9 cose che devi sapere prima di Pubblicare un Libro con Amazon KDP
Amazon KDP è la soluzione di Amazon per il selfpublishing Se sei curioso o stai valutando l’idea di pubblicare il tuo libro con Amazon KDP, questo articolo è...
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Tutti noi, ogni giorno, viviamo delle storie, anche se non ci sembrano tali. Si può trattare del viaggio da casa all’ufficio, oppure fare la spesa al supermercato. Stiamo vivendo la nostra storia e anche le storie delle persone che incontriamo.
Tutti noi, ogni giorno, consumiamo delle storie nella forma di intrattenimento con un libro, un fumetto, oppure in televisione, in streaming.
È inevitabile che, quindi, tutti noi possiamo raccontare delle storie, frutto della nostra immaginazione e di come essa interpreta e rielabora ciò che abbiamo vissuto o ciò che abbiamo visto o letto.
Ma qual è il passo successivo?
Non tutti scelgono di raccontare queste storie e, soprattutto, non tutti scelgono di farlo attraverso la scrittura di un libro. Ma sempre più spesso ormai capita di iniziare a scrivere un romanzo, un saggio, poesie o favole fino al momento in cui, un bel giorno, ci si accorge di aver terminato il proprio lavoro e si decide di pubblicarlo.
A quel punto il desiderio è quello di veder pubblicato il proprio libro e, magari la soddisfazione di vederlo su uno scaffale di libreria o nei cataloghi degli store online. Non è certo facile per un autore agli esordi, per chi si avvicina alla scrittura, magari con poco investimento di tempo e denaro.
Infatti ogni anno vengono pubblicati in Italia circa 80 mila nuovi libri, che comprendono titoli di generi diversi, come la narrativa, i saggi, letture per bambini, manuali, ecc., in aggiunta a tutti i libri che vengono utilizzati ai fini didattici per la scuola.
Se hai una forte passione per la scrittura, indipendentemente che tu scriva per professione o solo per divertimento, ti sarai chiesto almeno una volta nella vita di scrittore come procedere poi con la pubblicazione di un libro. Molti sono gli aspetti da prendere in considerazione e da definire prima di vedere stampato il proprio libro: a chi rivolgersi, che tipo di stampa scegliere, come contattare una casa editrice o utilizzare il servizio self publishing?
Le case editrici sono società o associazioni, la cui principale attività consiste proprio nella produzione, stampa e distribuzione dei libri, riviste, giornali e qualsiasi genere di testo stampato. Moltissime sono le case editrici presenti sul mercato italiano, di varie dimensioni, dalle realtà più piccole, di nicchia e specializzate in un preciso settore o su un determinato argomento, a quelle ormai già affermate e riconosciute come leader del settore.
Al vertice della casa editrice è presente l’editore, cioè colui che fonda e traccia la strategia da seguire. È questa figura che definisce infatti i servizi, che la casa editrice offre ai clienti.
Tra i principali servizi esistono innanzitutto il controllo ed editing del contenuto, che è una fase molto importante nella quale si effettua un controllo dei contenuti, viene rivisto il testo curando la correttezza e la coerenza stilistica e formale.
Un altro servizio offerto dalla casa editrice è la consulenza con riferimento al tipo di stampa, alla scelta della copertina, della carta e a volte anche un’attenzione particolare al packaging. L’autore non deve assolutamente preoccuparsi del servizio di stampa, che viene seguito totalmente dalla casa editrice, tramite solitamente un servizio terzo.
Una volta stampato il libro si considera l’inserimento nel catalogo editoriale e viene effettuata una proposta editoriale di lancio del prodotto. A seguire tutti i servizi di marketing che inviteranno il lettore all’acquisto, secondo tecniche particolari che susciteranno la curiosità e infine la vendita del libro.
Nello specifico la casa editrice effettua servizi di revisione dei contenuti, dal punto di vista grammaticale e formale; propone un servizio di consulenza personalizzato, curando l’impaginazione e la struttura. Inoltre identifica il formato migliore in base al target di lettori, che si desidera raggiungere e agli altri aspetti fondamentali per presentare al meglio un libro, come il tipo di carta, il formato della copertina, il tipo di rilegatura, la grandezza delle immagini, la dimensione del carattere. Vengono valutati tutti gli aspetti che rendono un libro unico, con lo scopo di attirare l’attenzione e l’interesse dei lettori, che si recherà in una libreria o farà l’acquisto online.
