Il Conta caratteri immediato. Tool gratuito conta parole, lettere, spazi e altro…
Il Tool online di Youcanprint gratuito che ti permette di contare i caratteri di un testo con e senza gli spazi, contare le parole, contare le lettere e...
Indice dei contenuti
Perché si dice che tre è il numero perfetto? Ve lo siete mai chiesto? Ho letto diversi manuali e teorie a riguardo, poi mi sono guardato un pò intorno, e ho cercato di rispondere alla domanda: possiamo inserire una triade nella struttura narrativa del nostro libro? Il tre può incidere positivamente sulla nostra attività di scrittori?
Pronti? Via!
La frase latina, Omne trium perfectum: tutto ciò che arriva a tre è perfetto, è spesso propagandato come punto di partenza per comprendere la Regola del Tre.
Come suggerisce il nome stesso la Regola del Tre utilizza lo schema del tre. La ripetizione del numero tre non solo dà una sensazione soddisfacente, ma la ricerca mostra che le informazioni presentate in uno schema hanno maggiori probabilità di essere assorbite e conservate.
Tre è il numero più piccolo con la capacità di creare uno schema. Due non sono abbastanza, mentre quattro possono sembrare esagerati.
L’uso di uno schema basato sul tre dà ritmo alla tua scrittura mantenendo il ritmo in movimento.
Se cambiamo il nostro drago grande e verde in un drago grande, verde, squamoso, trasandato e indisciplinato, il ritmo rallenta drasticamente e ci sono molte più informazioni da assorbire per il lettore.
In breve, i nostri cervelli sono attratti da triadi.
La struttura narrativa di base segue la Regola del Tre . La scrittura narrativa divide le storie in tre per formare la struttura di base con inizio, metà e fine, a volte indicata come impostazione, confronto e risoluzione. Anche le sceneggiature seguono questa struttura con i loro tre atti.
L’ingrediente di base per ogni storia inizia con tre parti, ma puoi andare oltre e incorporare la Regola del Tre nell’arco della tua trama.
I narratori orali hanno utilizzato questa tecnica in quanto rende la storia più facile da seguire per il pubblico e per il narratore da ricordare.
Le nostre più antiche storie orali e raccontini per bambini contengono tre personaggi.
Anche Cenerentola fa parte di un trio. Con due brutte sorellastre, Cenerentola è la terza figlia della famiglia.
Il principio del tre non si limita alle favole
Un trio può raccontare la storia dell’eroe (come Cenerentola) facendo di un personaggio la terza ruota (quella di scorta).
In alternativa, un trio può lavorare in coorti (Harry Potter), aggiungendo ulteriori set di abilità di cui l’eroe ha bisogno per compiere la sua ricerca.
La ripetizione di tre aggettivi crea un ritmo piacevole che si ricorda facilmente dando alla tua scrittura un ritmo naturale.
Questo ritmo è così piacevole e orecchiabile che la pubblicità ha incassato la tecnica. Spesso gli slogan pubblicitari utilizzano tre aggettivi per risuonare con i potenziali acquirenti.
Le frasi Tricolon sono un modo elegante per descrivere la magia che accade quando tre parole o frasi si combinano per creare un impatto potente.
La ripetizione non serve solo a rafforzare la tua idea, ma è anche un ottimo strumento di alfabetizzazione.
Una volta che inizi a cercare, scoprirai che la Regola del Tre è ovunque, in agguato in tutti gli aspetti della nostra vita.
Non c’è niente di casuale nell’uso del numero tre all’interno della cultura umana: gli scrittori hanno sfruttato questa tecnica per secoli.
Se vuoi che la tua storia lasci un impatto, usa la Regola del Tre.
Il Tool online di Youcanprint gratuito che ti permette di contare i caratteri di un testo con e senza gli spazi, contare le parole, contare le lettere e...
