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Come produrre un libro. Il viaggio di un manoscritto dalla bozza alla pubblicazione

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come produrre un libro

Un libro è molto più che un semplice insieme di parole stampate su carta. È un’idea che nasce e si trasforma in una storia, con i suoi personaggi, i suoi mondi, le sue emozioni. Una storia che si trasforma in parole e che prima di essere pubblicata deve essere costruita nella sua forma finale di libro, come una spada forgiata da un fabbro.

Abbiamo già parlato della scrittura di un libro in questo blog; ora affrontiamo l’argomento della produzione di un libro, ovvero tutte quelle attività che vanno completate dopo la scrittura per ottenere un file pronto per la stampa e la pubblicazione.

Approfondiremo i vari aspetti della produzione di un libro, cioè l’impaginazione, la formattazione, la cura grafica, la scelta del formato di stampa, l’ebook. Prima, però, vorrei soffermarmi sul perché la produzione sia importante quanto la scrittura.

Quanto conta la produzione di un libro?

La risposta breve è tanto quanto la scrittura e tanto quanto la promozione. Anzi, la produzione è essa stessa parte della promozione.

Il perché è presto detto. Il libro non è solo una storia, non si limita a fatto, causa e conseguenza. Il libro è un prodotto a tutti gli effetti, un prodotto come può esserlo uno smartphone, un capo d’abbigliamento, un’automobile. È sicuramente uno dei prodotti più nobili in commercio, perché permette di migliorare la nostra vita.

Le caratteristiche più importanti di un prodotto sono il suo contenuto fisico, tecnico e il suo design, o meglio come questo contenuto viene prodotto, confezionato e presentato ai suoi acquirenti.

Il contenuto di un libro è la sua storia e di questo ne abbiamo già parlato nel nostro articolo sulla scrittura di un libro. Ma i lettori non potranno conoscerla davvero senza prima averlo acquistato. Abbiamo pubblicato oltre 50.000 opere di oltre 19.000 autori. I nostri libri hanno venduto più di 3 milioni di copie e ci hanno fatto capire questo: il breve passo che separa un lettore dall’interesse verso il libro all’acquisto vero e proprio è pieno di variabili ma l’aspetto, è sicuramente fra le principali.

Dalla bozza al file impaginato. Perché affidarsi ad un professionista?

Dopo che avrai finito di scrivere il tuo libro, dovrai impaginarlo. La scelta da compiere sarà se farlo autonomamente o affidarti ad un professionista.

Per dare un look professionale al tuo libro occorre rivolgersi ad un professionista del settore. Non si tratta, però, soltanto di estetica. L’impaginazione è fondamentale per rendere piacevole l’esperienza di lettura.

Se i tuoi lettori mollano il libro dopo le prime 2-3 pagine perché la lettura fa venire loro il mal di testa, non sperare che ti lascino una recensione positiva. Basta farsi un giro su Amazon per leggere decine e decine di recensioni negative dovute all’impaginazione: font troppo piccoli o troppo grandi, separazione tra i paragrafi inesistente o eccessiva, un campo di battaglia di refusi, accenti sbagliati, righe orfane e vedove, interlinee non omogenee.

Inutile dire che libri del genere non fanno molto successo. 

Un professionista del settore editoriale potrà curare il tuo testo secondo delle norme editoriali che lo rendano omogeneo, bello da vedere e semplice da leggere.

Correzione bozze ed editing

La correzione del testo è il primo ambito in cui farsi aiutare da un professionista può fare la differenza. La nostra esperienza ci racconta come i refusi sfuggono anche a diverse riletture da parte di occhi diversi (persino quelli dei correttori di bozze più attenti). Ma non si tratta solo di quelli.

Il testo deve essere corretto dal punto di vista ortografico, privo di ripetizioni, vario nel lessico, coerente nello stile. Un testo corretto, omogeneo e fluido è una base perfetta sulla quale costruire il prodotto libro.

La correzione bozze fa proprio questo, non prevede alcun intervento in merito alla trama del libro, alla sua struttura, alla caratterizzazione dei personaggi ecc., ma si occupa dell’aspetto tipografico del testo, curandone, quindi, la correttezza e la formattazione.

Hai notato che non ho parlato di grammatica?

Il termine correzione bozze può trarre in inganno perché può far pensare che correggere le bozze voglia dire correggere tutto. Non è propriamente così.

La correttezza grammaticale (che è ben diversa da quella ortografica) è un compito che spetta più all’editor che non al correttore di bozze, in quanto è il lavoro dell’editor quello di migliorare la forma del testo e i suoi contenuti.

L’esempio più banale per farti capire la differenza è che può esserci un personaggio all’interno della storia che parla in modo sgrammaticato in modo intenzionale e funzionale alla storia. Se il correttore bozze si occupasse di grammatica potrebbe correggere delle frasi che magari non devono essere corrette.

L’editing, quindi, è un lavoro più complesso e delicato in quanto lo stile dell’autore deve restare inalterato nonostante tutte le eventuali modifiche. Il tuo libro dovrà trasformarsi da una bozza grezza ad un testo formato, pulito e pronto per la pubblicazione.

Questo avviene su più livelli: trama, struttura del testo, dialoghi, personaggi. L’editor è libero di suggerirti tagli, aggiunte oppure modifiche profonde. Il suo lavoro contribuisce a rafforzare la struttura interna del tuo libro. Puoi vederlo come una sorta di consulente o meglio ancora come un personal trainer il cui obiettivo è quello di instradare il tuo libro verso il successo.

