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Il mindset dello scrittore: 4 elementi insostituibili

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Tutti possono essere scrittori se hanno una storia o un’idea da raccontare.

Non ci sono limiti a questa visione, se non quelli che ti stai ponendo da solo, da giorni, mesi o anni. Questo è quello in cui, da anni, crediamo in Youcanprint ed è il messaggio che abbiamo sempre veicolato ai nostri autori e aspiranti tali.

In questa visione, il mindset ha un peso determinante.

Voglio quindi condividere con te i segreti che mi hanno permesso di riprendere in mano il sogno che avevo abbandonato per anni (quello di pubblicare un libro…), ma che sentivo ancora pulsare dentro di me, fino a scrivere e pubblicare.

Questi principi sono così universali che saranno utili tanto allo scrittore esordiente quanto a quello professionista, in quanto validi per ogni autore, di ogni genere o età, perché vanno a toccare le fondamenta della psicologia per creare il giusto mindset, il giusto framework mentale per farti sentire uno scrittore prima ancora di scrivere una riga o aver pubblicato il tuo libro.

Fiducia in te stesso

Credo che non esista nessun nemico peggiore di se stesso per uno scrittore. Lo scrittore, in particolare l’esordiente, spesso soffre della sindrome dell’impostore, è ipercritico e sabotatore di sé.

Questa bassissima autostima si riflette spesso in una bassa qualità dello scritto, in una bassa produttività e, nella peggiore delle ipotesi, in una mancata pubblicazione. Ci sono migliaia e migliaia di libri mai pubblicati perché l’autore li ha buttati via, li ha rinchiusi nel cassetto o non li ha neppure mai scritti.

È il momento di superare questo blocco, questo limite artificiale auto-imposto mettendo qualche punto fermo: per diventare scrittore non devi essere più bravo degli altri, non devi scrivere un capolavoro, non devi essere esperto e non devi aver letto centinaia di libri. Devi accettare queste semplici verità. Analizziamole nel dettaglio.

Per scrivere un libro non devi essere più bravo degli altri

Questa limitazione è una delle più comuni in molte professioni, in particolare nella scrittura. Se vogliamo scrivere un giallo dobbiamo essere più bravi di Arthur Conan Doyle o se vogliamo scrivere un fantasy dobbiamo essere migliori di J.K. Rowling?

Beh, ovviamente no, anzi la domanda posta in questo modo è assolutamente inutile oltre che limitante. Per scrivere un libro devi avere una buona storia, tutto qui. Ciò che importa è prendersi cura di migliorare la propria scrittura, che il libro sia privo di errori o refusi, che la copertina sia bella e che la descrizione del testo sia accattivante.

Questo è ciò che serve per scrivere un buon libro. Se ti hanno detto che non sei ancora pronto, che è ancora troppo presto, che devi frequentare un corso, etc., sappi che sono tutte bugie. La realtà è che la storia della letteratura è piena di opere meravigliose scritte da esordienti, da giovani, scritte di primo impulso e mai revisionate. Insomma, non esiste una ricetta magica, una formula, o un processo per scrivere il primo libro né una serie di competenze da acquisire per farlo. Devi solo scrivere, tutto qui. Sperimentare senza paura di fallire.

Per scrivere un libro non devi scrivere un capolavoro

Lo so, ci sono passato, quando ci mettiamo davanti al nostro primo libro il nostro livello di autocritica sfiora vette incredibili. Vagliamo e cassiamo ogni idea perché ritenuta banale, buttiamo via decine di pagine scritte perché scritte male, etc. La realtà è che nessuno sa di aver scritto un capolavoro prima che lo sia diventato. Semplice.

È impossibile stabilire a priori di scrivere il libro che segnerà il mondo, un’intera generazione o che diventerà il nuovo caso letterario. Semplicemente è impossibile, oltre che stupido e dannoso per la propria autostima. Dato che questa strada non è percorribile e il rischio è che tu rimanga bloccato in eterno, nell’attesa della tua grande ispirazione, l’alternativa è semplicemente scrivere, scrivere, scrivere ogni giorno.

Ci sono autori che oggi riteniamo classici che hanno per anni pubblicato libri che nessuno ha mai considerato, fino a quando poi hanno pubblicato la loro grande opera e tutta la loro produzione è stata riscoperta.

Quello che intendo è che la scrittura è un mestiere, un’abilità e, come tale, ha bisogno di esercizio e di abitudine per affinarsi.

