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A periodi alterni c’è sempre un genere che vende più di altri: c’è stato il periodo dei fantasy alla Harry Potter, quello dei romanzi di vampiri alla Twilight, quello dei romanzi chick-lit alla Kinsella e ora sembrano spopolare, soprattutto tra gli autori self, il genere romance e quello erotico.
La tentazione di mettersi in coda e scrivere l’ennesimo romanzo d’amore o di sesso potrebbe essere molto forte: “se è questo che le autrici di successo scrivono, chi sono io per non non riuscire allo stesso modo?”
Certo, se apprezzi quei generi e li senti nelle tue corde, nessuno ti impedisce di farlo. Ma se invece il tuo talento è per i gialli o per i romanzi storici, perché snaturarti? La mia convinzione è che non devi affatto e provo a spiegarti perché.
Se un milione di lettrici del genere rosa ha centomila romanzi rosa tra cui scegliere, ogni romanzo rosa avrà mediamente 10 lettrici. Ma se centomila lettrici di storici hanno solo cinquemila romanzi storici tra cui scegliere, ecco che ogni romanzo storico avrà mediamente 20 lettrici. Sono ovviamente numeri irrealistici, ma l’idea è che riempire delle nicchie di mercato, spesso può essere ben più facile e redditizio che tentare di farsi strada in fette di mercato più affollate.
Pensa al supermercato: se non sei intollerante al glutine puoi scegliere tra decine di marche di pasta (e di solito prendi quella più pubblicizzata in TV che costa di più proprio perché spende un mucchio di soldi in pubblicità). Se fossi celiaco invece, ecco che avresti due o forse tre scelte compatibili con i tuoi bisogni.
Ti assicuro che l’unica marca per celiaci fattura di più di molti marchi di pasta per tutti, e questo perché si rivolge a una nicchia di persone.
Ecco perché non ha senso che tu smetta di scrivere il genere che più ti piace solo per assecondare le mode: è probabile che accontentando un gruppo più ristretto di lettori che ha meno possibilità di scelta tu finisca per avere numericamente più lettori di quanti ne avresti se dovessi sgomitare per farti largo tra il mare di libri tutti uguali del genere più in voga.
Che ne dici, ti ho convinto?!
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Un libro deve saper sorprendere, non è il genere ma il minestrone ben amalgamato da una scrittura veloce e pensosa, allusiva e sfuggente, incalzante e spericolata, ogni pagina un nuovo incontro, ci vuole sapienza e mestiere, si impara ma ci vogliono anni e anni; poi conta il plot
Articolo interessante con una sua logica… 😉
Totalmente d’accordo.
Io ho sempre scritto e sempre scriverò ciò che rientra nelle mie corde, non ho mai seguito “mode letterarie”. Preferisco essere originale e magari criticata per questo, che scrivere l’ennesimo libro dall’ennesima trama identica alle altre.