Il Conta caratteri immediato. Tool gratuito conta parole, lettere, spazi e altro…
Il Tool online di Youcanprint gratuito che ti permette di contare i caratteri di un testo con e senza gli spazi, contare le parole, contare le lettere e...
Indice dei contenuti
Ci sono tanti contenuti sparsi nel web che raccontano i benefici della lettura sul nostro cervello. Ma ti sei mai chiesto cosa ci succede quando scriviamo?
Mi sono fatto questa domanda, quando sono stato alle prese con il mio primo romanzo (adesso in corso di pubblicazione), così ho fatto delle ricerche ed ecco qui che ti presento i risultati, davvero straordinari..
Buona lettura!
Ricordi quando eri piccolo e imparavi a scrivere?
Solo riuscire a scrivere il tuo nome è stato un grande traguardo.
Eppure, con la pratica, è diventato molto più facile. Il cervello non è un muscolo; anche se, per certi versi, si sviluppa come tale. Più lo usi in un modo specifico, più è in grado di eseguire il compito.
Quindi cosa fa effettivamente il cervello mentre scrivi? Le seguenti sono una serie di aree del cervello che lavorano insieme per formare idee e metterle su carta. Buona lettura!
Il lobo frontale del cervello è talvolta indicato come il “centro di controllo” delle nostre azioni volontarie, perché è responsabile del processo decisionale e della pianificazione. Questa funzione di pianificazione entra in gioco abbastanza presto durante il processo di scrittura. Supponiamo che tu abbia il compito di descrivere un evento della tua infanzia. Il tuo lobo frontale sarà quello richiamato ad attivarsi durante la scelta di quale evento descrivere e ti permetterà di pianificare l’attività.
Poniamo il caso che hai deciso che racconterai la storia del tuo primo giorno di scuola materna e di come ti sei spremuto addosso il tubetto del rosso, prima ancora di iniziare. Com’è possibile che ricordi questo evento in modo così vivido quando sono passati, venti, trenta o più anni? Questo è grazie al tuo ippocampo.
L’ippocampo è coinvolto sia nella formazione che nel recupero di ricordi a lungo termine (cioè ricordi che devono essere conservati per più di un minuto o due) e quindi è ciò che estrae quel ricordo dall’archivio in modo che tu possa riviverlo e scriverlo .
L’area di Broca svolge un ruolo abbastanza ovvio nel processo di scrittura appena leggerai ciò che fa. Si trova nell’emisfero sinistro del lobo frontale del cervello ed è responsabile della produzione del linguaggio. È ciò che ti dà la capacità di trasformare la tua memoria in una descrizione.
Area di Wernicke
L’area di Wernicke e l’area di Broca a volte sembrano due facce della stessa medaglia. Mentre l’area di Broca è responsabile della produzione, l’area di Wernicke, che fa parte del lobo temporale sinistro, è responsabile della comprensione. Questa zona del cervello è ciò che ti permette di leggere ciò che hai scritto e capire se ciò che è sulla pagina corrisponde all’immagine che hai in testa.
Per rileggere il tuo lavoro, l’area di Wernicke ti permette di capire cosa hai creato, mentre l’area di Broca sta producendo un nuovo linguaggio per migliorare ciò che è già sulla pagina.
Quando ricordi un’esperienza passata e la “vedi” con gli occhi della mente o ne leggi una descrizione, la tua corteccia visiva funziona in modo simile a come funziona quando guardi qualcosa nella vita reale.
Uno studio sulla scansione cerebrale del dottor Martin Lotze e del suo team presso l’Università di Greifswald in Germania ha dimostrato che quando agli scrittori alle prime armi è stato detto di scrivere una storia, le loro cortecce visive si sono illuminate. Ciò suggerisce che stavano “guardando” la storia che stavano creando nella loro testa, in modo simile a come si guarderebbe un film.
Gli scrittori esperti hanno mostrato un’attivazione extra nelle parti dell’area di Broca dedicate al discorso, suggerendo invece che gli scrittori esperti creino le loro storie attraverso una “narrazione” interiore. Mentre pensi per esempio di dare una lucidata alle tue scarpe, nota come ci pensi tu.
Lo stai guardando nella tua testa? Stai ascoltando te stesso raccontare la storia? Chissà, potresti persino sperimentare il tuo processo di pensiero in un modo completamente diverso.
Quindi hai le immagini nella tua mente e tutte le parole per descriverle, come le metti fisicamente sulla pagina?
