10 metodi per promuovere un libro e vendere di più
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Che tu preferisca Facebook, Twitter, Google+ oppure altri social network per auto promuoverti, ha poco peso riguardo quello che sto per dirti. Sì, perché oggi parliamo di coinvolgimento (o “engagement” come preferiscono chiamarlo gli addetti ai lavori).
Ma cos’è?
Per coinvolgimento si intende la propensione dei tuoi fan a interagire con ciò che pubblichi (tramite i commenti, le condivisioni, i “mi piace” e così via).
Come sempre, mettiti nei panni di chi ti segue (che poi sono anche i tuoi panni, dato che qualcuno seguirai anche tu, o no?) e chiediti: quale potrebbe essere quella pubblicazione che mi farebbe interagire senza pensarci un attimo?
Le varie risposte che ti verranno in mente saranno le soluzioni al tuo problema, che poi è quello di chiunque lavori con i social network: rendere partecipe chi ci segue.
La maggior parte delle persone, sappilo, passa, legge, magari sorride o si stupisce, ma se ne va senza nemmeno salutarti. È così. Complice la fretta, o il sovraccarico di informazioni, fatto sta che la maggior parte delle persone si comporterà così. Quindi, non restarci male.
Se riuscissi a coinvolgere già solo un terzo delle persone che ti seguono su un determinato social network, avresti raggiunto un ottimo risultato. Per misurare l’interazione, usa le varie statistiche messe a disposizione da Facebook & co.
Bene, fatta questa doverosa premessa, passo a illustrarti quali sono, sulla base della mia esperienza personale, i 5 tipi di pubblicazione in grado di creare maggior coinvolgimento:
Rientrano in questa categoria tutte quelle frasi frutto della tua fantasia o di quella di personaggi illustri. Meglio ancora se brevi e d’impatto.
Ad esempio, un aforisma come quello di Einstein secondo cui “la scienza è una cosa meravigliosa… per chi non deve guadagnarsi da vivere con essa” è perfetto perché breve, ironico, incisivo e universale.
Potresti sostituire “la scienza” con “la scrittura” e l’effetto sarebbe lo stesso.
Chi lo leggerà si ritroverà a proiettare su di sé il significato dell’aforisma, a tradurlo per adattarlo al proprio mondo e renderlo indiscutibilmente esatto. Perché è questo che facciamo con gli aforismi, quando ci piacciono.
Come avrai ben capito, dunque, gli aforismi sono in grado di coinvolgerci, renderci partecipi, ci permettono di immedesimarci e, quindi, ci spingono all’interazione attraverso la spinta emotiva.
Ottimi, veloci e semplici da preparare. 😉
Ancora meglio delle frasi, sono le immagini. Gli internauti, per lo più, sono pigri, svogliati, hanno fretta e voglia di consumare quanto più materiale disponibile in breve tempo.
Mettersi a leggere vuol dire spendere del tempo e impegnare la mente. Per questo ti consigliavo, prima, di pubblicare aforismi brevi. Ma, per alcuni, neppure questo è sufficiente. Basta vedere delle scritte per cambiare strada.
In questo caso, per coinvolgere e rendere felici questi internauti, ci tornano in aiuto le immagini. Ancora più immediate degli aforismi, ancora più semplici da fruire. Basta guardarle.
Quando si dice che un’immagine vale più di mille parole… Se ben fatta, con colori accattivanti e riportante un valore fortemente sentito dai tuoi fan, non pensarci due volte: pubblicala!
Ma attenzione, sempre, a non pubblicare immagini coperte da copyright (ma anche offensive) ), o potresti avere problemi.
Stesso discorso vale per i video. Anche se sono meno fruibili delle immagini, perché potrebbero durare molto, e anche se qualcuno potrebbe rinunciare a guardarli, perché si trova in luoghi dove non è possibile alzare il volume e cose del genere.
I video tornano utilissimi nei casi in cui si vogliono far passare concetti attraverso un’argomentazione, ma si vuole evitare che l’internauta desista perché si ritrova davanti un testo molto lungo e articolato.
Anche in questi casi puoi prendere video già pronti o crearne di tuoi. Si potrebbe trattare di video in cui compari in prima persona, o video animati, o video che presentano slide informative con un parlato in sottofondo.
Insomma, anche con i video vai a stimolare l’interazione di internauti svogliati, ma, se dovessi scegliere tra immagini e video, continuerei a scegliere le prime.
Qui siamo su un terreno scivoloso. Pubblicare frasi o note provocatorie sortisce sempre l’effetto sperato, perché vai a colpire sia l’attenzione di chi è dalla tua parte, sia quella di chi ti è contro.
Le provocazioni sono dei fortissimi stimoli emotivi, ma sappi che ciò che dici potrebbe ritorcersi contro di te.
Parlar male del politico di turno, del tale personaggio o di un sistema in generale richiede, prima di tutto, preparazione: non si può scrivere qualsiasi cosa o attaccare qualcuno, senza avere prove certe e comprovate. Bisogna informarsi bene.
Poi, serve cautela. Attacchi diretti possono portarti anche verso denunce di vario tipo. Quindi, vacci piano e resta sul vago. Lascia sempre possibilità di replica, non pubblicare “dogmi”, non sei un predicatore, non puoi permettertelo. 😉
E, comunque, provocare non vuol dire sempre e solo attaccare, ma anche stuzzicare con un “e se domani…”, “speriamo non sia vero che…”. La provocazione, così come la sua parente più stretta, la satira, sono strumenti che richiedono intelligenza e astuzia. Quando vengono utilizzati senza parsimonia, diventano solo volgari offese.
Qui entriamo nel meraviglioso mondo dei giochi. Poni domande a chi ti segue, lancia degli enigmi da risolvere, scopiazza anche la Settimana Enigmistica, se serve, ma prendi fortemente in considerazione questa strategia.
Punto molto e spesso sul gioco, perché credo che nessuno di noi abbia voglia di lasciar fuggire il bambino che ha dentro di sé. Siamo sempre alla ricerca di giochi.
Quindi, non farti troppi problemi del tipo “darò un’immagine poco professionale”, gioca e chi ti segue ti ringrazierà.
Come ho più volte sottolineato, la professionalità non è sinonimo di formalità, né di tristezza. Si può essere professionali e geniali anche ridendo e scherzando. E qui torno al punto #1: Einstein era proprio così.
Bene, questo è tutto, per oggi.
Ti do appuntamento alla prossima, occhio alla penna! 😉
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Non sarà facile, io sono piuttosto riservata, ma credo che dovrò… diciamo creare una mia “personalità pubblica”, divertente e stimolante..
Grazie per i consigli!
Claudia