Tanto per cominciare ricorda sempre che devi usare il se seguito dal congiuntivo quando dopo trovi una condizione Esempio: Sarei molto felice se tu...
Che tu sia o meno uno scrittore emergente o professionista, oppure un semplice appassionato di scrittura creativa e desideri cimentarti in questo campo,...
Il saggio di Umberto Eco "Come si fa una tesi di laurea" (Bompiani, 1977) parte dai fondamentali, spiegando che cos'è una tesi di laurea Ma, se sei qui,...
Hai deciso di scrivere un libro o lo stai già scrivendo Ho 5 preziosi step da condividere con te: sono quelli che hanno guidato me alla scrittura del mio romanzo...
L'incipit è più di un semplice inizio: è una finestra sul cuore della storia Attraverso esso, si mostrano non solo il personaggio principale, ma anche il tono,...
Scegliere il font migliore per scrivere un romanzo non è così semplice Nel self publishing, la libertà di non avere un editore alle spalle consente agli autori...
Quante volte sentiamo parlare di "genere letterario" Forse è un concetto poco conosciuto da chi non ama scrivere o leggere, ma che rappresenta un argomento...
Scrivere un libro per bambini spesso viene considerato un compito meno impegnativo che scrivere un libro destinato ai grandi, ma le cose non stanno così Per...
Hai finito di scrivere il tuo libro finalmente Dopo mesi e mesi di fatica è arrivato anche il momento di scegliere il titolo giusto e questo è un compito che...
La prefazione di un libro rimane sempre un elemento misterioso: è necessaria È utile Ma soprattutto cos'è e come si scrive la prefazione di un...
Vengono chiamati low content book: sono dei veri e propri libri caratterizzati da un contenuto ridotto o persino privo di alcun testo, opere editoriali che...
Come è nato il genere giallo Il genere giallo è riconducibile con ogni probabilità a quello poliziesco; ad ogni modo, recentemente, sono nati filoni...
A volte usiamo questo sistema casualmente, ma vederlo indicato come regola da seguire non può che confortarci. Grazie per tutti i vostri suggerimenti. Buon lavoro!
ciao Giuseppe! Grazie a te !
E’ vero, si usa questa regola nella scrittura inconsapevolmente. Inizio, parte centrale, conclusione. Siamo inevitabilmente impostati sul tre. Senza arrivare ad Aristotele è una prassi abbastanza comune usare tre aggettivi, fare tre esemòpi, anche il pranso usa il tre: primo, secondo, contorno. Mica sempre mangiamo il dolce e la frutta. Beh! nel pranzo forse Aristotele non c’entra! I greci non mangiavano come noi. Sto scherzando! I tuoi spunti Donato sono sempre positivi e creativi. Grazie, buona settimana.
ciao Daida! Grazie per il tuo commento e contributo al mio contenuto, li arricchisci sempre! Un caro saluto, Donato
nero e bianco; oppure il tuo punto di vista.
Y.C.P.
Bravo Donato
Quante cose abbiamo sotto gli occhi ma non vediamo❓
È come cominciare a leggere lo schema di “MATRIX” le tue sono tante pilloline rosse…
Molto preziosi i tuoi consigli, ti seguo sempre e ti sono grato per gli ottimi spunti
Un caro saluto
Fausto Dalla Valentina
Ciao Fausto, sono davvero contento che ti abbia stimolato un così eccezionale esempio! In effetti non ci avevo pensato ma è proprio così ogni settimana cerco di sondare un aspetto della scrittura e catturare l’attenzione dei miei lettori, ti saluto caramente…
Donato
Saggi principi, ma temo che se ti presenti al mercato senza un editore, una critica, una promozione, il risultato parte da zero e rischia di rimanerci, anche ai concorsi.
Ma in tal caso non si riuscirà mai a recuperare tali spese se non vendendo illusoriamente centinaia di copie.
Per me è meglio youcanprint così almeno non ci rimetto quasi nulla !