Il valore aggiunto della casa editrice è quello di avere una rete di fornitori specializzati nel settore, che sono specializzati nell’offrire il servizio di pubblicazione dei libri con molta competenza. La casa editrice inserisce tutti i titoli in un catalogo con diverse proposte editoriali, permettendo quindi di usufruire indirettamente dei servizi di marketing e promozione.
È l’editore, poi, che investe nella pubblicità necessaria per promuovere il lancio di un nuovo libro, definisce la strategia di comunicazione efficiente per raggiungere i potenziali lettori ed accrescere la visibilità. L’autore in questo caso può investire per pubblicizzare il proprio libro, per aumentarne il risultato ma buona parte del lavoro si spera venga fatto dalla casa editrice (sebbene sia noto che, in molti casi, purtroppo non è così).
Contattare una casa editrice, alla quale affidarsi completamente per la pubblicazione del proprio libro ha i suoi vantaggi, ma come ogni cosa ha anche i suoi contro.
Prima di tutto bisogna trovare una casa editrice che accetti il manoscritto. Ci possono volere degli anni prima di riuscire a trovare una vera casa editrice (una non a pagamento per intenderci) che legga il manoscritto e decida di investirci sopra e creare attorno a quel manoscritto un progetto editoriale. E comunque non è detto che ci si riesca.
Anche le case editrici tradizionali hanno bisogno di un autore attivo nell’attività promozionale. Bisogna, quindi, prepararsi ad un investimento di tempo e denaro più o meno considerevole per poter raggiungere qualche risultato.
A livello contrattuale, poi, le case editrici danno percentuali di guadagno estremamente basse e prendono possesso dei diritti d’autore sull’opera per un certo numero di anni. In pratica l’autore non ha più alcun potere sulla propria opera per anni in cambio di guadagni piuttosto esigui.
Se ti rivolgi ad un editore dovrai fare un’analisi sulla scelta in base al tipo di libro che vuoi pubblicare se si tratta di narrativa oppure di un saggio, poi deve essere fatta un’indagine sugli editori che pubblicano libri come quello che hai realizzato tu.
Il libro proposto non dovrà essere inviato per intero poiché un editore non lo leggerà mai sino alla fine, considerando che ne riceve tantissimi ogni giorno. Dovrai preparare una scheda di presentazione nella quale viene riassunta la struttura, il soggetto, il target, il primo capitolo e un link che servirà per scaricare il resto del testo se necessario.
Nella maggior parte dei casi i titoli proposti all’editore rimangono lì e non vengono pubblicati. È davvero difficile trovare la casa editrice adatta per l’argomento trattato e ottenere l’ok da parte dell’editore, perchè serve distinguersi dal resto degli autori.
E allora perché non valutare una strada diversa?
Nessun editore sarà mai disposto ad impegnarsi e a fare sacrifici quanto l’autore stesso, che sente forte il desiderio di dare vita al proprio lavoro e vedere il suo libro in vendita e apprezzato dai lettori.
Si può utilizzare self publishing quindi senza passare attraverso l’editore.
Questa scelta di auto-pubblicare le proprie opere che siano romanzi, fumetti, favole o saggi è possibile grazie alle nuove tecnologie. Infatti esistono diverse piattaforme come Youcanprint che offrono questa possibilità e le vendite avvengono online e nelle classiche librerie tradizionali, che sono in grado di raccogliere gli ordini e poi di consegnare la copia ordinata al lettore.
L’autore ha la facoltà di acquistare alcune copie del suo libro attraverso il sito e decidere di venderle in maniera autonoma attraverso altre modalità o canali. Il vantaggio di non dover cedere i diritti d’autore, il controllo totale del tuo libro, le percentuali di guadagno spesso anche triple rispetto all’editoria tradizionale fanno il resto.
Il self publishing è un impegno aggiuntivo perché ogni autore sarà l’editore di se stesso, ma è l’unico che ti permette di poter giungere a dei risultati concreti. L’alternativa è attendere mesi e anni nella speranza che un editore noti il tuo libro. Cos’è meglio, fare qualcosa di concreto oppure stare fermi e sperare?
