
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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La trama classica non è l’unica forma narrativa. Nell’angolo a sinistra dello schema ci sono tutti gli esempi di minimalismo.
Abbiamo già pubblicato la parte 1 (link) e la parte 2 (link)
Come suggerisce il nome minimalismo vuol dire che lo scrittore parte dagli elementi del Disegno Classico, ma poi li riduce, restringendo o comprimendo, levigando o troncando le caratteristiche preminenti dalla trama classica.
Il tutto così può essere ridotto ad una minitrama, che non significa senza trama, il minimalismo tende piuttosto alla semplicità e all’economia, pur mantenendo abbastanza del Disegno Classico da soddisfare il pubblico e fargli chiudere il libro pensando “Che bella storia!”
Nell’angolo a destra c’è l’antitrama, l’equivalente dell’antiromanzo, o ad esempio del teatro dell’assurdo.
Questo insieme di variazioni antistrutturali non riduce il Disegno Classico, ma lo ribalta.
Contraddice le forme tradizionali per sfruttare, e forse mettere in ridicolo, l’idea stessa di principio formale. Il creatore di antitrame è raramente interessato a messaggi non espliciti o ad un sereno rigore; anzi, per render chiare le proprie ambizioni “rivoluzionarie” i suoi libri tendono a essere stravaganti e volutamente esagerati.
Il creatore di antitrame è raramente interessato a messaggi non espliciti e a un sereno rigore; anzi per render chiare le proprie ambizioni “rivoluzionarie” i suoi libri tendono ad essere stravaganti e volutamente esagerati.
La trama classica è un po’ come la carne, le patate, la pasta…costituisce la base e viene adottata dalla stragrande maggioranza degli scrittori.
La trama classica ci lascia con un finale chiuso: tante domande poste dalla storia trovano risposta, tutte le emozioni evocate vengono soddisfatte. lettore chiude il libro dopo aver vissuto un’esperienza chiusa a tutto tondo, nessun dubbio, nulla di insoddisfatto.
La minitrama, dall’altro canto, spesso lascia parzialmente aperto il finale. Gran parte dei quesiti posti dalla narrazione trovano risposta, ma possono rimanere una o due domande alle quali sarà il lettore a rispondere, ma può anche rimanere un residuo emozionale che deve essere il lettore stesso a rispondere dopo aver letto il libro.
Gran parte delle emozioni evocate dal libro troveranno soddisfazione, ma può anche rimanere un residuo emozionale che deve essere il lettore stesso a soddisfare. E anche se una minitrama può terminare con un punto interrogativo a livello di pensiero e di emozione, “aperto” non significa che il libro ci “molla” a metà, lasciando tutto sospeso. Alle domande si deve poter rispondere e l’emozione si deve sciogliere.
Un climax della storia che rappresenti un cambiamento assoluto e non reversibile, che risponda a tutti i quesiti posti dalla narrazione e che soddisfi tutte le emozioni del pubblico è un Finale Chiuso.
Un climax della storia che lasci senza risposta uno o due quesiti o insoddisfatte alcune emozioni è un Finale Aperto.
Il narratore minimalista ma accorto affida intenzionalmente l’ultima e fondamentale parte di lavoro al pubblico.
La trama classica pone l’enfasi sul conflitto esterno. Sebbene i personaggi spesso vivano forti conflitti interiori l’accento viene messo sulle loro lotte nei rapporti personali con le istituzioni sociali o con le forze del mondo fisico.
Nella minitrama, al contrario, il protagonista può avere forti conflitti esterni con la famiglia, la società e l’ambiente, ma vengono enfatizzate le battaglie combattute con i propri pensieri e con le proprie emozioni, sia consci che inconsci.
La storia raccontata in modo classico pone generalmente un protagonista unico, uomo, donna o bambino, al centro della narrazione.
Un’unica storia principale domina il tempo della proiezione. Il protagonista di questa storia ha il ruolo principale.
Tuttavia se lo scrittore spezzetta il libro in un certo numero di storie relativamente piccole e con dimensioni di sotto trama, ognuna con un protagonista diverso, il risultato minimalizza la “dinamica da montagne russe” della trama classica e crea la variazione multi trama della mini trama.
L’unico protagonista di una trama classica deve essere attivo e dinamico, e perseguire con tenacia i propri desideri attraverso conflitti e cambiamenti sempre maggiori. Il protagonista di una mini trama, pur non essendo inerte, è relativamente reattivo e passivo. Generalmente questa passività viene compensata attribuendo al protagonista un forte conflitto interiore.
Un protagonista attivo persegue la soddisfazione del proprio desiderio e intraprende azioni che sono in conflitto diretto con le persone e con il mondo che lo circondano.
Il protagonista passivo è esteriormente inattivo, anche se persegue un desiderio interiore in conflitto con alcuni aspetti della propria natura.
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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Le mistificazioni fra minimalismo e finale aperto, sono a mio parere difficili da realizzare, ma coinvolgenti se il proprio target di lettori cerca storie ed emozioni che potrebbe vivere anche lui. In fondo la vita non è di colore rosa e i conflitti non si risolvono chiudendo una copertina.
Ciao Pina grazie per il tuo commento, come darti torto? La scrittura è racchiudere le esperienze più vere e pregnanti che ci capitano nella vita reale dove appunto come dici tu i conflitti non si risolvono chiudendo la copertina