
Come funziona l’Iva sui libri: il regime fiscale per l’editoria
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Tra le innovazioni del nuovo millennio, la comunicazione e il modo in cui attuarla hanno subito sostanziali cambiamenti richiedendo innovazione in tutti gli ambiti, compreso quello editoriale.
Scrivere, raccontare una storia, pensare e sviluppare una trama e trovare un giudizio positivo, atto a trasformare un testo in un cassetto, in qualcosa che potesse essere condiviso, letto, censito, apprezzato o criticato richiedeva una serie di passaggi non sempre semplici e spesso frustranti.
Tempi di attesa inaccettabili e le ansie legate alla possibilità di non veder accolto il proprio lavoro, trasformava a volta la voglia di scrivere, nel contrario, cancellando il sogno di essere scrittori.
La storia è piena di autori di successo che si sono visti rifiutare manoscritti, perché un testo per incontrare l’interesse di chi lo seleziona tra tanti, non deve essere solo ben scritto, scorrevole, con contenuti interessanti, ma deve essere proposto nel momento giusto e con la modalità giusta. Fortuna? Forse.
Ogni scrittore affermato vi dirà che serve anche lei. Tuttavia nessuno può veramente «giudicare» un testo così come lo può fare un lettore ed il self-publishing è un mezzo utile a raggiungere persone interessate alla lettura.
Servirsene non significa privarsi della professionalità legata ad una casa editrice, ma solo cambiare la tipologia di rapporto tra chi narra storie e chi le storie narrate le confeziona in modo adatto e utile ad essere inserite sul mercato quindi attraverso interventi che vanno dalla correzione dei refusi, all’editing, alla scelta della copertina più opportuna, al titolo, all’impaginazione e alla promozione. Un iter indispensabile a qualunque scrittore, in erba o affermato per proporre in modo professionale ciò che ha scritto e un sostegno che, se inefficace, può compromettere il successo di un buon libro.
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Ciao, grazie per l’articolo. Una cosa che è cambiata tanto è questa: una volta lo scrittore scriveva mentre ora… spesso deve fare altro. Questo altro è, al 90%, non tanto e non solo creare una copertina o rivedere le bozze o editare (queste sono cose che è davvero meglio delegare ad un’agenzia come Youcanprint), ma fare marketing. Io ho speso soldi (non troppi per fortuna, ma nemmeno pochissimi per le mie possibilità) e tempo (tantissimo) per creare un sito, imparare a gestirlo, creare pagine social su cui condividere, impratichirmi su piattaforme di e-mail marketing e autoresponder. Forse mi hanno consigliato male chiedendomi di sviluppare quasi da solo tutto questo, ma, al di là dei risultati, che per ora non ci sono (dipende anche da una serie di circostanze non tutte sotto il nostro controllo), questo è il vero nocciolo del problema. Se avessi potuto investire questo tempo nella scrittura, avrei almeno prodotto un romanzo. Che invece ho solo cominciato. È necessario trovare buoni consigli per velocizzare il marketing e, soprattutto, ottenere servizi che permettano all’autore di delegare anche il marketing o buona parte di esso. Semplificare, semplificare, capire cosa serve davvero, sennò non se ne esce vivi. Già Youcanprint fa molto, ma una pagina autore da sola ancora non basta. Mi piacerebbe sapere se altri autori stanno vivendo il mio stesso momento di difficoltà. Grazie
Vorrei credere che qualcosa sia migliore dopo più di vent’anni di discriminazioni e sofferenze psicologiche e economiche…