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Chi guida la tua Storia? I personaggi o la trama?
Riformulo.
Il tuo libro è guidato dalla trama o dal protagonista?
Pensa ai libri che più ti sono piaciuti, pensaci davvero perché è molto probabile che ti vengano in mente direttamente i personaggi: con loro ti sei connesso e per loro hai fatto il tifo per tutta la storia.
Ma, è anche probabile che ti venga in mente prima di tutto la storia, la trama che ti ha incuriosito e appassionato fino alla fine.
Le storie migliori sono quelle che hanno trame interessanti e personaggi coinvolgenti con i quali i lettori si connettono a livello personale.
Come scrittore, le tue preferenze di scrittura influenzeranno il tuo equilibrio tra trama e personaggi della tua storia.
I due principali stili di scrittura sono basati o sulla trama o sui personaggi.
Che tu lo sapessi o meno, è un fatto del tutto naturale propendere per uno o per l’altro stile.
Uno stile non è migliore dell’altro, ciò che conta è che tu sappia in quale direzione tendi naturalmente ad andare.
Fra poco vediamo come capirlo.
In alcune storie si verifica un evento esterno che costringe il personaggio ad agire e fare qualcosa che normalmente non avrebbero fatto: definiamo questa storia come una storia guidata dalla trama.
In altre storie, il personaggio fa delle scelte e in base alla scelta del personaggio si determina quale direzione prende la storia: queste storie sono storie guidate dal personaggio.
Questo significa che tutte le storie devono rientrare in queste due strutture?
No certo che no.
Direi che le storie migliori saranno una combinazione di entrambi i tipi di azione.
Questo porta al mio punto precedente.
Identificare le tue preferenze di stile ti aiuterà a bilanciare questi due componenti critici della trama.
Comprendendo questa preferenza, potresti capire in quale direzione lavorare per esempio, facciamo finta che preferisci storie guidate dalla trama.
In questo caso cercherai di risolvere ogni singolo punto della trama, e ogni grande evento che deve accadere per completarla, si, dedichi tempo alla creazione di personaggi, ma questa attività è sempre un po’ marginale rispetto alla precedente.
Quale sei tu?
Preferisci costruire mondi elaborati incentrati interamente sull’azione? O preferisci immergerti in profondità nella psiche umana e andare a fondo allo stato emotivo del tuo personaggio?
Non esiste una risposta giusta o sbagliata.
Ciò che conta sono è conoscere l’esistenza di questa propensione naturale e lavorare molto per equilibrare le due parti del processo.
Se non sei sicuro di quale azione della storia guida il tuo processo di scrittura, ecco un piccolo test che ho trovato.
Questo test potrebbe aiutarti a scoprire i punti di forza della tua storia e dove devi concentrarti per completarla al meglio.
Di seguito è riportato un breve elenco di elementi: compila questo profilo per i tuoi protagonisti.
Sentiti libero di aggiungere realizzarlo per qualsiasi altro personaggio importante, in particolare l’antagonista e come influenzano lo stato emotivo e il processo decisionale del tuo protagonista (abbiamo ampiamente parlato di Antagonista qui)
Rispondi a ogni domanda il più rapidamente possibile.
Se non sai come rispondere salta.
I risultati ti aiuteranno a migliorare la tua storia.
Ora che hai avuto la possibilità di pensare a queste domande e inserire le risposte nel miglior modo possibile, vediamo cosa possono significare.
Questa è semplicemente una linea guida per aiutarti a capire meglio di cosa ha bisogno la tua storia!
Ripeto che uno stile non è migliore dell’altro, ciò che conta è che tu sappia in quale direzione tendi naturalmente ad andare, e sapendolo puoi riequilibrare il tutto rendendo la tua Storia molto, molto più efficace!
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Buona Domenica Donato, sono riuscito a rispondere rapidamente alle prime tre domande ed ho impiegato qualche secondo in più per rispondere alle restanti, pur riuscendo senza grosse difficoltà. Nella scrittura, come nella vita, ritengo che l’equilibrio sia sempre l’opzione più affidabile, quindi direi…bene così. Come al solito, grazie per quest’ interessante articolo. Al prossimo!
ciao Antonio, e grazie a te per volermi seguire!
Ovviamente senza pensare ad un libro già scritto è difficile rispondere. Io di solito penso ad un fatto accaduto oppure ad un trauma o ad un amore impossibile poi cerco di costruire una traccia per la trama ed inserisco i personaggi. Mi è capitato di partire da un personaggio ma una bozza di trama l’ho costruita attorno a lui. Comunque io scrivo romanzi brevi per cui vado subito all’azione. Ricordi che ti ho detto che avrei scritto un romanzo con più personaggi, parlando del personaggio di un libro? Mi sta venendo abbastanza bene, sciolto, con quattro personaggi. Non amo però questo genere di romanzi, devono essere collegati bene fra di loro altrimenti chi legge non ricorda ciò che ha fatto il primo.
