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Da Lettrice appassionata di libri non-fiction mi sono spesso posta la fatidica domanda “Che cos’è esattamente questo genere?”
La prima risposta istintiva che mi passa per la testa tenderebbe a far rientrare sotto questo cappello tutti quei volumi che non sono romanzi, ma si tratterebbe davvero di una spiegazione troppo semplicistica. Cercherò, allora, di fare chiarezza sulla non-fiction così da strutturare qualche utile consiglio su come approcciarsi/scrivere un libro che non sia un romanzo.
Quando si desidera scrivere un libro c’è sempre il grande dubbio legato al tipo di argomento che si vuole trattare. La storia della letteratura mondiale è ricca di grandi personaggi di fantasia che sono entrati, per le loro storie, il carisma, le vicende, nell’immaginario collettivo come Mark Twain, Madame Bovary, i personaggi di Tolstoj oppure di Balzac.
Nell’era moderna, però, si è fatta strada una nuova tecnica di scrittura che non racconta storie che si basano sui personaggi di fantasia ma parla di storie vere, vicende personali, fatti di cronaca realmente accaduti. Basta questo, allora, per dare una definizione di non-fiction? In realtà no.
La non-fiction è un genere considerando ancora nuovo, avanguardista solo in Italia, perché in realtà nel resto del mondo, e negli Stati Uniti in particolare, è da sempre al centro dell’attenzione da parte di tutti quegli autori che si muovo a metà fra il giornalismo e il romanzo.
Si tratta di un nuovo modo di scrivere che racconta fatti realmente accaduti, non necessariamente autobiografici, ma lo fa con uno stile da romanzo, rubando proprio alla novellistica alcune espressioni, tecniche di costruzioni e modalità per rendere l’inchiesta alla portata di tutti.
In realtà, però, non è detto che l’autore di un’opera non-fiction racconti quello che ha vissuto nel suo tempo o in prima persona, ma può anche creare un’opera di fantasia, che però sia strettamente ancorata alla realtà.
In un certo senso, però, la non-fiction è sempre esistita: basta pensare ad autori come Primo Levi, che con Se questo e un uomo e La tregua, ha scritto testi a metà fra un reportage storico, perché raccontano fatti realmente accaduti, e un romanzo d’avventura, se si prendono in considerazione tutte le peripezie che il protagonista (l’autore in prima persona), deve superare per riuscire a salvare prima la sua vita all’interno del lager e poi a ritornare a casa.
La non-fiction, in quanto genere letterario, ha delle sue precise regole, forme e modelli che possono essere di ispirazione e di aiuto per tutti coloro sono alla ricerca di consigli per scrivere un libro diverso dal classico romanzo.
Un grande aiuto per capire quale forme stilistiche rientrino nell’ambito della non-fiction può derivare da una definizione molto sintetica del genere secondo la quale la non-fiction sarebbe il racconto dei fatti reali. Ciò rappresenta già un grande spartiacque fra quello che può rientrare nella non-fiction e quello che invece inevitabilmente ne resta fuori.
Gli scrittori di non-fiction non danno spazio alla loro creatività delineando personaggi, inventando storie, ma si limitano ad un resoconto di fatti realmente accaduti, sia che siano stati vissuti in prima persona che ricostruiti grazie a fonti documentali e approfondite ricerche: in questo caso si usa parlare di “effetti di vero”.
Da quanto detto, appare evidente che sotto il cappello di non-fiction possono rientrare temi e generi molto differenti fra loro come la saggistica, i testi di inchiesta, le biografie, autobiografie, memorie, reportage. Questa, ovviamente, è una generalizzazione, perché, poi, ogni testo è a sé ed esistono differenze anche importanti fra un genere e l’altro.
Nel nostro Paese, ad esempio, esiste un filone di non-fiction molto fecondo che tratta temi relativi alla “questione Italia“. Si tratta di tutti quei testi che, secondo le norme ormai decodificate della non-fiction, trattano temi di attualità ed eventi storici o di cronaca che hanno coinvolto la nazione.
