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In un recente articolo (link) abbiamo analizzato gli ultimi dati ufficiali relativi al mercato degli audiolibri. E abbiamo scoperto come questo sia un settore in continua crescita in tutto il mondo. Ma, se da un lato i numeri lasciano ben sperare riguardo il successo di questa modalità di fruizione, dall’altro c’è ancora un pubblico di lettori di libri cartacei che, per diversi motivi, non si è avvicinato ancora al mondo degli audiolibri. In questo articolo analizzeremo i risultati di un sondaggio che ha avuto come tema proprio i motivi per cui non si acquistano e ascoltano audiolibri.
La ricerca dell’Osservatorio Aie (l’Associazione italiana editori) sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale ha evidenziato l’evoluzione del mercato degli audiolibri nei principali mercati mondiali e in Italia, analizzando sia il fatturato, sia la composizione e le scelte del pubblico. Sono emersi dati interessanti. Per esempio, si è scoperto che fino al 2017 circa il 7% della popolazione italiana tra i 14 e i 75 anni ha ascoltato almeno un audiolibro. E anche che a preferire gli audiolibri siano stati gli uomini rispetto alle donne.
Dalla ricerca è emerso anche che, nel 2018, la fascia di età in cui si sono registrati i maggiori ascolti è stata quella tra i 25 e i 34 anni, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni.
Invece, l’ente di ricerca londinese Ucl Consultants ha effettuato, insieme ad Audible, una ricerca sul coinvolgimento emotivo che un audiolibro genera rispetto alla visione di un video. Anche da questa raccolta di dati sono emersi risultati interessanti. I partecipanti, infatti, hanno dichiarato di essere rimasti coinvolti di più dalle trasposizioni cinematografiche rispetto a quelle audio. Ma i dati fisiologici, raccolti durante la fruizione attraverso un sensore da polso, hanno dimostrato il contrario: i partecipanti sono stati maggiormente coinvolti dall’ascolto. La loro frequenza cardiaca, infatti, era più elevata in fase di ascolto, così come più alta era la loro temperatura corporea.
Questi risultati, secondo i ricercatori, provano che l’ascolto di una storia è un processo più attivo rispetto alla visione di una narrazione. Durante l’ascolto, infatti, lo spettatore simula mentalmente la narrazione, mentre durante la visione la elabora passivamente.
In questo articolo, come dicevamo, andremo ad analizzare l’altra faccia della medaglia. Vedremo, cioè, quali sono i motivi per cui NON si “leggono” o comprano gli audiolibri.
Anche in questo caso, ci viene in aiuto la ricerca dell’Osservatorio Aie sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale. I ricercatori hanno chiesto ai lettori di libri la motivazione (o le motivazioni) per cui non si sono ancora avvicinati al mondo degli audiolibri oppure perché non si sono lasciati convincere da questa modalità di fruizione.
Ecco, in sintesi, i risultati del sondaggio.
Il 60% – quindi oltre la metà degli intervistati – ha dichiarato di non aver mai comprato o ascoltato un audiolibro perché “non mi piace ascoltare un libro letto da altri“. Al primo posto, dunque, c’è la sensazione che un testo letto da un’altra persona, e non direttamente da se stessi, possa non trasmettere le stesse emozioni.
Il 19% degli intervistati, invece, non ha acquistato audiolibri per il timore di non trovare piacevole la voce che legge.
Un altro 17% ha dichiarato di aver provato ad ascoltare audiolibri, ma di non esserne stato soddisfatto.
C’è poi un 16% di intervistati che non apprezza il fatto di dover sottoscrivere degli abbonamenti per poter usufruire degli audiolibri. Il 12% degli intervistati, invece, sostiene che i cataloghi contengano ancora poca scelta rispetto alle proprie aspettative, un altro 11% che acquistare un audiolibro costi ancora troppo.
Il 10% degli intervistati ha affermato di aver sentito parlare degli audiolibri, ma di non avere ancora compresoalla perfezione cosa siano. E sempre il 10%, ha dichiarato di non aver trovato argomenti interessanti all’interno dei cataloghi.
C’è, poi, una parte di pubblico (il 9%) che al momento dell’intervista non conosceva ancora le modalità di ascolto degli audiolibri e un’altra parte ancora (sempre il 9%) che non saprebbe come fare a procurarsi il file da ascoltare.
In fondo alla classifica delle risposte, l’8% degli intervistati ha dichiarato di non conoscere l’esistenza di questa modalità alternativa di lettura, il 6% di non essere in grado di utilizzare le nuove tecnologie, il 4% di non poter scaricare gli audiolibri a causa della scarsa qualità della connessione nel luogo di residenza.
Dando un’occhiata ai risultati del sondaggio nel loro complesso, balza subito all’occhio come la maggior parte degli intervistati (il 75%) non si sia ancora avvicinato al mondo degli audiolibri perché la parola scritta viene preferita rispetto alla voce che racconta.
Il 32%, invece, ritiene che ci siano ancora troppi limiti nel sistema di offerta (catalogo limitato, assenza di argomenti e di autori interessanti, formule commerciali ritenute insoddisfacenti).
Da non sottovalutare nemmeno il dato relativo alle difficoltà d’uso: il 24% degli intervistati ha dichiarato di non aver acquistato audiolibri perché non conosce le modalità di acquisto, download e ascolto.
Infine, il 16% degli intervistati ha affermato di non essere a conoscenza di questa modalità di fruizione dei testi scritti.
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Gli utenti non gradiscono doversi abbonare anche se possono disdire in qualsiasi momento (sarò veramente facile farlo poi ? com’è facile aderire in prova ? trappola ? ) Dei sensi forse gli adulti privilegiano la vista quindi le immagini alla voce e ai suoni . Le indagini che ho eseguito sull’ascolto dell’audiolibro ! anche se nel caso “dell’albero delle favole” l’audiolibro comporta una recitazione e intervallata da suoni canto dei personaggi,usignolo, musica , ecc. In verità colpisce i piccoli ascoltatori in modo entusiasmante… ma non sono loro che comprano i libri..
Ciao Pietro grazie per il tuo commento. Il tuo punto di vista ci è molto utile e ci è da stimolo per creare prossimamente un contenuto incentrato proprio su questo aspetto: abbonamento alle piattaforma di ebook Si o No? Trappola?
Nella seconda parte invece secondo me non è tanto una questione anagrafica l’ascolto dell’audiolibro ma è anche una faccenda legata al tipo di lavoro al tipo di istruzione, e alla predisposizione alla sperimentazione di nuovi dispositivi e stimoli, grazie ancora Pietro per il tuo contributo, continua a seguirci