Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Tanto per cominciare ricorda sempre che devi usare il se seguito dal congiuntivo quando dopo trovi una condizione Esempio: Sarei molto felice se tu...
Pagina bianca e cursore che lampeggia.
Capita anche a me, e pure spesso.
Ti capita di bloccarti perché non trovi nulla da dire, hai talento nella scrittura, ma il talento va nutrito, altrimenti va in coma e rischi di ucciderlo.
Per quanto possa avere talento un ignorante non sa scrivere, ma non saprebbe nemmeno dipingere o comporre musica.
Il talento dello scrittore deve essere stimolato da fatti, da idee, da ricerche.
Facciamo un esempio molto concreto.
Supponiamo che tu decida di scrivere una storia sul genere “dramma familiare”.
Ora, tutti abbiamo una famiglia e tutti bene o male abbiamo a che fare ogni giorno con le sue classiche dinamiche, ma l’errore è proprio questo:
crediamo che basti vivere ed avere esperienza diretta di famiglia per scrivere di famiglia, appunto.
Per questo la pagina rimane bianca e il cursore continua a lampeggiare a vuoto.
Non importa in quante famiglie tu abbia vissuto, quante tu ne abbia osservate o quanto viva sia la tua fantasia: la tua conoscenza della natura della famiglia è confinata comunque nell’ambito ristretto e limitato della tua personale esperienza.
Invece, se inizi a leggere e fare ricerche sulle dinamiche familiari, allora ti accorgerai che la tua conoscenza dei fatti si allargherà a tal punto da diventare quasi universale. Sarai colpito da riflessioni forti e improvvise, raggiungerai una profondità di riflessione che non avresti potuto raggiungere in nessun altro modo.
È vero, quello attuale potrebbe essere il momento più difficile per fare lo scrittore, saturi di storie come siamo, diventa veramente difficile trovare qualcosa di nuovo e di originale da scrivere.
Quando qualcuno prende in mano un libro, magari il tuo, ne ha già letti a decine, visto centinaia di ore di film a casa o al cinema, prende il tuo libro in mano con la mente già completamente satura di storie, ma è proprio questa la straordinarietà dell’aspetto umano, il nostro bisogno di storie è inesauribile, viviamo di storie e per le storie.
Non puoi permetterti di deludere i lettori con una storia piena di cliché e figlia di troppe crisi da pagina bianca, o scritta mentre hai lasciato il tuo talento in stato semicomatoso.
La soluzione c’è.
Studiare, ricercare e non sentirsi mai sazi di sapere.
Devi sapere che oggigiorno dove tutto sembra già mappato, misurato e studiato, nell’era dell’informazione, ti ricordo che tutte le scoperte non vengono fatte semplicemente nel buco nero di ciò che è ancora sconosciuto, ma nel rumore bianco dell’enorme mole di dati a disposizione.
Andrés Ruzo – scienziato geotermico –
Pausa.
Ho preso in prestito questa bellissima citazione da Andrés Ruzo (trovi il video sotto, ma non guardarlo subito aspetta e arrivaci con calma) sono sicuro che ti piacerà…
Facciamoci proprio questo concetto, portiamocelo sulla nostra scrivania, mettiamolo fra noi e la nostra maledetta pagina bianca.
Lo scrittore più di ogni altro essere umano deve sapere, e soprattutto conoscere il mondo della sua storia.
Se non scrivi la storia con la tua testa, altri lo faranno con la loro al posto tuo.
Ma cosa intendiamo quando diciamo che conviene conoscere e studiare a fondo il mondo della propria storia? Vuol dire per esempio che dobbiamo conoscere a fondo, per esempio, l’ambientazione della nostra storia.
L’ambientazione di una storia ha quattro dimensioni: epoca, durata, location, livello di conflitto.
Epoca della storia.
La prima dimensione temporale è quella dell’epoca. La storia è ambientata nel mondo contemporaneo? Nel passato? In un futuro ipotetico?
La durata della storia.
La durata è la seconda dimensione temporale. Quanto tempo occupa la storia all’interno della vita dei tuoi personaggi? Decenni, Anni? Mesi? Giorni? Ore?
La location della storia.
La location è la dimensione fisica della storia. In quale luogo geografico si svolte la storia? In che città e per quali strade? In quale casa? In quale stanza? Un viaggio su quale pianeta?
Il livello di conflitto della storia.
Il livello di conflitto è la dimensione umana. Un’ambientazione comprende non solo l’aspetto fisico e temporale, ma anche quello sociale.
Questa dimensione diviene verticale nel modo seguente: a quale livello di conflitto presentate la vostra narrazione? Quello inconscio dei tuoi personaggi? O risalendo verso il livello dei conflitti personali? Oppure ancora più su verso battaglie contro le istituzioni della società? O ancora più su verso la lotta contro le forze della natura?
Il livello di conflitto è la collocazione della storia per quanto riguarda la gerarchia delle lotte umane.
Cosa centra tutto questo con lo studio e la ricerca? Te lo dico subito.