Questo non significa che dopo dieci anni automaticamente sarai in grado di scrivere un capolavoro, te lo auguro, ma potrebbe non essere così. Quello che intendo dire è di non porti aspettative talmente elevate che ti programmeranno automaticamente al fallimento, piuttosto inizia con umiltà, certo, ma inizia.

Scrivi e pubblica ciò che ti sta a cuore, ciò che ti emoziona scrivere. I lettori e il tempo diranno la loro.

Ma non puoi impedire a dei libri di esistere in questo mondo solo perché sei convinto che non ne valga la pena. Non lasciare che le tue paure infondate limitino il tuo talento o il tuo bisogno di scrivere. Scrivi e liberati da tutto questo retaggio: è il momento di lasciarselo alle spalle.

Per scrivere un libro non devi essere un esperto

Ecco, qui molti si indigneranno, ma quello che hai letto è vero. Sì, per scrivere un libro non devi essere un esperto. Questo vale tanto per i romanzi quanto per la non-fiction, dove in particolare la competenza sembra sia un requisito fondamentale.

Innanzitutto, non devi essere esperto perché l’esperienza è assolutamente difficile e impossibile da quantificare. Cosa significa esattamente “essere esperti”?

A prescindere dall’ambito, è difficile individuare un parametro oggettivo per stabilire l’esperienza di una persona. Al contrario, quello che sostengo è che per scrivere sia necessario avere un valore da comunicare al lettore, tutto qui.

Ovvero, in altra misura, devi essere in grado di comunicare qualcosa che arricchisca e migliori la vita di chi legge. Questo principio è semplice e democratico e ti libererà da molte paure e convinzioni limitanti.

Se vuoi scrivere un libro su un argomento specifico o un romanzo di un genere particolare, non devi essere un massimo esperto, avere un profilo social con migliaia di follower e poi deciderti a scrivere. Al contrario, chiediti: ho vissuto qualcosa, imparato qualcosa o conosco qualcosa che, se condivisa, arricchirà o migliorerà la vita del lettore?

Se la risposta è un sì, anche accennato, allora non hai scuse, scrivi. Crea il tuo libro senza paure e lascia che sia il lettore a giudicare. Perché, lo sappiamo, lo scrittore è il peggior critico di se stesso.

Per scrivere non devi aver letto centinaia di libri

Qui tocchiamo un punto molto caro ai letterati, ai naïf, agli intellettuali. A scuola, d’altronde, ce l’hanno sempre detto, per scrivere devi leggere tanto, soprattutto classici. Ovviamente dissento. Come ogni forma di stereotipo o convinzione sociale basata sulla tradizione è nostro dovere infrangerla, perché le consuetudini raramente possono resistere all’urto del cambiamento.

Chiariamo: la lettura è un’attività umana fondamentale per vivere non per scrivere. Sicuramente, leggere qualsiasi genere e in particolare quello nel quale ci vogliamo impegnare non potrà che aiutarci a migliorare e ad apprendere trucchi e segreti, ma non è un requisito essenziale.

Molti autori si sono fermati davanti a questa convinzione, hanno iniziato a leggere con fatica i classici e poi la loro motivazione e il loro entusiasmo sono stati spazzati via. Fermiamo questo suicidio letterario. La scrittura è una competenza a sé, che può essere sviluppata a prescindere da ciò che si legge.

Quindi puoi tranquillamente scrivere un romanzo o un saggio, anche senza aver letto la lista dei 100 classici da leggere almeno una volta nella vita o la lista dei saggi consigliata da Bill Gates.

Quello che voglio comunicarti in questo capitolo è proprio questo: dobbiamo liberarci da tutte le paure e le insicurezze che ci sono state trasmesse sulla scrittura e trovare il coraggio, l’amore e la libertà di scrivere tutto ciò che vogliamo o sentiamo.

Ogni nostro pensiero o emozione merita di esser scritta. Non esistono regole nella scrittura, la scrittura è ribellione, è libertà, è autodeterminazione.

La scrittura è vita, e proprio come la vita trova sempre un modo per sopravvivere, ed anche tu devi trovare un modo, il tuo modo, di essere scrittore. Da oggi sei autorizzato a diventare scrittore perché l’autorizzazione viene da te stesso, non dall’insegnante, dai genitori, da un amico o da un editore. Nessuna autorità potrà mai sentenziare sul tuo bisogno di scrivere.

Il mondo ha bisogno di libri per migliorarsi, anche il tuo.

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