
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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Qual è la sostanza di una storia?
Dove prendiamo il materiale per creare le scene che un giorno si muoveranno e parleranno nel libro? Quale argilla trasformiamo e modelliamo, conserviamo o gettiamo via?
In ogni altra forma d’arte la risposta è evidente: il compositore ha il suo strumento e le sue note che suona; la ballerina chiama strumento il proprio corpo; gli scultori scolpiscono la pietra; i pittori rimescolano i colori.
Ogni artista può toccare la materia grezza della propria arte, tutti tranne lo scrittore. E questo perché il nucleo di una storia consiste in una “sostanza” che non si vede, non si sente e non si tocca mai direttamente; eppure la conosciamo e la percepiamo. La sostanza di cui è fatta una storia è viva quanto intangibile.
La materia dello scrittore è il linguaggio, ma il cuore di una storia è costituito da qualcosa di ben più profondo delle semplici parole.
Di solito il protagonista è solo un personaggio. Una storia però, potrebbe essere mossa da un duo, o da un trio o anche più personaggi.
Affinchè due o più personaggi formino un protagonista plurimo bisogna che siano soddisfatte due condizioni:
primo, tutti gli individui del gruppo devono condividere lo stesso desiderio; secondo, lottando per soddisfare questo desiderio soffrono e gioiscono insieme. Se ha succsso uno di loro ne beneficiano tutti. Se uno viene sconfitto ne soffrono tutti. All’interno di un film a protagonista plurimo motivazioni, azioni e conseguenze sono comuni a tutti.
Una storia può, d’altro canto essere a protagonista multiplo.
In questo caso, diversamente dal protagonista plurimo, i personaggi cercano di soddisfare desideri diversi e individuali.
Non è necessario che il protagonista sia umano: può essere un animale, vedi racconti per bambini. Può essere qualsiasi cosa cui possa venire conferito libero arbitrio, capacità di desiderare, di intraprendere azioni e di sopportare le conseguenze può diventare protagonista.
Addirittura è persino possibile cambiare protagonista a metà della storia. Morto il protagonista il lettore rimane smarrito e confuso, come può andare avanti la storia? Protagonista plurimo.
A prescindere, comunque, dal fatto che il protagonista della storia sia singolo, multiplo o plurimo, e da come sia caratterizzato, in ogni caso tutti i protagonisti hanno determinate qualità distintive, la prima della quali è la forza di volontà.
La forza di volontà del protagonista può essere inferiore a quella del biblico Giobbe, ma pur sempre abbastanza potente da sostenere il desiderio attraverso il conflitto e, alla fine, fargli compiere azioni che determinano un cambiamento significativo e irreversibile.
Non si può raccontare una storia in cui il protagonista non vuole nulla, che non sa prendere decisioni e le cui azioni non comportano cambiamenti a nessun livello.
La volontà sprona il protagonista verso un desiderio conosciuto: ha un bisogno o un obiettivo, un oggetto del desiderio, e sa qual è.
Se potreste prendere da parte il vostro protagonista e chiedergli “Che cosa vuoi?” lui avrebbe una risposta ben precisa da darvi: Vorrei X o Y adesso ma alla fine vorrei Z. Per molti personaggi è sufficiente un desiderio chiaro, semplice e conscio.
A tal proposito si legga l’articolo su Dufresne e come il suo protagonista maschile abbia ben chiaro in mente cosa vuole, qual è il suo obiettivo.
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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Molto interessante. Concordo in tutto. Aggiungerei la necessità di creare e mantenere una tensione alla ricerca della realizzazione di un desiderio conscio o inconscio. Una tensione che conduca il lettore ad immedesimarsi in quel certo personaggio. Una tensione non stabile ma variabile proprio come avviene nella vita. Grazie per questo splendido articolo.
Si la materia di chi scrive è viva ed intangibile,spesso è anche esigente .Grazie per l’analisi accurata.
Molto interessante. La.materia che citi è anima delle pagine di un libro . Credo che il successo derivi proprio dal riuscire a far percepire queste anime ai lettori
All’interno di un libro è possibile crearsi una felicità malgrado ha fatto del male a delle persone e poi amare la persona a cui ha fatto del male? E nella vita reale?
