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Come scrivere una scena d’amore per il tuo libro

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come scrivere una scena d'amore per il tuo libro

Questo articolo non tratta solo di come scrivere una scena d’amore: la scena d’amore è il pretesto per affrontare un concetto molto più importante, che, se appreso, vale per tutte le tipologie di scene, non solo quelle d’amore…Il concetto è quello del retroscena dei personaggi.

Immagina che tu stia scrivendo un libro: se senti che una scena funziona e scorre bene la lasci così e prosegui avanti.

Ma se è corretta a livello sintattico, potrebbe avere dei problemi a livello di autenticità.

Esempio: due persone attraenti sono sedute una di fronte all’altra ad un tavolo illuminato da una candela; la luce si riflette sui bicchieri di cristallo e negli occhi languidi degli amanti. Le tende sono mosse da una leggera brezza. Sullo sfondo si sentono le note di un notturno di Chopin. Gli amanti si avvicinano, si prendono per mano, si guardano con desiderio, e si dicono: “Ti amo, ti amo” ed è proprio questo che intendono dire.

Ecco, se una scena tratta di ciò che tratta, allora non va bene.

È una scena non autentica, destinata certamente a morire come un riccio in autostrada…

I protagonisti del tuo libro non sono marionette che mimano gesti e pronunciano parole.

Ma sono “attori” del tuo libro che appaiono in un certo modo in base al proprio vissuto, al proprio retroscena personale, e non in base alla situazione descritta.

Cerchiamo di capire meglio cosa intendo per retroscena...

Nella vita i nostri occhi tendono a fermarsi alla superficie.

Siamo così presi dai nostri bisogni personali, conflitti e sogni che raramente riusciamo davvero a cogliere e capire cosa avviene all’interno degli altri essere umani.

Vedi una coppia prendere il caffè al bar, li vedi sorridere e non pensi ad andare oltre il loro sorriso: potrebbe esserci noia o chissà che altro.

Quando sei con un libro in mano e leggi di una coppia al bar allora le cose cambiano: in questo rituale sprofondiamo nella storia, andiamo costantemente oltre i volti e le attività dei personaggi, dici: “lo so cosa sta veramente pensando o provando quella protagonista, lo so cosa le sta succedendo e lo so meglio del tizio che le sta davanti, lui non capisce...”

Tu sei nella loro testa, e lo sei perché conosci il loro retroscena.

Se il libro è scritto bene.

Ecco perché ci rivolgiamo allo scrittore come ad una guida, ad un mentore, perché è lui che ci accompagna oltre l’apparenza e ci porta a ciò che è; e lo fa a tutti i livelli, e non per un semplice momento, ma fino alla fine della storia.

Il narratore ci fornisce il piacere che la vita ci nega, il piacere di stare seduti, comodi, con il libro fra le mani e di penetrare sotto la superficie della vita per giungere al nucleo di ciò che si prova e si pensa al di là delle apperenze.

Allora come potremmo scrivere una scena d’amore?

Prendiamo una gomma dell’auto. Lasciamo che la scena sia praticamente un manuale di come si cambia uno pneumatico. Lasciamo che tutto il dialogo e l’azione parlino di crick, chiave inglese, dadi e bulloni: <<Passami quello, ok?>>. <<Attento>>. <<Non ti sporcare>>. <<Lascia che io…oops>> Saranno i protagonisti stessi ad innescare nella mente del lettore tutta una serie di immagini non scritte e lo faranno in base ai retroscena che i lettori conoscono di quei personaggi…

Mentre gli sguardi si incrociano e scoppiano scintille noi sappiamo cosa sta realmente accadendo dentro la loro testa, stiamo andando oltre la superficie, stiamo penetrando nei loro più intimi pensieri, capisci che fra loro c’è attrazione, che si piacciono, che a breve, volendo, finiranno a letto insieme…

C’è una bella differenza fra questa scena e quella al ristorante a lume di candela, non trovi?

In altri termini scrivi le cose così come avvengono realmente nella vita: se tu nel tuo libro iniziassi a descrivere la scena della cena a lume di candela, beh… non so quanti lettori arriverebbero alla fine, non del libro, ma della scena.

Va bene, facciamo finta che vogliamo proprio scriverla questa scena a lume di candela, allora vale la stessa regola appena spiegata, affrontiamo la scrittura di questa scena da una prospettiva diversa: perché questi due innamorati non fanno come tutte le persone normali quando le cose vanno bene, e cioè mangiano un bel piatto di pasta davanti alla tv?

Ci sono certamente dei retroscena: lui dice che la ama, ma in realtà non è vero, oppure ha paura di perderla, oppure è disperato e le vuole chiedere dei soldi, oppure dice di amarla, ma la sta preparando per una brutta notizia. Sta per lasciarla.

Una scena non deve mai parlare di quello di cui sembra parlare.

Parla di qualcos’altro. Questo qualcos’altro, questo volerla riconquistare, o prepararla alla rottura, farà funzionare la scena.

Esiste sempre un retroscena, una vita interiore che contrasta o contraddice il testo superficiale, è così che lo scrittore crea un multistrato che consente al lettore di andare oltre il testo per raggiungere la verità che vibra dietro gli occhi, la voce ed i gesti.

Questo non significa che la gente non sia sincera. È solo il riconoscimento dettato dal senso comune del fatto che tutti indossiamo una maschera in pubblico.

Noi diciamo e facciamo ciò che sentiamo di dover dire e fare mentre pensiamo e proviamo qualcosa di completamente diverso.

E deve essere così, perchè lo sappiamo che non possiamo andare in giro a dire a fare quello che ci viene in mente. Se tutti lo facessimo che mondo sarebbe?

I personaggi possono dire e fare qualsiasi cosa immaginiate. Ma solo quando quando lo scrittore inserisce il retroscena ed il lettore lo percepisce allora la scena funziona.

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