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L’incipit è più di un semplice inizio: è una finestra sul cuore della storia. Attraverso esso, si mostrano non solo il personaggio principale, ma anche il tono, lo stile e l’atmosfera del romanzo.
Esistono 4 tipi di Incipit: narrativo, descrittivo, dialogico e in media res. Quello più interessante è l’incipit in media res ovvero quell’inizio che porta il lettore già dentro una storia iniziata.
In quest’epoca di gratificazione istantanea, brevi momenti di attenzione e tonnellate di grandi contenuti con cui competere, l’inizio di un romanzo diventa, quindi, un momento chiave.
Quindi, come iniziare un libro alla grande?
L’incipit è l’inizio di un’opera letteraria, sia essa un romanzo, un racconto, un saggio o una poesia. Si tratta delle prime frasi o dei primi paragrafi del testo, che hanno il compito di catturare l’attenzione del lettore, introdurre il tono e l’atmosfera della storia, e spesso presentare il protagonista o il contesto iniziale.
L’incipit serve per attirare subito l’attenzione del lettore e a invogliarlo a continuare la lettura. È il primo contatto con l’opera, quindi deve essere avvincente e ben scritto. Oltre a questo, l’incipit introduce l’atmosfera, il tono e, a volte, i personaggi principali o l’ambientazione, preparando il terreno per lo sviluppo della trama e suscitando curiosità e interesse.
Il grande Gatsby, Francis Scott Fitgerald
“Negli anni più vulnerabili della mia giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente. “Quando ti vien voglia di criticare qualcuno” mi disse “ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu”.
Harry Potter e la Pietra Filosofale, J.K. Rowling
“Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.”
It, Stephen King
“Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato di sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.”
Dove la storia finisce, Alessandro Piperno.
“A quarantanove anni Federica Zevi sapeva di rappresentare – per vedovi, divorziati, single di lungo corso – un ripiego accettabile alle trentenni vagheggiate e sempre meno disponibili. Nei rari momenti di autostima si sentiva una Jaguar di terza mano a cui i vecchi proprietari abbiano fatto regolari tagliandi.”
Novecento, Alessandro Baricco.
“Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire…Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi…Eppure c’era sempre uno, uno solo, uno per primo….la vedeva.”
Che tu abbia o meno letto almeno uno di questi capolavori, ti posso assicurare che in ciascuna di queste aperture troviamo dentro già tutto il tenore, lo stile e la tensione che accompagneranno il lettore per tutto il romanzo.
Sono davvero esemplari.
L’incidente scatenante è l’avvenimento che tende a sconvolgere l’equilibrio iniziale delle prime pagine e che introduce a breve termine conflitti e tribolazioni e sul lungo termine lascia presagire inevitabili sviluppi.
Puoi iniziare con un evento che può cambiare la vita di un protagonista, un momento che spinge lui o lei in un conflitto che devono risolvere o superare entro la fine della storia.
Oppure pensa a guai o bugie o segreti e scandali, pensa ad un incipit che parla di una famiglia ricca, con un vita invidiabile ma in realtà ogni membro di essa cela un segreto inconfessabile…viene voglia di continuare a leggere, vero?
Pensaci bene: senza l’incidente scatenante non esiste una reale motivazione per proseguire la storia.
Un grande esempio è in The Shining (Stephen King), dove Jack è al famigerato Overlook Hotel per un nuovo colloquio. Il lettore pensa che questo sarà un nuovo inizio per lui e la sua famiglia ma, naturalmente, si sbaglia.
Stephen King avrebbe potuto riempire le prime pagine con l’esposizione di Jack nella sua vecchia vita, ma l’inizio del romanzo in albergo – che è un po’ come un personaggio in sé – immerge il lettore nella storia nel modo corretto e lo catapulta nella lettura.
“Colloquio di assunzione.
Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante.
Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma non severo”.
Soprattutto nei romanzi fantasy, poi, c’è la tendenza a descrivere l’ambiente e le condizioni meteorologiche. Da un lato sembra una scelta sensata, dal momento che il lettore non conosce il mondo immaginario creato dallo scrittore, dall’altra però può rischiare di annoiare il lettore.
