
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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Per comprendere come generare emozioni forti nei lettori del tuo libro, dobbiamo renderci conto che esistono soltanto due emozioni principali: il piacere e il dolore, ciascuna con le sue sfumature.
Come lettori proviamo un’emozione quando la narrazione ci fa sperimentare una transizione di valori.
In primo luogo dobbiamo provare empatia per il personaggio.
In secondo luogo dobbiamo sapere cosa vuole il presonaggio e dobbiamo desiderare che riesca ad ottenerlo.
In terzo luogo dobbiamo capire quali sono i valori in gioco nella vita del personaggio.
Date queste condizioni, un cambiamento di valori ci toccherà emotivamente.
Supponiamo che un libro inizi con il protagonista attanagliato dalla povertà e quindi in posizione opposta rispetto alla ricchezza, poi in un susseguirsi di scene la sua vita si modifica in positivo e passa dalla povertà alla ricchezza, e mentre il lettore osserva questo cambiamento, sarà anche lui soddisfatto del nuovo status ottenuto dal protagonista, ma poi sarà subito portato a pensare: “ok, adesso cosa succede?”
La storia deve prendere quindi una nuova direzione, forse il protagonista perderà le ricchezze, in seguito ad accordi con la mafia o per un divorzio ecc…ad ogni modo il lettore vivrà una carica emozionale di conseguenza negativa, e poi penserà: “ok adesso è di nuovo povero, e adesso che succede?”
Adesso succede che, la storia deve prendere ancora una nuova direzione, la storia deve creare queste alternanze dinamiche fra emozione positiva e negativa ma facendo attenzione ad aderire all’effetto decrescente.
Effetto decrescente: più spesso facciamo un’esperienza, minore ne è l’impatto.
In altri termini dobbiamo tenerne conto, quando scriviamo, perché un’esperienza emozionale non può essere ripetuta in continuazione sperando di mantenere l’effetto intatto.
Esempio: immagina una storia che ha tre scene tragiche una di seguito all’altra. Qual è l’effetto? Alla prima scena c’è il coinvolgimento emotivo del lettore, alla seconda se ben calibrata ed è in crescendo, il lettore lo si riesce ancora (a fatica) a trasportare, alla terza…rischiamo di farlo scoppiare in una risata facendolo pensare che tutto quello che sta leggendo è ridicolo…
Ma come può evolversi una storia?
Una storia può evolversi da positivo a molto posivito, o da negativo a molto negativo, o da negativo a positivo e viceversa, secondo alcune regole basilari.
Vediamole.
Una storia può evolversi da positivo a molto positivo, o da negativo a molto negativo a patto che la transizione tra i due valori sia molto grande, ad esempio: due amanti litigano e si lasciano (situazione negativa), poi uno ammazza l’altro (estremamente negativa).
Da questo esempio vediamo che la svolta è decisamente più negativa del punto di partenza (già negativo), per questo motivo queste due evoluzioni pur non essendo una il contrario dell’altra, possono stare insieme e vicine, infatti se il contrasto emozionale è grande eventi non opposti, possono stare vicini, al contrario se il passaggio da una situazione all’altra ha una progressione minima allora avrebbe uno scarso effetto sui lettori.
Tutto questo concetto ovviamente vale anche per un’evoluzione nella storia da positiva, a molto positiva o da negativa a positiva e poi di nuovo a negativa, come nell’esempio di cui sopra, con il nostro personaggio prima povero poi ricco e poi nuovamente povero: l’importante che in queste transizioni lo scarto, il salto, siano sufficientemente ampi.
Quindi in definitiva cosa genera emozione di base nei lettori?
Fermo restando che un’emozione è un’esperienza di breve durata, che raggiunge subito il suo apice e poi si dissolve altrettanto rapidamente, a generare l’emozione di base nei lettori è l’arco della scena, la sua dinamica, quello che accade, praticamente e come viene narrata: la tecnica più efficace è quindi quella di generare delle nuove situazioni (da negativa a positiva, o viceversa, da positiva a molto positiva o da negativa a molto negativa) sempre tenendo conto di questi elementi:
Se è quindi la dinamica della scena a generare le emozioni di base, è l’atmosfera a renderla specifica.
Spieghiamo subito con un esempio pratico.
In quest’esempio la scena è scritta in modo da generare un’emozione positiva, (passiamo situazione negativa a positiva) ma vedremo come in base all’atmosfera l‘emozione positiva sarà specificatamente di gioia nell’atmosfera A, e di sollievo nella B.
Due amanti litigano e si lasciano.
Lui torna da lei per chiederle dei soldi, lei non vuole saperne e non lo fa entrare neanche in casa.
Lui prova ad entrare dalla finestra e ci riesce, lei si arrabbia molto e prende un oggetto in mano in segno di minaccia per cacciarlo via subito.
Lui le si avvicina e le afferra la mano come per fermarla: la vicinanza, il contatto e uno scambio di sguardi di colpo frenano gli impeti, lei posa l’oggetto e lui l’abbraccia forte…
Atmosfera A:
Ora caliamo queste scene nell’atmosfera A: primavera, pomeriggio, sole, luce, boccioli di fiori appena spuntati sul davanzale della finestra di lei (che lui un po’ rovina quando scavalca).
Il loro riappacificarsi in quest’atmosfera genera un’emozione di base positiva, specificatamente di gioia per il lettore.
Atmosfera B:
Notte, c’è vento e piove, l’ombra dei rami degli alberi si riflette sinistra nella cucina dei lei, lui entra in casa, lei afferra l’oggetto e…finiscono per fare pace: emozione di base positiva e specificatamente di sollievo per il lettore.
È la dinamica della scena a generare le emozioni di base nel lettore, l’atmosfera a renderla specifica.
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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