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Non c’è mai stato un complotto sul tenere oscure e segrete le verità dell’arte della narrazione. Da ventitré secoli, da quando Aristotele scrisse “La Poetica” i misteri della narrazione sono pubblici come una biblioteca di quartiere.
Robert McKee
Ho un debole per McKee e non ne ho mai fatto segreto.
Ho pensato che sarebbe stato utile avere un elenco di punti da tenere in debita considerazione quando si vuole scrivere un buon libro.
Nota: ho volutamente mischiato le carte e l’elenco non ha un ordine logico o cronologico, perché ogni punto per me è di pari valore.
Se hai intenzione di scrivere un libro allora dai un’occhiata qui.
Ogni capitolo deve essere come una piccola storia a sé stante, che cerca di catturare l’attenzione del lettore, quindi ogni capitolo deve contenere un piccolo conflitto (certamente secondario rispetto a quello principale della storia) ma che sia comunque integrato a funzionale all’evolversi della narrazione, deve praticamente essere un gancio efficace per il capitolo successivo: il tuo lettore girerà pagina e continuerà la lettura, garantito.
La suspance a prescindere dal tipo di storia che stai scrivendo è uno degli ingredienti principali e la puoi creare solo attraverso questi due specifici sentimenti: la Paura e l’Amore. La paura scaturisce, per esempio, dal male, e bisogna raccontare un male semplice perché non ci incute timore l’ignoto ma bensì quello che già conosciamo e che si trasforma sotto i nostri occhi
Qui vale una regola su tutte: il buono vince sempre ma è il cattivo che fa la storia. Pensaci, quante volte hai visto o letto una storia in cui muore uno dei personaggi buoni? Con Il trono di spade vediamo che George R.R. Martin è un maestro in questo. Il cattivo non (può) morire (subito) perché è lui che innesca il conflitto e che dà slancio al racconto. Qui ti suggerisco la lettura di questa interessante intervista a Jeffry Deaver che parla proprio di come crea i suoi personaggi cattivi. La trovi cliccando qui.
Tutto parte da qui: dalla Premessa. Cosa vuoi dimostrare con la tua Storia? Devi avere darti un obiettivo per esempio con la tua storia vuoi dimostrare che non è la vendetta a pagare ma il perdono? Oppure che l’Amore vero vince sempre su tutto? Qualsiasi Premessa sarà sceglierai fallo perché credi ciecamente in essa, solo così ti sarà “facile” dimostrarla con la narrazione.
Abbiamo già parlato approfonditamente di Premessa qui, ti consiglio di dargli uno sguardo.
Cerca di raccontare anche cose forti, crude o anche pesanti ma non dimenticare mai di farlo con delicatezza e con leggerezza, quasi con ironia. (che mi rendo conto essere molto, molto difficile).
Dove per evasione intendo sospensione dell’incredulità del lettore. Scrivi pensando di creare un mondo che non esiste che però sembra esistere e ti fa comprendere il mondo in cui vivi.
Se scrivi un libro devi convincerti che devi prima di tutto saper comunicare, crea empatia, non arroccarti in costruzioni linguistiche complesse: scrivi semplicemente non perché devi dimostrare qualcosa a qualcuno, la noia non è intellettuale.
Troppi aggettivi, troppe descrizioni e passaggi sdolcinati: ti può andar bene nelle prime pagine ma poi il lettore scopre il gioco e chiude il libro pensando di aver contratto il diabete. Hai appena perso la fiducia del tuo lettore, credo per sempre.
Quanti libri hai letto che ti hanno veramente sorpreso? Io pochi. Non intendo sorpreso nel finale (non intendo il classico finale a sorpresa). Se leggi un thriller lo sai che alla fine l’eroe risolve il mistero, io intendo che devi sorprendere il lettore proprio con la tua scrittura.
Hai mai letto Scritti Corsari di Pasolini o Cecità di Saramago? Questi sono due libri di Autori che certamente sanno come sorprendere il lettore.
Scrivi dando forza alla tua narrazione partendo da elementi potenti quali i desideri dei personaggi, le forze degli antagonisti, le svolte, la spina dorsale della storia.
