Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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I “grandi” scrittori prima di diventarlo sono stati “bravi“.
I grandi scrittori sono troppo idolatrati. Gli Stephen Kings, i Tolkien o le Rowiling del mondo sembrano creature incredibili. Mostri sacri di cui è veramente facile pensare che siano esseri speciali, quasi sovrannaturali. Ma non lo sono.
Sono umani quanto noi. Pensavo che scrittori straordinari si affidassero a idee magnifiche. Ma non è così e se i “grandi” scrittori lo fanno, anche i bravi scrittori possono farlo.
La maggior parte dei grandi ha una routine di scrittura sistematica. Hanno cioè il loro sistema. Un sistema che nessuno può copiare esattamente.
Quindi se vuoi diventare un grande scrittore, dovrai sviluppare il tuo sistema.
Non sono (ancora) un grande scrittore, ma ecco cosa ho trovato che mi ha aiutato molto in questo percorso e spero che i suggerimenti che sto per dare possano aiutare anche te. Se ne hai altri, sarei felice di ascoltarli!
Nessun grande scrittore ha iniziato da “grande”, prima è certamente passato dalla categoria di “bravo”.
I bravi scrittori iniziano trovando idee. Se vuoi scrivere per più di qualche settimana, dovrai sapere come trovare costantemente idee.
I primi giorni sembra facile, poi, con il passare delle settimane, inizia a esserlo un po’ meno. Dannatamente difficile dopo qualche mese.
Se non ci lavori, ti sembrerà impossibile pensare di arrivare a un anno. Trovare idee dipende dalla tua creatività. La creatività è un’abilità. Le abilità si apprendono attraverso la pratica.
Esercita la tua creatività e trovare idee diventerà più facile. Diventerà un’abitudine. Non puoi saltare questi passaggi se vuoi diventare un grande scrittore.
Se vuoi che il primo sistema che hai impostato funzioni per sempre, ripensalo.
Ciò che funziona per te ora, probabilmente non sarà altrettanto funzionale tra un anno. Ecco perché il tuo primo sistema deve essere il più semplice possibile.
Crea prima una base in modo da poterci costruire sopra dell’altro. Nel mio caso, per esempio, un mese dopo aver iniziato a scrivere, ho iniziato una sfida di scrittura che è durata un anno. Ho dovuto pubblicare due articoli a settimana per 52 settimane.
A volte scrivevo alcuni articoli di fila durante il fine settimana per coprire i giorni lavorativi di sovraccarico. È stato intenso, ma il sistema è rimasto semplice. Per me ha funzionato per un po’ di tempo. Non mi ha reso un grande scrittore, ma è diventato la radice del mio sistema attuale.
Se vuoi diventare un bravo scrittore, inizia con un sistema.
Scegli quando vuoi pubblicare o inviare un articolo. Scegli un momento e un luogo per scrivere e modificare. Scegline un altro per trovare idee. Se puoi usa le abitudini che hai già acquisito per connetterti con le nuove e renderle così più facili da avviare.
Scrivo ormai da più di due anni e mezzo. Il mio sistema non è perfetto ma fa miracoli per le mie esigenze. Scrivo articoli due volte a settimana, il lunedì e il giovedì. Edito il martedì e il venerdì. Comincio a scrivere la mia newsletter il venerdì e la finisco il sabato mattina. Il mercoledì è per scrivere altro (ebook e altri progetti). Domenica off-limits.
Ci sono voluti tempo e sperimentazione per arrivare qui. Ho provato a raggruppare tutti i miei scritti per due giorni di fila prima di rendermi conto che questo mi faceva esaurire. Ho provato a scrivere la sera, ma non ha funzionato. Ho anche sviluppato un complicato sistema su Notion per tenere traccia di tutto. Ho pagine per idee, per seguire il processo di pubblicazione, per citazioni, per potenziali esempi o studi a cui fare riferimento, ecc. Se mi fosse stato detto di farlo all’inizio, avrei sicuramente rinunciato.
Non cercare di creare il miglior sistema possibile subito. Creane uno semplice e strutturalo nel tempo.
Ecco alcune domande da tenere in considerazione:
Non scrivo quasi mai articoli sulla scrittura lo stesso giorno in cui scrivo il mio libro. Il mio cervello non ha spazio per gestire due argomenti di questa portata contemporaneamente.
Quindi, rifletti sui tuoi argomenti e scopri se ne hai alcuni che funzionano bene insieme e altri no.
Non puntare alla perfezione. Mira prima al bene, poi al meglio. Anche se vuoi diventare un grande scrittore, evita di mirare al grande.
La grandezza accade mentre ti concentri su ciò che conta: il tuo mestiere.
Impara a trovare idee con facilità. Sviluppa un sistema semplice. Espandi poi quel sistema e continua a produrre contenuti.
