Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Tanto per cominciare ricorda sempre che devi usare il se seguito dal congiuntivo quando dopo trovi una condizione Esempio: Sarei molto felice se tu...
Il coinvolgimento emotivo del pubblico viene mantenuto grazie all’empatia.
Se lo scrittore non riesce a creare un legame fra noi lettori e il protagonista, si legge il libro senza provare nulla.
Il coinvolgimento non ha niente a che vedere con il suscitare altruismo o compassione.
Noi empatizziamo per motivi che sono molto personali, se non addirittura egocentrici.
Quando ci identifichiamo con un protagonista e con i suoi desideri sosteniamo i nostri stessi desideri esistenziali.
Il dono che ci offre la storia è l’opportunità di vivere altre esistenze oltre alla nostra, di desiderare e lottare in una miriade di mondi e di tempi sperimentando tutte le varie profondità del nostro essere.
L’empatia, dunque, è assoluta, mentre la simpatia è facoltativa.
Un protagonista, può essere o non essere gradevole.
Alcuni scrittori non sono consapevoli della differenza fra simpatia ed empatia e questo li porta a creare automaticamente un eroe piacevole temendo di non incontrare il favore del pubblico.
Non si contano i fallimenti commerciali di libri che hanno dei protagonisti amabili e positivi.
L’amabilità non è sempre garanzia di coinvolgimento dei lettori, ma deve essere considerato come un aspetto della caratterizzazione.
Il pubblico si identifica con la vera essenza del personaggio, con le sue qualità innate rivelate attraverso le scelte fatte sotto pressione.
Lo scrittore che sa il fatto suo, riesce a rendere empatico (non simpatico) anche il personaggio che oggettivamente può essere visto come un mostro.
I personaggi sono esseri umani, come noi. Il lettore riconosce l’umanità del personaggio, avverte di condividerla, si identifica con il protagonista si immerge nella storia.
In effetti nelle mani degli scrittori più abili anche il personaggio meno simpatico può essere reso empatico.
“Basterebbe” far emergere tratti importanti della sua coscienza.
Mentre il vostro personaggio vaga solitario per la strada dopo il suo ultimo assassinio si fa domande e medita e si tormenta: “Perché faccio tutto questo?”, “Che razza di uomo sono?”
Il lettore a quel punto legge e pensa: “Che razza di uomo?” Sei pieno di sensi di colpa…proprio come me. Anch’io sto male quando penso di fare delle cose ingiuste. Mi sento malissimo quando le faccio e poi non trovo pace.
Quante volte ti è capitato di leggere della morte di un personaggio “cattivo” che ti ha suscitato emozioni contrastanti, non ne sei stato felice, anzi è come se avesse lasciato un vuoto in te e nella storia…
Ecco, stiamo parlando di questo: empatia.
Quando per esempio un personaggio si accinge a compiere un’azione la sua mente può reagire in modo per lui inaspettato: i suoi pensieri possono non essere abbastanza rapidi o profondi o arguti; il suo corpo può non reagire come lui immaginava; potrebbe risultare non sufficientemente forte o abile per svolgere un particolare compito.
E noi sappiamo tutti come ci tradiscono le emozioni.
Di conseguenza nel mondo di un personaggio il momento di conflitto può essere costituito dal suo stesso essere.
Agire male o maldestramente, bene o in maniera impeccabile.
Sono l’estrema umanità e, a volte, la fragilità dei personaggi che si crea l’empatia con il lettore.