Abbiamo parlato più approfonditamente della differenza tra editing e correzione bozze in questi articoli:

Qual è la differenza tra editing e correzione bozze?

Pubblicare un libro: come può aiutarti un editor?

Come scrivere un libro senza errori

L’importanza della copertina

Ne ha parlato Alessandro nel suo articolo Come funziona la mente del lettore? 3 principi fondamentali di marketing librario che devi conoscere e lo ribadiamo anche qui. La copertina è un fattore decisivo importantissimo, è il primo contatto che il tuo libro ha con il lettore. Se la copertina non funziona il lettore non guarderà mai le recensioni, la sinossi o leggerà l’introduzione.

Ecco perché anche in questo caso è consigliabile affidarsi ad un grafico, possibilmente uno di settore, che abbia già lavorato su altre copertine e quindi conosca bene l’ambiente editoriale e gli elementi che possono attirare di più l’attenzione di un lettore.

Quest’ultimo fattore è molto importante. 

Spesso si cade nella convinzione che sia necessaria una copertina super elaborata o un disegno meraviglioso per catturare lo sguardo di un potenziale lettore, ma non c’è nulla di più sbagliato.

Vi invito a guardare la copertina di “M. L’uomo della provvidenza” di Antonio Scurati, o dell’ultimo libro di Alessandro Barbero, “Dante”.

Sono due dei migliaia di esempi possibili che devono far riflettere su una cosa: la copertina ha bisogno di un grafico professionista non tanto per la sua abilità grafica o di disegnatore, quanto per la sua capacità di interpretare il cuore del messaggio del tuo libro e di renderlo visivo ed accattivante sulla copertina del tuo libro.

Ovviamente ci sono copertine con dei disegni complessi e meravigliosi che funzionano ma sono, ovviamente, studiate in base al libro che racchiudono.  

Impaginazione del file

Anche in questo caso le motivazioni per cui affidarsi ad un professionista sono le stesse che ti ho descritto prima. Un professionista conosce le norme editoriali più comuni e potrà dedicare alla forma del tuo testo, tutte le conoscenze ed abilità maturate negli anni della sua esperienza.

Come ti scrivevo qualche riga fa, non puoi permettere che i tuoi lettori abbandonino la lettura dopo poche pagine perché la lettura è faticosa. E fidati che non è una cosa così assurda, è capitato a me con libri di grandi editori e probabilmente sarà capitato anche a te.

Il testo deve scorrere in modo fluido non solo dal punto di vista lessicale, ma anche dal punto di vista grafico e visivo, senza ostacoli che possano interrompere la lettura come interlinee disomogenee, cambi frequenti di font senza giusta causa ecc.

In tutti questi casi, Youcanprint può offrirti dei professionisti che si occupino del tuo libro come se fosse una loro creatura, eliminando le asperità della bozza grezza e forgiando un manoscritto pronto per la pubblicazione. Cliccando qui trovi la pagina con i nostri servizi editoriali.

Dalla bozza al file impaginato. Perché farlo da soli?

Il Self-Publishing esiste per darti un controllo pressoché totale del tuo libro in tutti gli stadi della sua vita editoriale.

Abbiamo visto perché affidarsi a dei professionisti facendolo attraverso una piattaforma come Youcanprint oppure cercandoli autonomamente.

Ma non è detto che sia sempre possibile farlo. Per questo ti guiderò ora alla produzione autonoma del tuo libro.

Inizia con la revisione del tuo libro

Il primo passo è sempre lo stesso, sia che tu lo faccia da solo, sia che tu decida di affidarti ad un editor.

La revisione del testo viene sempre prima dell’impaginazione. Se fosse il contrario, qualunque modifica al testo che venga fatta dopo averlo impaginato, può creare problemi all’impaginazione.

Ora hai la tua bozza davanti agli occhi e probabilmente ti apparirà un ammasso non proprio disordinato di parole, ma comunque un flusso di frasi che hanno bisogno di essere smussate, accordate, riordinate. Stephen King consiglia di lasciar passare un mese e mezzo dal momento in cui abbiamo scritto l’ultima parola all’istante in cui iniziamo a rileggere la bozza.

Un mese e mezzo potrebbe essere tanto ma il consiglio è valido. Possiamo approcciarci alla revisione nel migliore dei modi soltanto quando avremo digerito il nostro manoscritto, quando saremo più rilassati e con la mente libera, quando avremo dimenticato, perfino, ciò che abbiamo scritto.

Allora scatta una rilettura attenta, a cui segue quella scrittura sobria suggerita involontariamente da Hemingway. Una revisione che può dare i frutti soltanto se lo scrittore si arma di 3 potenti mezzi:

  • Autocritica: spietata, senza scampo, lo scrittore deve essere il suo primo editor, deve capire e accettare di non essere infallibile.
  • Distacco: rileggere e correggere considerando ciò che abbiamo scritto come un’opera di un altro scrittore, con cui dobbiamo essere esigenti e severi.
  • Indifferenza: mai innamorarsi di una frase, di una parola, di un capitolo, anche, ma tagliare, modificare, stravolgere, se necessario, brani e periodi.

Alla fine il tuo manoscritto sarà pronto per essere pubblicato? Forse si, forse no.

