Il Conta caratteri immediato. Tool gratuito conta parole, lettere, spazi e altro…
Il Tool online di Youcanprint gratuito che ti permette di contare i caratteri di un testo con e senza gli spazi, contare le parole, contare le lettere e...
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Lo sapevi che dell’80% delle persone che affermano di voler scrivere un libro o iniziano a scriverlo, solo l’1% alla fine realizza questo obiettivo?
Questi dati sono confermati anche da statistiche di ricerca sui social o su Google: il numero di persone che cerca aiuto su come scrivere un libro è almeno 10X più grande di chi cerca come pubblicarlo.
Cosa succede allo scrittore nel tempo che intercorre dall’idea o dal desiderio della scrittura alla sua rinuncia?
Ho già parlato di blocchi dello scrittore e di condizioni ottimali per scrivere un libro (ti dice nulla Torre di Bollingen?). Oggi voglio parlarti dei motivi per cui chi inizia un libro, non lo finisce. Ho raccolto la mia esperienza di 13 anni alla guida di Youcanprint e ho individuato i 7 motivi per cui uno scrittore potenziale rinuncia al suo sogno. Iniziamo!
Questa è la prima ragione in assoluto e probabilmente la più potente. Per scrivere un libro bisogna avere fiducia in se stessi e nei propri mezzi, perché se questo presupposto viene meno ogni cosa che scriverai la riterrai stupida, inutile, ti vergognerai a sentirla leggere o a leggerla te stesso. E quando pensi che ciò che scrivi è privo di valore, di fatto stai pensando che tu non hai un valore da esprimere. La rinuncia alla scrittura nasconde un problema più profondo: la mancanza di fiducia in se stessi.
Da bambino o da ragazzo qualcuno ha usato espressioni con te espressioni come “scrittori si nasce” oppure “bisogna nascere con il dono della scrittura”? Ecco, questo sicuramente ha creato in te una credenza limitante sulla scrittura.
Molte persone crescono con l’idea che lo scrittore vero sia dotato di una fonte divina di ispirazione, che scriva di getto i suoi capolavori, che sia dotato di un talento eccezionale e che riesca a fare tutto questo senza il minimo sforzo. La realtà è che sono tutte str…e.
La realtà è che scrittori si può anche nascere certo, ma scrittori si diventa. Diventare uno scrittore di successo richiede anni di lavoro, migliaia di ore o di pagine scritte male, rifiuti editoriali, fallimenti etc. Se hai una storia da raccontare allora sei uno scrittore, questa è l’unica credenza che dovrebbe guidarti. Se ti convinci di questo, nulla potrà fermarti dallo scrivere il tuo libro. Questo ovviamente non deve liberarti dal prezzo che devi pagare per diventare uno scrittore: prezzo in termini di risorse, energie, tempo. Scegli una credenza potenziante piuttosto che una limitante. E se qualcuno ti dice che scrittori si nasce, molto probabilmente è un modo per impedirti di fare ciò che lui avrebbe voluto ma non è stato in grado di fare. Ignoralo.
Ci sono passato e so cosa significa. Ogni esordiente che inizia a scrivere il primo libro è convinto di dover scrivere un capolavoro, puntualmente non ci riesce e getta la spugna: questo è quello che chiamo il complesso dell’esordiente. È capitato anche a me.
Pensavo di scrivere il nuovo Signore degli Anelli; ovviamente non è stato così e ho smesso di scrivere per 22 anni fino a pubblicare I ribelli del selfpublishing nel 2020. La realtà è che devi iniziare con calma e umiltà. Non sovraccaricarti di aspettative personali e del mercato.
Il mondo non sta aspettando la tua opera rivoluzionaria, eh no non è così. I tuoi potenziali lettori hanno bisogno di un buon libro che li arricchisca e gli dia valore. Inizia pensando che scriverai per un piccolo pubblico che condivide con te ciò che ami, i tuoi valori, la tua visione piuttosto che pensare ad un’opera per l’intera umanità. E sii umile.
Abbassare le tue aspettative ti aiuterà a non fallire all’inizio, poi man mano che acquisirai confidenza le alzerai sempre di più. La competenza e la fiducia la costruirai nel tempo, non certo al primo libro. L’importante è iniziare e non fermarsi. È una maratona la scrittura, non una corsa da 100mt.
Ti è mai capitato di avere pensieri come “per diventare bravi scrittori bisogna prima leggere molti libri”? Se hai risposto sì, allora sei capitato in uno dei motivi che impediscono agli scrittori di nascere: quello culturale.
Chiariamo, sono assolutamente d’accordo che leggere sia fondamentale in ogni area della vita, in particolare per chi desidera diventare uno scrittore, ma il problema è che molti restano bloccati da questo complesso e rimandano la scrittura del proprio libro a quanto avranno letto un elenco di capolavori della letteratura che poi non riusciranno mai a leggere…di fatto programmandosi al fallimento. Quello che ritengo io è che lettura e scrittura possono andare insieme, non in sequenza.
Puoi scrivere un buon libro anche dopo averne letti pochi o nessuno e poi continuare a migliorare come scrittore grazie alla lettura. Se questo è uno dei tuoi motivi posso dirti che non è così.
Ci sono capolavori che sono stati scritti da persone che non avevano avuto la possibilità di leggere centinaia di libri prima di farlo. Il consiglio è di leggere e scrivere e non aspettare di aver letto Alla ricerca del tempo perduto o la Divina Commedia per scrivere il tuo libro. Il tuo libro è dentro di te: quei capolavori al massimo possono aiutarti a tirarlo fuori ma non possono scriverlo per te.