Questi testi spesso seguono il copione del mistero da svelare: il fatto è quello di cronaca e il racconto si dipana alla ricerca di una chiave di lettura, supportata dall’illustrazione di prove e testimonianze raccolte attraverso ricerche di archivio.
Sebbene la non-fiction sia concettualmente un genere nuovo, esistono tuttavia alcune varianti che si discostano di poco dal genere principale ma che rappresentano comunque un prodotto diverso: una di queste è sicuramente la non-fiction creativa. In che cosa consiste esattamente?
Si tratta di un canovaccio realizzato con eventi realmente accaduti sui quali, ad esempio, si possono montare degli aspetti più romanzati. In questo modo il testo ha comunque aderenza alla realtà, ma può sfruttare le possibilità fornite da una versione romanzata.
La possibilità di utilizzare comunque una parte di creatività non deve far pensare che la scrittura creativa possa esimere dalla necessità di documentarsi: il fondo storico, biografico, saggistico e di cronaca richiede comunque un’approfondita conoscenza dell’argomento, la necessità di effettuare ricerche, interviste, raccogliere materiale che sia di supporto per la scrittura.
Ma la non-fiction creativa ha anche altre accezioni che potranno suscitare lo stupore di più di un lettore. Ad esempio, l’autore che tiene un blog personale su un argomento specifico e che affronta argomenti di carattere tecnico mixati con elementi strettamente personali, fa comunque non-fiction creativa perché si basa su eventi realmente accaduti (o almeno su parte di essi).
Esistono delle regole specifiche per quanto riguarda la non-fiction creativa? Certamente sì.
Come deve essere la scrittura di una non-fiction? La ricerca dell’ispirazione può partire anche dall’osservazione della realtà. In linea di massima sarebbe meglio scrivere di un argomento che si conosce già o comunque un tema che possa appassionare particolarmente. In questo modo le ricerche da condurre, spesso lunghe e meticolose, non risulteranno troppo difficili.
Le tecniche di scrittura consigliano di dedicarsi alla struttura di un canovaccio, una sorta di griglia che possa servire a sviluppare l’idea di base. Mai dedicarsi alla scrittura quando non si ha ancora una panoramica completa (o almeno abbastanza specifica) degli eventi storici o di attualità che si stanno per raccontare, perché si corre il rischio di imbastire un canovaccio che potrebbe poi non essere confermato dalle notizie e dalle ricerche.
La fase di verifica delle informazioni è sempre molto importante, perché consente di evitare il rischio di inserire informazioni sbagliate oppure dati e fatti non realmente accaduti, con tutte le conseguenze del caso.
Un sistema per comprendere bene la letteratura non-fiction e per trovare l’ispirazione giusta è sicuramente quello di dedicarsi alla lettura dei migliori esempi di non-fiction.
Fra i testi che spiccano ci sono Mistero Napoletano di Ermanno Rea, un libro che racconta stralci di vita della città che si intrecciano con episodi di vita dell’autore;
Dopo il lampo bianco di Silvio Bernelli che invece racconta di un incidente vissuto dall’autore che lo ha portato ad un passo dalla morte; Ingratitudine di Lucio Trevisan racconta della storia di Milano dagli anni Cinquanta ai primi anni Ottanta, intrecciando le vicende di un luogo con quelle politiche; Se il sole muore di Oriana Fallaci, che parla di missioni nello spazio e si apre con uno strambo incontro con Ray Bradbury a casa dello scrittore.
Fra gli autori stranieri ci sono, invece, il grande Emmanuel Carrère, scrittore francese, uno dei più ammirati e influenti degli ultimi anni; David Foster Wallace con Il reportage dal set di Lynch, il saggio sugli scrittori e la televisione. Non mancano autori noti che non sapevano di fare non-fiction come Truman Capote con A sangue freddo, Jean-Jacques Rousseau, Ernest Hemingway.
Il tuo libro non-fiction è stato scritto per divulgare delle nozioni che possano aiutare qualcuno a risolvere un problema, oppure ad imparare qualcosa di nuovo.