Potresti decidere di farlo leggere ad altre persone che possano garantirti quelle tre caratteristiche appena elencate. Familiari ed amici potrebbero non avere l’imparzialità necessaria, ma comunque possono trovare dei refusi o degli errori che a te sono sfuggiti. Potrai anche rivolgerti a un Beta Reader, un lettore esperto che non ha alcuna relazione diretta con te e con il tuo libro e che ha il ruolo di leggere l’opera prima che venga inserita in commercio. Quante più persone coinvolgi nel processo tanto meglio. Non dovrai temere, ovviamente, opinioni anche severissime, altrimenti non sarai all’altezza di affrontare eventuali recensioni più critiche dopo la pubblicazione.

Se il tuo libro non è un romanzo ma un saggio, considera molto seriamente di inviarlo ad una figura esperta negli argomenti da te trattati. Fallo senza il timore che ti venga rubato il lavoro. L’editoria è una giungla ma non un far west.

Ci sono comunque dei piccoli accorgimenti che puoi usare per proteggerti da disavventure di questo tipo e ne parliamo più nel dettaglio in questo articolo: Come proteggere il copyright di un libro autopubblicato

Come impaginare da soli il proprio libro

Non è necessario acquistare software professionali costosissimi per impaginare un libro da sé. Nel 99% dei casi potrai farlo direttamente con il software che hai usato per scriverlo.

Partiamo innanzitutto dai numeri di pagina

La tua bozza avrà quasi sicuramente i numeri di pagina già inseriti automaticamente, però, se non dovesse averli potrai inserirli in pochi click. Se il tuo libro ha una prefazione o un’introduzione puoi fare anche un salto di qualità ed inserire i numeri romani per le pagine della prefazione (o introduzione).

In questo articolo troverai tutto ciò che ti serve per gestire i numeri di pagina della tua bozza.

Proseguiamo con l’indice

Una delle funzioni più utili e interessanti per chi scrive e impagina un libro, una tesi o un documento con Microsoft Word, con Writer di OpenOffice (o LibreOffice) o con Pages di Apple, è quella che permette la creazione automatica dell’indice, cioè della pagina contenente i titoli di tutti i capitoli e i paragrafi di cui si compone il libro e i relativi numeri di pagina.

In questo articolo ti spieghiamo passo passo come fare: Come creare l’indice con Word, OpenOffice e Pages nel modo giusto.

L’impostazione dei margini

I margini sono necessari per dare una struttura alla pagina del libro e per distanziare sufficientemente il testo dalla rilegatura.

Una delle regole fondamentali dell’impaginazione (e della grafica in genere) è che gli spazi vuoti sono importanti quanto quelli pieni. I margini, così come un’adeguata interlinea, danno respiro alla pagina e permettono una lettura più agevole e più piacevole.

Avere dei margini troppo stretti, infatti, comporta il rischio di far finire il testo nella piega della rilegatura. Per poterlo leggere in queste condizioni, il libro dovrà essere forzato nell’apertura compromettendo la rilegatura e quindi la durata stessa del libro. Non è raro che in questo modo le pagine si stacchino completamente. 

In questo articolo ti guidiamo all’impostazione dei margini sui principali software di scrittura: Come impostare i margini di un libro con Word e OpenOffice

Le note a piè di pagina

Le note sono fondamentali nei testi non-fiction dove occorrono delle integrazioni o degli approfondimenti che, se integrate nel testo, ne rallenterebbero e comprometterebbero la lettura. Sfortunatamente è un errore fin troppo comune vedere testi con le note a pié di pagina inserite manualmente, semplicemente scrivendo alla fine della pagina un numeretto con la nota.

Le note vanno messe, invece, tramite gli strumenti che i programmi ci mettono a disposizione.

In questo articolo ti spieghiamo perché è un errore da evitare e come fare ad impostare le note a piè di pagina nel modo corretto: Come inserire le note a piè di pagina in un documento Word, OpenOffice o LibreOffice.

Crea il design della tua copertina

Se hai un po’ di esperienza con la grafica e vuoi cimentarti nell’impresa, puoi creare la copertina del tuo libro in totale libertà.

Nell’era digitale è ormai tutto possibile e ci sono strumenti che ti permettono di fare qualsiasi cosa senza troppo sforzo. Anche nel caso della grafica esistono dei tool con una curva di apprendimento davvero bassa. A volte si tratta addirittura di strumenti online che non necessitano nemmeno di installazione sul proprio PC o Mac o di vere e proprie App per smartphone e tablet come (Procreate, Affinity Photo o le App della suite Adobe).

A tal proposito abbiamo scritto una guida all’uso di Adobe Spark, uno dei più popolari fra questi strumenti, utile proprio a chi decide di occuparsi in autonomia per la creazione di una copertina e non ha le competenze tecniche per utilizzare strumenti altamente professionali e costosi come Adobe Photoshop o Adobe InDesign.

La trovi qui: Crea la copertina del tuo libro con Adobe Spark.

Ma prima di creare la copertina vorrei darti qualche suggerimento su come trovare il design giusto.

Lo abbiamo già scritto, la copertina del tuo libro è il suo biglietto da visita, la cosa più importante in assoluto quindi deve essere pensata e realizzata in modo perfetto. Ti direi che non sono ammessi errori, ma la realtà è che grazie al self-publishing puoi permetterti di modificare la copertina anche dopo l’impaginazione se ti rendi conto che quella che hai non funziona e allontana i lettori anziché spingerli all’acquisto.

Ma allora come si fa a trovare la copertina perfetta?

