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Come posso pubblicare il mio libro? E’ una domanda che sento ripetere spesso e che chiunque abbia un libro nel cassetto, prima o poi, si pone. La risposta (preparati) è molto articolata.
L’editoria, oggi, propone agli aspiranti scrittori vari modelli editoriali, alcuni innovativi e molto validi, altri che esistono da secoli, altri ancora che, a dispetto del tempo, sarebbero dovuti scomparire da un pezzo.
La giornalista Jane Friedman, ex direttrice di Writer Digest, ha ridotto il numero a cinque: 5 percorsi di pubblicazione che vanno dall’editoria tradizionale all’auto-pubblicazione, passando per modelli intermedi di “Partnership Publishing” e “Full Assisted Publishing”.
Ti consiglio subito di escludere questi ultimi due dalla tua prospettiva. La Full Assisted Publishing perché è la “classica” editoria a pagamento: compri a tue spese un certo numero di copie del tuo libro (già solo la definizione è contraddittoria), assolutamente un modello da evitare, in quanto non prevede alcun tipo di selezione, distribuzione o promozione. In pratica, ti ritroverai a casa uno scatolone pieno di copie di scarsa qualità del tuo libro che non saprai come smaltire.
La Partnership Publishing, invece, prevede una sorta di società tra autore, agente ed editore, che condividono rischi e utili dell’impresa. Non è un modello diffuso in Italia e quelli che gli si avvicinano presentano ancora troppe incognite e contraddizioni.
Adesso possiamo iniziare ad analizzare modelli di pubblicazione più consolidati, cercando di capire in cosa si differenziano e come scegliere quello più adatto a te.
Editoria Tradizionale
L’autore riceve anticipo e royalties, di solito sulla base di un contratto di cessione del diritto d’autore. Il processo di pubblicazione è lungo e altamente selettivo, d’altronde l’editore si addossa tutto il rischio economico e il lavoro di realizzazione, distribuzione e promozione dell’opera sui media. Pubblicando con un medio/grande editore la visibilità del libro è assicurata, ma non sempre le condizioni sono ideali per l’autore, che ha un peso contrattuale minimo rispetto al suo editore.
Self-publishing
Da quando è diventato di moda il termine viene, ormai, utilizzato per qualsiasi iniziativa editoriale. In realtà, l’auto-pubblicazione prevede che l’autore produca il proprio libro in modo del tutto autonomo (dalla scrittura, all’editing, alla copertina) per affidarlo, a lavoro concluso, ad un servizio di distribuzione, che tratterrà per sé una percentuale sul prezzo di ogni copia venduta. Non esiste alcun contratto di esclusività tra autore e fornitore di tale servizio, né di cessione dei diritti d’autore. Di solito sono previsti dei servizi extra, come la conversione nei formati ebook, la stampa su carta o la promozione, di cui si può usufruire previo pagamento. Ma il controllo sull’opera resta totalmente nelle mani dell’autore, che può apportare modifiche in qualsiasi momento, stabilire un prezzo di vendita sulla base delle percentuali di guadagno previste, di solito nettamente superiori a quelle stabilite con classico contratto di edizione.
Come puoi notare, maggiore sarà il controllo sulla tua opera, maggiori i rischi e le difficoltà di emergere, così come le competenze che ti vengono richieste per gestire ogni aspetto della pubblicazione.
Non esiste un modello ideale che va bene per tutti o che assicuri il successo. È necessario, innanzitutto capire in che mondo ti stai addentrando, conoscere il quadro generale e fare una scelta sulla base degli obiettivi che ti sei posto e di quanto credi nel tuo lavoro.
Allora, hai deciso come pubblicherai il tuo libro?
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