9 cose che devi sapere prima di Pubblicare un Libro con Amazon KDP
Amazon KDP è la soluzione di Amazon per il selfpublishing Se sei curioso o stai valutando l’idea di pubblicare il tuo libro con Amazon KDP, questo articolo è...
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Sono ancora tempi duri per essere un self-publisher in Italia. A distanza di 13 anni dalla fondazione di Youcanprint, ancora oggi leggo mail o post di autori e autrici che si vedono negata una recensione su un blog, la partecipazione ad un corso, una presentazione in libreria perché il loro libro è auto-pubblicato.
Questo articolo è per voi, ma spero che lo leggeranno soprattutto tutti coloro che sono ancora vittima di cliché, bias, pregiudizi nei confronti della più grande rivoluzione in atto nell’editoria dai tempi di Gutenberg.
Ciò che accade ai selfpublisher di oggi è assolutamente normale. Ogni volta che in un sistema si introduce un cambiamento, chi è parte del sistema continua a respingere il cambiamento in tutti i modi, prima denigrandolo, poi contrastandolo, fino poi a cedere definitivamente sotto il suo peso.
È stato così per l’iPhone (Steve Ballmer, il ceo di Microsoft all’epoca affermò che “iPhone non ha speranze”) o per Tesla (tutte le grandi case automobilistiche dichiararono che non era un fenomeno, che non sarebbe durato) e potrei citare migliaia di altri esempi.
A tutti i self publisher voglio ricordare una meravigliosa frase del Mahatma Gandhi che può aiutarmi a riassumere qual è il messaggio che voglio trasmettere:
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.”
Questo è ciò che sta accadendo ai self publisher all’interno del mondo editoriale.
Tredici anni fa semplicemente vi ignoravano, poi dopo qualche anno librai, blogger e intellettuale da salotto vi deridevano, ora è la fase in cui vi combattono. Se terrete duro abbastanza a lungo, vincerete. Siete destinati a vincere.
Per poter affrontare meglio la battaglia cerchiamo insieme di disinnescare tute le armi che il sistema usa per potervi combattere.
Iniziamo.
Questo mito è uno dei più duri a morire. Dire che il self publishing è come l’editoria a pagamento è un ossimoro.
Nell’editoria a pagamento un autore paga migliaia di euro a un editore (che non dovrebbe essere pagato) per pubblicare il proprio libro, cede tutti i diritti all’editore come intermediario del mercato e ha una % di profitto estremamente bassa.
Nel self publishing un autore è editore di sé stesso, pubblica gratuitamente, non cede i diritti, perché non vi è nessuna intermediazione col mercato, e l’autore trattiene la maggior parte dei profitti. Vi sembrano ancora uguali?
Questo argomento è usato dai blogger o dagli intellettuali per dividere il mondo dell’editoria in editori puri ed eletti da tutto il resto. La realtà dei fatti è che (purtroppo) la dicotomia è piena di scale di grigi.
Gli editori a pagamento in Italia sono tantissimi (anche tra i nomi illustri) e comunque anche se volessimo sorvolare su questo aspetto non è come pubblico un libro che ne determina il valore ma il libro stesso.
Posso anche pubblicare con una grande casa editrice un libro pessimo, questo non lo renderà migliore e sappiamo quanti libri pessimi di grandi marchi arrivino in libreria.
Citando De Gregori
“Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia“.
Smettiamola di giudicare i libri dal modo in cui vengono pubblicati altrimenti moltissimi di quelli che oggi sono chiamati “classici” non sarebbero mai stati letti, perché pagare per pubblicare non è certo una novità, altrimenti non avremmo avuto Alexandre Dumas, Marcel Proust, Stephen King, Edgar Allan Poe etc.
È il momento di usare una falsa argomentazione per nascondere un pregiudizio.
Non esiste un argomento più spocchioso di questo. Etichettare come “sfigato” un self publisher è etichettare come un errore o un fallimento chi ha talento, inventiva, coraggio, intraprendenza, passione, amore per ciò che fa.
Etichettare qualcuno per denigrarlo è tipico di chi non alcun argomento da utilizzare se non l’arroganza e la violenza verbale.
Se qualcuno vi rivolge questo epiteto ricordategli che se chi pubblica in self publishng è uno sfigato allora siete orgogliosi di essere sfigati come:
Tutti questi autori famosi diventati dei mostri sacri della letteratura mondiale erano self publishers.