Beh, in parte si sperimenta, come ho appena scritto. Ma cambiare copertina spesso è chiaro che non sia una buona idea, bisogna trovare un modo per centrare il bersaglio subito.

Uno dei migliori modi è guardare cosa fanno gli altri, sfogliarsi le pagine degli store relative alle categorie affini a quella del tuo libro e vedere le copertine di quei libri. Attenzione, però, non si tratta semplicemente di copiare dalle copertine dei libri migliori in classifica, perché quei libri potrebbero essere primi per ragioni che con la copertina hanno poco a che fare. Per esempio sono libri di personaggi famosi, grandi giornalisti, scrittori ormai affermati ecc, che vengono acquistati a prescindere da qualunque cosa ci sia in copertina.

Qui viene in aiuto Amazon che ha in catalogo migliaia e migliaia di libri autopubblicati, tra cui anche quelli di Youcanprint

Studiare bene le classifiche di Amazon ti dà diversi vantaggi, perché ti permette di identificare meglio la categoria del tuo libro, individuare la concorrenza e studiarla fino al minimo dettaglio. Nelle classifiche best seller di ogni categoria i grandi nomi sono pochi rispetto all’esercito di scrittori autopubblicati che dominano le vendite ormai da un decennio. 

È in queste classifiche che devi vedere le copertine dei libri che funzionano, scendere in basso per trovare le copertine che invece non funzionano e cercare di capire i motivi dell’una e dell’altra cosa. Trovare gli elementi che accomunano le cover di successo e quelle che invece caratterizzano quelle meno cliccate. Dedicare qualche ora a questo tipo di ricerca ti risparmierà parecchi grattacapo e ti permetterà di realizzare una copertina che possa funzionare e farti emergere tra la concorrenza.

Una volta che avrai ideato il design della tua copertina e sarai pronto a realizzarla ci sono alcuni requisiti importanti di cui dovrai tenere conto.

Quello principale è la risoluzione. La tua copertina deve avere una risoluzione elevata e non parliamo solo del numero di pixel. Una risoluzione ottimale per la stampa è di 300 DPI (Dots Per Inch, ovvero punti per pollice). Questo valore è facilmente controllabile durante l’esportazione della tua immagine soprattutto se lavori con programmi come Photoshop, Gimp o altri editor di immagine professionali.

Un secondo aspetto fondamentale è quello delle abbondanze, che vale sia per le pagine interne che per la copertina. Si tratta di margini di sicurezza aggiuntivi che si vanno a mettere su ogni lato dell’immagine o del foglio, di solito 5 millimetri. Il motivo per cui deve essere inserita l’abbondanza è che il macchinario che si occupa del taglio delle pagine, può non essere preciso al 100%. Dare qualche millimetro di tolleranza in più significa assicurarsi un taglio perfetto. 

Dopo aver terminato la produzione grafica di un libro, il passo finale è la scelta di formato e rilegatura per la stampa.

Qual è il formato migliore per il tuo libro?

Tra le varie libertà del Self-Publishing c’è anche quella della scelta del formato del libro.

A seconda della piattaforma puoi avere accesso ad un certo numero di formati standard (attenzione, il formato di un libro si esprime sempre larghezza per altezza, quindi 15×21 è un libro verticale, con pagine larghe 15cm e alte 21cm).

Youcanprint, per esempio ti da a disposizione tutta una serie di formati dal 10×15 al 22×30, compresi alcuni formati quadrati o orizzontali, per coprire le esigenze più disparate.

Non c’è una formula matematica o una unità di misura precisa sulla grandezza fisica ideale di un libro perché dipende da molti fattori anche umani come la grandezza delle mani del lettore!

Esistono, però, dei canoni, non scritti nella pietra, ma esistono e tu come autore puoi scegliere di adeguare ad essi la tua opera. Si tratta di canoni che variano nel tempo e i cui confini sono molto labili ma possono comunque indicarti una via più corretta da seguire.

Il libro tascabile

Originariamente questa categoria nasceva con dimensioni più piccole rispetto a quello che viene considerato tascabile oggi. Il tascabile classico, della prima metà del 900, aveva un formato 10×15, millimetro in più, millimetro meno. Il tascabile moderno, invece arriva fino al formato 14×21.

Il formato “tradizionale”

Spesso quando si parla di formato libro o formato tradizionale si intende quel range di formati che va dal 14×21 al 15×23. La grandissima maggioranza dei libri in commercio è pubblicata proprio in queste dimensioni.

Il formato “saggio”

Tra il 15×23 e il 17×24 siamo solitamente nel territorio della saggistica e della manualistica, di libri che hanno bisogno di pagine più ampie per raccogliere tabelle, note a piè di pagina, grafici, immagini. Questi formati più grandi rispetto al normale sono utilizzati anche per edizioni speciali o di pregio, o quando il libro ha così tante pagine che se fosse stampato in un formato piccolo diventerebbe più spesso che alto, rendendolo impossibile da maneggiare.

Il formato “fotografico”

Qui la varietà di formati è maggiore perché da un lato ci sono grandi formati verticali come l’A4 o il “fratello” 22×30, destinati soprattutto a riviste o cataloghi d’arte e dall’altro formati quadrati o orizzontali per libri più puramente fotografici.

Il giusto equilibrio tra formato e numero di pagine

É un concetto che ritorna, quello della esperienza di lettura. Se prima riguardava l’aspetto tipografico del libro e più nello specifico la leggibilità del testo, adesso fa riferimento alla forma fisica e a quell’equilibrio tra grandezza e numero di pagine necessario per rendere il libro comodo da tenere fra le mani.

