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Agatha Christie: la biografia della regina del giallo

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Considerata una vera icona del giallo, Agatha Christie è ad oggi la regina indiscussa di intrighi, sotterfugi e segreti, che la scrittrice racconta nei suoi libri con una maestria tale da riuscire a catapultare il lettore in un mondo parallelo in cui si confonde, quasi, la realtà con la fantasia. Conosciamo meglio insieme la storia biografica e il successo di quella che oggi viene considerata una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi.

Nascita e vita di Agatha Christie

I lettori appassionati dal genere poliziesco non possono non apprezzare i personaggi iconici fuori dal comune creati dalla grande mamma dei gialli: il detective Poirot e Miss Marple, figure ricorrenti nelle storie appassionanti di Agatha Christie. Chi ama le trame intricate, i delitti irrisolvibili e i colpi di scena mozzafiato conosce sicuramente molto bene lo stile usato dall’autrice nelle sue opere: la signora del crimine ha fatto davvero la storia dei libri gialli, e ancora oggi viene ricordata come una delle più grandi icone del genere poliziesco.

I suoi personaggi storici noti al pubblico dei lettori, come appunto il belga Hercule Poirot e Miss Marple, sono diventati vere icone del genere, facendo sì che capolavori come “Dieci Piccoli Indiani o Assassinio sull’Orient-Express”, siano entrati a far parte dell’immaginario collettivo da utilizzare come fonte di ispirazione per molte serie televisive e adattamenti cinematografici.

Insomma, Agatha Christie ha rappresentato un vero punto di svolta per la letteratura “poliziesca”, talmente tanto da portare alla creazione di una fondazione a suo nome, occupata ancora oggi in attività di promozione e tutela del patrimonio artistico letterario lasciatoci in eredità dalla nota scrittrice. Ma la vita di Agatha non è stata tutta lineare: dagli anni della sua infanzia, segnati da un grave lutto, la scrittrice ha percorso numerose vicissitudini, che probabilmente hanno contribuito a renderla una vera regina del giallo in tutto il mondo.

I primi anni di Agatha Christie segnati dal lutto

Agatha Christie, il cui nome reale e completo è Mary Clarissa Miller, nacque nel 1890 a Torquay, nel sud dell’Inghilterra. Il padre si chiamava Frederick Alvah Miller, e la madre, (una britannica) Clara Boehmer. Da piccola aveva un carattere silenzioso, timido e riservato, talmente tanto da rifiutare le sue bambole per giocare con i suoi amici immaginari.

La scrittrice non visse un’infanzia serena ma piuttosto turbolenta, perché fu segnata dalla perdita del padre avvenuta all’improvviso a causa di un incidente stradale, quando Agatha aveva soltanto dieci anni. Furono anni difficili per lei, la madre, di punto in bianco, si trovò a crescere da sola Agatha e gli altri suoi fratelli: Margaret e Louis.

Da lì la vita della piccola ebbe un grande risvolto: Agatha e la famiglia si trasferirono dalla nonna materna che, facente parte dell’alta società e dotata di grande fascino e intelligenza, educò la bambina e i suoi fratelli con grande maestria, con l’aiuto di governanti e insegnanti private. In quegli anni Agatha ebbe modo di istruirsi e coltivare arti nobili come il canto e il pianoforte, sviluppando al contempo anche la passione per la lettura.

I viaggi e l’avvento della guerra mondiale

Negli anni dell’adolescenza, fino all’età adulta, Agatha viaggiò molto, spostandosi da Parigi all’Egitto. Quest’ultima all’epoca era molto “europea”, nel senso che era coinvolta in interessi economici di grande spessore che le potenze occidentali intrecciavano in quei luoghi, fattore che metteva costantemente la giovane a contatto con una grande varietà di persone, culture e situazioni che, più avanti, Agatha userà come protagonisti per raccontare le sue storie.

A Parigi la giovane si avvicinò alla musica, studiò canto con l’intento di diventare una cantante lirica ma senza successo: gli studi non davano ad Agatha alcuna soddisfazione, e per questo motivo decise di ritornare in Inghilterra.

Nel corso degli anni ‘10, nella sua piena giovinezza, Agatha tornò in Inghilterra e lì fece la conoscenza di Archibald Christie: un ufficiale dell’esercito inglese che poi, nel 1914, divenne suo marito (la coppia convolò a nozze prima che scoppiasse la Prima guerra mondiale e il compagno partisse per la Francia).

Dopo il matrimonio Agatha assunse il cognome del marito, come voleva la tradizione in quei tempi, divenendo così “Christie”. Durante il periodo di assenza del compagno, che combatteva i tedeschi al di là della Manica, Agatha decise di prendere servizio come infermiera volontaria, presso la struttura ospedaliera di Torquay (qui si dava tempestivo soccorso ai soldati feriti).