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Una differenza fondamentale tra le scelte editoriali di una casa editrice nota, e il self publishing, è che la prima ha che già fatto pregresse scelte di successo, fornisce di un libro un giudizio impietoso e critico, mentre il self publisher è nei giudizi di qualità verso il proprio libro, notevolmente condiscendente.Il suo narcisismo gli vela la lucidità critica nell’auto-giudicarsi.Gli viene fatto credere però in modo errato, che il giudizio sulla qualità di un libro, dovrà essere fornito dall’autore stesso.Il trionfo dell’autarchia più sciocca, sprovveduta e pericolosa. Se sei malato grave ti devi rivolgere ad un medico, non curarti da solo : morirai editorialmente.Se Mondadori possiede nel suo catalogo migliaia di libri di successo ampio, c’è una ragione, nulla avviene per caso. Se migliaia di auto-prodotti non ottengono un ampio riscontro di vendite, c’è una o molte ragioni collegate proprio al loro auto-prodursi.L’auto-produzione di un libro è il ripiego , in generale, da parte di autori che non hanno potuto raggiungere l’editoria grande. Se ogni auto-prodotto potesse giungere ad essere pubblicato dalle Major editoriali, chi si auto-pubblicherebbe più ? Non servirebbe.Il vostro discorso manca di logica interna al discorso appunto, per ovvi motivi di interesse di parte. Accade lo stesso in campo discografico, migliaia di musicisti che non sono potuti arrivare ad essere pubblicati dalle Major discografiche, si auto-producono vendendo la propria musica autonomamente. Qui non è in discussione la libertà di auto-prodursi o meno, ma la logica che la sostiene.Una indubbia cosa positiva è la non cessione dei diritti d’autore della propria opera se ci si auto-produce.
Secondo me è sbagliato l’assunto in partenza. L’auto pubblicazione significa scegliere di mettersi al giudizio diretto del pubblico invece che a quello insindacabile di un editore. Ti faccio un esempio con il Festival di San Remo.
Hai mai notato che spesso le canzoni che vincevano in passato non avevano successo mentre quelle che si trovavano più nelle retrovie vendevano milioni di copie? I direttori del festival lo hanno notato e hanno modificato i meccanismi di votazione introducendo il voto del pubblico ed aumentandone l’importanza rispetto a quello delle giurie di esperti. Da allora le canzoni che vincono sono anche quelle che fanno più successo.
Perché? Perché è il pubblico che decide il successo di un prodotto. Anche se un grandissimo esperto giudica un prodotto di qualità, ma questo prodotto non è in grado di raggiungere e coinvolgere le masse, resterà un mero esercizio di stile, senza vita e senza alcun riscontro di pubblico.
Con il self publishing, invece, fa successo non chi viene scelto dall’alto dell’autorità di un presunto editore intellettuale, ma chi viene scelto dal pubblico.
Ti dirò di più, ormai lo avrai notato, gli editori non scelgono più nulla. I grandi editori si basano soltanto sulle grandi Penne e sui personaggi di successo, non scelgono più esordienti. Chi viene selezionato da un grande editore ha già avuto successo con altri libri o in altre circostanze. Vedi gli influencer che pubblicano un sacco di libri scritti da ghostwriter oppure i giornalisti che pubblicano libri a ruota.
Hai ragione nel dire che se migliaia di libri auto-prodotti non ottengono un ampio riscontro di vendite una ragione c’è ed è collegata all’auto-prodursi. La ragione è molto semplice, la figura dello scrittore è cambiata. Ora lo scrittore deve essere editore di se stesso, deve acquisire conoscenze di marketing e deve promuovere il suo libro attivamente. E questo non accade solo nel self publishing ma anche nell’editoria tradizionale. Questo ha spinto moltissimi ad abbandonarla per dedicarsi al self publishing, tanto comunque si dovrà fare tutto da soli in entrambi i casi, a questo punto meglio garantirsi le maggiori percentuali e libertà del self publishing.