Quindi bisogna sempre calibrare bene le descrizioni in base al genere che scrivi e capire quando puoi “esagerare” e quando no.
In un thriller, è sempre bello esordire con un omicidio, un corpo ritrovato o qualcuno che sta scomparendo: imposti subito problema e obiettivo per il resto del romanzo. Ecco un lampante ed eccezionale esempio:
La verità sul caso Harry Quebert
Un inseguimento, un omicidio, una battaglia medievale: è un incipit in media res, ossia catapulta il lettore direttamente nella scena o, meglio, nella storia già avviata. Non dà modo al lettore di ambientarsi, ma lo scaraventa in mezzo ai personaggi e agli eventi.
Anche in una storia drammatica possiamo scegliere un incipit di questo tipo, forse un inizio ideale, perché porta il lettore subito nel dramma dei personaggi, come nel romanzo La strada di Cormac McCarthy:
Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato.
C’è una descrizione scarna, ma resa alla perfezione con poche pennellate. Ci sono i due protagonisti della storia, c’è il mondo post-apocalittico in cui si muovono.
Definire subito l’atmosfera della narrazione è molto importante, solo così puoi far capire al lettore immediatamente: “questo è il mondo in cui sarai immerso se continui a leggere il mio libro”
Nel classico romanzo distopico 1984 , le prime righe scritte da George Orwell recitano:
Orwell crea immediatamente tensione e mistero. Si capisce subito che questo non sarà un romanzo allegro, c’è da starne certi.
Spesso basta una buona frase di apertura, che convinca, ed ecco prendere forma l’incipit capace di spianare la strada.
In un romanzo incentrato sui personaggi, è fondamentale renderli subito riconoscibili e identificabili.
La prima cosa che nota un lettore è se già dall’incipit si crea quella magia che vi costringe a proseguire nella lettura. Se vi capita di arrivare alla fine della pagina e non avere letto nulla, ma proprio nulla che abbia destato curiosità o interesse, allora qualche problema deve esserci.
Gli errori più frequenti nascono quando lo scrittore da per scontati troppi elementi. Il vostro protagonista è un uomo, è un professionista, lavora, ha una famiglia, abita in una grande città, oppure è disoccupato, è innamorato ma non è corrisposto, vive a casa con i suoi oppure no? Perché il lettore deve venire a conoscenza di questi elementi dopo dieci pagine? Siete così certi del fatto che arriverà a leggere fin lì?
Attenzione, però, a non cadere nell’errore spiegato al punto successivo.
Può essere allettante, nella maggior parte dei casi, rivelare già dalle prime pagine tutto di un personaggio, il background, i segreti, il carattere ecc… pensando che solo così il lettore possa affezionarsene. Ma non è proprio così, noi tendiamo a sconsigliarlo.
Fai finta che i tuoi personaggi siano a una festa, e stanno parlando per la prima volta con te, che sei il lettore. Potrebbero davvero raccontarti tutta la loro storia, o lo farebbero solo in un secondo momento conoscendoti meglio?
La maggior parte dei lettori vogliono entrare a poco a poco nella storia, nel meccanismo che hai costruito, questo è vero, ma qualche elemento devi pur darlo, altrimenti il tuo libro perderà dinamismo e si incarterà su se stesso, fin dall’inizio.
Fai emergere, quindi, alcuni tratti caratteristici del personaggio subito, ma aspetta di trovarti più avanti nella narrazione, una volta che il lettore è agganciato, per raccontare di più e completare la storia del personaggio. È un equilibrio delicato.
Se nei precedenti suggerimenti ti ho parlato di come caratterizzare il protagonista, qui ti faccio notare che sono molti i romanzi nei quali questi non compare mai nelle prime pagine.
Ne Il signore degli anelli di Tolkien il protagonista è Frodo Baggins, ma la storia inizia parlando della festa di compleanno di Bilbo Baggins, suo zio.
Anche nel romanzo fantasy La spada di Shannara di Terry Brooks, fortemente ispirato all’opera tolkieniana, il protagonista è Shea Ohmsford, ma l’incipit vede in scena suo fratello Flick.