Oggi e nella maggior parte dei corsi di scrittura creativa si insegna a scrivere non più dall’interno della storia, ma dall’esterno bandando più alla struttura che alla sostanza. Per assicurarti di badare prima alla sostanza che alla forma prima di iniziare a scrivere rispondi a queste domande: chi sono i miei personaggi? Cosa vogliono? Perché lo vogliono? Cosa fanno per ottenerlo ? Cosa glielo impedisce? Quali sono le conseguenze?
Trovare le risposte a queste domande è fondamentali e trasformarle in storia è il tuo compito! Abbiamo anche già parlato di questo argomento qui.
Ecco fatto, spero che quest’elenco di appunti ti sia tornato utile!
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e grazie per la tua attenzione!
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Anche io ho il debole per McKee ma anche per Vogler.
Grazie Donato.
In questo blog leggo sempre contenuti interessantissimi.
Grazie a te Francesca per la stima.
Sono certamente argomenti validi, frutto dell esperienza e della osservazione. Nei tre libri che mi avete pubblicato ho cercato di creare situazioni di tensione, cosa che ho fatto meno nel mio ultimo lavoro. Ho scritto sempre da solo la sinossi, che poi ha coinciso con la introduzione del romanzo ed anche con la quarta di copertina. In pratica questi tre concetti sono stati coincidenti. In tutto ho scritto sei romanzi.
Perché non pensare al settimo allora?! Aspettiamo sempre cose belle Gianfranco!
Buongiorno Donato,
ebbene, i contenuti di questo decalogo li ho ritrovati tutti quando una trentina d’anni fa lessi in lingua originale un romanzo di John Grisham: “The Chamber”, che nella versione italiana credo avesse il titolo “Il Verdetto”. E quel romanzo mi ha fatto passare notti insonni proprio perché la sua lettura mi portava a divorare capitoli uno dietro l’altro. Il decalogo c’era proprio tutto. Ho letto sia la versione in Inglese, sia quella in Italiano e, ti dirò, quella in lingua originale mi provocava più scariche di adrenalina rispetto alla traduzione.
La mia prima pubblicazione con voi non è un romanzo, quindi non ho potuto verificare se in quanto ho scritto ci fossero in tutto o in parte gli elementi da te suggeriti. Si tratta di una raccolta di componimenti in rima (chiamarli “poesie” mi sembra azzardato), preceduti da mie riflessioni personali scritte a mo’ di racconto breve.
Leggendo i tuoi suggerimenti (per i quali ti ringrazio) mi sta venendo voglia di imbastire la trama di quella che spero sarà la mia seconda pubblicazione. Non so ancora su cosa, ma l’istinto mi dice che qualcosa uscirà.
Che dire Fernando… aspettiamo con ansia ciò che il tuo istinto di sta dicendo di fare!
Riguardo al primo consiglio, lo trovo giustissimo. Penso però che, per lo scrittore, trovarsi ingabbiato in dei criteri da dover necessariamente seguire, potrebbe risultare un tantinello penalizzante. Ovviamente mi posso sbagliare.
Infatti Gianfranco ho proprio parlato di consigli e non di criteri al quale dover necessariamente attenersi, vale sempre il concetto di libertà soprattutto nella scrittura.
Sempre lucidissime le analisi di Donato e mi ritengo davvero fortunato a ritrovare nei miei scritti tutti i suoi consigli. Fortunato, non bravo perché io scrivo d’istinto ma non a caso, come nell’improvvisazione jazz, in cui il giudice principale è il ritmo e il nostro orecchio.
gentile Franco grazie per il tuo commento, sono veramente contento di esserti utile per migliorare la tua scrittura
Ciao Donato,
essendo con voi da un po’ di tempo, avevo già letto e studiato quasi tutti gli argomenti trattati
ma il ritrovarli qui, riuniti e arricchiti in questo articolo, mi ha dato modo di ritrovare punti che non ricordavo più o che, riletti a distanza di tempo, mi si sono ora chiariti meglio.
Mi è piaciuto moltissimo quando parli del “come se”, è vero! Non bisogna pensare: “Cosa farei io…” ma: “Cosa farei io se fossi quel personaggio alle prese con quella situazione”
Sempre grazie per queste interessanti e approfondite Lezioni di Scrittura…e di psicologia…
Un caro saluto
Grazie a te Sabina per la stima e per la tua preziosa e stimolante presenza nella nostra community.
Il tuo decalogo è di quelli da tenere costantemente presente .Grazie.
ciao Luana, grazie di cuore