Un lettore non deve stancarsi dopo pochi minuti a causa del peso eccessivo, non deve avere crampi alle mani perché il libro è troppo grande o troppo piccolo, non deve faticare nel tenerlo aperto perché i fogli hanno una grammatura troppo elevata e quindi tendono a richiudersi.

Dai nomi che ho dato alle tipologie di formato puoi già capire che il formato giusto per il tuo libro ha molto a che vedere con il genere di libro che hai scritto. Per esempio non sceglierai mai un A4 per un thriller. 

Ma non si tratta solo di questo ma anche di produrre un libro che abbia delle dimensioni proporzionate. Un libro fantasy di 800 pagine stampato in un formato 10×15 avrà l’aspetto di un parallelepipedo, sarà scomodissimo da tenere in mano.

Quello che ho voluto spiegarti con questi esempi è che è necessario scegliere con cura l’aspetto fisico del tuo libro, perché se un lettore trova agio nella lettura, si potrà immergere nella storia senza doversi preoccupare di cambiare mano, o di doversi appoggiare ad un tavolino o di dover fare una pausa per riposare le braccia.

Ricordati che dietro ogni difficoltà si può nascondere una recensione negativa.

Quale rilegatura è più indicata per il tuo libro? 

La rilegatura, insieme al formato, fa parte della composizione fisica di un libro ed è la principale responsabile della sua durata nel tempo.

In questo caso, però, la scelta si rivela più semplice perché il tipo di rilegatura lo dovrai scegliere semplicemente tenendo conto del numero di pagine e dello spessore del tuo libro.

La brossura fresata

La brossura fresata è la rilegatura più comune, perché garantisce una enorme durata del libro grazie all’evoluzione delle colle utilizzate. Si tratta di una rilegatura semplice in cui le pagine vengono incollate direttamente alla copertina con delle colle elastiche o poliuretaniche.

Youcanprint utilizza la colla PUR, una colla poliuretanica caratterizzata dalla fortissima tenuta anche con carte dalla grammatura superiore al normale. Grazie a questa colla abbiamo alzato l’asticella della qualità per gli oltre 7000 libri che pubblichiamo ogni anno.

Ci sarà capitato almeno una volta nella vita di imbatterci in un libro più o meno vecchio dal quale le singole pagine si staccavano con una facilità incredibile. Con le colle moderne questo problema non esiste più a meno che non vengano commessi due errori principali.

Il primo è la fretta di stampare. Il processo di stampa è lungo e complesso e richiede un certo periodo di posa per il libro, durante il quale la rilegatura si consolida. Può accadere che, per accelerare i tempi di stampa, venga ridotto il tempo a disposizione dedicato a questa fase compromettendo la tenuta della rilegatura che, così, potrebbe cedere molto presto.

Il secondo è l’eccessivo numero di pagine. Perché questo tipo di brossura sia al massimo della sua efficacia, si consiglia l’utilizzo su libri che non superino le 200-250 pagine con fogli di grammatura non elevata.

Il numero di pagine serve per mantenere entro certi limiti lo spessore del dorso, la grammatura non elevata invece per non dover forzare troppo l’apertura del libro (e danneggiare quindi la rilegatura).

La brossura cucita o filo-refe

Al contrario della brossura fresata, qui i fogli del libro sono organizzati in fascicoli che vengono cuciti prima di essere incollati. Questo garantisce una lunghissima durata nel tempo.

Ma se con la cucitura i libri durano di più perché non usano tutti questa rilegatura?

In effetti ha un costo tendenzialmente superiore alla brossura fresata. Inoltre può creare un orribile problema estetico molto serio ai libri con poche pagine che si ritroverebbero ad avere un dorso più voluminoso rispetto alla parte del taglio anteriore del libro (la parte dove si apre e si sfoglia, per intenderci.)

Bisogna quindi sceglierla soprattutto per libri più lunghi di 200 pagine e con carte dalla grammatura superiore al normale (quindi oltre i 100-120 grammi). In questo modo il libro potrà avere le giuste dimensioni e la giusta solidità.

La carta e la grammatura

Il trittico di elementi fisici del libro, dopo formato e rilegatura, si completa con la carta, l’elemento più poetico dei tre, al cui profumo molti associano ricordi ed emozioni.

Anche in questo caso è bene tenere a mente alcuni concetti per poter compiere una scelta consapevole.

Innanzitutto esistono decine di marche e varietà di carta. Questo è importante perché le sfumature di colore saranno diverse per ogni marchio anche a parità di colore. Il bianco di una marca X sarà diverso da quello di una marca Y e questo è un elemento su cui un autore non potrà avere controllo.

La scelta della carta, quindi si riduce a due fattori: la scelta del colore e la scelta della grammatura.

Per quanto riguarda il colore la scelta cade tra una carta bianca e una carta avorio. La carta avorio è di colore giallo (più o meno intenso a seconda della marca). Questa scelta è importante perché se il tuo libro contiene delle immagini (sia a colori che in bianco e nero), queste assumeranno delle tonalità più scure. La carta bianca, invece, può essere utilizzata per qualunque tipo di libro. 

Se il tuo è un libro fotografico, un catalogo d’arte o un manuale graficamente complesso, oltre a sconsigliarti la carta avorio, ti suggerisco l’utilizzo di carte patinate (ovviamente bianche) che possono avere una resa leggermente migliore rispetto alle carte usomano classiche.

