranno per anni sconosciute-sconosciuti. Lo stesso credo valga per i libri mainstream, il cui successo può essere decretato sia dalle vendite che dalla critica, o solo dalla critica letteraria.Inutile ricordare che il successo nelle vendite non è automaticamente indicazione di qualità del libro, perchè i libri scientifico-accademico per esempio non hanno un successo nelle vendite paragonabile ai libri mainstream anche se vi sono eccezioni, eppure sono libri di qualità formale e contenutistica elevata.Le variabili che decretano il successo in campo mainstream letterario sono molte non riducibili a quelle elencate nell’articolo. Quelle invece che decretano che una tesi-ricerca venga accettata dalla maggior parte degli studiosi di un campo, sono principalmente la rigorosità ermeneutica nella esposizione della tesi-ricerca-libro, vincolata dal tempo storico-ermeneutico in cui essa-esso viene fatta-fatto conoscere.In entrambi i campi, bisogna avere fiducia in se stessi e in ciò che si è scritto.Bisogna in un certo senso essere imprudenti, osare, anche quando vi sono forze in te che ti suggeriscono di essere prudente, di non fuori-uscire dal già ri-conosciuto.Il filosofo Aldo Masullo faceva un elogio dell’imprudenza, da cui secondo lui, scaturiva il nuovo.Sono d’accordo con lei che la scrittura sia una SFIDA VERSO SE STESSI, una IMPRESA.Chi non ha il coraggio di rischiare in questa imprudente impresa, rinunci. Non tutti sono portati a fare gli imprenditori del nuovo. Bisogna però mettere in conto che le imprese possono anche fallire, ma ciò che conta è averla tentata.
Ciao Ferdinando e grazie del tuo prezioso intervento. Sono d’accordo con te ma sul binomio qualità-successo nell’editoria posso dire che è un falso problema che di solito si pongono gli autori che non vedono di buon occhio il successo di scrittori come Moccia o Volo. La qualità è qualcosa che tutti conoscono ma è difficile però da definire esattamente. Piuttosto che concentrarmi sulla qualità io mi concentrerai sul valore che si crea nella vita dei lettori. Se un libro vende non devo preoccuparmi della qualità ma di quale valore ha creato quel libro nella vita dei lettori al punto di farlo diventare un bestseller. Uscire fuori dell’idea che il libro è un prodotto differente e aulico rispetto a qualsiasi altro prodotto ci da la libertà di sperimentare e relazionarci davvero con i nostri lettori per poter creare risultati incredibili.
Buongiorno Alessandro,
anche io mi sento parte dei tanti (o pochi) che soffrono del blocco dello scrittore. Il punto è che mi sembra di avere così tante cose da scrivere e così poco tempo per farlo… Come se una moltitudine di parole tentassero di uscire dalla mia mentre ma si imbottigliassero nella strettoia del tempo, per me sempre tiranno, formando un tappo. Sento la potente necessità di scrivere che, come un fiume impetuoso fermato da una diga, diventa a tratti fisicamente dolorosa. Prendo in mano il mio lavoro, ma giro e rigiro sulle cose già scritte senza riuscire a continuare, nonostante abbia ben chiare molte scene ed eventi da raccontare.
Suggerimenti?
Grazie
Ciao Susanna, ti capisco benissimo. Quando senti questo bisogno impetuoso il consiglio è di assecondarlo e scrivere finché ne hai voglia, senza particolari regole. Ma ti consiglio anche di adottare una routine di scrittura, e quindi di ritagliarti del tempo per scrivere anche quando sembra che non ne hai voglia o non hai nulla da scrivere. La costanza di una routine è il segreto dei grandi scrittori.
Grazie del suggerimento. Cercherò di seguirlo!
Forse non avevo trovato ancora un soggetto che valesse la pena di perderci del tempo a scriverlo, figuriamoci a pubblicarlo. Prima del selfpublishing le case editrici non ti rivolgevano un minimo di attenzione, poi c’era il problema delle 10o copie da dover comprare e il costo. Quindi il pensiero della pubblicazione era lontano anni luce.
Interessantissimi i commenti! Io ho scritto il mio primo libro interrotto per anni a metà. Poi l’ho ripreso scrivendo spesso e con costanza, rileggendo e correggendo e l’ho finito. Ora è in processo di stampa. Sono un’artista (pittrice) ed ho usato lo stesso sistema che uso nella pittura: Lavorare spesso per la pratica e fluidità ma staccarsi ogni tanto per ritornarci fresche, revisionare, correggere gli errori e riprendere la strada. Ci vuole molta forza e buona volontà.
Salve Alessandro, io ho sempre avuto il blocco dello scrittore, anche perché mi è utile per… prendere appunti.
Scherzi a parte (sono uno spirito libro), non ho mai avuto problemi davanti al foglio bianco.
Ho pubblicato anche con una casa editrice tradizionale, ma mi sono reso conto che la parola “pubblicare” si svuota di significato se non è seguita dalla promozione.
“Pubblicare” ossia “rendere pubblico”. Ma quali case editrici lo fanno? Un libro lo si rende “pubblico” se lo si fa conoscere, altrimenti la pubblicazione non significa nulla. Al massimo (parlando di autori esordienti o sconosciuti ai più) le case editrici portano il tuo libro a un paio di fiere o lo postano nel loro sito. Ma è promozione questa? E quindi l’autore rimane lo sconosciuto che era (cosa che, tra l’altro, va contro anche all’interesse dell’editore). E questa è la mia unica convinzione: quella di non avere molte speranze sull’operato post-pubblicazione da parte di un editore. Purtroppo si vende prima il personaggio che il libro, e le case editrici non si impegnano a promuovere adeguatamente un autore sconosciuto. Ma allora perché pubblicarlo, dico io. Per questo motivo ho deciso di tornare al selfpublishing, poiché confido che almeno voi possiate mettermi a disposizione dei servizi finalizzati alla promozione (servizi che un editore dovrebbe mettere a disposizione di tutti i suoi autori).
Trovo che le recensioni siano il mezzo più importante di promozione per un autore sconosciuto o semi-sconosciuto. E più è autorevole il personaggio che ti recensisce, e più è facile convincere i lettori all’acquisto: molto di più di quanto potrebbe fare l’autore nell’autopromuoversi.
Per questo mi auguro che voi abbiate qualche book blogger, booktuber, bookstagrammer, book influencer, coi quali avete magari già un rapporto o che comunque accettano di fare recensioni agli autori in selfpublishing (da quel che ho potuto constatare sono proprio pochini o quasi nulli. Quasi tutti recensiscono solo autori con pubblicazione tradizionale, e per di più chiedono di essere contattati dalla casa editrice).
Ecco, questo è l’unico vero LIMITE che riscontro e che mi assilla dopo ogni pubblicazione.
Ciao Guido non devi vivere la promozione come un limite ma trovare la tipologia di promozione che si addice ai tuoi valori, al tuo modo di essere e spingere in quella direzione affinché tu possa sentirti a tuo agio a promuovere. Se parli di promozione e pensi ai social e i social non ti piacciono allora pensi di non essere in grado a promuovere ma il mezzo è relativo, l’importante è il messaggio. Sul fatto che vende prima il personaggio è vero e anche questo non è un problema perché ti ricorda l’importanza del personal brand, la gente compra prima l’autore e poi il libro. Costruisci il tuo personal brand e vedrai che venderai senza sacrifici, troverai molti contenuti su questo sul blog. Riguardo ai servizi di promozione si lanceremo presto delle importanti novità!