Che piaccia o meno ai benpensanti da salotto, ai librai intellettuali, agli editori eletti, la storia dell’editoria è piena di autori rifiutati, che si sono autoprodotti per diventare poi delle divinità.
Questo non significa che ogni libro autopubblicato diventerà un classico, ma data la lunga fila di errori da coloro che erano predisposti a cercare il talento nell’editoria, ci penserei almeno 2 volte prima di etichettare qualcuno che ha scritto un libro e si autoproduce come uno sfigato. Io vi avevo avvertiti.
Questa argomentazione è molto simile a quella precedente se non per il fatto che nasconde una sottile e dura convinzione a morire: per fregiarsi di essere scrittori bisogna aver scritto un capolavoro o bisogna essere stati scelti da un grande editore e così via con fesserie simili.
Su questo voglio essere assolutamente chiaro: chiunque abbia una storia da raccontare è uno scrittore. Non esiste un club, un esame da superare, una cerimonia, una benedizione da ottenere per poter usare quel sostantivo.
Se avete scritto un libro siete scrittori, punto. Non c’è altro da aggiungere. Non abbiate paura di usare questa parola, anzi siatene orgogliosi. Non esiste autorità che debba concedervi un passaporto da scrittore se non voi stessi.
I lettori potranno concedervi il successo se lo meritate, ma scrittori lo siete già nel momento in cui avete messo il punto sul vostro primo libro, sulla vostra prima storia o poesia.
Chiunque pensi il contrario altro non è che il retaggio di un’epoca che è al tramonto. Salutatelo con la dovuta cortesia e passate oltre.
Insieme alle due precedenti questa argomentazione costituisce trinità dei pregiudizi degli intellettuali di professione.
Questo mito si basa sull’idea che l’autore ripiega sull’auto-pubblicazione, perché scartato da una casa editrice ed essendo stato scartato, automaticamente significa che non è un vero scrittore e che l’opera non è valida.
Non ripeterò il lungo elenco di mostri della letteratura che sono stati “scartati” che ho citato prima, ma mi limiterò a ragionare su un fatto: questa argomentazione poteva essere vera 13 anni fa.
Quando abbiamo iniziato con Youcanprint gli autori venivano da cattive esperienze o dall’impossibilità di pubblicazione con le case editrici, perché scartati appunto o perché non avevano mai avuto nessuna risposta.
Dopo 13 anni di self publishing tutto questo non esiste più.
Chi si autopubblica ora lo fa con consapevolezza e autorevolezza bypassando l’editore di cui non sente più l’esigenza o il bisogno.
Quindi, dico a librai o giornalisti di turno, quando pensate a un self publisher come un derelitto inutile, uno sfrido della vera editoria, rifletteteci, perché non avete il diritto di giudicare una persona da un libro che non avete mai letto.
Ma soprattutto potreste sbagliarvi clamorosamente, perché avrete davanti a voi un autore che sa cosa significa fare editoria molto più di un editore tradizionale. Uno scrittore o una scrittrice che hanno scelto la strada del self publishing non per ripiego ma per senso di libertà e amore.
Siamo giunti all’ultima delle argomentazioni contro i self publisher, quella che riguarda la qualità.
Per una buona parte dell’editoria essere pubblicati da un editore certifica la qualità di un libro sia in termini tipografici che editoriali. Inutile dire che non è così.
Diversi anni fa forse, quando il self publishing era all’inizio, gli autori non erano ancora consapevoli di cosa significasse autoprodursi e di quante attività fossero necessarie (prima svolte da un editore) per pubblicare un libro in maniera professionale. Ma ora è tutto diverso.
Noi in Youcanprint vediamo autori creare copertine professionali, fare correzione bozze ed editing, impaginazioni in maniera del tutto professionale.
Il self publisher di oggi è consapevole su cosa significa qualità per un lettore e infatti il livello dei libri auto-prodotti è cresciuto esponenzialmente negli anni.
Volete una prova?
Andate su Amazon e guardate la classifica dei 100 libri più venduti cartacei e digitale, vi sfido (senza leggere i metadati) a individuare subito i libri di un editore e quelli autoprodotti.
Esatto! Più passa il tempo più questa differenza sta scomparendo e i libri autoprodotti sono in tutto e per tutto perfetti e allo stesso livello di quelli di un editore tradizionale.
Siamo giunti al termine di questa appassionante dissertazione sui miti del self publishing. Mi scuso con i lettori se mi sono fatto prendere la mano e la prosa a volte è risultata appassionata.