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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la maggior parte dei miei personaggi hanno sempre qualcosa in comune con me, vedi l’ultimo che ho scritto’ Il fiore di Malibran’ e credo che la parte più interessante sia quella di rubare i nostri stessi pregi e difetti mettendoli in parole. Talvolta scopro, nel descriverli, che riflettono le mie ansie e i miei interrogativi intersecandoli coi pregi e difetti di altre persone che incontro per caso. Ne viene fuori un nuovo uomo che riflette il tutto a seconda dell’azione che devo descrivere. Non so se è un pregio o un difetto ma quando a più di un concorso mi stringono la mano sono soddisfatto. Comunque Donato alla base di tutto ci vuole una grande fantasia che sia madrina di quello che hai appena scritto. Auguri ancora per la tua attività e grazie di esistere perché grazie alla tua azienda tanti di noi si sono scrollati di dosso quello che altri non concedono. A presto ti invierò il prossimo romanzo. Ciao
Ciao Francesco, grazie infinite per il tuo attestato di stima, davvero ne sono lusingato. La cosa che scrivi è vera, ok i tuoi personaggi sono una commistione di… l’importante è che tu li vada ad abitare mentre scrivi le righe del tuo romanzo…
Inviamo il prossimo romanzo scrivimi su: [email protected] alla mia attenzione
a presto
donato
Non è per niente facile scrivere un libro di “Fantasy” o un “Fantasy storico” con un protagonista cattivo, perfido o altro. Si è naturalmente portati a mettere in campo il meglio del meglio, magari con le sue paure e i suoi problemi, con le donne se è un giovane imbelle. Ho sempre pensato che se il mio protagonista non fosse il classico eroe invincibile, se non fosse il rubacuori che tutte si aspettano, e magari ogni tanto fa qualche figuraccia con chi gli sta intorno, magari sembra più umano di tanti altri personaggi. Di una cosa sono sicuro, nei miei scritti non mancherà mai l’ironia, quasi sempre a scapito dell’eroe di turno. Può andare? potrebbe essere accettato un eroe che sbaglia e paga sulla sua pelle gli errori che fa? Io credo di sì e per il momento continuerò su questa strada, chiaramente senza esagerare.
ciao Diego, grazie per il tuo commento, scusa se ti rispondo con qualche giorno di ritardo…parli di eroe nel senso di personaggio principale vero? Se è così sono convinto che sei sulla strada giusta, il protagonista perfetto è solo una gran rottura di scatole, il protagonista perfetto è quello quanto più vicino alla realtà, se abiti il tuo eroe non avrai difficoltà.
Sono convinta che nella narrazione di una storia occorre un giusto equilibrio di sentimenti negativi e positivi.
Ciao Luana, grazie per il tuo commento, abitando il proprio protagonista questo che scrivi e cioè che occorre un giusto equilibrio di sentimenti negativi e positivi, viene praticamente da sé. Continua a leggerci!
A presto
donato
I miei scritti non hanno protagonisti
ciao Maurizio, vuol dire che hai solo personaggi secondari? Ma se sono secondari vuol dire che qualche primario ci deve essere…
Sembra che tu abbia già letto il mio libro, che invece è ancora in attesa di pubblicazione. Il mio “eroe” è tutt’altro che amabile e buono. Al contrario il suo comportamento è esecrabile e disdicevole, sempre politicamente molto scorretto. Se poi è anche “empatico” sarà il pubblico a stabilirlo, ammesso che legga il libro. Di sicuro la parte del blog che non si applica a lui è il pentimento, perchè lui non sa neppure che cosa sia.
Ciao Gino, grazie per il tuo commento, sono sicuro che avrà l’empatia necessaria! Se vuoi farmi leggere qualcosa ne sarei contento. Resto a disposizione.
donato
Personalmente credo che il lettore non conoscendo l’autore, crede che il suo libro sia spazzatura e non ha tutti i torti….infatti è compito della casa editrice fargli propaganda, come dell’autore scrivere un libro che gli faccia vivere la storia del protagonista, soltanto così il libro, l’autore, la casa editrice, saranno apprezzati e consigliati dai lettori…..
Ciao Vincenzo il tuo pensiero è corretto, ma si aggancia più in un contesto di marketing editoriale, è vero che non si fa mai abbastanza per promuoverli e le case editrici faticano a far conoscere le proprie pubblicazioni.
Riflessioni appropriate ed utili riferite ad un racconto o romanzo e che condivido. Per la Poesia, l’approccio è diverso e per giudicare una raccolta, bisogna leggerla. Il problema è che non c’è attrazione a leggerla e non si acquistano libri di poesie, se non dai grandi o presunti tali, neppure dagli stessi poeti…Grazie dello spazio concessomi e buona giornata.
Ciao Maria Teresa, si per la poesia il discorso è completamente diverso, e ancora più maledettamente complesso…
Concordo. Aggiungo che è fondamentale creare personaggi credibili e seguirli in percorsi che li cambiano. Che siano personaggi simpatici o antipatici devono comunque mutare ed evolversi reagendo ai fatti della vita, al contatto con altri personaggi, ai motivi del subconscio che emergono prepotenti.
ciao Marina, grazie per il tuo commento, è come scrivi, esattamente così, aggiungo che è ancora più opportuno in tutto questo andare ad abitare il protagonista e solo così puoi coglierne l’essenza in ogni suo gesto, decisione e azione…
continua a leggerci! a presto
donato
Grazie Donato per le continue sollecitazioni.