Ciao Daida, bella la tua idea molto originale, fammelo leggere quando sarà pronto 🙂
Ciao, è pronto per me. Lo vuoi leggere davvero? Tanto in un paio d’ore lo leggi. Semplicemente per avere un tuo parere e dei consigli così avrò una linea guida in più per i prossimi. Ti invio il file? Al tuo indirizzo? Attendo risposta. Grazie
La passione per la scrittura l’ho scoperta nel tempo. Ho dato spazio alla poesia, ma ho scoperto di avere voglia di raccontare e allora ho cominciato a scrivere romanzi. Ho trovato spunto da esperienze personali che avevo voglia di esternare. Si può passare dalla poesia ali libri gialli? Io l’ho fatto perché mi attrae il mistero e l’azione. Per prima cosa ho creato un personaggio, doveva assomigliarmi in certe sfaccettature, ma essere anche l’opposto. Lui è un investigatore. Creo le situazioni, mi piacciono i dialoghi. So dall’inizio cosa voglio che succeda, ma le modalità cambiano durante la scrittura e le idee che arrivano.mi piace che il lettore sia preso dalla storia, ma voglio fargli conoscere anche il lato umano del protagonista e i contorni della sua vita al di fuori del lavoro. Sono al terzo libro che lo coinvolge. Sono scrittrice per caso, per passione e i tuoi consigli credo mj aiuteranno molto. Grazie.
Ciao Carla, grazie molte e si capisce subito che ti piace scrivere 🙂
La discussione è arrivata in un momento molto opportuno per me. Mi stava già accorgendo da sola che le mie storie vertono sul protagonista. Il test me lo ha confermato. Ora capisco anche perché i miei libri preferiti sono sul protagonista, però non ne ero conscia. In epoca recente devo dire che molto ha influito la lettura di una serie storica in cui il protagonista e la sua trasformazione la fanno da padrona sulle trame seppure ricche di eventi. Grazie.
Ciao Patrizia, ottimo grazia te! Lo scopo del contenuto era proprio questo ne sono proprio contento!”
ciao Donato penso che ideare un bel personaggio sia importante ma senza una trama degna di nota sarebbe come un bel marito senza cervello. Saluti Caterina
Ciao Caterina, è proprio vero la tua metafora è più che azzeccata
Ciao Donato, quando inizio a scrivere un racconto ho già in mente, a grandi linee, quale sarà la trama. I personaggi, che poi andrò a creare, dovranno, necessariamente, farne parte. Ma la cosa interessante, e molto importante, è che dovranno innalzare la loro personalità, e fare della trama un tessuto personale nel quale muoversi. Sì, penso che ambedue gli aspetti siano importanti, e proprio per questo devono interagire fra di loro.
Bello il tuo scritto, è sempre un piacere leggerti.
ciao Claudia, grazie per il tuo commento continua sempre a seguirci!
Ciao Donato, questo tuo blog mi sta dando speranza di far “risorgere” un manoscritto trasformandolo in romanzo d’azione dove la protagonista sta acquistando carattere e determinazione. I quesiti che poni sono stimoli che vanno a stuzzicare e a mettere in moto ulteriori opzioni nella storia.. sei un perfetto personal trainer!! Non vedo l’ora di concludere per mandarvela e avere ulteriori consigli
ciao Barbara, ottima notizia, allora ti dico di curare molto anche gli antagonisti e vedrai che super protagonista che verrà fuori!
Ciao Donato, Secondo me il personaggio non può non essere calato nel mondo in cui deve vivere e con cui deve confrontarsi ed interagire per raggiungere i suoi obbiettivi. Negli ultimi romanzi che ho letto, ma è una tendenza cui da tempo si rivolgono anche molti scrittori di successo, ho notato che si ricorre a trame inverosimili per ottenere la giustificazione dei successi, ma a volte anche degli insuccessi del personaggio o degli antagonisti. Faccio un riferimento per chiarire meglio: Dan Brown ma anche molti altri che creano ambienti artefatti dove i personaggi sono tutti belli, ricchi e famosi che hanno il mondo a loro disposizione. Forse vado in controtendenza ma per me i personaggi dovrebbero essere esaltati per le loro qualità o le loro malvagità interiori e le trame quanto più possibili giustificabili e coerenti con la realtà in cui tutti, purtroppo o per fortuna, ci troviamo a vivere.
ciao Gaetano, grazie per il tuo contributo il tuo punto di vista è molto articolato, e potrebbe aprire una bella discussione, io credo che anche le trame più spinte come quelle di Brown che giustamente citi, nella loro complessità sono in qualche modo costruite in modo tale per essere convincenti. Ti riferisco di seguito uno studio che non è mio ma di Aristotele: In una Storia è preferibile una cosa impossibile ma convincente, ad una che è possibile ma che non convince, l’autenticità non ha nulla che fare con la realtà”
Ciao, Donato, anche se non ho mai preso la parola, ti seguo con grande interesse e ti ringrazio per i suggerimenti sempre azzeccati e di aiuto per la scrittura.