Sperando nel colpo di fortuna, quest’anno ho scritto un lungo poema in terzine dantesche confidando in qualche premio che mi appariva quasi un diritto, anche una targa. Macché, e neppure Dante ha fatto la differenza ! Ma anche i libri non interessano tanto, da quando su YouTube puoi vedere fior di documentari ovunque e gratis.
ciao Gioacchino! Grazie davvero per il tuo contributo al mio contenuto, continua a seguirci e in bocca al lupo per la tua attività!
Giusto
grazie Simona! 🙂
Interessante, ma il taglio è commerciale. Molti anni fa all’Università di Torino seguivo corsi di psicologia dei consumi, psicopedagogia dell’industria, tecniche di ricerche di mercato. Però, mi consenta, l’opera letteraria può necessitare di procedure di successo di mercato, ma nella sua genesi procede diversamente. V. Il nome della rosa di Eco. Viene incontro ai bisogni reconditi del lettore, a prescindere dalla regola del tre. Ho appena terminato di leggere Mishima. Avvincente, nella sua semplicità. Dove starebbe il tre? Il tre è un’opzione commerciale per opere di consumo. Vale per letteratura d’appendice, se esiste ancora, o per storie tv a puntate.
ciao Guido, grazie per il tuo commento e contributo! Quello che voglio dire è che non è per forza deve esserci in tutti i libri e in ogni storia. Solo che se dobbiamo scegliere quanti amici, quanti oggetti, quanti difetti, quanti pregi ecc… deve avere il nostro protagonista allora anziché dire 4, 5 o 2, Tre sarebbe la scelta ottimale-
La regola del tre… non la conoscevo come regola ma come luogo comune.D’ora in avanti non potrò prescindere dal praticarla. Grazie Donato.
ciao Luana! Ho preferito scrivere regola, anche se non si tratta di una regola assoluta da dover seguire, come sai la scrittura è una forma d’arte, nella quale è importante conoscere le regole, per infrangerle!
Caro Donato, la mia professione non è del filosofo e quella che facevo era già stata definita “impossibile” dal suo stesso inventore, come lei sa, tuttavia commento volentieri. Le triadi che lei propone, riferibili ad una “regola del 3” che è fondamentale per stabilire proporzioni anche nella più usuale matematica (ce ne sono, di assiomatiche, anche altre…) possono essere definite archetipiche, cioè forme di pensiero ancestrali che danno ordine chissà da quando al nostro immaginario. Hanno lo scopo puramente logico e comunicativo di superare il dubbio (la sospensione) del due, ovvero di risolvere, superare o pacificare in una sintesi ovvero nel terzo termine la dialettica inevitabile, se ben lei considera, tra i primi due termini in ciascuna delle triadi che ci propone. Si tratta in fondo di ciò che lei chiama uno schema, a sua volta ciò che può far procedere un discorso oltre l’indecidibilità o l’insignificanza, come ben dice. Mi permetta però di aggiungere che in estetica talvolta questo schema può essere rovinoso e il terzo termine ultroneo, pensi per esempio al protagonista e all’antagonista nella tragedia greca, o al bianco – nero dei dipinti di Vedova, o a certi contrappunti musicali… Certo, tutti siamo inclini a non lasciare in sospeso il “to be or not to be” di Amleto, ma non sempre è conveniente appianare il dubbio di primo acchito, frettolosamente, si rischia di banalizzarlo o addirittura di mistificarlo nella retorica come è evidente in molti degli slogan pubblicitari qui citati.
Cordialmente.
ciao Ennio, grazie per il tuo commento! Continua a seguirci! Grazie!
Prezioso contributo sig. Ennio
Proprio nell’esteica emergono meglio i limiti dei tentivi, altrove utili, di ripartire l’unità di una esperienza o di un ente.