L’ambientazione di una storia definisce e limita nettamente la possibilità che hai, e se la tua ambientazione è inventata non puoi consentirgli che accada tutto quello che ti viene in mente, ogni storia deve obbedire alle proprie leggi interne che le conferiscono una specifica veridicità: un libro fantasy può essere molto più realistico di un libro ambientato nella vita reale in una specifica città del nostro mondo, se le cose che accadono hanno un principio che le regola ed una loro precisa logica.
Questo può accadere solo se la tua ambientazione è perfettamente studiata e, da te, conosciuta.
Il mondo della tua storia ti deve essere perfettamente conosciuto, devi avere una conoscenza totale, dove per conoscenza totale intendiamo conoscenza di tutto ciò che è pertinente alla narrazione della tua storia.
Come trovi allora l’ispirazione per scrivere una bellissima storia?
La chiave di tutto questo è la ricerca e dedicare tempo e sforzo per acquisire nuove conoscenze.
Ora ti invito ad ascoltare questo bellissima testimonianza di Andrés Ruzo al TED del 2014 (se vuoi arrivare al punto per me più essenziale portati al minuto 14’10 e ascoltalo fino alla fine, dovresti ascoltarlo solo per 1 minuto e mezzo)…
Piaciuto il video?
Fammi sapere cosa ne pensi, lasciami un commento!
Grazie per la tua attenzione e alla prossima!
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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Intervento incisivo, anche solo ascoltare l’esntusiasmo, il trasporto, la passione del relatore attiva il cervello.
ciao Fabia, grazie!
Carissimo Donato,
La varietà di sollecitazioni diventa sempre più interessante. Bel video! Trovo singolare l’immagine del “rumore bianco” dei molteplici dati che sono a nostra disposizione e che spesso trascuriamo, andando alla ricerca del nuovo.
Abbiamo bisogno di seguire diversi percorsi, quelli che riteniamo più idonei, orientati verso il noto o l’ignoto, che mettano in moto la nostra curiosità, attivino la ricerca e ci rendano ricchi di un nuovo bagaglio di conoscenze ed esperienze. Non dobbiamo mai dare qualcosa per scontato.
La curiosità dev’essere il respiro dello scrittore, la lettura e gli approfondimenti i suoi compagni di viaggio.
Stai facendo un ottimo lavoro!
Auguri di Buone feste.
A presto.
Ciao Maria Teresa, ti ringrazio molto per il tuo contributo, continua sempre a seguirci un caro saluto e buone feste!
Ciao Donato, per descrivere l’impatto di questo articolo, la parola emozione è una parola blanda. Quando ero molto piccola, come tutti i bambini avevo svariate paure. Tra tutte la più forte e la più strana era che quando fossero morti i miei nonni, le cose che loro sapevano e che mi raccontavano, un po’ alla volta sarebbero state dimenticate e poi perdute per sempre. Andavo in giro ripetendo a voce alta le cose che mi sembravano più importanti, per non scordarle. Mio padre per tranquillizzarmi mi spiegò che tutte le storie e i saperi del mondo non andavano perduti perché stanno scritti nei libri e che dovevo solo portare un po’ di pazienza fino a che fosse arrivata l’età di andare a scuola per imparare a scrivere a mia volta ciò che ritenevo andasse ricordato. Da allora questo pallino non mi ha più lasciata e il tuo articolo ha parole, contenuti, spiegazioni…tutto ciò che serve per imparare a far uscire dal “Rumore bianco” incantevoli armonie. (splendido il video di Ramon!)
Grazie!
Auguri di Buone feste e Complimenti per il prezioso lavoro
Sabina
Ciao Sabina, grazie infinite per il tuo preziosissimo contributo 🙂
auguri di buone feste a te!
sono rimasto molto contento di questa storia, che in definitiva, non mi sembra più stupefacente di tante altre riguardanti sia l’ignoto sia il conosciuto. La forza di questa storia sta nel suo essere una metafora della vita.
ciao Andrea! grazie per il tuo commento continua a seguirci!
E’ un video molto appassionante.
Dà l’idea della grandezza del mondo che ci circonda e delle sue e nostre possibilità.
Grazie per la condivisione.
Elena
Grazie a te per averne apprezzato l’intento!
Ciao Donato, non so come mai ma io ho scritto ormai 6 libri e adesso sto scrivendo un settimo libro ma è la prima volta che non trovo l’ispirazione. 4 libri su sei sono ispirati alla mia classe e anche questo ma ora che è finita la scuola non riesco più a ispirarmi. Perciò, come posso fare? Grazie tante
Ciao Marianna, è capitato anche a me e a tante altre persone, perciò parto col dirti subito non fartene una colpa, succede, è normale.
Magari sei stanca o forse è un segnale che qualcosa nella tua routine di scrittura va modificata.
Prova a cambiare soggetto, non la tua classe, non la scuola, ma altro. Cammina, leggi, osserva e cerca da queste attività un gancio per una nuova storia. Che ne pensi?