Ho fatto il test e devo dire che non ho trovato difficoltà a rispondere alle domande. I risultati del test mi fanno sperare che romanzo che ho scritto sia ben equilibrato, sia per la trama, sia per i personaggi. La maggiore difficoltà che ho incontrato è stata quella di dare credibilità e concretezza a un evento di fantasia, per il quale ho fornito una spiegazione scientifica fondata e dimostrabile che rende fatti descritti attuali e, per quanto improbabili, non impossibili.
Ciao Mariele, grazie per il tuo contributo a volte può anche non essere necessario dare riscontri scientifici l’importante è rendere credibile, Aristotele diceva che è preferibile una cosa impossibile ma convincente ad una che è possibile ma che non convince 🙂
Generalmente, inizio a scrivere solo se una suggestione è intensa abbastanza da alzare la pressione interna al punto di diventare una specie di pensiero costante. E quando arriva il momento – che sfocia in una sorta di “necessità” -, scrivo subito di quella suggestione per vedere se essa presenta una sua forza. E non ho bisogno di chiedermi se questa sia grande abbastanza da risultare convincente. Se è presente, non mi fermo più. Spesso scrivo per ore e mi accorgo quando sono i personaggi a prendermi la mano. Sono loro a condurre la storia. Talvolta, quando sono costretto a interrompere, sembra che la loro “presenza” si faccia quasi… minacciosa, come se mi chiedessero di non restare “sospesi”. E’ una sensazione esaltante che spesso ti rende schiavo, come se fossi vittima di una piacevole tirannia. Sì, so che un vero scrittore riesce a tenere a bada i personaggi, non ne diventa solo un mero strumento di trascrizione, ma io cerco di immedesimarmi in ognuno di loro, cerco di capirne la psicologia sulla base della loro back-story, le motivazioni di fondo, le emozioni, le loro reazioni quando vengono calati in situazioni particolari, gli obiettivi, le paure, i lati chiari e quelli oscuri. Mi piace descrivere la loro natura nei dettagli, nei gesti, nelle occhiate che si scambiano; riporto in corsivo i loro pensieri. E loro portano avanti la storia. Ecco perché non scrivo in senso cronologico. Descrivo situazioni, sensazioni, emozioni in varie scene. E poi le collego, che è la fatica più grande e dispendiosa. La scaletta mi viene dettata dagli elementi che man mano si sviluppano. Non riesco a rimanere ingabbiato in una griglia, in un trattamento preesistente. Ho bisogno di lasciar liberi i personaggi. E la mia penna. L’unico strumento che mi accompagna – e da cui non mi separo – è il mio moleskine nel quale appunto (a mano!) sensazioni, immagini, emozioni.
Ciao Emilio, il tuo commento aggiunge tantissimo valore al contenuto, raccontare la tua modalità di scrittura sono sicuro che servirà a tantissimi altri lettori, ti ringrazio davvero per quello che hai scritto!
Certamente, così mi dirai che ne pensi. Ho avuto difficoltà con il titolo. Non volevo che fosse ovvio, neppure troppo enigmatico. Ho dato un tocco di mistero che dovrebbe incuriosire il lettore.
Ciao Donato e grazie
I miei libri li scrivo prima con il protagonista che deve svegliare l’interesse del lettore, dandoci, naturalmente, emozioni ed anche comprensioni e rabbia, certe il lettore vuole il protagonista eroe, ma per esserlo bisogna aggiungere la trama ( queste parole me lo diceva un mio professore di italiano, quando frequentavo le scuole medie ed il liceo scientifico, infatti quando dettava i temi, a lui piaceva la mia fantasia, tanto da consigliarmi di scrivere libri ) ma non l’ho fatto mai, ma i miei ricordi trascorsi in Africa erano sempre vivi non volevo gettarli nell’oblio, così ho iniziato a scrivere il mio primo libro IL PESCATORE ARABO, facendolo leggere ad amici e parenti, naturalmente loro avranno pure detto che poteva piacere, per non demoralizzarmi, ma ho avuto dei complimenti, molti anni fa, da lettori che una casa editrice lo ha pubblicato ed il bello, senza avvertirmi, giustamente ho fatto le mie rimostranze, specialmente perchè è il libro che io leggo con grande piacere e moltissime volte, perché i bei ricordi danno all’uomo la vita lunga, me lo diceva mio nonno materno, e mi sa tanto che aveva ragione, pace all’anima sua… infatti ho raggiunto la sua età. Così mi sono permesso di scriverne altri e continuo a farlo, ma sempre con il mio sistema, sopra detto, finché sono ancora ospite terriero. Ciao Donato e scusa il mio commento.
ciao Vincenzo grazie molte per il tuo contributo!