Scelte del genere possono creare attesa e suspense nel lettore. Cos’è l’incipit se non il mezzo per tenere il lettore incollato alle pagine del tuo libro?
Devi scegliere tu cosa scrivere per raggiungere questo obiettivo. E, se credi che lasciare un velo di mistero sul protagonista per qualche pagina sia il modo giusto, fallo!
Alcuni dei miei romanzi preferiti sono raccontati in prima persona. Un classico esempio è Il giovane Holden di J.D. Salinger:
“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia pessima infanzia e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne.
Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, sopratutto mio padre. Carini e tutto quanto – chi lo nega – ma anche maledettamente suscettibili.”
Attraverso queste righe, ci si costruisce immediatamente un’opinione del giovane protagonista narrante Holden. È anche molto convincente il mondo in cui si rivolge direttamente al lettore, quasi facendolo sentire un amico a cui scrive in tono confidenziale.
Si è parlato e si continua a parlare spesso di incipit.
Del suo significato, delle sue modalità, della rilevanza che ha nel condizionare il lettore, rispetto al proseguimento o meno della lettura di un testo, e perfino della lunghezza che dovrebbe avere per essere efficace.
Da qualunque punto di vista venga osservato e affrontato, ciò che conta è che, sia esso costituito da una parola, da una o più frasi, queste rappresentano il primo punto di contatto tra lettore e scrittore.
Ho sempre pensato che non sia affatto diverso da ciò che accade quando per strada, in ufficio o a casa di un amico, ci viene presentato qualcuno. Lo si guarda negli occhi, gli si porge la mano, si decide nel giro di qualche secondo se potrebbe essere o meno una persona da frequentare, ammirare o criticare.
In un libro, acquistato o regalato, l’incipit è l’incrocio del primo sguardo tra chi scrive e chi legge, la loro stretta di mano che innesca emozioni, sensazioni, giudizi, remore e dubbi proprio come succede quando siamo al cospetto di uno sconosciuto.
Scrivere un buon incipit non è solo una questione di abilità narrativa.
Occorre avere subito ben chiara la personalità dell’io narrante, deciderne la presentazione perché un incipit che cattura sarà un incipit che farà pensare, porre domande, perfino dubitare dell’abilità dello scrittore ma anche capace, nonostante i dubbi, di invogliarlo a continuare nella lettura, sia per rafforzare la negativa convinzione iniziale che per farlo ricredere.
L’incipit è soprattutto il modo che ha, chi sta iniziando una narrazione, di presentarsi e quindi di condizionare con il proprio modo di essere e di dire, una relazione che potrebbe durare per la lettura del testo o esaurirsi alla prima frase.
Naturalmente per qualsiasi spunto, riflessione o consiglio usa lo spazio dedicato ai commenti che trovi sotto!
Un incipit efficace cattura immediatamente l’attenzione del lettore, crea curiosità e introduce il tono e l’atmosfera dell’opera. Deve essere intrigante, ben scritto e dare un “assaggio” del tema o dei personaggi principali.
Non è necessario rivelare subito il protagonista, ma è sicuramente utile introdurre elementi chiave che attraggano il lettore. Alcuni incipit iniziano con un evento intrigante o un’immagine potente prima di presentare i personaggi principali.
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Grazie per i commenti molto appropriati e sempre interessanti. Sull’incipit aggiungerei che è fondamentale presentare un quadro sintetico dove-quando-chi. Niente orpelli o lungaggini ma solo cenni per incuriosire il lettore. Sono autrice di romanzi e racconti e la mia prima preoccupazione nello scrivere l’incipit è di creare un “hook” (gancio) che attragga e “agganci” il lettore in modo convincente.
Ciao Maria, grazie ancora per le tue risposte, quello che dici è sacrosanto, in effetti è anche molto importante dare un accenno sul dove-quando-chi per incuriosire il lettore, immagino che i tuoi incipit siano efficaci e riescono ad “agganciare” il lettore!