Infatti, nel mio saggio sulla triplicità sostengo che: “La natura triplice, di molti aspetti della vita che vedremo insieme nelle prossime pagine, non so dire se sia legata all’essenza delle cose stesse oppure ad una nostra, umana, modalità di percezione. Probabilmente dipende da caso a caso, da settore a settore, e non ha affatto importanza trovare una risposta definitiva perché, almeno secondo me, la cosa più importante è trarre spunti anche da queste triplicità, per capire meglio noi stessi, i nostri simili ed il resto che ci circonda”.
ciao Lucio, grazie infinite per il tuo contributo!
Caro Donato, Grazie infinite per i tuoi spunti di riflessione, le tue esperienze e ricerche condivise. Grazie infinite a Youcanprint per Esserci.
Da quando faccio parte di Voi ho imparato molto, sono cresciuta e soprattutto mi sento sostenuta e all’interno di un meraviglioso gruppo di lavoro e passione.
Ho da poco pubblicato il mio primo libro con Voi, che sta andando bene e sto già lavorando al secondo.
Grazie infinite per Tutto e buon lavoro ❤️.
Eleonora Celestino
ciao Eleonora, sono io e siamo noi a ringraziarti per darci sostegno e per volerci seguire 🙂 Quello che cerchiamo di fare ogni giorno è dare supporto, supporto a chi come te ha tanta, tanta voglia di fare bene!
Preg.mo Donato trovo certamente interessante la regola del tre, può succedere che la si usi sensa averne del tutto la consapevolezza. Nel mio primo libro pubblicato con voi “La voce dell’orfano” nella prefazione scrivo: è sempre complicato spiegare i motivi che spingono a esternare i propri pensieri … specie quando si eludono i canoni dei prodotti letterari. Mi riferisco al tentativo di innestare tre forme di produzione letteraria: narrazione, poesia, saggio. Forse ha poca attinenza al suo suggerimento ma …
Gentile Antonio, grazie per il tuo commento e contributo! Certo non è mai un caso che siano tre le forme di produzione letteraria innestate… 🙂
Chissà perché mi arrivano tutti i commenti altrui e il mio commento precedente rimane in fase d’approvazione?
Ciao Fausto! Vedo solo questo commento ma non il precedente a cui fai riferimento, potresti riscriverlo?
Youcanprint dovrebbe sapere che ho scritto un libro sulla “triplicità”
I Tre Volti – dell’uomo e del mondo
ed. Youcanpirnt, appunto
Un cordiale saluto
LB
Interessante ! Proprio non lo sapevo, però è vero,
non ci avevo mai pensato, ho imparato una cosa nuova !
Io invece avevo sempre creduto ai numeri pari…
forse perchè siamo basati sulla simmetria:
abbiamo due braccia, due gambe, ecc.
Anche la musica sarebbe basata su tempi pari…
Ciao Donato,
onestamente ignoravo la regola del tre, tuttavia con molto piacere ho realizzato che nel libro che ho scritto implicitamente penso di averla rispettata. Infatti nel prologo due personaggi principali dialogano tra di loro nella disperazione di in conflitto interiore e lo portano alla quasi esasperazione nel prosieguo della storia.
Un terzo apparentemente secondario, chiude il cerchio alla fine del libro.
Grazie per avermelo fatto notare. C’è sempre da imparare qualcosa di nuovo!
Ciao Massimo, sono davvero contento che ti sia piaciuto! A volte nella scrittura succede che applichiamo regole senza nemmeno accorgecene, questo succede quando siamo lettori accaniti, e ci viene in automatico replicare meccanismi acquisiti durante la lettura!
Ti abbraccio.
stavo dicendo…che la regola del tre è veramente interessante !
Io invece conoscevo solo la regola del due e del quattro…
forse perchè il nostro corpo è basato sulla simmetria,
abbiamo due braccia, due gambe…
ed anche la musica è basata su tempi pari.
(Ma i commenti scompaiono ?…)
ciao Leonardo! Grazie del tuo commento e contributo! 🙂