Buona sera Donato,
Leggo con interesse i tuoi consigli. Ho fatto il test rispondendo facilmente ale domande poste, credo quindi di scrivere dando in maniera equilibrata, importanza sia alla trama che al personaggio, anche se devo dire che mi preme più piacerebbe coinvolgere il lettore con la trama in primis. Ritengo però che il risultato ottimale sia la giusta collocazione e presentazione dei protagonista nella stessa. Grazie e, felice sera
Buongiorno Antonio, scusa e scusate se non rispondo subito ai commenti, ma facendo per ognuno e dedicandomici al massimo, mi richiede tempo e non sempre ne ho a sufficienza, per questo vi chiedo solo di essere pazienti ma rispondo sempre (con calma) a tutti.
Venendo a noi, grazie per leggere i miei contenuti, se sei riuscito a rispondere a tutte le domande allora la tua scrittura è certamente equilibrata, te ne aggiungo una che mi viene sul momento: come siamo messi con gli antagonisti della tua storia^?
Cioa Donato ho appena letto tutti i commenti, belli e interessanti, si impara sempre da tutti. Ho sempre sostenuto che ognuno di noi e una persona unica, e irripetibilie: dunque preziosa.
Sono anni che mi servo di youcanprint, e come ben potrai vedere ne ho pubblicati diversi di lavori. Mi piace dire: “scrivo per non dimenticare e non essere dimenticato”. Devo conffessarti che ho sempre scritto di getto, nei due romazi scritti non ho mai pianificato nulla. I miei personaggi erano imprevedibili, si creavano giorno per giorno. Magari mi trovavo in cucina a preparare il pranzo e pensavo alla mia storia, e all’impproviso un’idea, un spunto, così mollavo tutto e scrivevo. Penso che scrivere sia un arte che tutti abbiamo. Anche il raccontare è scrivere. Sai ho conosciuto molte persone semplici, che si vergonavano di scrivere, per la poca cultura, ma avevano una storia da raccontare. Ecco allora che usavo la loro storia, per portare realtà di vita vissuta nei miei romanzi. Penso che tutti abbiamo qualcosa di prezioso e unico dentro di noi, dunque ascoltare tutti, per chi scrive, è un fonte di ispirazione di vita realmente vissuta. un saluto a tutta Yucanprint
ciao Marcello è proprio bello il tuo contributo!
grazie
Ciao Donato,
anche se in silenzio da un po’, ti seguo sempre con la stessa attenzione del mio primo ingresso nel blog, e oggi anche con la gratitudine per la bella amicizia che, di commento in commento, è nata con Sabina Camani . “Una mail al giorno toglie la paura di torno” ne è la prova. Grazie.
Personaggio o trama, mi chiedi. Ci ho pensato un po’ su, perché li vedo così strettamente legati da non poter scindere l’uno dall’altra. Poi però ho riflettuto a lungo sul processo di scrittura e posso dire che opto per il personaggio.
Quando nasce è lì, nella mia testa, ha una vita tutta sua e si muove sulla scena, dando vita ad una trama e a tanti possibili scenari che mutano in corso d’opera. Esiste e mi guida …
in una continua interazione, il bandolo della storia si dispiega…
Grazie Donato per i contenuti sempre interessanti che ci proponi e ai commenti che sollecitano ulteriori riflessioni.
A presto
Ciao Maria Teresa, grazie per continuare a leggermi io sono perfettamente d’accordo con te, amo i personaggi più della trama, ma è solo un mio personale sentimento…
Buin pomeriggio Donato, seguo spesso senza mai intervenire, nn per una mancanza di argomenti, ma perché amo ‘ascoltare’ più che dire. Vengo al dunque, nella scelta di un libro , mi focalizzo sulla trama, cercando con curiosità cosa portano i personaggi a far sì che sia avvincente, amabile o meno.