Il mio protagonista, Paolo, è un uomo responsabile, attento agli altri, capace a volte di rinunciare a qualche progetto personale se la vita familiare lo richiede.
E quando il caso gli presenta il conto, entra nel tunnel del dolore, lo attraversa e ricomincia a vivere, cogliendo ogni opportunità per la propria rinascita.
Aspetto altri tuoi suggerimenti.
A presto
I protagonisti dei miei scritti sono personaggi che vivono le contraddizioni storiche di cui è segnato il nostro tempo passato e presente. E’ il caso del mio libro “Oltre la stella dell’utopia” che ha come scenario storico i cosiddetti “anni di piombo”. I personaggi principali attraversano quel periodo cruciale della nostra storia politica e culturale in cui si sono scontrate opinioni e visioni in conflitto tra loro. Nel contempo, non riescono ad eludere la dimensione umana, fatta anche di incertezze, fragilità, disillusioni ideologiche da parte di alcun, mentre altri hanno convinzioni irriducibili sulla necessità di determinare una svolta radicale nell’attuale sistema politico e sociale. Accade poi che le certezze rivelino anche debolezze e disillusioni al punto che molti protagonisti, divenuti perdenti consapevoli, finiscono per subire una sorta di “riflusso nel privato”.
ciao Gaetano, ho provato a vedere il tuo libro ma non è disponibile sugli store, ho visto male?
Grazie!
Ciao Donato,
sono molto d’accordo con ciò che dici sul personaggio
forse perché i personaggi che mi porto ancora dentro sin dai primi libri che ho letto, erano quelli che ne avevano viste e fatte di cose e che si erano trovati ad affrontare sfide notevoli.
Il personaggio del mio libro si chiama Fosco, vive in Giappone e perlomeno all’inizio del racconto è difficile trovarlo simpatico.
Lui è un uomo nero e i primi tratti che emergono del suo carattere sono la malinconia, la solitudine e l’isolamento.
Gli hanno insegnato sin da piccolo che la luce del sole scioglie gli uomini neri e che sua mamma è morta proprio perché ha trasgredito la legge e si è “esposta”.
il motivo di questa legge è un segreto antico della sua gente che Fosco ancora non conosce.
Lui sa solo che non potrà mai realizzare il suo desiderio più dolce e profondo: studiare l’arte di costruire giardini di armoniosa bellezza. Come potrebbe se il sole gli è fatale?
Così, per riuscire a vedere luce, colori, spazi aperti..di notte, entra nei sogni dei bambini..
L’evoluzione e il cambiamento della situazione di Fosco passeranno attraverso la nascita rocambolesca di una amicizia inaspettata che lo farà dubitare degli insegnamenti ricevuti innescando così il suo passaggio all’azione e alla ricerca della verità.
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensi ma immagino che se ti mettessi a leggere tutti i libri dei vostri autori ti servirebbero giornate di 48 ore.
Comunque ti ringrazio per l’interesse e ti saluto.
A rileggerci presto!
Sabina
Ciao Sabina, è molto molto originale quello che mi scrivi, Fosco ha il sogno di creare giardini di armoniosa bellezza ed entra nei sogni dei bambini..hai già pubblicato il libro?
Ciao Donato,
si! l’ho pubblicato il mese scorso con Youcanprint
il titolo è “L’uomo nero e i fiorellini profumati”. Quando iniziai ad insegnare parecchi anni fa, mi trovai ad aiutare un mio alunno che sognava spesso l’uomo nero e ne rimaneva spaventatissimo.
Trovai il modo di rasserenarlo fornendogli un punto di vista nuovo sul suo problema e andò tutto bene.
Scrissi qualche appunto sull’accaduto perché ero molto colpita da ciò che il bambino mi aveva raccontato riguardo al suo uomo nero e mi ripromisi di farne un racconto.
passarono gli anni, a volte rileggevo gli appunti senza riuscire mai a dare una forma a quelle impressioni.
Una sera, due anni fa, mio nipotino lesse i miei appunti e volle sapere di quell’avventura. Fu mentre raccontavo a lui, con la sua partecipazione e i suoi commenti che “vidi” Fosco, il personaggio principale.