La qualità raramente arriva senza prima la quantità. Potresti non aver bisogno di quanto ho fatto io, ma dovrai comunque sperimentare molto per trovare ciò che funziona per te.
Fidati dell’istinto.
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Concordo su gran parte delle cose dette nell’articolo, anche se è impossibile che si adatti a tutti i casi.
Parlo del mio caso. sono un ingegnere in pensione che ha lavorato in Africa per circa trenta anni. ho iniziato a scrivere a settembre 2019, parlando di un argomento che conosco: l’Africa.
Così ho pubblicato una trilogia (PREDE e PREDATORI, SAVANA SELVAGGIA, UNA SOLA AFRICA), l’ultimo pubblicato KDP di Amazon di cui quindi conosco l’andamento delle vendite. Sta andando davvero forte!!! Degli altri due non riesco a sapere niente, le CE sono refrattarie a fornire informazioni.
Nel frattempo ho pubblicato SAPIENS Vs NEANDERTHAL (Prima e Seconda Parte), usciti solo poche settimane fa. Il mese prossimo uscirà L’ULTIMO BRANCO, sempre ambientati nel Paleolitico.
Inoltre sto lavorando a:
1. Romanzo sul COVID
2. Una trilogia sulla colonizzazione della Libya da parte di noi italiani
3. Sono in corso le ricerche storiche sui TEMPLARI.
Faccio notare che i miei romanzi sono tutti di circa 500 pagine.
Il mio METODO: scrivere, scrivere, scrivere! Mentre scrivo arriva l’ispirazione.
Saluti, Giuseppe Pierdomenico
Complimenti Giuseppe! Eh sì, hai proprio ragione il metodo: scrivere, scrivere, scrivere accresce l’ispirazione. La routine nella scrittura aiuta più di quanto possiamo immaginare.
Premetto due pensieri di due grandi maestri .. …del pensiero
– Aristotele: “Pensa complesso ma scrivi semplice”
– M. Proust: “Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un “traduttore”
Sulla base dei due precedenti pensieri che condivido pienamente mi permetto di affermare che uno scrittore, quando scrive un romanzo non deve inventare nulla se non limitarsi a tradurre, possibilmente in modo corretto e agile, quanto è già dentro di sé in parte o in moltissima parte. Di conseguenza il farsi venire delle idee come dici è un aspetto abbastanza irrilevante nella scrittura poiché noi abbiamo già tutto dentro di noi: si tratta solo di “tradurlo” nel migliore dei modi. Per quanto riguarda poi il discorso di “quando” scrivere io sono convinto che non c’è un tempo prestabilito né un giorno della settimana o un mese dell’anno, ma si scrive quando sì è ispirati, ci si sente di scrivere, si ha voglia e il piacere di scrivere e soprattutto la penna deve scorrere in maniera liscia e senza intoppi.
La qualcosa può accadere anche di domenica!
Per quanto riguarda il “luogo” della scrittura io penso che bisogna scrivere dove ci si trova meglio; per esempio il libro Il Sopravvissuto,che ho pubblicato con voi, l’ho scritto quasi interamente nella casetta in legno dal mio orto in compagnia dei miei gattini, delle mie oche, delle galline e del gallo, dei colombi, delle tortore e di tutta la natura che mi circondava!
Ciao Antonio, ottime e indiscutibili le premesse dei due grandi, grandi veri, maestri, ma non sono tanto d’accordo con quanto affermi.
Sì vero, possediamo già tutto dentro, ma può non valere per tutti. Ci sono momenti, circostanze che possono impedire, per varie ragioni, la capacità di tirare fuori ciò che abbiamo e allora c’è bisogno di aiuto. L’aiuto può venire degli esercizi di scrittura creativa o dalla meditazione, o ancora dalla terapia, dalla natura, dall’orto, dalla musica, dallo sport.
Si scrive quando si è ispirati? Non è detto. Moltissimi scrittori scrivono tutti i giorni, e anche ad orari ben precisi, magari senza la fatidica “l’ispirazione”, che poi proviamo a definirla realmente? Ognuno, anche in questo caso darebbe una risposta diversa, perché l’intuizione cambia da persona a persona, da carattere a carattere.
Sul luogo sono d’accordo con te, ma se inserito in un sistema, in una routine facilità moltissimo il processo di creazione di un libro.
Ciao Donato.
Io scrivo o meglio, mi occupo della mia creatività al mattino, all’alba.
Sono le ore in cui tutti dormono (tre figli), le ore in cui ricordo bene alcuni sogni, dalle quali traggo spunti , le ore che sono più libera, ricettiva, propositiva. (Tra l’altro mi dona il buon umore per tutto il resto della giornata. Una vera terapia).
Non sempre la mia strategia è quella di rendere pubblico tutto subito.
Anzi, spesso i miei progetti hanno ritmi annuali.
Sono lenta ma non mi fermo.
Persevero.