La grammatura della carta esprime il valore in grammi per metro quadro di foglio. Una carta usomano bianca 80gr è tipo di carta della quale un foglio di un metro quadro pesa 80 grammi.

Anche senza pensare al significato, è piuttosto intuitivo pensare che una carta da 130 grammi sia più consistente di una da 80 grammi. Questo è vero e ha delle conseguenze molto importanti.

Ti ricordi che nella rilegatura in brossura fresata ti parlavo dell’importanza di usarla con carte dalla grammatura più standard piuttosto che (per favore usiamo correttamente il piuttosto che) più alta? Bene una carta di grammatura più alta, come 120-130 grammi, è più consistente, spessa, dura, difficile da tenere aperta. Tenere aperto un libro di 200 pagine con carta da 120 grammi significa dover fare forza e tenere sempre in tensione il libro per evitare che si richiuda da solo, con evidente logoramento della rilegatura.

Quindi per normali libri di narrativa o poesia o manuali non è consigliabile utilizzare carte dalla grammatura più alta di 100 grammi. Carte più consistenti possono andare bene per libri fotografici. 

La stampa in quadricromia contro lo schermo in RGB

Uno dei crucci maggiori quando si tratta di mandare in stampa un libro fotografico o che comunque contenga degli elementi colorati è proprio la resa dei colori.

Questo parte dal fatto che le immagini vengono viste sullo schermo di un computer o di un tablet durante la creazione delle bozze e l’aspettativa è di vedere l’immagine stampata nello stesso identico modo, con i colori della stessa intensità e sfumatura.

Purtroppo si tratta di una aspettativa irreale, perché un’immagine non potrà mai avere una resa identica tra schermo e stampa digitale in virtù della diversa natura fisica dei mezzi.

Mi spiego meglio.

Va da sé che schermo e foglio sono due oggetti fisici diversi, ma qui non si tratta semplicemente di quello ma della composizione del colore.

Uno schermo, infatti riproduce i colori grazie a dei pixel, ognuno dei quali gestisce 3 colori primari, rosso (Red), verde (Green), blu (Blue). Ho messo tra parentesi i corrispettivi inglesi perché la sigla RGB, comune alla maggior parte degli schermi di computer, televisori, smartphone ecc, è la più conosciuta in assoluto. Tutti i colori che vediamo su uno schermo sono dati dalla miscelazione di questi tre colori.

La stampa digitale, riproduce i colori utilizzando un profilo CMYK, mescolando, quindi quattro colori: ciano (Cyan), magenta (Magenta), giallo (Yellow), nero (K). Sul perché il nero sia identificabile sulla sigla K anziché B (Black) ci soffermeremo in futuro con un articolo dedicato.

Ricapitolando uno stesso colore sullo schermo si ottiene mescolando 3 colori, sulla stampa si ottiene mescolandone 4. Non solo, i 3 colori dello schermo sono diversi dai 4 colori della stampa.

Tutto questo preambolo si traduce nel fatto che un’immagine su uno schermo avrà sicuramente colori più vividi ed innaturali rispetto alla stampa, dove i colori invece saranno più morbidi e naturali.

Come evitare questo effetto? Come fare a vedere su schermo in anteprima le immagini così come effettivamente risulteranno dopo la stampa?

È necessario che le immagini vengano create sin da principio con un profilo colore CMYK. Se le immagini in partenza sono in RGB, non c’è nulla che si potrà fare e, anche convertendole in CMYK successivamente, non potranno avere la stessa resa.

L’ebook

Formato, rilegatura e carta sono elementi tipici di un libro cartaceo, ma sappiamo benissimo che la pubblicazione di un libro non si riduce solo a quello.

L’ebook non ha più bisogno di grosse presentazioni ormai. Se nei primi anni di diffusione si temeva che potesse soppiantare il cartaceo e farlo definitivamente scomparire, gli ultimi tempi hanno visto un consolidamento delle sue posizioni di mercato.

Il tanto temuto sorpasso non è mai avvenuto ma, allo stesso tempo, l’ebook è diventato un pilastro dell’editoria mondiale accanto al suo gemello di carta. Per riuscire a “coprire” l’intero spettro del mercato editoriale con un libro, è diventato necessario, quindi, pubblicarlo anche in ebook e catturare tutta quella fetta di lettori ormai consolidata che legge libri quasi esclusivamente su un lettore ebook come Kindle, Kobo, Tolino, su un tablet, su uno smartphone o su un computer. 

Non ci si può più permettere di snobbare il formato digitale, il quale, però, presenta delle complessità maggiori per quanto riguarda la produzione.

Se per il cartaceo non sono necessarie delle grandissime competenze informatiche, l’ebook richiede un minimo di conoscenza del linguaggio HTML. Ciò non vuol dire che è impossibile crearlo da soli, ma la curva di apprendimento è certamente più ripida.

Allo stesso tempo, mentre nei cartacei un refuso o un problema nell’impaginazione può anche passare inosservato dal lettore, un problema tecnico su un ebook, rischia di compromettere irrimediabilmente l’esperienza di lettura. A ciò bisogna aggiungere anche che se un ebook presenta problemi nel codice HTML, gli store non lo accettano proprio per la pubblicazione.

Affidarsi ad un professionista o a dei servizi di conversione professionali come quelli offerti da Youcanprint, diventa quindi ancora più importante.