Grazie.
Leggo sempre con piacere le sue elucubrazioni anche se non le invio i miei commenti.
Saluti Dante.
Analisi acuta, dettagliata che
svela, in ogni piega,le dinamiche della nascita di una storia ed, in senso più ampio, della trama di un libro. Grazie per queste “pillole” illuminanti.
Grazie a te Valeria! Continua a seguire il nostro blog!
L’esempio è la risposta migliore. In ciò che scrivo sono sempre presente, come uomo, come donna, come atmosfera, come qualsiasi cosa. Sono presenti anche “altri”, ma come li vedo io, come li percepisco io, in base alle mie conoscenze e seguendo la mia indole naturale.
Insomma, anche le storie fantastiche nascono dalla vita reale. La “sostanza” è la vita. Ciò che fa la differenza è il modo in cui vedi/senti il tutto.
Enza Salpietro.
ciao Enza, grazie. Si hai perfettamente centrato il concetto. La sostanza è la vita e il personaggio siamo noi stessi…
Grazie di questi utili consigli. Ho appena rinunciato a pubblicare un racconto perché non mi convinceva del tutto. Voglio che vibri davvero prima di proporlo. Sono grata di ogni consiglio. Saluti Enrica.
Gentile Erica, grazie per il tuo contributo. Vorresti farci dare un’occhiata per una valutazione senza impegno?
Ho partecipato a IoScrittore con un fantasy che non ha convinto i giudici. Al momento mi sto dedicando a un nuovo progetto. Appena terminato mi farò risentire. Un cordiale grazie, siete gentilissimi. Sono felice di avervi scoperti. Enrica
Ho partecipato a ioScrittore con un fantasy e non ho convinti i giudici. Al momento mi sto dedicando ad un altro progetto. Appena terminato mi farò risentire. Un cordiale grazie. Siete gentilissimi. Sono felice di avervi scoperto. Enrica
come dice un mio caro amico che si occupa di tutt’altro tranne che di letteratura ‘raccontare è di tutti, scrivere un libro è un mestiere’ Aggiungo: scrivere senza stile equivale a tirare lo sciacquone del mercante pur di far sentire di tanto in tanto il proprio scoreggiare. beh! evitiamo di approfondire…
Ciao Gene! Beh che dire, quante volte, alle prese con un nuovo libro abbiamo sentito rumori molesti invece del piacevole fruscio delle pagine?
Di solito, un racconto mette in gioco più personaggi, nati dalla fantasia dello scrittore, ma, senz’altro, legati anche alle sue personali esperienze, quanto a sentimenti o comportamenti vari… C’è sempre, però, un protagonista principale, intorno al quale si dipana la trama e intorno al quale ruotano quelli che fanno da comprimari o ne subiscono il ruolo. Un racconto che non sia del tutto fantastico, guarda a ciò che è la vita vera della gente e ne mette in luce, secondo le abilità di scrittura dell’Autore, le peculiarità degli avvenimenti, dei colpi di scena, guardando alla bontà della loro esposizione , al fine di catturare l’interesse del lettore.
Son d’accordo con Maria Teresa e con Marina.
Ciao Maria Teresa, e grazie per il tuo contributo, sono d’accordo con te quando dici che c’è sempre un protagonista principale intorno al quale si dipana tutta la trama, l’errore che spesso si fa è quello di conferire al protagonista esperienze e sentimenti della propria vita, come in una sorta di delega. In realtà dobbiamo fare lo sforzo di diventare noi il protagonista, sentire le sue emozioni come se fossero nostre e di conseguenza agire.
condivido quanto esposto, vorrei però precisare a proposito dell’argilla, per me è qualcosa che si ha dentro, è una ricerca di se stessi allo specchio dell’argomento trattato. mi riferisco al libro che ho pubblicato
“In cammino verso il Regno” chi l’ha letto mi ha ringraziato!
TUTTO GIRA INTORNO AD UN TITOLO.
Attualmente ho in sospeso un racconto fermo a:170 pagine (PROFUMO DI PESCA)
Michele Bortone
ciao Michele, nel senso che stai cercando il titolo giusto per il tuo libro?