L’equivalenza tra prodotto di qualità che non raggiunge le masse e l’esercizio di stile senza vita, è arbitrario.Lei fa della quantità una qualità di per se stessa, molte opere del passato non hanno avuto un riscontro di massa eppure sono entrate nella storia della letteratura e della musica. La sua è una apologia del self publishing non una analisi obiettiva.Il termine autorità indica un essere conoscitore profondo della materia trattata, un c.d. auto-prodotto per esempio non suonerà come un c.d. prodotto da un’autorità discografica. Inoltre, alcuni testi di scrittori nel campo saggistico, sono stati pubblicati con case editrici note, altri testi li hanno pubblicati auto-producendosi, perchè non volevano perderne i diritti essendo degli scritti innovativi e originali.Secondo me questo è il lato positivo dell’auto-produzione. Non certo le percentuali di guadagni che sono irrisorie in italia, per questo tipo di libri ma anche per altri tipi.In genere non commento una risposta ad un mio commento, ma il tema trattato è importante e bisognoso ancora di ulteriori chiarificazioni.
No la qualità è qualità e basta e la qualità dei libri in self publishing è ormai arrivata quasi ai livelli di quelli pubblicati tradizionalmente, in alcuni casi anche superata. Quanti testi pubblicati tradizionalmente hanno venduto milioni di copie pur essendo (perdonami il termine) spazzatura? Quello che volevo dire con il mio commento è che ormai il self publishing sta colmando passo dopo passo, tutte le lacune che aveva nei confronti delle case editrici tradizionali che, al contrario, stanno facendo molti passi indietro a causa di politiche molto arretrate che hanno messo in crisi negli ultimi 5 anni i grandi gruppi editoriali.
Sono d’accordo con Marco Palma ed ho sperimentato sulla mia pelle tutto quanto scritto nel post.
Attualmente sto scrivendo il mio settimo romanzo (i primi sei tutti auto-pubblicati) e tempo fa ricevetti una proposta di pubblicazione per il mio terzo romanzo da parte di una media casa editrice. Ebbene, dopo aver letto attentamente la proposta editoriale mi sono chiesto: ma perché dovrei cedere i miei diritti sul libro per un compenso così esiguo rispetto alle royalties pagate dal sito on-line quando tutto il lavoro di marketing e pubblicità rimane a mio carico? Solo per essere inserito in una collana di libri gialli di cui pochi lettori comunque verranno a conoscenza? Solo per il lavoro di editing? Ma quello lo svolgo insieme ai miei fidati collaboratori che mi permettono di mettere in vendita un prodotto paragonabile a quello di una casa editrice tradizionale senza però dover sottostare ai diktat dell’editor (Quaglia, c’è poco sangue e poco sesso nei suoi romanzi, così perde lettori…). E chi se ne frega se perdo lettori, mi tengo quelli che mi interessa tenermi…
Quindi, per non dilungarmi troppo: mille volte meglio auto pubblicarsi, a meno che tu non sia un autore già affermato e che vende migliaia di copie per ogni romanzo. In quel caso è tutto un altro discorso. E un suggerimento alle case editrici: Internet e la rete hanno cambiato il vecchio mondo anche nell’ambito editoriale. E’ giunto il tempo di rendersene conto e di mutare atteggiamento verso i nuovi autori perché i lettori se ne sono già accorti.
Internet ha accorciato le distanze e abbreviato i tempi. Molti editori tradizionali sono rimasti ancora dei dinosauri con tempi lunghissimi e metodologie del secolo scorso. Sono quasi già passati i primi 21 anni di questo nuovo millennio e non possiamo sorprenderci se le metodologie del millennio precedente non funzionano più
Comunque, credo che alla fine del discorso dalla pubblicazione di un libro non si guadagni quasi nulla. Scrivere un libro è un passatempo ed un esperienza da provare, ma credo che l’unico modo per guadagnare qualcosa e ripagarsi le spese e la fatica di scrivere un libro sia la pubblicità tramite radio o televisioni e nel caso che qualcuno sia interessato a farne un film. Casa editrice o self publishing è una scelta che deve essere fatta all’inizio della pubblicazione, perché le case editrici accettano solo manoscritti inediti non ancora pubblicati nel self poublishing.
Questo non è vero Davide, ci sono tantissimi autori che le case editrici pubblicano che prima hanno provato il selfpublishing. Anzi le case editrici pescano direttamente dal selfpublishing ormai.