La tua area motoria, una lunga striscia nella parte posteriore del lobo frontale, ha il compito di inviare segnali ai tuoi muscoli. Ciò ti consente di tenere in mano una penna e formare le lettere fisiche sulla pagina o, se stai digitando, premere i tasti corretti nella giusta sequenza. Pensaci; il tuo cervello sta attivamente inviando segnali alle tue dita per eseguire movimenti specifici in rapida successione. È piuttosto sorprendente, specialmente quando pensi a quanto sei più coordinato ora, anni e anni dopo aver rovesciato l’intero tubetto di rosso.
Nucleo caudato
Questo è potenzialmente il più interessante di tutti. Il nucleo caudato si trova in profondità all’interno del cervello ed è coinvolto in processi che sono stati ripetuti migliaia di volte. Ricordi durante la scuola guida che dovevi pensarci bene prima di premere la frizione e poi inserire la marcia? Di dover pensare a quale inserire, ecc… Adesso lo fai in automatico. Questo perché praticare un’abilità consente al nucleo caudato di coordinare alcuni degli altri sistemi cerebrali che stanno lavorando insieme per completare il processo in modo più efficiente. Lo stesso studio di scansione cerebrale sopra menzionato ha dimostrato che durante il processo di scrittura, questa parte del cervello è estremamente attiva negli scrittori esperti ma rimane silenziosa negli scrittori alle prime armi.
La scrittura è un arte, è vero, ma deve essere anche un esercizio costante e continuo, più ti eserciti, più facile sarà la scrittura man mano che il tuo cervello si adatterà.
Buona scrittura!
Il Tool online di Youcanprint gratuito che ti permette di contare i caratteri di un testo con e senza gli spazi, contare le parole, contare le lettere e...
Tanto per cominciare ricorda sempre che devi usare il se seguito dal congiuntivo quando dopo trovi una condizione Esempio: Sarei molto felice se tu...
Che tu sia o meno uno scrittore emergente o professionista, oppure un semplice appassionato di scrittura creativa e desideri cimentarti in questo campo,...
Il saggio di Umberto Eco "Come si fa una tesi di laurea" (Bompiani, 1977) parte dai fondamentali, spiegando che cos'è una tesi di laurea Ma, se sei qui,...
Hai deciso di scrivere un libro o lo stai già scrivendo Ho 5 preziosi step da condividere con te: sono quelli che hanno guidato me alla scrittura del mio romanzo...
L'incipit è più di un semplice inizio: è una finestra sul cuore della storia Attraverso esso, si mostrano non solo il personaggio principale, ma anche il tono,...
Scegliere il font migliore per scrivere un romanzo non è così semplice Nel self publishing, la libertà di non avere un editore alle spalle consente agli autori...
Quante volte sentiamo parlare di "genere letterario" Forse è un concetto poco conosciuto da chi non ama scrivere o leggere, ma che rappresenta un argomento...
Scrivere un libro per bambini spesso viene considerato un compito meno impegnativo che scrivere un libro destinato ai grandi, ma le cose non stanno così Per...
Hai finito di scrivere il tuo libro finalmente Dopo mesi e mesi di fatica è arrivato anche il momento di scegliere il titolo giusto e questo è un compito che...
La prefazione di un libro rimane sempre un elemento misterioso: è necessaria È utile Ma soprattutto cos'è e come si scrive la prefazione di un...
Vengono chiamati low content book: sono dei veri e propri libri caratterizzati da un contenuto ridotto o persino privo di alcun testo, opere editoriali che...
Come è nato il genere giallo Il genere giallo è riconducibile con ogni probabilità a quello poliziesco; ad ogni modo, recentemente, sono nati filoni...
Buongiorno Donato, bello questo articolo. Ti seguo sempre con molto interesse.
Buongiorno Donato,
e buona domenica.
L’argomento di cui tratti oggi è molto coinvolgente, avevo solo una infarinatura di come la materia grigia lavori e reagisca nell’eseguire i compiti assegnati.
Si, a pensarci bene e questo lo sostengo da tempo, lo scrivere non è solo la capacità di esporre determinate situazioni e sentimenti. Dunque un viaggio affascinante che coinvolge uno dei nostri motori principali nel mettere nero su bianco per noi stessi e per gli altri. Un modo per esorcizzare le nostre ansie, paure della nostra vita quotidiana. Ci sono meccanismi automatici che vengono innescati dal nostro cervello senza che noi in realtà ci si renda veramente conto. Il come e quando si realizzino questi processi è intrigante e lo è sicuramente ancora di più applicandoli alla scrittura. Mi piace pensare per una volta di poter divagare dalla normalità dei processi correlati di cui tu scrivi ormai da tempo. Grazie per avermi regalato un quarto d’ora diverso dal solito, in una osservazione a 360 gradi dell’intero processo di scrittura. Davvero bello!
Un abbraccio,
Massimo
ciao Massimo! Grazie mille!