Direi di sì. Ho pubblicato sei libri (romanzi , raccolte di racconti) di cui quattro con YCP. L’ultimo romanzo OLTRE LE PALME I PENSIERI DEL MARE si è classificato secondo al Premio Mario Soldati di TORINO. I miei lettori dicono quando iniziano a leggere non riescono a smettere. Quindi penso di aver trovato il modo giusto per “uncinare” i miei lettori! Grazie dei vostri articoli sempre molto utili.
Grazie per i commenti molto appropriati e sempre interessanti. Sull’incipit aggiungerei che è fondamentale presentare un quadro sintetico dove-quando-chi. Niente orpelli o lungaggini ma solo cenni per incuriosire il lettore. Sono autrice di romanzi e racconti e la mia prima preoccupazione nello scrivere l’incipit è di creare un “hook” (gancio) che attragga e “agganci” il lettore in modo convincente.
ottimi consigli ai quali mi attengo anche per i racconti
Ciao Graziella, grazie per il tuo commento, siamo contenti che ti siano piaciuti, continua a seguirci!
Io tendo ad iniziare in sordina e mi rendo conto che non è il modo giusto di agganciare il lettore. Mi capita abbastanza di frequente di creare l’atmosfera con un accenno al personaggio, ma poi andando avanti creo la tensione, l’ansia, la passione a seconda del tipo di romanzo o di racconti. Dopo aver letto i tuoi incipit mi sforzerò di agganciare meglio i lettore.
Ciao Daida, grazie infinite per il tuo commento, le tue informazioni saranno molto utili anche ad altri scrittori che come te vogliono prendere l’attenzione del lettore e creare l’atmosfera giusta intorno al personaggio. Assolutamente ti consiglio la lettura di questo contenuto https://blogs.youcanprint.it/cosa-rende-un-libro-un-bestseller e di prendere in considerazione l’esempio di Gary PROVOST, è bellissimo.
Continua a seguirci !
Scrivo da poco, e solo per hobby. Secondo me è importante scegliere un destinatario e scrivere, anche a livello stilistico, per il pubblico scelto.
Se, per esempio, voglio raggiungere un pubblico “di una certa età ” devo stare attenta a certe esigenze, tipo la dimensione del carattere e la “leggerezza” della scrittura.
Io la penso così.
Grazie.
Buongiorno Enza, grazie per il tuo commento, si certamente se vuoi scrivere per il tuo pubblico devi pensare anche a chi ti rivolgi infatti, ma ci sono delle caratteristiche e delle linee editoriali dalle quali non si può prescindere, ad esempio la grandezza del carattere non può cambiare in base all’età del pubblico di destinazione, un libro è, e deve restare uguale per chiunque lo tenga fra le mani, invece sul tipo di scrittura hai ragione bisogna conoscere prima il pubblico a cui ci si rivolge, bisogna conoscerlo prima di iniziare a scrivere…
In effetti mi soffermo troppo sul ruolo del libro in quanto intermediario fra autore e lettore.
Per me ogni frase, ogni periodo, ogni capitolo, deve avere un preciso
destinatario.
Ma è anche vero che un libro ha la sua autonomia.
Grazie per i consigli e per averci dato una bella scrematura di tutti quegli incipit interessanti.
Non è facile scrivere un incipit originale e coinvolgente al contempo.
Articolo molto chiaro e utile, grazie. Ho scritto tanto da bambina e da ragazza, racconti, lettere, temi in classe, filastrocche, canzoni. Ora dopo anni, decenni, mi ritrovo a dover riprendere la penna; entusiasta, al contempo impaurita, mi chiedo… come faccio a tenere a bada il mio istinto – abbastanza buono a quanto dicono – quando ci sono davvero tante regole importanti da seguire? Proverò coi vostri consigli.
“La freccia lasciò l’arco e con una traiettoria leggermente curva volò sopra il campo, quasi si fermò alla sommità della parabola, poi precipitò verso il suo bersaglio accelerando impercettibilmente. Un leggero vento trasversale tentò di deviarla dalla sua corsa, ma la rossa impennatura che la qualificava come scagliata dal Re in persona, la mantenne stabile nell’aria finché incontrò il bronzo della corazza del Generale hittita.”