Da lì, si aprì la strada e scrissi la storia. Grazie ancora per l’attenzione e per questo spazio
Sabina
Ciao Sabina, grazie a te per questo ulteriore approfondimento. Quanti bellissimi libri esistono e che non hanno il giusto e meritato spazio e attenzione e riscontro? Sono certo che anche il tuo appartiene a questa categoria, come ti ho scritto in una delle precedenti risposte leggerò il tuo libro.
Continua a seguirci!
donato
Ciao Donato,
la mia risposta di ieri non risulta andata a buon fine.
riscrivo scusandomi se eventualmente ci saranno 2 risposte
(non ho ancora ben capito come fare a vedere se un commento è partito)
Si, ho pubblicato il libro il mese scorso con YCP
il titolo è “L’uomo nero e i fiorellini profumati”
Grazie, un saluto
Sabina
Ciao Sabina, eccomi qui, prenderò visione del tuo libro molto presto, grazie a te per volermi seguire!
Ciao Donato,
ieri mi sono registrata sul blog nella maniera corretta perché stamattina ho iniziato a ricevere tutte le mail con i commenti e le risposte.
Mi sono quindi accorta di averti scritto ben 3 volte parlando dello stesso argomento e ho visto le tue pazienti e gentili risposte.
Non intendevo essere invadente o insistente e chiedo scusa a te e agli altri autori per il disguido, dovuto alla mia inesperienza in materia.
Ho visto che altre persone, chiedendoti un parere, non hanno scritto il loro titolo. quindi altra figuraccia per me che invece l’ho messo!
Pensavo che in questo spazio si facesse così, non cercavo pubblicità.
Comunque, tra una figuraccia e l’altra, lenta ma inesorabile, sto imparando…
Grazie!
a rileggerci
Sabina
cara Sabina, non esiste in questo blog un regolamento a riguardo, scrivere il titolo oppure no è tua completa discrezione, non ti preoccupare per aver scritto più commenti, sono felice di rispondere anche i commenti e le risposte sono contenuti utili per chi viene a visitare il blog
a Rileggerci
donato
Salve Donato. La mia esperienza è ancora talmente acerba che, in tutta onestà, non mi sono posta minimamente quale potesse essere il mio rapporto (e quello dei miei personaggi) con il lettore. Li ho raccontati, i protagonisti, per come loro stessi si sono raccontati. Non avrei potuto fare diversamente e, un po’ in controtendenza con quello che tu dici, sono dei personaggi amabili e piuttosto ordinari. Ripeto, non è stata la volontà di farli amare a spingermi a scriverli così, ma loro stessi, la loro essenza. E io la loro normalità l’ho amata e vissuta. Non è che una semplice storia d’amore, anzi la storia di un innamoramento, come tanti se ne consumano in ogni momento, in ogni angolo del mondo. Non ci sono genitori assenti egoisti o violenti, non ci sono drammi. Sono due ragazzi che vivono una situazione di normalità, e che scoprono di amarsi. È sbagliato? Non rispecchia ciò che il lettore si aspetta? Non crea empatia? Forse sarà così. Ma avrei tradito me stessa e i potenziali lettori se avessi raccontato le cose diversamente da come gli stessi protagonisti le hanno raccontate. Grazie per i tuoi spunti di riflessione! A presto
ciao Dora, mi hai fatto molto riflettere. Che riscontri ha avuto il tuo libro? Sono sicuro che è stato molto apprezzato. Hai ragione è in controtendenza però, perché di norma chi legge o guarda un film si aspetta qualcosa di più o di diverso o di altro che la nostra “ordinaria” vita spesso non ci offre (e forse menomale aggiungerei). Sei stata davvero gentile a voler condividere questa tua esperienza con me, se vuoi dirmi il titolo del tuo libro sarei felice di leggerlo.