Terribile la scansione del cervello, eppure è conoscendolo che noi riusciamo a comprendere noi stessi. Sì la scrittura è un’azione di creatività pertanto investe una zona del cervello attiva, in movimento. Non ho mai studiato il cervello in questi termini, cioè applicato a qualcosa di specifico. Grazie molto interessante.
ciao Lauretta, certo capire le implicazioni dirette sul nostro cervello ci da sicuramente maggiore contezza e maggiori stimoli! Grazie per il tuo commento!
Ciao, ho trovato molto interessante questa mail e ti spiego come e’ stato colpito dalla malattia del diabete il mio lobo frontale. Da qualche anno non riesco a ricordare le cose che faccio, spariscono, e viene chiamata memoria breve del lobo anteriore destro. Ho scritto pagine raccontando il mio vecchio passato e questo mi ha aiutato a comprendere che oggi ho un problema serio che riguarda anche la lentezza della formazione parlata di una frase. Trasportando la frase in un foglio ho riscontrato che riesco a controllare e a ricostruire le parti mancanti. Per me scrivere quotidianamente e’ un esercizio necessario e primario, non solo, ma e’ come fare una ginnastica che mi ri da slancio e voglia di vivere. Grazie infinite per quello che riesci a comunicarmi, e’ molto importante. Bianca
ciao Bianca, grazie per il tuo preziosissimo commento. Spero che lo leggeranno in tanti, continua a segiurmi! Un caro saluto
Stavo per commentare questo articolo, che trovo davvero utile, quando mi sono lasciata trascinare dal commento di Bianca. La sua esperienza mi ha realmente impressionata. La lucidità della sua consapevolezza è sconvolgente. Ha tutta la mia stima ed ammirazione. Una scrittrice che merita di essere letta. Un grazie di cuore per questo riscontro.
Giovanna
Buon giorno a tutti. Sento di voler ringraziare chi ha seguito Donato in questa dinamica descrizione del cervello che pone la scrittura come mezzo e strumento di guarigione. Ringrazio Giovanna per le sue parole e le voglio dire quanto bene mi fanno. In genere si prova una strana senzazione a ricevere un bel complimento, pero’ non e’ tutto, ma un inizio. Si tratta di vedere come costruire una finestra nel mondo della scrittura e capire come altri possono vedere noi attraverso le parole che non servono a formare un libro, lo scopo per cui scrivere, ma di scoprire noi stessi nella nostra interezza per dare il meglio della emozione che proviamo. Un grazie molto sentito. Bianca
Articolo non ottimo ma ottimissimo!!! Complimenti a voi!
In realtà si può anche fare a meno di tutti questi nomi difficili e richiamarsi più semplicemente alla ripartizione trina del cervello (Paul MacLean -> Daniel Goleman -> Antonio Origgi) la cui conoscenza rende tutta la Vita più chiara e di sicuro migliore. Ve lo scrivo per ringraziarvi, in quanto è l’argomento del primo libro che ho pubblicato con voi un anno e mezzo fa!
ciao Carlo, grazie sono veramente contento che ti sia piaciuto questo contenuto, continua a seguirmi 🙂
Articolo molto interessante perché fa comprendere, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza del cervello nelle nostre molteplici funzioni e nelle molteplici azioni che quotidianamente andiamo a compiere.
ciao Mario grazie per il tuo commento! Sono contento che ti sia piaciuto, continua a leggermi 🙂
Egregio Donato, supponendo che lei sia tra i quaranta e i cinquanta per età, posso dirle che avevo iniziato una frequentazione diretta e indiretta con i neurofisiologi prima che lei nascesse. Quello che leggo è interessante ma non solo non mi è nuovo, letto oggi mi fa anche sorridere. Può essere un bel esempio del sintomo socioculturale oggi diffuso più che in altre epoche, anche questo pandemico, e riferibile a paranoia scientista ovvero classicamente ontologica: il pensare che ogni nostra parola abbia corrispettivo biunivoco o, come dicono i linguisti, referenza, in un ente qualsiasi ritagliato dall’essere (ontos è in bilico per significato…). Con questo non voglio assolutamente affermare che lei sia paranoico, almeno non più di me e della maggioranza dei nostri simili, punto semplicemente il dito contro l’approccio troppo oggettivo che ha egemonizzato le cosiddette scienze umane. Da quando avevo la sua età i modelli neurofisiologici delle facoltà immaginative e simboliche della psiche (faccenda che tradizionalmente distinguevamo dal soma) si sono affinati moltissimo mercé l’incontro tra le scienze cognitive e le neuroscienze, ma, posso assicurarglielo, hanno determinato tanti successi teorici (e per lo più autoreferenziali) quanto numerosi e impietosi viceversa risultano essere gli scacchi nella pratica previsionale dei comportamenti umani. Pensi solamente al fatto che a tutt’oggi resta ancora indecidibile se la sindrome autistica o di Asperger abbia eziologia fisiologica o ambientale. Beh, una cosa mi pare certa, converrà con me, non possiamo ricostruire i percorsi sinaptici cui dovremmo le poesie di Giacomo Leopardi oppure il “principio di indeterminazione” di Heisenberg. Cordialità. Ennio
buongiorno Ennio, grazie per il tuo commento, ha sicuramente dato valore al mio contenuto con la tua grande esperienza. Grazie per avermi letto
Buongiorno Donato Corvaglia volevo ringraziarti per questo articolo lo
trovo molto interessante e incentivante!