Il tuo obiettivo principale è, quindi, costruire la promozione del tuo libro attorno a questo tema.
Fatti delle semplici domande:
La prima domanda è quella più facile a cui rispondere, non mi ci soffermerò.
La seconda domanda è forse la più importante. Qualunque sia l’argomento del tuo libro, non puoi pensare che esso sia rivolto a tutti, o a chiunque abbia la curiosità di leggerlo. È sottinteso che sia così, ma prima di tutto devi trovare il tuo pubblico specifico.
Se, per esempio, hai scritto un manuale sulla costruzione di una serra in giardino con struttura in legno, chiunque può leggerlo, ma il tuo pubblico di destinazione saranno gli appassionati di giardinaggio con specifica esperienza e strumenti per la lavorazione del legno.
Anche la terza domanda richiede una analisi più approfondita. L’utilità che il tuo lettore deve trarre dal tuo libro deve essere molto concreta. Deve trattarsi di un beneficio tangibile e non del semplice “imparare qualcosa di nuovo”.
Tornando all’esempio di prima, è fondamentale sottolineare nella promozione del tuo libro, il vantaggio di avere una guida step-by-step che ti consentirà di costruire davvero una serra in legno dopo aver letto il libro. Hai letto il libro? Ora puoi costruire una serra.
La quarta domanda è la più delicata.
Solitamente chi scrive un libro non-fiction è un’autorità nel campo di cui scrive, oppure ha i titoli o una comprovata esperienza per farlo.
Ma cosa succede se tu non ce li hai? Potresti essere un mago nella costruzione di serre in legno ma non hai un titolo per questo. Qui entra in gioco la tua storia e la tua esperienza personale.
Fai sapere ai tuoi lettori chi sei, quali esperienze ti hanno portato alla scrittura di quel manuale o di quel saggio, quanto la tua storia possa aiutare il lettore ad ottenere i tuoi stessi risultati o anche migliori.
Abbiamo sempre detto che costruire il proprio pubblico è un’attività che si fa con i contenuti, dando qualcosa di valore a quel pubblico. Questo è ancora più vero nel mondo non-fiction, in quanto gli argomenti trattati sono reali, non sono storie di fantasia.
La tua strategia, sarà quindi nel produrre contenuti originali, affini al tema per cui scrivi che diano valore ai tuoi lettori.
Come?
Innanzitutto parti da un blog nel quale scriverai articoli sui temi del libro e sugli argomenti simili, degli approfondimenti, degli aggiornamenti o notizie del settore.
Ovviamente condividi i tuoi articoli sulle tue pagine social e magari facci anche dei video da pubblicare su YouTube o IGTV di Instagram. I video li puoi incorporare anche nelle pagine del tuo blog e di solito coinvolgono di più l’utenza rispetto all’articolo scritto semplice.
Scrivi qualche articolo più approfondito da fornire gratuitamente in cambio dell’iscrizione ad una newsletter. Te ne parlavamo nell’articolo sul lead magnet che trovi qui.
Sembra poco, ma già questo è un lavoro impegnativo ed importante che ti garantirà la creazione di un tuo pubblico che ti sarà fedele finché tu gli darai valore. Potrai farlo continuando a scrivere articoli utili sul tuo blog, i tuoi lettori vorranno saperne di più e acquisteranno il tuo libro.
Sii coerente e costante e avrai ottimi risultati.
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Vita convulsa direi. Carattere curioso del mondo circostante ma con una forte dose personalistica. Sbaglio? Non mi intendo di psicologia, ma ho avuto una vita piena tendente però all’ordine delle cose come dei sentimenti. Ciò non toglie che abbia una fervidissima fantasia, che mi aiuta ad essere meno meticolosa e pedante.
Carattere curioso del mondo circostante è una definizione che mi piace molto. Certo tanto dipende dal sotto genere che si sceglie di percorrere, un conto è scrivere saggi scientifici, un altro è un libro di inchiesta. Poi conta lo stile dello scrittore o della scrittrice, il suo sguardo sul mondo per citare te Daida.