Per questo motivo, forse, nello scrivere mi prefiggono di dare ampio spazio agli eventi, diciamo così, imbastendo poi, forse in maniera meno incisiva, il carattere e le azioni di un personaggio. Potrebbe a parer tuo /vostro nn essere sufficientemente valido come modo di esporre?grazie . Buona Pasqua
ciao Pasquina, certo invece è un ottimo espediente, quello che mi sento dirti è che alla fine avvenimenti e carattere dei personaggi poi devono essere strettamente legati 🙂
Mi sono arenata, per me sarebbe concluso perchè ho sviscerato tutto ciò che un personaggio può racchiudere, ciò che può fare, come può muoversi, il lato interiore, il carattere, inoltre sono quattro personaggi, con tutto ciò non sono arrivata neppure a 100 pagine. Non so più andare avanti. Hai un consiglio?
La lunghezza non è un metro corretto di valutazione, rileggendo il tuo scritto reputi di aver dato tutto e concluso la storia? L’arco di trasformazione di tutti i personaggi è compiuto?
Sì e mi sono decisa a pubblicarlo, infatti me lo avete pubblicato di recente con il nome: UNA BELLA LEZIONE – Covid 19. Ciao. Ho l’abitudine di non stare tanto a pensare, quando per me è detto tutto, vado avanti e non ci penso più.
mi piacerebbe avere una idea chiara circa la preferenza della trama o del personaggio ma riflettendo mi accorgo che uno non può prescindere dall’altro ,poichè per me sono complementari.Può accadere che mi lasci coinvolgere dalla trama mentre i personaggi diventano uno sfondo ma può accadere che i personaggi abbiano tale carattere da mettere la trama in secondo piano.Comunque l’esplorazione della psiche alle volte, per me, è più interessante della trama.Grazie .
Tanti, forse troppi articoli dedicati alla narrativa. Chi come me si occupa esclusivamente di saggistica trova poco materiale per crescere
Ciao alessandro ho scritto due libri due libri di saggistica pubblicati con youcanprint. Poi mia moglie un giorno disse: “i tuoi pensieri sono pofondi ma pochi sono disposti a leggere i tuoi libri, scrivi un romanzo dove i tuoi prottagonisti usano in modo appropiato le tue riflessioni.” Ho trovato utile il suo consiglio, così ho scritto due romanzi. Penso che uno scrittore non deve fermarsi a un solo genere, ma sapziare possibilmente in vari campi della narrativa, magari prediligendo un suo proprio percorso narrativo. Spero che questa mia esperienza personale ti sia stato utile. Ciao.
Ciao Marcello, ringrazia tua moglie per averti consigliato questo nuovo percorso che può essere di ispirazione a molti altri autori!
E si, cara Federica, come dice un detto: “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna.”
Nel mio romanzo, “stella del mattino” una storia d’amore oltre lo spazio e il tempo, il mio amore per mia moglie e la nostra vita insieme, mi è stata d’ispirazione, raccontando emozioni e momenti di vita che io ho vissuto realmente. Penso che la fantasia si debba servire della realtà vissuta personalmente dallo scrittore, solo così il lettore potrà capire e comprendere ciò che in fin dei conti tutti viviamo nel viaggio della vita: l’amore e tutte le emozioni che ne conseguono.
Ti auguro un sereno cammino, pieno di forza e amore. Ciao.
Grazie infinite Marcello, parole bellissime le tue e un augurio che accolgo con grande riconoscenza.
<Caro Sig. Cornovaglia,
vedo con interesse le tue idee editoriali, ma non avertene a male se sono un po' assente nel feedback, perché i miei libri (e sono a 10 quelli pubblicati) non sono romanzi, ma sono "saggi" o riflessioni bibliche sui loro argomenti biblici, in quanto ho trovato una nuova interpretazione della visione di S.GWE e nelle stesso tempo profezia del cap. 12 dell' Apocalisse, che rivoluzione tutta la teologia cristiana ebraica e mussulmana, presentando nuove aspettative sconvolgenti dei prossimi decenni e basta che tu legga la mia introduzione ad un qualsiasi libro mio e capirai subito la tensione che c'è e ci sarà. perciò sono un po' fuori dal concetto di romanzo, e nello stesso tempo ho creato una teologia, la teologia del Regno Messianico, che sconvolge tutto quanto si sapeva prima, al punto che uno non credente rifiuta tutto, che ogni credente ne resta sconvolto e preoccupato con forte spinta a dissociarsi dalle mie previsioni dei prossimi decenni. Ti saluto e ti stimo.
Vincenzo D' Antonio
ciao Vincenzo, grazie per la stima!