Grazie!
ciao Simona, sono io che devo ringraziarti per il tempo che mi hai dedicato! Continua a leggermi 🙂
Quindi io devo all’Ippocampo la mia continua creatività, o meglio la facilità con cui riesco ad esprimere le mie idee. Probabilmente la genetica favorisce l’ereditarietà in alcune attività e il nucleo caudato le manifesta quando inizi ad attuarle. Perchè se fosse autonomo dovremmo essere tutti scienziati o poeti, quindi avrebbe”vita propria”, invece alcuni scrivono bene in rima, altri parlano con facilità di firmamento e di Andromeda e di viaggi interplanetari. Non è soltanto una questione di ripetitività, c’è dietro qualcosa di più profondo.
ciao Lauretta, ci sono i fattori genetici che stanno alla base. Ma in pratica il nostro cervello funziona così… Grazie per il tuo prezioso commento e continua a seguirci!
BUONGIORNO SI ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE. SCRIVO DA SEMPRE ANCHE SE SONO AL MIO PRIMO LIBRO PUBBLICATO. MA RICONOSCO COME LE MIE EMOZIONI SI PLASMANO CON LA MIA MENTE FINO A RENDERLE VIVE. GRAZIE
ciao Teresa grazie a te per avermi letto e per il tuo contributo nei commenti 🙂
Complimenti, whoww!!! Interessante questa indagine sul nostro cervello, una macchina biologica complessa e affascinante. Confesso che il mio pur essendo sotto continua pressione non è attivo da tempo nel campo della scrittura creativa, troppe cose non si possono fare tutte nello stesso tempo; forse verrà di nuovo il tempo della scrittura, chissà, basta solo attendere…
ciao Paola! Certo basta volerlo e vedrai che ricomincerai a scrivere con costanza 🙂 Grazie per il tuo commento e continua a seguirmi!
Condivido in pieno il tuo pensiero, anche perchè io sono un ultrasettantenne che, scrivendo, si ritrova e si migliora.
ciao Elia, grazie per li tuo commento! In bocca al lupo per la tua attività e continua a seguirmi!
Grazie Donato per questo articolo scientifico e piacevolmente articolato,per grandi linee conosciamo come funziona questo o quell’organo del nostro corpo, ma è sempre emozionante partecipare ,dal di fuori, ai nostri processi creativi. E’ per questo che credo in Dio anche se i suoi disegni mi sono spesso incomprensibili. Ciao.
grazie a te Luana 🙂
Bhe, cosa dire… Ho letto tutti i commenti e non vorrei ripetere le uguali identiche cose quindi mi limito a dire che, se non ci fosse Donato Corvaglia non mi accorgerei minimamente di come il cervello umano progredisce senza stancarsi anche se a volte fallisce. Sono felice di aver avuto l’occasione di leggere…
ciao Sonia! Grazie infinite, sono sempre contento di sapere che continui a seguirmi 🙂
Salve Donato, per caso ho riletto questo tuo articolo ed ho trovato i miei commenti. Tutto bene dal punto di vista anatomico, ora sappiamo che quando abbiamo un blocco di scrittura quale parte del cervello va stimolata. E come la stimoliamo? Poi mi sono chiesta: la scrittura ovviamente non è soltanto un miscuglio di parole, ma comprende anche le nostre emozioni e i nostri sentimenti, altrimenti sarebbe una scrittura arida. In quale momento entrano in campo il cuore e l’anima, intesa come parte interna non tangibile ma molto intrigante? Quale parte del cervello comanda questi sentimenti? Per pura curiosità sembra che l’anima pesi 27 gr. dopo un esperimento eseguito su di una persona morente e dopo avere esalato l’ultimo respiro. Discutibile secondo me per motivi fisiologici.
ciao Lauretta, ti risponderei che cuore e anima ci sono sempre, in ogni momento della nostra scrittura 🙂