a presto e grazie. donato
Ciao Donato, grazie per la tua risposta. Il mio libro non è stato ancora pubblicato, spero di autopubblicarlo a breve. Gli unici riscontri che ho avuto sono quelli dei pochi intimi a cui l’ho fatto leggere. Il fatto è, Donato, che la normalità a volte viene sottovalutata. È giusto ed anche più che naturale cercare l’evasione in un libro, io per prima la cerco. Ma l’evasione non la si trova solo nella trama o nei personaggi, ma nel modo in cui essi vengono raccontati. È l’abilità dello scrittore di dare il giusto valore all’episodio che sta raccontando, sia esso un momento di una guerra epica o la massaia che va a fare la spesa al mercato. Hai idea di quanti profumi incontra per strada una donna che va a fare la spesa? Quanto un semplice assaggio di una fragola rubata possa riportare alla mente i ricordi dell’infanzia? Io non so se nel mio libro sia riuscita a trasmettere la straordinarietà della normalità, ma so chi è riuscito a farlo:Ray Bradbury nel suo libro l’estate incantata. Una semplice estate raccontata attraverso gli occhi di un ragazzino. Eppure, mentre leggi, pensi di vivere in una specie di sogno. Ti avviserò non appena riuscirò a pubblicare, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensi! Grazie ancora di aver risposto!
Ciao Dora, che bella risposta mi hai dato, grazie.
“Hai idea di quanti profumi incontra per strada una donna che va a fare la spesa?” Potrei solo immaginarlo ma solo una brava scrittrice o un bravo scrittore lo saprebbero mostrare e questo sarebbe appunto riuscire a trasmettere la straordinarietà della normalità, come tu dici.
Mi segnali questo libro? Ray Bradbury l’estate incantata, l’ho preso. Continua a leggerci e soprattutto a scrivermi.
Donato
Il mio protagonista si chiama Sam.
Ho fatto emergere in lui il coraggio di essere se stesso, l’unico modo per essere felice.
La sua storia è quella di un uomo che ha cercato in tutti i modi di adeguarsi a una realtà che lo vuole “ingegnoso” a tutti i costi. Da qui la vita buffa e menzognera che conduce.
Un viaggio gli fa prendere coscienza della sua “nullità esistenziale”.
Un incendio brucia tutte le sue incertezze, donandogli la forza di ricominciare a vivere come realmente “vuole lui”.
Ciao Enza, grazie per il tuo contributo, il tuo personaggio ha esperienze molto forti, non sarà stato facile parlare dei suoi stati d’animo e delinearlo! Complimenti…
È stato facile descrivere i suoi stati d’animo. Ho scritto tutto il racconto di getto in una settimana.
È difficile riprendere il racconto per farne un buon libro.
Grazie. Buon pomeriggio.
Ciao Enza, non ho capito perchè dici che È difficile riprendere il racconto per farne un buon libro?
Perché scrivendo in fretta, per non perdere nulla di quello che ti ispira il momento o la giornata, non si segue un filo logico, quindi bisogna poi riordinare il contenuto, eliminare le incongruenze etc.
Empatia e simpatia. Sapete chi è il primo lettore? Siamo noi, ognuno è il primo lettore del proprio libro. Basta partire da questo presupposto e l’empatia diventa una condizione naturale e necessaria.. Almeno questa è la mia piccola esperienza..
Ciao Gianmarco, sono completamente d’accordo con te, grazie per il tuo contributo e continua seguirci!
Ciao Donato, ho letto con attenzione tutto quello che hai scritto. I miei personaggi in questa storia che ho raccontato sono persone vere, ho scritto una storia ispirata ad una vita reale. Spero di essere riuscito a creare empatia verso i miei personaggi, soprattutto verso quello principale, anche se nella storia commette alcuni errori. Gli altri sono personaggi di “contorno”, ci sono anche i “cattivi”, ovviamente spero di aver attirato antipatia verso di loro. Trattandosi di una storia vera temo che ideologicamente qualcuno troverà simpatici i cattivi e antipatici i protagonisti, o meglio dire le protagoniste, visto che si tratta di una storia d’amore tra due donne. Mi piacerebbe leggere nel tuo prossimo messaggio un giudizio sincero su quello che ho scritto, non su come l’ho scritto, anche perché so di non essere un bravo scrittore, però ti leggo per migliorare. Grazie
Ciao Lorenzo, hai trattato di una storia vera quindi molto del lavoro di immedesimazione che lo scrittore deve fare verso i suoi personaggi te lo sei risparmiato, avendo tu stesso in prima persona davvero vissuto le situazioni di cui hai scritto, vorrei leggere quanto hai scritto se me ne darai l’opportunità te ne sarò grato!