Caro Donato Corvaglia,
mi sono accorto che non ho comunque risposto alla tua domanda sul fatto di pensare che sia meglio seguire la trama od il personaggio nelle scrivere un romanzo, nella risposta che ti ho dato in luglio. Ora credo decisamente che nei miei studi teologici, che hanno tratti da romanzo, nello scrivere un libro sia indispensabile pensare ad un fine ed a come raggiungerlo. In effetti la Bibbia è un romanzo, solo che è un romanzo vero, e tende tutto alla salvezza dell’ Umanità, ma non ci avevo mai pensato approfonditamente, ed oggi mi sono accorto che la Bibbia ha un solo scopo e cioè quello di salvare l’ Umanità dal Destino di Schiavitù e di Morte, che vediamo sparse ovunque nella terra. Lo Scopo è salvare l’ Uomo da questo Destino impostoci dal Maligno, per suo egoismo, e portare l’ Umanità al suo primitivo Destino, che ci è stato illustrato molto bene dal Nuovo Testamento, e cioè quello di trovare la via per recuperare la divinità di ogni persona umana, uomo o donna che sia, renderla cosciente di essere Figlio di Dio, in quanto discendente di Adamo generato Figlio di Dio, come sta scritto nella Genesi della Bibbia, e fargli sapere che ogni uomo ed ogni donna ha come Destino primario dato dal Padre Celeste quello di ereditare il Regno di Dio, quindi Vita di Immortalità, e non solo, ma anche di ereditare il Regno dell’ Eternità, quindi Vita Eterna, diventando un po’ alla volta prima uguale al P Celeste tramite l’ Onniscienza dell’ Universo e poi uguale al Padre Eterno Yahweh attraverso l’ acquisizione dell’ Onniscienza del Tutto. Quando tutti gli esseri umani avessero raggiunto questo scopo dell’ Onniscienza del Tutto, allora si farà un altro Creato dove tutte le Creature abbiano a riscoprire la Felicità dell’ Onniscienza e siano felici. Detto questo, credo che in ogni romanzo dia indispensabile avere uno Scopo e quindi un Trama da inseguire o creare , come una ferrata che porti sul Monte più alto, ed in questa trama, di volta in volta abbiano ad apparire vari personaggi grandi e piccoli che poi arrivino tutti allo stesso Destino: la massima Felicità !
ciao Vincenzo! Grazie mille per il tuo contributo! 🙂
Povera rana. Comunque ho sempre iniziato i miei romanzi con la descrizione di situazioni tranquille e distensive, rilassanti per i miei lettori. Quindi direi che ho seguito la strada della rana in acqua tiepida, che è, forse, la più congeniale alle mie caratteristiche di scrittore, finora, di non grande successo.
ciao Gianfranco grazie per il tuo commento e il tuo contributo, se hai bisogno sono a tua disposizione!
Anche se non interagisco molto, ho letto sempre con interesse sia i vostri consigli per rendere interessanti le storie sia i commenti degli autori intervenuti. Però, devo dire che mi occupo da anni solo di saggistica e che, pur avendo provato qualche ‘bozza’ di narrativa (genere, di cui voi soprattutto vi occupate nelle mail), questa seconda strada non è per me: ognuno, penso, debba scrivere seguendo i suoi ‘istinti’. O meglio, le sue attitudini. Dunque, anche se Marcello Massalin ha seguito con profitto l’esortazione di sua moglie, in verità si è potuto cimentare anche nella narrativa, poiché ne aveva, già in ‘potenza’, estro e capacità. Io, confesso, non ho la fantasia del narratore, ma predisposizione preponderante per la saggistica, anche se questo genere ‘tira’ meno, come si dice, commercialmente parlando. Perciò, anziché scrivere un romanzo ‘brutto’, in quanto non ispirato, preferisco scrivere un saggio, sperando piaccia perlomeno a quei lettori, magari minoritari rispetto a quelli dei romanzi o delle poesie. Anche perché, mi pare di capire, che nessuno di noi – nonostante faccia piacere vendere il più possibile – si impegni nella scrittura ‘solo’ per scopi commerciali, poiché credo farebbe poca strada (a meno che non si sia già personaggi ‘televisivi o già noti): almeno, questo è quello che penso io, che può non far testo affatto o non essere condiviso da nessuno. Sicché, mi accingo a pubblicare il mio sesto lavoro con Youcanprint, cui rinnovo la mia stima e il mio plauso convinto per la grande capacità professionale di tutta l’organizzazione. Massimo Desideri
ciao Massimo, grazie per il tuo bellissimo attestato di stima nei nostri confronti. E’ importante che ciascuno di noi segua le proprie attitudini, questo non fa che aumentare la probabilità di raggiungere ottimi risultati, continua a seguirci Massimo e grazie anche te a per aver arricchito la discussione!