È interessante il modo come sei organizzato:
questo è un ottimo spunto da approfondire per chi non ha bene in mente come ottimizzare le attività. (ossia io )
Inizialmente mi innervosivo perché ero convinta che bisognava essere efficienti sempre, al massimo, per poter realizzare il proprio progetto. Ho compreso però che non era il mio PASSO. La fretta non è il mio forte. Più cercavo di sbrigarmi e più mancava la parte migliore di me. Così non ero mai contenta. Mancava sempre qualcosa. Perciò ho rallentato per osservare meglio ciò che gira intorno alla Creatività.
“Un momento! – mi son detta- Cara Francesca bisogna che trovi il Tuo Ritmo. È importante per essere costante!”
Prova dopo prova, è finita che guardandomi indietro non è trascorso giorno che io non abbia creato qualcosa. Ho notato che le cose si correlano “magicamente” da sole, dopo un pó. A distanza di tempo, nasce sempre qualcosa.
È stato fondamentale il Ritmo e la Costanza.
Si diventa bravi piano piano, giorno dopo giorno.
Grazie Donato.
Mi hai fatto riflettere. Buona domenica
Il tuo Francesca è l’esempio di come si gestisce una routine di scrittura, grazie per aver condiviso con noi il tuo “lavoro” sperimentato fin qui.
Quello che dici è sacrosanto, una routine non è fissa, stabile, ma varia, deve variare, in base a noi, a come di evolviamo nel tempo, al nostro essere del momento, al qui e ora.
Rincorrere la produttività non è utile alla nostro benessere mentale, tantomeno alla scrittura. Ci vuole ritmo, quello giusto per ognuno di noi e costanza, quella sì!
Vero. Grazie
Ciao, sono una scrittrice. Il mio primo romanzo è nato dal bisogno di sopravvivere alle difficoltà che avevo in quel periodo e anche per il mio racconto breve ‘Elsa’ è stato così. Col libro di fiabe che ho appena pubblicato con voi è stato diverso: ho scritto per i miei nipotini. È un anno che ho in testa il mio nuovo romanzo, ma non riesco a trovare il tempo di scriverlo. I consigli di questo tuo articolo mi sembrano molto utili : chissà forse grazie a te il romanzo che c’è nella mia testa riuscirà finalmente ad arrivare alla mia mano e ai fogli del quaderno che mi porto inutilmente dietro.
Ciao Tonia, io sono dell’idea che perdersi cura di una routine può davvero aiutare tantissimo. Prova a sperimentarne una tua, in base a te stessa, ai tuoi impegni, alla tua storia. Provaci e fammi sapere. Buona fortuna!
Gentilissimo Donato Corvaglia, ciò che Lei ha scritto concordo in gran parte. Mi sono trasferita in Giappone nel 1981 con mio marito giapponese e mia figlia di un anno e ogni 3 o 5 anni, tornavo nella mia città natia, Firenze. Ho iniziato a scrivere narrativa nel 2004 e a quel tempo ero una dilettante come forse lo sono tuttora, (non mi vergogno a dirlo). Le idee affioravano una dopo l’altra nella mia testa soprattutto quando dormivo e per non dimenticarmele le scrivevo a occhi chiusi su un taccuino, ma molto spesso ero costretta ad alzarmi per scrivere a puntino gli avvenimenti che si svolgevano nei sogni, le frasi di ogni personaggio e ben altro. Al presente sto scrivendo il settimo racconto e le idee non mi mancano mai ma, prima di poterle trascrivere su un foglio o agenda le ho già dimenticate, però, non mi arrendo …
ciao Sonia, grazie per il tuo bellissimo messaggio, ho sempre avuto un debole per il Giappone per la sua storia e cultura il suo territorio e la sua gente e il sogno un giorno di poterci andare insieme alla mia famiglia…
Signor Donato, sono felice che ha apprezzato il mio messaggio e mi auguro che sia ciò che desiderava ricevere come risposta. Un giorno quando avrà deciso di venire con la sua famiglia in Giappone sarò ben lieta di attenderla a braccia aperte…
Ciao Donato, scrivo circa 1 ora al giorno, in genere alla sera dopo cena. Cerco di avere costanza e ritmo, come diceva negli interventi precedenti un’altra scrittrice. Se vado oltre a quel tempo, primo non mi diverto e secondo ho una resa inferiore a livello di scrittura. Per l’ispirazione non ho problemi. Come dicevo in un altro mio contributo, sono i personaggi a prendermi per mano, io mi limito ad assecondarli. E’ bello “vederli” seduti sul muretto in attesa di proseguire la storia. Solo con un po’ di follia è possibile raccontare dal nulla dei racconti, che poi non sono altro che una rielaborazione dei fatti della vita, a volte personali, altre volte di chi frequentiamo o sociali.
Sono perfettamente d’accordo con te e grazie per aver condivido questo piccolo pezzettino del tuo sistema.