Grazie per continuare a leggermi, questo mi lusinga e mi carica di responsabilità
si, empatia.I miei personaggi sono stati identificati dalla mia empatia verso di loro, non avrei potuto fare altrimenti
Ciao Graziella, grazie per il tuo commento,
hai centrato in pieno!
SIgnor Donato,buona sera. Questa volta mi trovo,molto in sintonia con lei.Molte delle cose che lei,ha scritto oggi,fanno parte del mio DNA, di scrittore dilettante. Certo, che la si chiami “empatia,o,emozioni,se non si lega il lettore alla storia,se non gli si danno quelle violente scariche di empatia, dopo dieci o venti pagine, ha finito di leggerlo.
ciao Giuseppe, grazie per il suo commento, mi fa molto piacere leggerla. Certamente è vero che lo scrittore deve prima di tutto saper generare empatia fra i suoi personaggi e il lettore e, come ho scritto sempre bene tenere a mente che empatia e simpatia non vanno mai confuse.
Quanto scrivi è spesso molto utile. Ti andrebbe di leggere il mio libro? Sarei curioso di sapere cosa ne pensi. Essendo già stato pubblicato, non cerco facile pubblicità, ma unicamente un’opinione sincera in merito. A tale motivo non inserisco il titolo in questo commento; lo farò nel successivo in caso di tuo cortese assenso. Se preferisci, rispondimi in privato. Grazie.
Ciao, scusa non riesco a risalire al tuo nome. Ad ogni modo ti ringrazio per la fiducia, se hai l’ebook o il pdf puoi mandarmelo su [email protected] alla mia attenzione, altrimenti ti scrivo in privato indirizzo di spedizione qualora me lo volessi inviare cartaceo.
Grazie!
Hello Donato,quanto essere capace di scrivere un racconto in Italiano… Sono Inglese, nel 2013 ho pubblicato, in inglese, 4ebook di short stories, (DARK GAMES..) con YCP, avrei tanto da raccontare, genere noir. Potrei continuare. Però purtroppo non in Italiano.
Ciao Rita, grazie per il tuo commento, potresti pubblicare anche con youcanprint perché abbiamo una distribuzione globale e quindi si potrebbe pubblicare in lingua inglese
Sperando di non invadere lo spazio altrui, mi permetto rispondere alla sig.ra Rita Peretoli con una proposta indecente: saresti disponibile a tradurre i miei testi in inglese se io facessi lo stesso per te? Ho varie esperienze di traduzione dall’inglese all’italiano; purtroppo il contrario è molto più impegnativo. Potremmo darci una mano a vicenda.
Se cortesemente Donato ci aiuta potremmo scambiarci gli indirizzi e-mail.
Si, se siete d’accordo e mi autorizzate posso farvi avere i reciproci contatti.
Grazie infinite. Per parte mia sei entusiasticamente autorizzato.
Hello Sarafian, io sarei della stessa idea, ovvio,un impegno serio e non semplice, potremmo fare una prova/verifica. Ho 4 ebook con ycp, racconti “short” ogni racconto di900/1000 parole massimo, proviamo! ogni ebook 6 racconti.
Vediamo Donato cosa dice.
a really good idea.
rita
Titolo dei miei ebook “DARK GAMES PEOPLE PLAY” author-
Rita Bondi Bates
Ciao Rita e Serafian vi metto in contatto in privato, e speriamo che possano nascere tante nuove e ottime pubblicazioni per Youcanprint!
Forse io sarò diverso dagli altri, i miei scritti devono essere vivi, specialmente con il protagonista che è la base essenziale della narrazione, insomma il lettore deve vivere la sua storia come se fosse sua, insomma deve provare tutte le sue sensazioni, forse sarò presuntuoso, non avrò fortuna… certo oggi ce ne vuole tanta per diventare un buon scrittore, ma dare al lettore quelle sensazioni dette, penso che faccia piacere…sicuramente sbaglierò… purtroppo questa è la mia intenzione..
l’empatia è l’aspetto fondamentale per chiunque voglia esprimere qualcosa, senza di essa è quasi impossibile comunicare. I personaggi possono essere “chiunque”, ma senza quel sottilissimo equilibrio emozionale, non c’è storia.
Scusate devo andare.
Interessante il dibattito.
Donato devo stampare il mio primo libro.
Gentile Giancarlo sono a tua disposizione, se vuoi inviami tutto su [email protected] alla mia attenzione.
Grazie e continua seguirci!
donato