Ciao Massimo, ho letto ora il tuo commento. Hai ragione per scriver un romanzo la fantasia è importante. Per quel che mi riguarda ho imparato vedendo molti film, e naturalmente leggendo molto. La saggistica è importante, io ne ho scritti tre di libri, però ti consiglio di provare la narrativa, magari raccontando un po’ di vero vissuto, da te o da storie che hai sentito. I limiti della mente sono solo quelli che il nostro ego ha paura di superare. Naturalmente tutti i miei libri sono stati pubblicati con Youcanprint, che ringrazio sentitamente. Una buona, serena e lunga vita da scrittore.
Che dire? Mi ritrovo facilmente in tutti i commenti dei lettori-scrittori e nei tuoi. Ho iniziato sei anni fa a scrivere, di getto, dopo aver messo nei cassetti della mia mente di tutto e di più. Non ho difficoltà a trovare l’argomento, anzi, mentre scrivevo il primo romanzo avevo già in mente il successivo; e questo sta avvenendo come normalità ancora oggi. Non uso tecniche particolari, seguo il mio istinto, che, mescolato come in questo caso a scambi di opinioni e suggerimenti, penso si stia affinando man mano che scrivo. E già, bisogna scrivere scrivere scrivere; leggere leggere leggere. Quando ho ascoltato e letto i primi commenti ai miei romanzi: “Caspita Miluzza, che donna!” “Quel don Cosimo è proprio uno tosto…” “Non mi aspettavo quel finale, quel cornuto..” “Ora quando passo dall’autostrada e guardo le montagne mi aspetto di vedere il castello…” “Ho girato pagina su pagina perchè sapevo che stava per succedere qualcosa, ma non sapevo che cosa…”.
Ecco, questi commenti mi fecero capire che la strada era quella giusta; ma sono fermamente convinto che c’è tantissimo da imparare e questo è molto stimolante, come i miei personaggi.
CIAO Corrado grazie per il tuo commento, da tantissimo valore al mio contenuto e insieme a tutti gli altri commenti fa di questo uno dei post più commentati in assoluto. Sono veramente curioso ora di vedere il tuo libro 🙂
Io scrivo per il piacere di farlo e lo faccio per me stesso, è un modo di passare il tempo facendo ginnastica col cervello, come quando si legge. I personaggi e la trama si muovono autonomamente, sono loro a suggerirmi cosa devo scrivere. Anche se non pubblico sono ugualmente gratificato. Sono strano?
Ciao Salvatore, ovviamente no!
Ritengo che scrivere sia un esigenza di comunicazione dei propri sentimenti. , sia un’espressione della propria personalità Ogni scritto rappresenta un elemento di creatività personale e, pertanto non può essere imbrigliata in schemi precostituiti. E? logico che vanno rispettate le regole di grammatica, di sintassi e di ortografia. Io penso che in primis si scriva per se stessi. Creare una storia è un’espressione di sè che sia reale o inventata poco conto. I lettori verranno successivamente; non sono la cosa più importante. Scrivere non è ricercare una fonte di guadagno, un mestiere ..E’ espressione di sentimento, di gioia, di tristezza.. é comunque comunicazione e questa é l’aspetto più importante dello scrivere.
ciao Emilia, grazie per il tuo contributo! 🙂
Condivido pienamente l’opinione di Emilia, scrivere è un bisogno che viene da dentro, indipendentemente dal successo del proprio libro. E’ anche scrivere per se stessi, e meravigliarsi quando dopo qualche tempo, rileggendo in nostri testi, riceviamo un’emozione che durante la stesura del nostro libro non potevamo percepire. Quando si scrive per mestiere, a volte si perde quella scintilla che accende la fantasia e da emozione. Scrivere è prendere l’intimo invisibile che è dentro di noi e renderlo visibile agli altri portandolo alla luce del sole. Le parole sono la vera essenza della nostra anima. “Scrivere è donarsi al mondo senza maschera, esporre i propri pensieri, è anche accettare di non essere compresi, senza nascondersi dietro silenzi ipocriti. Per scrivere ci vuole coraggio, e umiltà. Scrivere per non dimenticare e non essere dimenticati.”
Ciao Donato, in questi ultimi tempi ti vedo ovunque, la mia non è una crtica anzi è incredibile come ti stai prodigando per migliorare e gestire al meglio il tuo impegno… grazie di tutto questo!! in effetti le tue promesse espresse tempo fa si sono puntualmente avverate. Ho letto con interesse i tuoi consigli per scrivere al meglio un libro di qualunque genere e li ho trovati molto interessanti. Dal mio punto di vista come neo scrittore, ho iniziato per il momento a scrivere solo biografie. .. forse è il settore più facile? Caro Donato io non sono più giovanissimo ho 76 anni suonati e quindi mi piace raccontare il mio passato… comprensibilmente il mio futuro mi fa un po’ “paura”. Invece nei miei racconti ritrovo e assaporo dopo tanti anni le stesse emozioni dei miei vent’anni! Cara e vecchia periferia di Milano quanto mi manchi!! Adesso sto scrivendo un altro libro, mi piacerebbe uscire dai miei numerosi “ricordi” comunque se ti fa piacere ti farò sapere strada facendo. GRAZIE per tutto quello che stai facendo… ci stai aiutando moltissimo! ormai sei come un amico… un abbraccio
Edoardo Giolito
ciao Edoardo! Ti ringrazio per il tuo commento che è una bellissima testimonianza! Un abbraccio e a presto!
