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Detto anche il cambiamento dell’eroe, questo aspetto si riferisce ai cambiamenti che un personaggio subisce nel corso della narrazione.
Rappresentare bene quest’arco di narrazione è uno dei punti più difficili ma nello stesso tempo più importanti di tutto il processo creativo.
Vediamo l’approccio che solitamente si usa.
Si prende il personaggio, lo si correda di una lista di attributi che siano il più esaurienti possibile, si racconta la sua storia e, infine, si fa in modo che subisca un cambiamento finale.
Questo è lo standard.
Ad esempio: potresti avere un personaggio che da povero diventa ricco o che da contadino diventa re, oppure che riesce a risolvere i suoi problemi di droga ecc… questi sono indubbiamente dei cambiamenti, ma non sono trasformazioni.
Una vera trasformazione del personaggio prevede la messa in discussione e il successivo cambiamento dei suoi princìpi fondamentali, un processo che comporta l’acquisizione di nuovi valori morali.
La trasformazione di un personaggio non avviene alla fine del romanzo, ma deve partire già dalle prime pagine. Tutta la narrazione deve tendere, deve essere improntata, alla vera trasformazione che si completa nel finale.
Attenzione perché qui ci giochiamo tutto.
Dove, come e quando avviene la trasformazione del personaggio?
Quando l’abbiamo appurato, inizia dal principio e si completa alla fine ma il processo è in atto sin dalla prima battuta del tuo romanzo.
Come?
Qui entra in gioco la consapevolezza del sé di un personaggio.
Essa è costituita dalle sue convinzioni sul mondo e su se stesso, dalle azioni che dovrà compiere per ottenere ciò che vuole.
In una storia ben scritta, quando l’eroe persegue un obiettivo è costretto a mettere in discussione i suoi princìpi più profondi; nei momenti di crisi, egli comprende in cosa crede davvero e decide la sua linea d’azione.
Solo in questo modo il lettore è invitato a partecipare al processo di trasformazione ed a immedesimarsi nei diversi personaggi lungo la narrazione, non solo conoscendo i loro diversi punti di vista ma anche cercando di capire a chi appartiene il punto di vista che gli viene presentato.
Le possibilità di cambiamento sono chiaramente illimitate.
L’evoluzione del nostro eroe dipenderà dalle sue convinzioni iniziali, da quanto egli sarà disposto a metterle in discussione e da quanto queste saranno cambiate alla fine.
E’ qui che puoi lasciare la tua impronta sulla storia.
Tuttavia, certi tipi di archi di trasformazione del personaggio sono più comuni di altri.
Analizziamone alcuni, non perché dovrai usarli nella tua storia, ma perchè la loro comprensione ti aiuterà ad avere le idee più chiare.
Dobbiamo considerare l’arco di trasformazione del personaggio come letteralmente la colonna portante che sosterrà la struttura della storia.
Parti sempre dalla fine dell’arco di trasformazione, poi passa al punto di partenza di questo arco, e poi crea i gradi di sviluppo intermedi.
Il motivo per cui è sempre bene iniziare dalla fine (ne abbiamo anche già parlato qui) è che ogni storia rappresenta “un percorso di apprendimento” per il tuo eroe.
Come in ogni percorso che si rispetti, bisogna conoscere dove si è diretti prima di incominciare, per non rischiare di vagare senza una meta.
L’ obiezione che potrebbe scaturire è che questa tecnica potrebbe sembrare costrittiva, o schematica, invece non è così, perché in qualunque fase della narrazione avrai sempre ben chiara la tua destinazione, e puoi prendere tutti i rischi che vuoi.
Grazie per la tua attenzione
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti
fonti: Elementi di stile nella scrittura di William Strunk, Anatomia di una storia di John Truby
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Interessante
Grazie Sandro 🙂
Grazie Donato. Queste tue considerazioni mi confortano.Hai illustrato lucidamente ciò che inconsapevolmente ho applicato al mio romanzo, Esseri umani, dove sin dall’inizio ho ipotizzato la trasformazione del personaggio chiave, egoista e libertino, in un altruista. Riflettendo sulle tue indicazioni mi sono accorto che, questa mia inconsapevolezza, mi ha portato forse a non drammatizzare a dovere gli eventi che si svolgono nell’arco degli eventi. Un saluto.
Ciao Gaetano, ottima evoluzione per il tuo personaggio! Si certo mi raccomando utilizza le opposizioni degli antagonisti per mettere duramente alla prova il tuo protagonista e farlo evolvere in maniera naturale ma profonda ed efficace!