…è l’incipit di uno dei capitoli del romanzo che ho pubblicato nel 2006… può essere considerato accettabile? La mia abitudine è quasi “cinematografica”; normalmente parto da un particolare, anche inifinitesimale, quasi una macro fotografia, per salire poi di livello verso il generale.
Ciao Giuseppe, toglierei forse “accelerando impercettibilmente” ma per il resto leggendo il tuo incipit mi chiedo: chi ha lanciato la freccia? chi è questo generale hittita? perché qualcuno ha cercato di trafiggerlo con una freccia? alla fine la freccia ha ucciso il generale? siamo in guerra?
Tante domande che mi porterebbero a continuare la lettura quindi direi che il tuo incipit va benissimo!
È stato come trovarsi in Arabia Saudita ma senza gli arabi. È il primo concetto che compresi quando mi insegnò la sua lingua. Nessun commento diverso da quello avrebbe descritto Murice con più aderenza alla realtà. E come avrei potuto dargli torto, sull’arido altopiano delle Murge galoppava la carestia affianco alla seconda guerra mondiale. Quella stessa aridità, Walter Wilson, il soldato venuto da lontano, l’aveva riscontrata nei nostri volti.
Ciao, scrivo per hobby, nessuno leggerà mai i miei testi, tuttavia mi piace migliorarmi, e mi chiedevo se questo incipit è efficace o rivedibile.
Grazie, scusate il disturbo.
ciao Ciro, lo trovo abbastanza evocativo come incipit
Grazie! Il parere di un esperto è un premio per me!
Tutto vero, oggi il lettore che è abituato ai social così frammentari e immediati a catturare l’attenzione, non è più disposto ad attendere gli svolgersi degli eventi attraverso un ritmo lento e più riflessivo. Nella lettura del libro, vuole “entrare subito” nella storia ed esserne incuriosito, magari attraverso la presentazione di personaggi ed ambientazioni particolari come ,quelle citate . L’esempio più facile è quello tratto dal celebre libro di King. Un altro aspetto è quello della scelta di aggettivi nelle descrizioni con l’uso di termini non banali ma essenziali . Tuttavia non dovremmo dimenticare che ogni autore ha un suo stile e che ,per fenomeni di moda, non deve rinunciare ad essere se stesso senza troppe imposizioni del mercato editoriale. Ma c’è sempre una scelta da fare.
Assolutamente vero, lo stile non deve mai essere barattato per altro perché non solo verrebbe snaturata la scrittura, ma sarebbe dannoso per tutte le future opere di un autore. Uno scrittore deve essere sempre riconoscibile per il suo stile
Il cellulare iniziò ad emettere il solito jingle e Riccardo Krauss si domandò chi lo disturbasse alle sette di mattina ma, soprattutto, se fosse il caso di rispondere. Ad ogni chiamata, temporeggiava qualche secondo a rispondere. Amava ascoltare quel ringer perché lo faceva pensare alla sua strana amica e a quel particolare legame che, tra alti e bassi, aveva con lei da quasi vent’anni. È tempo che ti modernizzi, le disse quel giorno mentre gli porgeva la scatolina con fiocchetto rosso, un investigatore privato anche se quasi in pensione deve essere tecnologico! Lui aveva riso di gusto perché mai si sarebbe immaginato un tale dono da chi odiava apertamente ogni moderno mezzo di connessione, ma fu felice di questa dimostrazione d’affetto. Con Mia, la sua amica del cuore, mai nulla era banale e scontato. Nemmeno la suoneria che aveva impostato. L’ho scelta appositamente per te, così quando la senti anche se sei in una stanza piena di cellulari sai che è il tuo telefono a suonare, aveva concluso. E senza ulteriori commenti se n’era andata lasciandolo solo nella sua cucina, con la tazza di the ormai vuota e la scatola di biscotti ancora piena.
Dopo quattro squilli, decise di non rispondere: chiunque fosse, poteva aspettare. Scese dalla cyclette dove trascorreva almeno un’ora al giorno e chiuse la comunicazione senza nemmeno guardare di chi si trattasse. Non amava quell’obbligo mattutino ma, dopo l’incidente in montagna di qualche mese prima, non poteva permettersi di disattendere gli ordini del fisioterapista. Quindi risalì in sella per concludere gli ultimi venti minuti di sessione ginnica.
