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Come ripeto spesso, prima di pensare all’autopromozione e mettersi alla ricerca dei propri fan, occorre avere tra le mani un buon lavoro.
Dare priorità al marketing e sottovalutare l’aspetto principale dell’attività di scrittura indipendente, la scrittura stessa, può rivelarsi un pericolosissimo boomerang.
Deludere i propri lettori vuol dire perderli. Deluderli prima che diventino fan, vuol dire cancellare il proprio percorso professionale sin dall’inizio.
Per un lettore, scoprire un possibile nuovo talento nasconde il desiderio di poter navigare in mari ancora inesplorati, di leggere cose nuove, fresche, assaporare stili originali. Una delusione in tal senso darebbe vita a un pericoloso passaparola in grado di distruggere per sempre la tua immagine di scrittore/scrittrice.
Per questo è importante scrivere un buon libro da subito, magari ritardando di mesi o anni la prima pubblicazione.
In questo post, pertanto, ti illustro i princìpi base dello storytelling, ovvero dell’arte di raccontare storie. Attenzione, non si tratta di princìpi utili solo a chi scrive narrativa. Te ne accorgerai leggendo.
Che tu stia raccontando la tua storia personale, un reportage di guerra o spiegando i fondamenti di genetica, crea un mondo nel quale il lettore possa immergersi.
Io odio la matematica, eppure, tempo fa, decisi di acquistare un libro che, poi, si è rivelato molto utile, solo perché adattava l’utilizzo dei numeri alle attività investigative: “Il matematico e il detective”.
E che dire del classico “Il mondo di Sofia”? Ha insegnato a milioni di persone la storia della filosofia, senza annoiare, né distrarre.
Ecco, di questo parlo, della capacità di creare un mondo con dei personaggi vivi che, a fine lettura, mancheranno un po’ al lettore. Devi far sì che chi ti legge si immerga in quel mondo e arrivi a considerarlo vero.
Ogni storia può essere raccontata da punti di vista differenti. Sono molti i romanzi e i film basati su questo principio e che giocano raccontando la stessa storia da diversi punti di vista.
Io stesso ne ho scritta una insieme ad altri 7 colleghi di penna.
Così, ogni volta che scrivi una nuova storia, scegli da subito il punto di vista da adottare. Questo ti permetterà anche di capire se scrivere in prima o terza persona.
Oppure, come suggerivo, scegli di utilizzare diversi punti di vista contemporaneamente per dar vita a originali giochi di soggettiva.
Se scrivi senza mettere del tuo, si sente. La tua personalità deve trasparire in ogni pagina del libro. Non aver paura di metterti a nudo.
Di’ quello che pensi, esterna le tue emozioni, racconta anche pezzi della tua vita, se questo può essere di aiuto o interesse a chi legge.
Scrivere con “il freno a mano tirato” è il metodo migliore per creare opere fredde e distaccate in grado di far sbadigliare anche il più accanito lettore.
Come ci hanno insegnato le trilogie, ma anche la TV che, in questi anni, ha trasformato qualsiasi film in una fiction, la serialità funziona.
Crea un tuo personaggio seriale. Oppure un tuo mondo seriale in cui agiscono sempre personaggi differenti. Crea diverse serie suddivise per tema. Fai quel che vuoi, ma tieni a mente che la serialità attira l’attenzione.
Anche perché il lettore, se ama le tue opere, tende ad affezionarsi ai tuoi mondi e ai tuoi personaggi. Non deluderlo.
Dietro ogni storia deve esserci un insegnamento, ce lo hanno fatto capire da piccoli, con le fiabe. Quindi, non creare storie fini a se stesse.
Da’ vita, invece, a racconti che lascino qualcosa di profondo al lettore. Che, a fine libro, gli facciano dire: “non ci avevo mai pensato”, oppure “ha proprio ragione”.
Sì, sto parlando della famosa “morale della favola”, ma non solo di quella.
Parlo di qualsiasi insegnamento.
Questo principio esula un po’ dagli altri, ma, ormai, è diventato imprescindibile.
Quando dai vita a un’opera letteraria, ricordati sempre che questa, se avrà un discreto successo, potrà essere trasformata (da te o da altri) in diversi formati.
Un podcast a mo’ di audiolibro, un video di Youtube, un fumetto e mille altre cose. Quindi, crea una storia che sia facilmente adattabile a questa imprescindibile transmedialità moderna. Pensaci sin dall’inizio.
E con questo è tutto. Ti do appuntamento alla prossima…occhio alla penna! 😉
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