Grazie Donato è un ottimo consiglio
Ciao Ivan, grazie !
grazie, è stata veramente interessante questa lettura, la terrò presente in seguito.
è da parecchio che penso di scrivere la mia storia, però non sono mai riuscito a realizzarla.
sto raccogliendo vari periodi della mia vita, ma il legarli e renderli interessanti in un percorso sincero e interessante mi risulta difficile. ora con quanto letto forse proverò a trovare una trama che mi permetta di tessere tutta lamia vita. ancora grazie
Ciao Giuseppe, si l’intento del contenuto è proprio questo, cerca di considerare dove il tuo personaggio vuole arrivare in questo modo puoi apprezzare tutta l’evoluzione del protagonista, in questo caso tu stesso.
grazie del consiglio, cercherò di tenerlo presente
Grazie per la fiducia. Sì, di solito il personaggio cambia nel corso della storia altrimenti è monotono, oppure è molto deciso e convinto della sua mèta che cambiano però i personaggi attorno o l’iter della storia narrata. Certamente si conosce la mèta da raggiungere ma non è facile il lavoro che indichi per trasformare il personaggio. Potrebbe trasformarsi a causa di un incidente che avviene verso la fine oppure un trauma profondo dal quale viene fuori facendo una seria analisi della sua vita.
Ciao Donato!
Prima di tutto, grazie per questi interessanti approfondimenti sulle tecniche di scrittura. Non commento mai, ma li apprezzo.
Secondo, ti segnalo un piccolo refuso: “ma deve partirà già dalle prime pagine”, niente di grave, si capisce ugualmente.
Infine, sono molto combattuta su questo argomento perché generalmente vivo la storia man mano che si sviluppa. Conosco la meta, naturalmente, ma il “come ci arriverò” è la parte in cui mi piace essere sorpresa durante il processo creativo. Mi spiego: se so già il finale, mi sforzerò, spesso inconsapevolmente, a puntare lì senza considerare deviazioni che potrebbero affacciarsi sul mio percorso e che potrebbero mutare il finale in un modo che non avevo considerato al principio.
Io ho le mie “macro-strutture”, il filone principale del racconto, ma i personaggi che vi ruotano intorno hanno ancora la possibilità di lasciare un’impronta forte, tale da poter cambiarne il corso.
Poiché la storia non si scrive in un giorno, ma in un lasso di tempo non troppo breve, è possibile che nella testa dell’autore si affacci qualche conseguenza, qualche cosa che prima non aveva contemplato e che potrebbe essere incredibilmente valida, meritevole di essere tentata.
La trasformazione del personaggio, in questo quadro, non è penalizzata, né “forzata”, ma diventa spontanea invece, o almeno, io la vivo così.
Nel momento in cui mi metto a scrivere, entro nei suoi panni e vivo il momento. Quando riesco a provare le “sue” emozioni, allora sono nella storia, mi comporto come lui, reagisco a ciò che mi succede come lui. E ciò che “mi succede”, mi cambia per forza, in modo naturale.
Non sono brava come te a sintetizzare il concetto, ma ecco, io mi trovo a mio agio così e mi sentirei davvero legata ad aver deciso tutto prima.
Probabilmente, con una storia già ben definita e chiara nella testa, allora l’approccio che suggerisci è più funzionale. Ma se la storia ha solo due o tre grandi punti fermi, e tutto il resto si sviluppa strada facendo, allora potrebbe essere una zavorra.
Sarà il mio approccio da giocatrice di ruolo a influenzarmi così? 😉
Ciao Rita mi fa molto piacere leggere il tuo commento, credo sia il primo, vado a memoria ma non credo di sbagliarmi. Si certo, tu hai scritto che sai dove arrivare ma è il come a cambiare ed evolversi, ed è infatti quello che ho cercato di sintetizzare io, sapere dove arrivare partendo dalla fine aiuta a realizzare un percorso di evoluzione efficace, questo come giustamente tu dici, non deve e non vuole precludere strade nuove, strade alternative, niente bisogna precludersi nel processo creativo, puntiamo che vogliamo arrivare ad un certo punto ma COME arrivarci questo spetta alle infinite soluzioni che la nostra mente ci offre.
Ps: refuso corretto, grazie 🙂
Ciao Donato, come sempre, questa tua spiegazione è chiara e mi tornerà di certo utile. A dire il vero, nel mio primo romanzo ho involontariamente seguito questo schema, tra l’altro per diversi personaggi/protagonisti della mia storia, ma poterlo raffrontare agli esempi da te riportati può di sicuro aiutarmi ad utilizzare l’espediente in questione con maggiore consapevolezza. Grazie per i tuoi consigli! Alla prossima.