Il fatto è che io sento profondamente tutto questo perché come ceo di Youcanprint ho vissuto tutto ciò attraverso la vita di migliaia di autori e so quanto questi pregiudizi possano ferire nell’animo oltre che essere dannosi per il mercato.
Spero di aver aiutato tutti i self publisher che leggeranno a sentirsi meno soli e a tenere duro. Mi auguri anche, a modo mio, di aver scosso i pregiudizi di coloro che “danno buoni consigli quando non possono dare più il cattivo esempio”.
W il selfpublishing!
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Ciao Alessandro, perchè ti scusi per la passione che hai messo nello scrivere? La nostra caratteristica come scrittori è la passione che attrae il lettore insieme ad altro. Iniziamo dalle Case Editrici. Prima di arrivare a voi io ho porovato a mandare qualche racconto a Case editrici che indicevano dei consorsi proprio per principianti. Sì se li rileggo ora mi vergogno di averli scritti ma ora ho anni di esperienza e non dico di scrivere bene ma conosco almeno le regole per farlo. Allora mi sono rivolta a due case editrici di media fama, mi hanno pubblicato ma ho dovuto acquistare 50 volumi cad. che ho ancora. Confesso che io sono una di quelle autrici che non sa usare il digitale e non mi sforzo più di tanto. Ma molti dei nostri giovani e anche meno giovani in YCP sono validi, sanno promuovere, sanno scrivere, hanno iniziativa, hanno idee, sono sicura che se dessero loro la possibilità molti diventerebbero famosissimi. Sì ci sono molti pregiudizi sul pubblicarsi da soli, altrimenti le grosse case che hanno guadagnato e guadagnano milioni di euro fallirebbero. Loro hanno tutto l’interesse a denigrarci ma noi sfonderemo, ne sono sicurissima. Dobbiamo presentare i nostri libri alle mostre, sui blog, sulle pagine, alla TV, dobbiamo farci conoscere, solo coinvolgendo i lettori noi vinceremo.
Hai ragione Daida, serve uno scatto di orgoglio forte e coraggioso per tutti i selfpublisher.
Oggi ho letto e imparato una ottima lezione. Grazie dal profondo del cuore Alessandro De Giorgi mi ci voleva proprio. La conoscenza non ha mai confini…
Grazie a te Sonia per avermi letto.
Buongiorno,un’altra questione da aggiungere all’argomento è che le CE hanno gli ISBN che chi si autopubblica non ha, inoltre gli scrittori vengono aiutati nelle serate di presentazione.
Si ma questo è piuttosto raro. Chi si autopubblica con Youcanprint ha un regolare ISBN gratuito e presto arriverà anche il servizio di organizzazione presentazione.
Articolo fantastico e oggettivo: falsi miti distrutti, non aggiungo altro
Grazie Emanuele!
Caro Alessandro, pur condividendo larga parte del tuo intervento a difesa dell’autopublishing, devo pero’ constatare come permangano una dura resistenza e anche un atteggiamento di totale indifferenza da parte delle librerie cui noi esordienti scrittori chiediamo di essere ospitati per poter presentare un libro.
Questa è un grosso handicap derivante anche dal fatto che i nostri libri continuano a non essere esposti sugli scaffali, specialmente in quelli delle librerie locali dove usano recarsi i lettori che ci conoscono. È un problema cruciale che dovreste risolvere al piu presto possibile!
Nell’augurarmi che venga risolto ti imvio un cordiale saluto.
Gaetano Foccillo
P. S. Quanto sopra, in seguito alla publicazione con Voi di 4 libri.
Tra pochi mesi lanceremo Libro in Librerie e anche questo mito sarà distrutto. Tieni duro Gaetano, il futuro è nostro.