L’ebook può esistere in diversi formati. Qui non si tratta del formato di stampa, ma del formato dei file ebook, i cui principali sono il PDF e l’EPUB.

L’ebook in formato PDF

La principale caratteristica del formato PDF è che l’impaginazione è fissa, come quella di un libro cartaceo.

Qui c’è davvero poco lavoro da fare perché se il file di testo è già impaginato bene è sufficiente aggiungere la copertina all’inizio ed esportarlo direttamente in PDF.

La comodità di un PDF la si vede soprattutto nei libri con immagini a colori o tutti quei libri che hanno bisogno di mantenere l’impaginazione inalterata come manuali tecnici, spartiti musicali, libri fotografici. Il PDF ha anche il vantaggio della compatibilità, perché può essere letto su quasi tutti i dispositivi multimediali odierni, quindi tablet, smartphone, Pc, Mac.

L’ebook nei formati “Reflowable” (EPUB, MOBI, AZW3 ecc.)

L’ebook propriamente detto, quello che nell’immaginario collettivo è definito ebook, sono tutti quei formati cosiddetti “reflowable”, nei quali, cioè, il testo non ha una impaginazione fissa ma è fluido, si adatta allo schermo del dispositivo da cui si sta visualizzando l’ebook.

Il più famoso in assoluto tra questi formati è l’ePub.

Una menzione particolare va fatta per il formato Mobi, papà dei nuovi formati proprietari di Amazon, ovvero l’AZW3 e KF8. Fino a qualche mese fa, per poter pubblicare un ebook era necessario convertirlo in ePub per tutti gli store e in Mobi esclusivamente per Amazon. Ora non è più così perché Amazon ha deciso di mandare lentamente in pensione il Mobi dopo anni di onorata carriera, ed accettare il formato ePub. Sarà Amazon poi a convertirlo automaticamente nei suoi formati per il Kindle senza che l’autore debba più preoccuparsi di farlo.

Data la sua natura fluida, questo formato è adatto a libri composti esclusivamente da testo, oppure con pochissime immagini prive di didascalie.

Bisogna ricordarsi anche che i lettori di ebook come il Kindle o il Kobo, hanno schermi in bianco e nero, con tecnologia chiamata e-ink (cioè inchiostro elettronico). Questi dispositivi, perciò, mostreranno eventuali immagini in bianco e nero.

Abbiamo scritto un articolo molto approfondito sul formato ePub. Cos’è un ePub e come funziona.

Come creare un ebook da soli

Chi vuole intraprendere la creazione di un ebook non deve spaventarsi per la complessità del lavoro da fare perché, sebbene sia più difficile, non è assolutamente impossibile.

Innanzitutto è necessario dotarsi di programmi che possano convertire il tuo file di testo in un ebook. Il più famoso è senza dubbio Calibre perché funge anche da lettore ed è incredibilmente semplice da utilizzare, anche per i neofiti.

Semplicità d’uso e ampia compatibilità i punti di forza di Calibre.

Semplicità ottenuta grazie ad un’interfaccia semplice e personalizzabile, con menù contestuali efficaci che permettono di raggiungere qualunque opzione senza troppe ricerche. Le opzioni principali e più usate sono subito disponibili mentre quelle più avanzate ed utili ad utenti più esperti, si trovano nei vari menù. 

Calibre permette di esportare file compatibili con quasi tutti gli e-Reader (come Kindle, Kobo, Tolino) e dispositivi più generici come PC, smartphone, tablet ecc.

Ecco qui la guida completa a Calibre.

Chi ha più dimestichezza con i linguaggi di programmazione o ha una predisposizione maggiore nei confronti della tecnologia, può cimentarsi invece con software più professionali e completi, con i quali è possibile creare un epub da zero.

Il software più versatile per questo tipo di lavoro è Sigil, al quale abbiamo dedicato una guida completa divisa in due parti. 

Il DRM negli ebook

Una delle maggiori preoccupazioni che negli anni abbiamo ascoltato riguarda la protezione degli ebook contro il fenomeno della pirateria digitale. La protezione per gli ebook esiste ed è il DRM (Digital Rights Management). 

Problema risolto quindi?

In realtà no, perché purtroppo il DRM è facilmente rimovibile anche da utenti meno smaliziati e in alcuni casi potrebbe provocare più danno che beneficio. Per capirne il motivo conviene prima capire quali sono i diversi tipi di DRM. 

Social DRM o Watermark: questo DRM imprime i dati personali dell’acquirente all’interno dell’ebook acquistato come una sorta di watermark. Nell’ebook ci sono i dati personali dell’acquirente ed in caso di diffusione illegale, si può risalire facilmente a lui.

Adobe DRM: è uno dei più restrittivi perché impone la registrazione di un account personale su Adobe. Con il proprio Adobe ID si potrà leggere l’ebook su al massimo 6 dispositivi (per alcuni libri anche solo 1, a discrezione dell’editore). Ciò significa che chi legge sul pc, poi magari vuole proseguire la lettura su uno smartphone ecc deve stare attento perché rischia l’invalidazione della licenza e il blocco definitivo di quell’ebook.

Apple FairPlay DRM: il DRM di Apple è utilizzato solo da Apple per i propri ebook venduti su proprio store. Non può essere applicato da editori, funziona soltanto sullo store di Apple.

Microsoft PlayReady: chiuso a Luglio 2019, con conseguente perdita e disattivazione degli ebook anche a clienti che li avevano regolarmente acquistati. Era il DRM applicato da Microsoft agli ebook venduti sul suo store.