In accappatoio e con l’asciugamano al collo già pregustava la meritata colazione quando il campanello del portone d’ingresso iniziò a suonare in modo straziante. Maledetti ragazzini, pensò, se non fossi mezzo nudo e in ciabatte scenderei in strada e vi accompagnerei a scuola a calci in culo! Poi, in modo automatico, alzò il videocitofono.
«Dove diavolo eri? È da ieri sera che ti cerco!»
Riconosciuto l’interlocutore, Riccardo aprì il portone e prese dal tavolo a fianco il cellulare per dare un’occhiata al display: Andrea Rinaldi 12 chiamate perse.
Il suo ospite entrò come uno tsunami.
«Mia è scomparsa!»
Ciao Andrea. Scusami, ma non avevo sentito le chiamate. Stavo…»
«Ma hai capito che ho detto? MIA È SCOMPARSA!»
————
… può andar bene come inizio?
Quale potrebbe essere l’incipit di un libro di Poesie ?
Grazie…
Ciao Rossella, in generale non si parla mai di un incipit per le poesie, piuttosto metterei una breve bio, oppure una citazione.
Salve.
Ho in mente l’idea di scrivere un libro che raccolga la biografia di vari personaggi storici.
Quale potrebbe essere un buon incipit?
ciao Giusy, buona l’idea della raccolta biografica di personaggi famosi. Penso ad una frase che potrebbe darti l’idea del nocciolo dell’incipit che farebbe più o meno così: “Nessuno è mai famoso abbastanza, da ricevere il giusto riconoscimento per ciò che ha fatto” … che ne pensi?
IO STO SCRIVENDO UN AUTOBIOGRAFIA E HO TROVATOMOLTO UTILI I VOSTRI CONSIGLI SOPRATTUTTO PER QUEL CHE RUGUARDA le regole della grammatica italiana .Grazie
Grazie a te Anna Maria per averci letti!
Come incipit di un romanzo (ucronico ma non fantastico) ho scelto la pagina di un giornale omaggio. L’articolo è scritto da un personaggio fondamentale ma secondario (che non compare mai direttamente), letto da una protagonista e contiene degli spunti presenti in tutto il romanzo: l’incipit è preceduto da un breve glossario esplicativo dei termini presenti nel testo.
Orizzonte scuola
Rivista di scienze educative
Anno XXXII N° 3 Lug – Sett. 1964
Allarme suicidi: l’umanità rischia l’ estinzione?
di Anténor Creuzet
Il Congresso mondiale delle Confederazioni educative di Sidney ha terminato i suoi lavori risolvendo alcune questioni (poche e più che altro di ordine tecnico), dibattendo molto (troppo) su altre e trascurandone completamente altre ancora. Un fallimento? Non si arriva a tanto, è presto per dirlo, ma certo si è soltanto sfiorato un punto assai dolente. Si è voluto ignorare il grido d’ allarme sempre più acuto che arriva da scuole, ospedali e psicologi: lo spaventoso incremento dei suicidi tra i giovani Riceventi che rifiutano di Assumere (la quasi totalità) o subito dopo la prima Assunzione (fenomeno già presente nella società ma anche questo in forte aumento). Le cifre sono preoccupanti: 800 suicidi di giovani tra i 13 e i 15 anni in Giappone, oltre 1000 negli Usa, solo tra ragazzi e ragazze Riceventi. Non parliamo nemmeno, non è questa la sede, dei danni irreversibili causati dalle pastiglie malefiche che criminali senza scrupoli vendono a chi crede di trovare una facile scappatoia alla fisiologia.
………………..
Ogni volta che leggo queste cose mi prende subito l’ ispirazione, non potrei farne a meno, mi piacerebbe tanto leggere invece qualcosa sulla fantascienza o sci-fi stile dark simile ai dark fantasy. Mi piacerebbe uno spunto da Donato o anche Alessandro, una sorta di consigli e metodi. Grazie di esistere ragazzi, sono contentissimo di aver trovato la mia casa.