A me è capitato proprio pochi giorni fa che un blog di libri che collabora strettamente con un marchio noto di librerie tra quelle che sono nel circuito di distribuzione di Youcanprint, (quindi che ha anche il mio libro pubblicato con Youcanprint ,tra i libri ordinabili ) non mi abbia voluto inserire in una loro iniziativa di realizzare u piccolo video di presentazione perchè sosteneva che il libro deve essere fisicamente nella libreria . Ho detto loro che ora le librerie ordinano ma difficilmente hanno i volumi fisicamente presenti nei locali ,quindi ho domandato loro come fosse possibile che tutti i libri che ogni giorno pubblicizzano attraverso i medesimi autori che si autopromuovono con quel piccolo video (oppure lo promuove un addetto della libreria in questione), siano tutti fisicamente presenti sullo scaffale delle loro librerie. Mi hanno risposto di inviare loro via mail il mio breve video e poi se e quando la libreria ordinerà fisicamente i volumi del mio libro allora, nel caso potrò vedere il mio video di presentazione ( brevissimo tra l’altro) sul loro spazio social. Mah!!! Mi sembra strano perchè oggi i libri si ordinano man mano che vengono richiesti , solitamente e poi si trattava solo di mettere in rete il vido ,visto che erano loro stessi a proprilo con un annuncio pubblicitario agli autori. Ciò mi fa pesnare che il problema nasca dal fatto che che il mio libro è autopubblicato, ma se è così la cosa è alquanto ridicola , secondo me ,perchè quel libro fino a pochi mesi fa era già in vendita con un editore che però ora non è più attivo quindi abbiamo fatto una seconda edizione con Youcanprint . Inoltre ho esperienza ultradecennale di video quindi non si può dire neppure che che fosse fatto male il trailer. Mah , ripeto , sono mie impressioni però mi pare tutto molto ambiguo.
Si probabilmente il vero motivo è quello. Non preoccuparti però presto arriverete fisicamente nelle librerie e anche questo mito verrà distrutto.
Sonpo una vecchia signora e ho pubblicato 18 libri, di poesie, di aneddoti familiari, biografie su ordinazione ed altro. Li ho pubblicati con ilmiolibro.it e con Youcanprint, uno con Italia Letteraria, e ne sono felicissima. Scrivere mi piace, mi diverte, mi rilassa, e mi da soddisfazione e non ho alcun interesse a venderli a un editore tradizionale. Pensate che un libro di aneddoti familiari ha venduto persino due copie in Inghilterra, quattro in Germania e uno in Australia. E il mio impulso sarebbe stato di partire per l’Australia e conoscere il mio lettore, nonché domandargli come mai mi aveva acquistato. Una biografia (di un tenore) l’ho venduta in Grecia. Mah!
Bravissimo Alessandro! La tua parola è puro vangelo. Devi sapere che ieri ho tentato inserire una pagina a mio nome in Wikipedia e sapendo quanto siano sofistici per quanto riguarda argomenti che mirino a promuovere una propria attività, ho tentato farlo sotto mentite spoglie e nel modo più discreto possibile (ovvio, che le notizie riguardanti un personaggio non debbano sembrare uno spot pubblicitario) limitandomi perciò ad una breve biografia con una foto (non mi pare un crimine) e all’elenco delle mie opere, con relativo anno di pubblicazione. Inutile dire che non me l’hanno accettata rispondendo che sono considerati scrittori soltanto coloro che pubblicano con editori appartenenti all’élite del settore, non riconoscendo per tali nemmeno i piccoli editori (“a pagamento” o no). Che razza di buffoni!
Ignorali Silvia, non preoccuparti. La storia insegna che le élite hanno sempre un ciclico di vita che prima o poi termina.
Naturalmente, Alessandro, grazie… e la penso come te. Verrà giorno che tanta gente di questo tipo dovrà inchinarsi di fronte al nuovo che avanza. Sì, perfino loro! Un caro saluto
Non ho alcun dubbio che sarà così! Non vedo l’ora che arrivi quel giorno…
Purtroppo sì, pochi giorni fa mi è stato rifiutata la recensione del mio nuovo romanzo “perché in self” da parte di un noto blog…
Ma la cosa veramente triste è che hanno tolto anche la recensione del primo libro che avevo mandato, ed avevano fatto una recensione super positiva! Non ho parole…
Ignorali e trova un nuovo blog più aperto mentalmente.
Simpatico articolo, riflette bene la realtà dei fatti. Posso testimoniare, però, che con mia grande sorpresa non sto incontrando i pregiudizi che mi aspettavo! Proprio chi credevo mi facesse più difficoltà ha accolto la “sfida” valutando il contenuto e non la casa editrice. Ho pubblicato un testo di teologia e spiritualità su Amazon, percorrendo una via da cui i teologi, ad oggi, si tengono lontani. E invece… ho trovato siti disposti a fare pubblicità gratuitamente e tanti religiosi e sacerdoti, laici entusiasti che mi stanno aiutando col passaparola. Un incoraggiamento a proseguire!