Se ritieni che il vero scrittore non debba scrivere per i soldi ma per un fine molto più nobile, oppure che il libro non sia un prodotto e non può essere trattato come una merce, e hai rinunciato a scrivere perché non vuoi scrivere per un pubblico per il mercato per non mercificare la tua arte allora sei vittima del complesso romantico, un altro classico motivo per cui molte idee di scrittura falliscono.
La verità è che ti sbagli. Un libro è un prodotto e l’unico modo per poter assolvere al suo scopo, essere letto dal maggior numero di persone possibile, deve essere trattato come tale e quindi promosso. Inoltre, il libro deve essere scritto per qualcuno, non per te stesso. Se non raggiunge il cuore, le anime, le corde interiori dei lettori non compirà mai quell’ideale romantico che coltivi dentro di te. Romanticismo e mercato non sono antitesi. Puoi scrivere un libro con i più alti ideali e usare il marketing per diffonderlo. ideale romantico e mercato possono lavorare insieme per poterti aiutare a influenzare più persone possibili con il tuo messaggio.
Un altro motivo difficile da sconfiggere è l’ego. Ho sentito molte persone che affermano che non gli interessa di far conoscere ciò che scrivono, che scrivono per se stessi.
In realtà è una bugia. Chi afferma questo ha un bisogno di riconoscimento fortissimo, ha cioè un ego che ha bisogno di essere confortato e supportato piuttosto che il contrario. Scrivere di per sé è un gesto sociale e l’unico scopo vero della scrittura è essere condivisa, diffusa.
La scrittura è una delle conquiste più nobili dell’umanità che ha permesso di trasmettere il sapere, di tradurre i pensieri, di lasciare il segno e resistere all’oblio. Come può tutto questo essere realizzato se si scrive per se stessi?
Se pensi che scrivere per te stesso sia un motivo valido per non pubblicare un libro, riconsideralo e chiediti se in realtà vorresti tanto che altri leggessero ciò che hai scritto e ti dicessero che lo apprezzano, ma in realtà hai paura di essere ferito nell’ego. So che può far male ma molte volte è così, ci sono passato anch’io. La soluzione è vincere quella paura e iniziare a condividere ciò che scrivi, usando i social se vuoi superare il parere di amici e parenti o partendo proprio da questi che apparentemente saranno gentili con te. In ogni caso ciò che scrivi non ti appartiene: è del mondo. Condividerlo deve essere il tuo obiettivo più importante.
Ritieni che sia impossibile vivere di scrittura, in particolare in Italia, o usi espressioni come “in Italia ci sono più scrittori che lettori” oppure “In Italia non si legge come negli altri Paesi”?
Se rientri in questa categoria sei uno di quelli che si nascondono dietro delle scuse pur di evitare il disagio e lo sforzo necessario a scrivere un libro. Tutte queste affermazioni ti fanno sentire al sicuro nella tua comfort zone, razionalizzando la tua paura. Paura di scrivere ciò che senti, paura di farlo leggere, paura di ciò che penseranno gli altri di ciò che scrivi. Ogni volta che trovi una scusa per non scrivere, stai dando modo alla paura di vincere su di te, scambiando questa vittoria per buon senso e sentendoti al sicuro in essa. Il tutto cercando conforto negli altri, usando argomentazioni assolutamente banali e popolari come il fatto che ci sono più scrittori che lettori. La realtà è che i tuoi lettori sono lì fuori e aspettano il tuo libro. La distanza tra loro e te è la tua paura.
***
Come ti senti dopo aver letto questi motivi? Sono sicuro che ti sei riconosciuto in almeno uno di questi. So quanto fa male sentirlo, ci sono passato e ho impiegato 20 anni per prenderne consapevolezza e superarli.
Quindi non preoccuparti, non sei da solo. Tantissimi autori ci sono passati e tanti altri come te stanno facendo questo percorso. Commenta pure nell’articolo e condividi le tue emozioni e le tue paure, troverai una famiglia di autori e autrici pronti ad aiutarti.
Ma cosa puoi fare concretamente per superare questi blocchi?
La risposta si chiama consapevolezza. Ciascun motivo nasconde un problema di contesto, di prospettiva. Ogni motivo è il frutto di una mancanza di conoscenza, cose che non ti sono mai state dette o cose sbagliate che ti hanno limitato.
Il passo più importante è sapere che non è così, che esiste un punto di vista totalmente diverso, opposto ai tuoi pensieri negativi.
Per ogni libro che rinunci a scrivere c’è un autore che ha preso la decisione di portarlo a termine. Quindi non c’è oggettività in ciò che senti, ma solo una convinzione frutto di esperienze passate che puoi decidere di cambiare.
Puoi decidere oggi di superare i tuoi limiti, lasciarti alle spalle tutte le paure, dubbi, credenze, convinzioni e raggiungere i tuoi sogni.
Scrivere un libro è uno dei sogni più incredibili da raggiungere e la bellezza di questo sogno è che è alla portata di tutti.
La decisione spetta solo a te.
Noi siamo qui per indicarti la strada e accompagnarti nel viaggio, ma il primo passo è il tuo.
Ti aspetto dall’altra parte del guado. Sono sicuro che ci vedremo.
A.
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