Durante questa esperienza ella si cimentò nella scrittura di una storia di polizia, dove la vittima era stata uccisa con del veleno. Il libro era “Poirot a Styles Court” (1920): un’opera di grande successo con cui la giovane inaugurò la sua carriera da scrittrice di gialli polizieschi. Per Agatha il periodo vissuto da infermiera rappresentò un’esperienza di grande impatto che indubbiamente la segnò profondamente.

L’inizio della sua carriera come scrittrice

Agatha, fin dalla tenerissima età, si mostrò una grande appassionata della lettura, in particolar modo di romanzi polizieschi, mostrando una grande ammirazione per Sir Arthur Conan Doyle (il “papà” di Sherlcok Holmes). Fin da adolescente dedicava gran parte del suo tempo alla scrittura di storie e poesie; fu proprio mentre la guerra era ancora in corso che la giovane scrisse il suo primo romanzo “Poirot a Styles Court”, opera che gli editori non sembrarono tuttavia apprezzare particolarmente.

Solo dopo il 1920 fu infatti pubblicato e iniziò a riscuotere un certo successo. Nel corso degli anni seguenti, Agatha e Archibald si spostarono più volte all’estero perché il compagno fu scelto come membro per la promozione “dell’Esposizione dell’Impero Britannico”, in particolar modo in Sudafrica, in Nuova Zelanda, in Australia e nelle Hawaii.

La crisi e la misteriosa scomparsa

Agatha Christie, nel 1926, attraversò un momento molto particolare, a causa della separazione dal marito voluta fortemente da quest’ultimo. Archibald Christie infatti, durante questo anno si innamorò di un’altra donna: Nancy Neele, la sua segretaria, e chiese il divorzio ad Agatha.

Sempre nel 1926, dopo aver litigato furiosamente con il marito, il giorno 3 dicembre 1926 la donna sparì improvvisamente nel nulla, mentre il marito aveva deciso di andare via di casa. Prima di andarsene la donna lasciò una lettera: questa diceva che la sua intenzione era quella di andare momentaneamente nello Yorkshire, senza fornire ulteriori dettagli. La sua automobile, tuttavia, fu trovata da lì a poco vuota e priva di alcun indizio personale, vicino a una cava di gesso.

Il periodo della misteriosa sparizione di Agatha Christie destò molta curiosità nel pubblico: si pensava persino che la giovane si fosse suicidata a causa del divorzio voluto dal marito, capitato contestualmente a un altro periodo molto duro della sua vita, ovvero la morte della madre.

In realtà, dopo dieci giorni, la donna fu trovata viva in un hotel al mare dello Yorkshire, la cui registrazione era stata fatta con il cognome dell’amante del marito. Su questa strana sparizione ancora oggi continua a esserci molto mistero: più volte nel tempo fu chiesto alla donna il perché della sua fuga, ma ella sosteneva di non ricordare nulla, mostrando di essere in preda a una grave amnesia.

L’inizio di una nuova vita per l’autrice

Nel 1928 la scrittrice passò un momento molto difficile, collegato al divorzio col marito. Nonostante il periodo negativo la donna continuò la sua attività di scrittrice, trasferendosi prima a Istanbul e poi a Baghdad.

E fu proprio nella capitale irachena che Agatha conobbe un nuovo amore: Max Mallowan, un un giovane archeologo che, dopo un breve tempo, sposò, mantenendo tuttavia il cognome Christie per motivi editoriali.

Nel frattempo la donna continuò ad arricchire il bagaglio delle sue esperienze personali e di scrittura, fino a quando nel 1934 si assistette alla pubblicazione di un suo grande successo: “Assassinio sull’Orient-Express” (si tratta di un treno che la scrittrice ben conosceva, essendo quello che all’epoca collegava Parigi a Istanbul).

Il successo di questo libro fu immediato e notevole, e diede alla donna ancora più popolarità e fama. Nei suoi libri sono infatti spesso presenti ambientazioni e luoghi che la scrittrice ha conosciuto di persona e riprodotto fedelmente nelle sue opere.

Ciò avvenne anche in relazione al lavoro che svolse nel 1939, nel corso di un nuovo conflitto mondiale: in quel periodo la scrittrice lavorava presso una farmacia londinese, facendosi una vasta cultura su intrugli, formule e veleni pericolosi, che poi usò anche nelle sue opere come armi del delitto.

Successivamente la scrittrice si trasferì definitivamente a Winterbrook, dove realizzò la maggior parte delle sue storie (non a caso questo luogo divenne presto noto come la “Winterbrook House“), ottenendo molti titoli e onorificenze per i suoi meravigliosi e appassionanti racconti.

La donna, in questo lungo periodo accumulò storie su storie, appassionando i lettori con i suoi intrighi e i suoi misteri, fino a quando morì per cause naturali nella sua abitazione all’età di 85 anni, il 12 gennaio 1976. Le sue opere letterarie nel tempo sono state tradotte in più di 100 lingue, e ancora oggi, in tutto il mondo, continuano a riscuotere grande successo nel pubblico dei lettori.

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