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Il romanzo giallo, così come un romanzo rosa, devi attenerti a precisi vincoli in fase di scrittura.
Pertanto, seguendo alcune dritte utili, sarai in grado di portare a termine la stesura di un testo emozionante e avvincente, perfettamente in grado di tenere il lettore incollato alle pagine e di crearti un vero e proprio pubblico di aficionados.
Quali sono le caratteristiche alla base della stesura di un romanzo giallo? Eccole nei dettagli una ad una:
In un romanzo giallo, sono i dettagli che fanno la differenza, perché raccogliendo gli indizi, l’investigatore ha la possibilità di risolvere il caso. E il lettore, seguendoli, può essere in grado di identificare il colpevole.
Per trama altamente strutturata, pertanto, si intende che non devono esservi anelli mancanti o punti deboli, perché in caso contrario l’intreccio degli indizi, sparsi qua e là nella narrazione, farebbero crollare il racconto.
Una volta compiuto il delitto, chiunque può essere potenzialmente un colpevole. Che si tratti di un personaggio che sin dall’inizio assume un ruolo da protagonista (o meglio da antagonista) o una figura, partita inizialmente in tono minore, che via via si ritaglia un ruolo chiave all’interno della trama. E a detta dei più noti giallisti, è questo il punto più difficile per la stesura di un thriller o di un poliziesco.
Il colpevole è sin dall’inizio della lettura sotto gli occhi di chi legge il testo, ma lo scrittore deve essere così abile da non farsi scoprire o più precisamente da non far capire al lettore chi ha commesso l’omicidio.
Il rapporto tra il lettore e l’investigatore è quello di una sfida avvincente, dove entrambi hanno potenzialmente le stesse possibilità di arrivare alla soluzione, per il semplice motivo che l’enigma è strutturato a tutta una serie di indizi, disseminati nei vari punti della trama.
Una volta che questi risultano collegati dal punto di vista logico, è possibile arrivare alla soluzione in maniera più agevole.
Il bello? Sotto certi aspetti, il romanzo giallo può essere considerato come un testo democratico, visto che tutti possono identificare il colpevole.
Va detto però che chi ha una maggiore dimestichezza nei meccanismi delle trame dei gialli ha maggiori possibilità di arrivarci prima degli altri. Sulla stessa falsariga di quanto detto, la soluzione può essere svelata solo a seguito del ragionamento dell’investigatore e non in maniera casuale o mediante aiuti esterni.
Poi certo nel testo vi possono essere anche situazioni fortuite che aiutano il detective nella risoluzione del caso.
Tuttavia, sono sempre le sue capacità logiche e deduttive a fare la differenza e a portare chi legge alla soluzione.
Che sia un po’ saccente come Sherlock Holmes o generoso come Montalbano, il protagonista che risolverà il tuo caso, deve avere tratti distintivi che permettano a chi legge il tuo romanzo giallo di provare quasi una simpatia nei suoi confronti.
È importante, affinché tu possa continuare a narrare le vicende del detective o dell’investigatore anche in un altro thriller che il lettore ne apprezzi le sue abilità deduttive. Poi, se il detective avrà tanti piccoli vizi, associabili al lettore, che siano difetti caratteriali, debolezze, beh tanto di guadagnato.
Con il tuo stile, lo renderai ancora più umano e alcuni dei lettori potranno immedesimarsi in lui. Poco importa che chi risolva il caso sia un investigatore di professione o un detective amatoriale che aiuta la polizia. Ciò che conta è che la tua penna faccia nascere un personaggio credibile a 360 gradi.
Certo è che se il protagonista ricoprirà il ruolo di investigatore protagonista, potrà avere libertà d’azione, mentre ne secondo caso, il contatto con le forze dell’ordine risulterà di vitale importanza per ciò che concerne l’accesso alle ricerche e ai test di laboratorio.
Questi sono essenziali nell’ottica di quelle che sono note come prove schiaccianti. Lavora con schede scritte. Renderai il tuo personaggio decisamente credibile!
Per ogni Sherlock Holmes, esiste sempre un Watson. Con questo si vuole intendere che i personaggi di contorno, che spesso si relazionano con il protagonista, finendolo per aiutarlo nella soluzione del caso, hanno un ruolo chiave in un romanzo giallo.
Questo a prescindere dal fatto che possano essere detective privati che lavorano in team con l’investigatore protagonista del caso o che siano solo semplici amici e confidenti.
Affinché un romanzo giallo sia avvincente, la trama non deve essere prevedibile e la soluzione non deve mai essere scontata. Tutt’altro. Il successo di numerosi thriller e polizieschi si fonda su un principio molto diffuso: vi sono tutta una serie di indizi che magari nel corso della narrazione portano il lettore a credere che il colpevole sia X, per poi scoprire in realtà che ad aver compiuto il delitto, in realtà era Y.
