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Scrivere un libro: l’importanza della premessa narrativa

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premessa narrativa

Lo so, stai pensando alla parte preliminare, alle prime battute di un libro, magari all’incipit, sbagliato.

Ho fatto anch’io lo stesso errore la prima volta che mi sono dedicato a lei, alla premessa.

Me l’immagino una signora d’altri tempi, sobria ed elegante.

La premessa nella scrittura di un libro

La premessa di una storia, della tua storia magari, è il poterla riassumere in una frase, avere chiaro il suo obiettivo, il suo scopo, quello di cui parla, il tema, l’idea centrale, il proposito, il soggetto, il piano.

Qual è la premessa della tua storia?

Vediamo subito alcuni esempi concreti:

Romeo e Giulietta.

Premessa: un grande amore vince anche la morte.

Macbeth 

Premessa: l’ambizione sfrenata porta all’autodistruzione.

La cruna dell’ago

Premessa: l’ostinazione vince su tutto

La metamorfosi di Kafka

Premessa: ogni essere vivente ha bisogno d’amore per sopravvivere.

Doppia verità

Premessa: la giustizia e l’integrità morale trionfano sempre.

Il canto di Natale

Premessa: anche il più burbero degli uomini fa sempre in tempo a redimersi.

Ora pensa al tuo libro, oppure alla prossima storia che hai in mente, oppure, ancora meglio, se non ne hai una in mente e non sai da dove iniziare, puoi farlo da qui.

Inizia dall’identificare una premessa, e fallo senza aver paura di sembrare ripetitivo.

Esempio: L’amore vince anche sulla morte.

Quante storie d’amore si sono ispirate a questa premessa?

Tantissime.

Una su tutte Romeo e Giulietta, ma tutte le altre (impossibili da contare) scritte dopo Romeo e Giulietta sono state tacciate di plagio?

No. Perché?

Perché ciascuno interpreta la stessa premessa in modo diverso e le possibilità di creare storie differenti, pur usando la stessa premessa, sono infinite come infinite sono le possibili esperienze umane.

Aristotele parlava di piacere pertinente, ne abbiamo parlato qui.

È la stessa cosa: mia moglie Ilaria ama leggere romanzi rosa, non perché è incuriosita da come finiscono (bene) ma perché vuole lasciarsi coinvolgere dalle dinamiche della storia stessa, dal cambiamento dei personaggi, che alla fine, in un modo o nell’altro, porteranno al lieto fine la storia convolando a nozze o avendo dei figli ecc.

Il piacere nella lettura di un romanzo è legato al come non al cosa.

Un’altra cosa importante da tenere a mente, cercando la propria premessa narrativa, è che bisogna esserne concretamente convinti.

Cioè se la premessa della tua storia è l’ambizione spietata porta all’autodistruzione, io potrei non essere d’accordo ma tu devi esserlo al 100%. Devi esserlo talmente tanto da convincere chiunque dopo aver letto la tua storia, che non c’è dubbio sul fatto che l’ambizione spietata, alla fine, porta all’autodistruzione.

Quindi, nessuna premessa deve necessariamente essere una verità universale.

L’ambizione a tutti costi non sempre porta all’autodistruzione, ma se scegli questa premessa, nel tuo caso, deve essere così.

La premessa è un seme e diventa la pianta contenuta in quel seme originario e niente di diverso.

La premessa non dovrebbe essere troppo evidente, trasformando i personaggi in burattini e le forze in conflitto in qualcosa di meccanico.

In una storia ben scritta è impossibile accorgersi dove finisce la premessa e dove cominciano storie e personaggi.

Nessuna parte deve prevalere sulle altre, il tutto deve fondersi in un insieme armonioso.

Lo sai perché la statua di Balzac a Parigi è senza mani?

Statua di Balzac Fonte immagine Wikipedia

Il grande scultore francese Rodin aveva appena terminato la statua di Honorè de Balzac. La statua aveva un abito lungo con le maniche ampie e aveva le mani giunte. Rodin fece un passo indietro, esausto ma trionfante, aveva creato un capolavoro!

Emozionato il maestro mandò a chiamare i suoi studenti per avere subito le loro impressioni. Gli studenti, in coro, acclamarono: “che lavoro superbo e…quelle mani! Quelle mani da sole valgono tutto il capolavoro, quanto sono sublimi, perfette e stupende, sembrano vive”
A quel punto nella testa di Rodin scattò qualcosa, perché in un gesto d’ira prese una mazza e distrusse le mani della statua di Balzac!

I suoi studenti cercarono di fermarlo ma non ci fu nulla da fare. Allora chiesero spiegazioni al maestro che così rispose: “Sono stato costretto a distruggere quelle mani perché avevano una vita propria, nessuna parte deve essere più importante del tutto”.

Cosa ci insegna questa storia? Che né la premessa, né alcuna altra parte della storia hanno una vita propria. Tutto deve fondersi in un insieme armonioso.

Durante la mia ultima masterclass, ho parlato dell’importanza della premessa narrativa, e ad un certo punto qualcuno mi ha posto una domanda molto, molto interessante.

Qual è la differenza tra la premessa narrativa e la morale di una storia?

La domanda meritava tutta la mia attenzione, e ad essere sincero in effetti non ci avevo mai pensato prima.
​Così mi sono preso alcuni giorni per pensarci e fare delle ricerche.

Adesso sono pronto a rispondere e lo faccio condividendo con te una breve storia, che spero ti piacerà.

In Africa esisteva un grande cacciatore di leoni, che un giorno venne a sapere di un leone del Kenya famoso per aver ucciso molti esseri umani.

Questo leone aveva sbranato e ucciso più di 25 indigeni.

Il cacciatore pensò che dovesse essere la creatura più feroce che sia mai esistita. Così decise di andare a cercala e giunto sul luogo costruì un capanno proprio sul limitare della foresta, vicino al villaggio degli indigeni.

Si mise ad aspettare, era terrorizzato si sentiva vulnerabile, insomma, che razza di creatura era in grado di uccidere più di 25 persone senza essere fermata!?

Calò la notte e mentre il cacciatore osservava il bosco dal suo capanno, non si accorse che dietro di lui gli indigeni avevano radunato le capre nelle capanne, per proteggerle dal leone.

Ma così, però, non c’era spazio sufficiente per tutti e quindi cosa fecero?

Spinsero fuori gli anziani, alla mercé del leone. Per il leone, che anche quella notte fece la sua razzia.

Qual è la morale in questa storia?

Per quanto mi riguarda la morale è: non farti mai buttare fuori!

E la premessa narrativa? L’istinto di sopravvivenza vince anche sui legami affettivi e familiari.

La morale è ciò che una storia potrebbe insegnarci.

​​
La premessa narrativa è invece quello che lo scrittore vuole dimostrare con il suo racconto, con la sua storia.

Cosa ne pensi? Hai ben chiaro quali siano la premessa narrativa e la morale nella tua storia?

Ho tratto alcune delle informazioni presenti nel contenuto dal libro di Lajos Egri “L’arte della scrittura drammaturgica”.

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