
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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Una Storia non esiste in un ambiente statico e come la vita essa deve essere in continua evoluzione.
L’arco narrativo, rappresenta questo movimento non casuale dell’esperienza umana, in quanto è finalizzato al raggiungimento di un obiettivo.
In una storia, come nella vita, quell’obiettivo è il tentativo di risolvere un conflitto attraverso il superamento di ostacoli.
Pensa a qualcosa di molto semplice come uscire al mattino per andare al lavoro e non trovare le chiavi dell’auto.
All’inizio le cerchi senza troppo impegno in tutti i posti abituali, però man mano che passano i minuti la situazione si fa sempre più critica.
I tuoi movimenti anziché essere calmi e ragionati iniziano ad essere sempre più frenetici e convulsi.. “dove sono finite quelle maledette chiavi?”.
Provi a chiedere a tuo figlio, ma ovviamente non le ha viste e non ne ha idea, inizi ad alzare cuscini, spostare il divano, rigiri le tasche dei jeans, ma nessuna di queste azioni porta al risultato desiderato.
Sei esattamente nella prima metà dell’arco narrativo: la resistenza verso l’obiettivo principale sta salendo e con essa anche la tensione.
Da qui partono diversi scenari possibili, te ne elenco alcuni ma non è un elenco necessariamente esauriente:
Aggiungine altre a tuo piacimento ma quello che bisogna notare è che qualsiasi situazione di conflitto arriva sempre ad un punto di rottura.
Punto di rottura in cui la resistenza verso la soluzione si sposta verso una risoluzione, anche se non si tratta della risoluzione originale che si aveva in mente.
Questo cambiamento rappresenta il punto culminante dell’arco narrativo.
Man mano che una storia sale lungo l’arco, il bisogno di risolvere il conflitto cresce di intensità, ma a un certo punto accade qualcosa che rompe la tensione e porta la consapevolezza di una possibile soluzione.
Ciò comincia a muovere la storia verso una risoluzione ponendola sul lato discendente dell’arco narrativo.
Essenzialmente, l’arco narrativo funziona sulla base del principio dell’attrazione gravitazione: come avviene scalando una montagna o salendo le montagne russe, più in alto si sale, più energia ci vuole e ciò provoca un aumento di resistenza.
All’apice dell’arco, la tensione si allenta, dando inizio ad un percorso discendente sempre più veloce: più alta è l’ascesa più veloce è la caduta!
Ciò che sale deve scendere.
Quanto hai portato in alto la tensione nella tua storia prima di farla scendere?
Ogni Storia inizia con un crescendo di tensione e si risolve quando la tensione comincia a scendere.
Non sottovalutare quanto sia efficace lavorare con questo semplice principio.
Attenzione, questo non vuol dire che non puoi giocare con la tua Storia cominciando per esempio dalla fine!
Qualsiasi sia la tua scelta tieni sempre presente che il conflitto continuerà sempre a salire e scendere.
Immagina le onde del mare: quando raggiungono l’apice della loro altezza allora iniziano la fase discendente e più alte sono più forte sarà il fragore del loro finale!
Ora poniamo di ritornare per un attimo all’esempio delle chiavi.
Dopo che hai ritrovato (finalmente) le tue chiavi, ti rechi a lavoro, ma poichè sei in ritardo dimentichi di controllare la benzina e rimani a secco.
Questo accade perché hai risolto il primo dilemma (le chiavi) e dopo aver risolto il problema benzina, dovrai ancora affrontare il tuo capo il quale ascolterà difficilmente le tue scuse perché questa è la quinta volta in un due settimane che arrivi tardi a lavoro.
Invece di disegnare un singolo arco, la perdita delle chiavi ora fa parte di una serie di archi che rappresentano i conflitti da risolvere passati, presenti e futuri.
Guarda come gli archi narrativi siano collegati, la fine di un problema apre la strada a quello successivo che deve di nuovo essere affrontato e risolto.
Questi se vogliamo possono essere degli aspetti comportamentali inseriti all’interno di un arco narrativo più ampio delle nostre Storie, in cui il protagonista perde il lavoro perché è irresponsabile e sempre in ritardo, come conseguenza di un comportamento alcolista, aggravato da un recente divorzio: irresponsabilità, alcolismo e divorzio sono tutti fattori che hanno avuto una storia di conflitto ed una risoluzione prima dell’inizio della nuova storia.
Il bere per esempio può essere la risposta (ed un’apparente soluzione) ad un’infanzia difficile, che però ha generato a sua volta altri problemi come il divorzio:
Osserva come ognuno di questi archi narrativi sarebbe in grado di produrre, da solo, una storia completa. Essi potrebbero perfino rappresentare singoli incidenti scatenanti, capaci di produrre altre storie all’interno di un contesto più ampio.
La sua infanzia travagliata, il fallimento del suo matrimonio e il danno alla sua carriera possono rappresentare l’intensificazione del conflitto che, alla fine, lo costringerà a prendere in seria considerazione la propria vita.
Tutto questo partendo da una chiave!
Ogni conflitto ed ogni risoluzione fanno parte di un continuum narrativo, che deriva a sua volta da un percorso che va dall’interno verso l’esterno del personaggio, che riproduce in qualche modo il suo passato, il suo presente ed il suo futuro.
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E’ stato divertente leggere ciò che hai scritto perchè la situazione che descrivi è così reale! Anche la catena degli eventi che si può sviluppare partendo da una banalità mi ha fatto meditare sull’arco narrativo che tu citi, anche se spesso mi capita di seguire le dinamiche di un personaggio. Grazie per i suggerimenti .
ciao Luana, mi sono divertito molto anch’io a scrivere e grazie per il tuo commento!
Sempre molto interessante. Perchè l’inconscio della creazione di eventi diventa consapevolezza di ciò che si sta facendo, Inoltre presentato senza inutili “sbrodolamenti” e analisi cerebrali.
ciao Patrizia, grazie dalla vita di tutti i giorni possiamo trarne infiniti spunti!
Bellissimo esempio, grazie. Per le chiavi mi è venuto in mente al volo di un tizio che al mattino si sveglia e dopo aver cercato le chiavi e non avendo trovato nemmeno quelle di scorta scende nel box e si accorge che non c’è neppure l’auto. Poi sale di nuovo e chiede alla moglie se ne sa qualcosa. Lei gli dice – Quale auto? Ti hanno ritirato la patente mesi fa non ricordi? Ecco da qui può partire qualcosa di fantasioso tipo il risveglio in una dimensione diversa. Strano come un particolare possa far scattare la fantasia.
Ciao Massimo, grazie per il tuo contributo! E’ bellissima la tua idea sembra davvero l’inicipit perfetto per un bellissimo libro! Sono sicuro che qualcuno ne trarrà spunto 🙂