Lo scrittore a volte è così abile che organizza la trama, portando il lettore su false piste.
È questo uno dei tratti distintivi che rende affascinante come non mai la scrittura di un genere giallo. Come si è già avuto modo di ribadire, tutti, ma proprio tutti, spinti dalle più svariate motivazioni, hanno le potenzialità per commettere un delitto.
Delitto che tra le altre cose, in un romanzo giallo, viene compiuto quasi sempre da un solo colpevole e non per mano di un’organizzazione criminale. Il motivo di questo aspetto risiede nel fatto che se l’omicidio fosse portato a termine da un’associazione di delinquenti, a venire meno sarebbe il coinvolgimento umano.
Risultato? La trama sarebbe decisamente impersonale. A muovere il crimine, infatti, vi sono sempre dinamiche di natura psicologica che spesso portano chi legge ad un elevato livello di immedesimazione che si tratti di gelosia, di invidia, di avidità, di odio, di nervosismo o di sede di potere.
Questi aspetti incidono molto sulla componente psicologica del testo. Per questo motivo, chi scrive deve essere abile nella costruzione di false piste, portando il lettore verso altri sentieri e non facendogli identificare con facilità il colpevole. Quest’ultimo potrebbe essere uno qualunque degli indiziati e dei soggetti che non sono minimamente sospettati in fase iniziale.
Parafrasando ciò che diceva Arthur Conan Doyle, se si elimina l’impossibile, tutto ciò che rimane, per quanto improbabile possa apparire, alla fine non è nient’altro che la verità.
I sospetti che mettono chi legge in una situazione di dubbio, in realtà, hanno lo scopo di spostare la sua attenzione su diversi indiziati. Solo dopo che gli indizi sono stati raccolti dall’investigatore, il quadro della vicenda inizia a farsi più chiaro, perché si capirà chi è stato il colpevole e quale movente lo ha spinto.
Per forza di cose, i sospetti sugli altri indiziati verranno sciolti. La soluzione in un thriller è sempre una sola. Quando il lettore leggerà l’ultima parola del testo avrà la certezza assoluta che il caso è chiuso.
Di sospetti sul fatto che ad aver compito il delitto possa essere stato un altro indiziato o che qualche aspetto non sia stato ancora chiarito, proprio non deve esserci la minima traccia. Idem per gli errori giudiziari che semmai appartengono alla vita reale. Nei gialli, il caso viene sempre risolto.
Come già sostenuto in fase iniziale, di regole e di schemi per la stesura di un romanzo giallo avvincente, proprio non ve ne sono. Ogni scrittore ha il suo stile. Pertanto, se sei intenzionato a provare a costruire una trama di alto livello che ti permetta di far venire fuori le tue doti di scrittore, in questo genere letterario ci sono alcune dritte utili che puoi seguire.
Sin dal momento in cui scrivi, devi aver ben chiaro chi sarà il colpevole. Chi commette l’omicidio o chi perpetua la serie di delitti è la prima cosa da avere ben chiara in testa.
I giallisti di scuola britannica hanno sempre invitato a strutturare il testo sulle 4 M: murder (delitto), motive (movente), moments of opportunity (occasione in cui il criminale coglie la palla al balzo, approfittandone), mean (arma).
Se queste 4 M saranno forti, la trama del romanzo giallo che metterai in piedi sarà solida. Nei gialli, a differenza della vita di tutti i giorni, come più volte hanno dimostrato i casi di cronaca nera, non si uccide mai per futili motivi. Alla base di un omicidio, il movente risulta sempre e comunque chiaro.
La concatenazione degli eventi deve essere ben architettata. Nei gialli non c’è spazio per mancanze e per anelli deboli. Tutto deve essere strutturato in maniera certosina, affinché tu possa portare con mano il lettore alla soluzione.
Ogni singola azione ha uno scopo ben preciso. Ogni indizio sparso nella narrazione ha un ruolo ben delineato e non casuale. Non importa che chi legge il tuo testo capisca questi aspetti di primo acchito. Tu, in qualità di scrittore, devi avere le idee ben chiare sin dall’inizio.
Chi legge il tuo romanzo giallo dovrà trovarsi in una situazione di suspense, caratteristica essenziale che decreta la bravura di un giallista. Puoi tenere incollato al tuo thriller chi ti legge in svariati modi: depistando il lettore, facendogli credere che il colpevole sia un altro, facendo scappare subito un sospettato, in modo che tutti inizialmente possano credere che sia il reale colpevole, creare falsi alibi, inserire bugie, dimenticanze, sparizione di atti.
Tutto questo deve convergere verso un’unica soluzione, in modo che alla fine della lettura del testo, il colpevole venga individuato e che non risulti ancora a piede libero.
Quando e dove ambientare la vicenda del tuo romanzo giallo è un altro aspetto che va valutato con estrema attenzione.