Ciao Antonio, mi fa molto piacere, è esattamente questo lo scopo per cui scrivo i miei contenuti!
Interessante. Non mi è ancora capitato di indagare sulla trasformazione, se non superficialmente.Non mi sono ancora confrontata con un personaggio che volesse cambiare profondamente se stesso,però sarà uno spunto per il futuro.Grazie.
Ciao Luana, grazie per il tuo commento per me è prezioso perché mi da motivo di dirti di fare attenzione, i personaggi (a meno che non si tratti di un personaggio che fa parte di una serie allora l’evoluzione bisogna valutarla nell’arco di più volumi) devono avere un’evoluzione e non devono mai finire come iniziano, devono essere oggetto di un cambiamento che sia di status che sia d’atteggiamento ecc…altrimenti ne va dell’efficacia stessa della narrazione.
Chiaro e esauriente
Ciao Patrizia grazie infinite
argomento molto interessante
Ciao Marina, grazie molto gentile!
Sei stato illuminante, grazia mille! Sto elaborando il mio secondo libro, il primo l’ho stampato con voi, ed ero in un momento di crisi in quanto non riuscivo a venirne fuori e scrivere il finale della mia storia…grazie ancora!
Ciao Francesco mi fa davvero piacere, quindi l’arco di trasformazione del protagonista del tuo romanzo aveva dei problemi ad evolversi? Bene spero tu abbia trovato gli spunti adatti a proseguire alla grande! Tienimi aggiornato!
Buongiorno, ecco gli aggiornamenti che ti devo!
Per dirti la verità, la trasformazione del protagonista si stava evolvendo verso nella fase finale del racconto. Grazie a te, ora ho le idee più chiare al progetto della fase finale del racconto. Ho intenzione di mettere più in luce la trasformazione del protagonista e chiudere il tutto con l’esaltazione di quello che è successo alla sua parte spirituale…Mi hai dato coraggio a quella che, inizialmente era solo una mia idea, ma non ero sicuro che poteva funzionare. Ho preso un energico spunto da quello che ho appreso leggendoti; ora devo essere bravo a mettere nero su bianco questa nuova linfa…
Buongiorno, ecco gli aggiornamenti che ti devo!
Per dirti la verità, la trasformazione del protagonista si stava evolvendo verso nella fase finale del racconto. Grazie a te, ora ho le idee più chiare al progetto della fase finale del racconto. Ho intenzione di mettere più in luce la trasformazione del protagonista e chiudere il tutto con l’esaltazione di quello che è successo alla sua parte spirituale…Mi hai dato coraggio a quella che, inizialmente era solo una mia idea, ma non ero sicuro che poteva funzionare. Ho preso un energico spunto da quello che ho appreso leggendoti; ora devo essere bravo a mettere nero su bianco questa nuova linfa…
ottima notizia Francesco! Buona scrittura!
Ciao Donato! Proposte sempre di valore. Mi è piaciuta la precisazione della differenza tra cambiamento, trasformazione ed evoluzione di un personaggio.
Ho appena dato il visto si stampi al mio romanzo e leggendo adesso il tuo articolo ho considerato che nella storia della protagonista si verificano sia cambiamenti che trasformazioni che erano già in nuce al momento dell’idea della storia, poi si sono sviluppate autonomamente, senza che vi ponessi l’intenzione. Nel prossimo credo che ne sarò più cosciente.
Grazie delle riflessioni che i tuoi spunti provocano.
Giovanna
Grazie a te Giovanna per continuare a seguirmi con sempre immutato entusiasmo!
Interessante argomento.
Ma nella pratica non si dovrebbe comunque cercare di essere coerenti sulle caratteristiche caratteriali del personaggio?
Io mi sono fissato l’inizio, la fine e su per già quello che sarà il percorso del romanzo, ma credo che nei colpi di scena ed intrecci per mantenere l’attenzione del lettore.
ciao Antonino, cosa intendi per essere coerenti sulle caratteristiche caratteriali del personaggio?
Mi scuso per non essere stato chiaro, comunque intendo che se un personaggio è delineato dall’essere spiritoso ad esempio, oppure altra caratteristica potrebbe essere la passione per qualcosa eccetera. Queste linee guida del personaggio dovrebbero rimanere tali per renderlo riconoscibile… credo
si Antonino, allora avevo capito bene ma per sicurezza ti ho chiesto un riscontro, si queste linee guida dovrebbero rimanere tali, cioè se un protagonista è sarcastico, è una nota del suo carattere che è giusto tenere dall’inizio alla fine, l’evoluzione o meglio la trasformazione del personaggio competono sfere personali più profonde certamente