Descrivere brevemente i vari DRM era necessario per capirne i vantaggi e gli svantaggi e questi ultimi possono essere davvero pericolosi. Come sempre bisogna valutare i pro e i contro prima di scegliere come comportarsi.

Grazie alla nostra esperienza ormai decennale e con oltre 20.000 ebook pubblicati, ci siamo resi conto di una cosa molto importante. I DRM, soprattutto quelli più invasivi, riducono le vendite. In alcuni casi più, in altri meno, ma sono comunque una barriera che ostacola l’accesso alla lettura e sviliscono le caratteristiche più importanti di un ebook: velocità e accessibilità. Lo fanno, poi, senza riuscire ad assolvere pienamente alle loro funzioni di protezione in quanto si tratta di sistemi aggirabili molto facilmente anche da utenti non esperti di informatica.

Restano utili, quindi, soltanto a chi ha davvero la necessità assoluta di avere una protezione extra, indipendentemente da quanto fallace si possa rivelare.

Abbiamo scritto un articolo più approfondito sul nostro help center qui:

I DRM e gli ebook. Cosa sono e come funzionano

L’audiolibro

Oltre a cartaceo ed ebook, esiste una terza forma di pubblicazione, ben più antica dell’ebook, ma che ha visto la sua rapida ascesa soltanto negli ultimi anni.

Il formato audio comporta un’esperienza di lettura diversa dalle altre. Il cartaceo e l’ebook si leggono, anche se su supporti diversi. L’audiolibro, invece si ascolta, quindi richiede un tipo di approccio differente da parte del lettore.

Ecco perché, mentre chi compra il cartaceo può comprare l’ebook e viceversa, un lettore “tradizionale” ha più difficoltà a spostarsi verso un nuovo mezzo.

Questo ovviamente accadeva prima che il coronavirus stravolgesse le nostre abitudini, le consuetudini sociali e l’economia mondiale.

Non ci sono ancora dati ufficiali completi, ma la limitazione logistica delle persone e la chiusura delle librerie nelle scorse settimane, ha dato un fortissimo impulso alla produzione (da parte delle case editrici) e alla fruizione (da parte dei lettori) di ebook e audiolibri.

Se fino allo scorso anno c’era addirittura un 16% della popolazione che nemmeno sapeva cosa fossero, ora gli audiolibri sono sulla bocca di tutti.

Quindi il tuo audiolibro ora può raggiungere un numero di persone di gran lunga maggiore.

I requisiti di un audiolibro

Il bello del self-publishing è che anche gli audiolibri possono essere autoprodotti anche se con maggiori riserve rispetto al libro cartaceo o all’ebook.

L’audiolibro non perdona. Mentre un cartaceo o un ebook possono essere letti tranquillamente anche con qualche refuso o errore di impaginazione di troppo, un audiolibro con un audio di scarsa qualità o una voce non abbastanza professionale non verrà mai ascoltato più di qualche secondo.

Noi di Youcanprint mettiamo a disposizione dei lettori professionisti per la creazione di audiolibri che vale davvero la pena ascoltare, ma consentiamo anche la pubblicazione di audiolibri registrati dai nostri autori stessi. A patto che soddisfino i requisiti minimi delle piattaforme di pubblicazione come Audible:

  • Durata: minimo 5 minuti
  • Nome file capitoli: Titolo_opera_1, Titolo_opera_2 ecc,
  • Bitrate: 16 Bit, 192kbps o superiore, bitrate costante
  • Frequenza di campionamento: 44.1 Khz
  • Volume: compreso tra -24dB e -14dB
  • Picco audio massimo: -6dB
  • Volume di fondo: mai superiore a -60db

Questi requisiti possono comunque non essere sufficienti se poi l’audio ha dei disturbi o dei rumori estranei. 

Affidarsi a dei servizi professionali ti garantisce un prodotto che soddisfa già in partenza i requisiti di pubblicazione e in più è letto da una voce professionista, che potrà catturare facilmente l’attenzione dei tuoi futuri ascoltatori e farli innamorare della tua storia.

Considerazioni finali

Bene, ho ripetuto fino alla noia quanto sia importante curare l’aspetto estetico, il design di un libro, di quanto sia importante fornire ai tuoi lettori un prodotto desiderabile. A questo vorrei aggiungere, però, un’ultima considerazione.

Pensa al tuo ruolo di self publisher!

Sei un autore che ha scelto di auto pubblicare il proprio libro, di eliminare l’intermediazione di un editore classico per poter arrivare ai tuoi lettori direttamente, per poter consegnare loro la tua storia direttamente dalle tue mani. Una storia scritta e prodotta da te, impressa in un libro creato con le caratteristiche che tu desideravi.

Bene questa è una grossa responsabilità, una responsabilità che porta con sé il dovere morale di creare un prodotto valido che porti rispetto alla tua storia e soprattutto ai tuoi lettori.

Si, perché pubblicare un libro è un atto d’amore nei confronti della tua storia e dei tuoi lettori e tu, in quanto autore, devi portare loro rispetto, con un libro che possa restare impresso per il suo contenuto e per la sua qualità.

Approfondisci gli aspetti fondamentali sulla Scrittura e sulla Pubblicazione leggendo anche:

Come scrivere un libro dall’idea alla struttura: la guida completa

Come pubblicare un libro: 10 semplici passi per diventare Scrittori

Come promuovere un libro: la guida per orientarsi nel grande mondo del book marketing


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