Se la narrazione si svolgerà in un piccolo paesino di poche anime, per nulla abituato alle dinamiche di un omicidio, o all’interno di una grande città, cambierà lo svolgimento degli eventi. Idem per il luogo dove si perpetua la serie di omicidi: un conto è in un luogo aperto, quale può essere una strada, un altro è al chiuso, come ad esempio un cinema, una scuola, una palestra, un hotel. Idem per l’orario.
Se molti giallisti prediligono le ore notturne, c’è un motivo: il lettore finisce inevitabilmente per vivere un sentimento misto di ansietà e di incertezza, anche per via dell’aumento dell’incertezza degli esiti e della drammaticità, dovuta alle false percezioni.
Nel buio della notte, regna ancor di più incontrastato il mistero. L’ambientazione, tanto per intenderci, è un elemento chiave ai fini della tensione della storia che metterai in piedi.
Dulcis in fundo … la regola delle regole. Mai copiare quando si tratta di scrivere un libro, ancor di più se questo è un thriller. Il tuo stile deve essere originale.
La tua trama deve essere unica e innovativa. Solo così puoi conquistarti il tuo pubblico. Se proprio vuoi omaggiare un mostro sacro nel campo dei giallisti, è bene che chi ti legga capisca subito la citazione o l’omaggio. Insomma, regola da rispettare quando scrivi un giallo è mai copiare.
Nel mondo dei gialli non c’è spazio alcuno per morali e insegnamenti. Quelli il lettore se li trova in prima persona. Ergo, nel testo non devono mai apparire giudizi e commenti sul protagonista e sull’antagonista. Buona scrittura!
Convenzionalmente, la nascita del genere giallo viene fatta risalire all’aprile del 1841, anno in cui Edgar Allan Poe pubblicò I delitti della Rue Morgue (The Murders in the Rue Morgue), considerato appunto come il testo che fa da apriripista alla letteratura poliziesca.
Protagonista di questo giallo è l’investigatore privato Auguste Dupin, figura che ha ispirato la nascita di altri detective come Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle oppure Hercule Poirot di Agatha Christie, senza dimenticare il commissario Maigret, nato dalla penna di George Simenon, o ancora in chiave moderna, il commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
Denominatore comune di questi abili investigatori sono le eccellenti capacità deduttive che li portano sempre a risolvere un caso complesso e a smascherare un colpevole.
Sì, ma perché si dice “giallo”?
Nel 1929, Mondadori pubblicò una collana, nata dall’idea di uno scrittore e poeta italiano: Lorenzo Montano, pseudonimo di Danilo Lebrecht.
Caratteristica che attirava illo tempore l’attenzione del lettore era l’innovativa veste grafica, contraddistinta appunto dalla copertina di colore giallo.
E da lì, appunto, si utilizzò il termine “giallo” per indicare un thriller o un poliziesco. E’ però interessante constatare che questa accezione venga utilizzata solo nella lingua italiana, dato che in inglese viene identificata con “crime”, “mistey story” o “detective novel”, mentre in francese come “polar” o “romance policier”.
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Grazie Donato,
i tuoi articoli sono sempre molto interessanti e utili.
Si! ti confermo che a volte mentre si scrive di qualcosa cui si desidera molto dare vita, capita che ci si dimentichi di “star scrivendo”.
Le parole scivolano da sole fuori dalle dita e si sistemano in immagini precise. Per qualche momento si ha la sensazione di zero fatica e di star vedendo la storia dal di dentro. A me succede che quando me ne rendo conto mi sembra che il mondo si sia allargato e mi si allarga anche il respiro.
Un saluto!
Sì,in linea generale un giallo deve essere così. Tuttavia, in punto non sono d’accordo: che la soluzione finale debba essere per forza la verità…E se la verità, una sola verità non esistesse? Ma ci fossero due verità, o non verità, entrambe possibili, sebbene su piani cognitivi diversi? Perché non lasciare la scelta al lettore?
Ciao Stefano, grazie per il tuo commento. Tu parli di un finale aperto quindi, un finale che è a libera interpretazione del lettore. Ti rispondo di si. Quello che noi intendiamo dare in questi nostri contenuti sono delle linee guida, dei consigli e delle tecniche, abbiamo scelto in questo caso di dare l’indicazione che il finale può coincidere con la verità, ma anche la tua proposta sarebbe potuta essere valida per il nostro contenuto.Grazie ancora Stefano e continua a seguirci!
Splendido contenuto! Per chi ama i gialli o anche i Thriller dove non sempre c’è il morto ma molto suspense, le tue parole, i tuoi consigli sono preziosi. Riguardo ad Agatha Christie riconosco senz’altro il valore, ho visto alcuni film, i più recenti e i più noti, non ricordo di aver letto i suoi romanzi, ma sai nell’età della mia lettura accanita ho letto di tutto. Credo anche lei. Buona serata.
Grazie Daida!