Ciao Donato, interessante il Test. Non si finisce mai di imparare e di crescere. Il mio comune ha pubblicato in rete la presentazione dell’ultimo romanzo. Anche questa è stata una esperienza formativa.
ciao Gianmarco! Grazie per il tuo commento!
Il TEMPO nel romanzo. Io l’ho cadenzato con la trama. Non ho creato angoscia ma suspense, forse solo curiosità sul come sarebbe finito “l’accaduto”. Non è un giallo ma vita tragica vissuta. Nel primo libro sono stati trattati episodi cruenti del tempo di guerra. Nel secondo una vita familiare distrutta dal vizio del bere della moglie, della perdita del lavoro del marito, dirigente bancario, e rinascita dell’uomo con un altro amore.
Ciao Adriano, ottimo lavoro!
Sarò strano, ma io sono guidato dalla tastiera del PC come a qualcun altro guida la sua penna. E come se la cosa importante sia scrivere e non quello che scrivo. Non prendetemi per pazzo scatenato. Non ho regole, non uso schemi, non definisco né protagonista, né antagonista. Faccio un esempio: a volte mi è capitato di imbastire una storia d’amore e quindi penso al loro incontro successivo dopo che stavolta hanno fatto l’amore trascinati dalla passione irrefrenabile, ed invece digitando mi porto da un’altra parte con un incidente mortale, lei muore, e quindi disperazione da parte di lui, ma è tutta una farsa perché la tastiera mi porta da un’altra parte è un omicidio ed entra in gioco il commissario. L’avevo già stabilito che sarebbe finita così. ASSOLUTAMENTE NO. Sono da ricovero eh? Per questo motivo metto il titolo solo a racconto finito. Altrimenti il libro sarebbe partito con Amore Eterno e poi lei muore e lui va in galera. Che casino.
ciao Paolo, mi hai fatto veramente sorridere, grazie 🙂
Ciao Donato, non sempre ho il tempo di leggere tutte le tue info che mi inviate, scrivere x me e uno dei miei tanti processi artistici, ma è quello che racconta dei miei molti fantastici mondi. Alcune delle tue lettere mi hanno aiutato a capire meglio alcuni processi ma perdonatemi se non riesco a fare di tutto, in fondo ho solo due mani… grazie
ciao Cristina, grazie mille per il tuo commento !
Scusa Donato, è la prima volta che partecipo e mi perdo un po’ in questo fiume di commenti. Mi riferisco alla differenza tra premessa narrativa e morale, e al racconto che hai fatto. Per me la premessa narrativa è un fatto, una situazione che attira l’attenzione e precede il desiderio di dimostrare qualcosa. Questo secondo sentimento è molto vicino a quello di voler esprimere una morale. Il concetto di morale, poi, è molto legato alle consuetudini di una società, oggi forse si può ritenere morale un atto se porta benefici a tutta la comunità o quanto meno non porta danno in principio a nessun componente della comunità.
Caro Donato Corvaglia,
non ho avuto il tempo di leggere tutti gli interventi, ma solo alcuni ed ho visto i miei due interventi, che ho trovati sgrammaticati, perché scritti d’ impulso e nemmeno riletti, in quanto il tempo moderno vuole tutto ed in fretta, ma mi sono confermato, per quello che ho letto, che anche per scrivere un romanzo, bisogna partire da un scopo e quindi da una trama, per il raggiungimento di uno scopo, e poi nello sforzo del raggiungimento dello scopo, vengono fuori i personaggi, pro e contro lo scopo, e si può creare un solo protagonista vincente oppure anche più protagonisti vincenti (quindi anche i perdenti) e passare di tempo in tempo attraverso i protagonisti vincenti e perdenti in modo che alla fine vinca un protagonista vincente in modo definitivo ma col contributo di altri protagonisti vincenti che passano il testimone ad altri protagonisti vincenti del Bene per tutti, e così fra i protagonisti vincenti (e poi perdenti) per il Male più grave per tutti, ma il Bene deve vincere prima o dopo in modo definitivo, perché così c’ insegna la Storia dell’ Umanità, che pur passando tra Disastri e Trionfi, alla fine è sempre migliorata, come ci dice la tecnologia, e come ci dicono anche le Profezie.