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Lo sapevi che il romanzo di E. Hemingway Per chi suona la campana, prende il nome da un poema di John Donne*?
Questa è la poesia che ha dato a Hemingway il titolo al suo romanzo.
Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso; ogni uomo è una parte del Continente, una parte del tutto; se viene portata via una zolla dal mare, L’Europa ne viene diminuita, così come se sparisse un amichevole maniera o la tua stessa casa; ogni morte di un uomo mi diminuisce, perché faccio parte dell’Umanità; e perciò non chiedere mai per chi suona la campana; essa suona per te.
*John Donne poeta, religioso e saggista inglese 1572-1631
Per chi suona la campana racconta di un americano che sta combattendo con i repubblicani durante la guerra civile spagnola. Alla fine muore per salvare la piccola banda di guerriglieri. Il titolo usato da Hemingway gli permette di sottolineare alcuni temi del romanzo: l’interazione fra le persone e la tragedia della guerra, Hemingway usa poi la poesia in epigrafe.
Anche i più grandi della letteratura si sono fatti ispirare da altri lavori, ne hanno compreso lo spirito, lo hanno rielaborato ed hanno dato al mondo dei nuovi capolavori.
Nel nostro piccolo, quindi è naturale dover e poter prendere spunto dalle opere di letteratura, e dai romanzi popolari, siamo completamente sommersi da materiale utile da sfruttare per riuscire nel nostro intento: scrivere un bel romanzo.
Ecco dunque alcuni consigli di scrittura su come migliorare il proprio stile.
Prendi l’ultimo romanzo che ti è piaciuto, studiane le prime 20 pagine. Poi prendi un figlio e scrivi qualcosa imitandone lo stile.
Scrivi la più forte scena di sesso che ti viene in mente. Non devi mostrarla a nessuno, ma questo può aiutarti a confrontarti con la forza delle inibizioni su un argomento delicato.
Riscrivi poche pagine del tuo romanzo in un tempo differente da quello usato.
Fai una lista di 20 titoli che ti piacciono
Quanto ascolti la tua stazione radio preferita, cerca di cogliere tutti i cliché che vengono detti sia da conduttori che dagli eventuali intervistati o dagli ascoltatori. Nulla in contrario sui cliché, sono praticamente ovunque, ma l’unico posto dove non devono stare è il tuo romanzo. Individuarli ti aiuta ad evitarli.
Leggi poesie. I poeti usano il linguaggio in modo differente dagli scrittori; leggendo poesia puoi ottenere una migliore comprensione delle possibilità del linguaggio.
Descrivi la scena di un matrimonio, di un funerale, di una scalata in montagna, ovunque si possano vivere emozioni forti. Non usare parole che descrivono emozione (era felice, era triste), ma impegnati a mostrarle, non descriverle.
Descrivi il tuo quadro preferito
Impara i nomi di fiori, alberi, animali, galassie, utensili, cibi, tessuti e di tutto ciò che puoi.
Prendi una favola (Cappuccetto rosso, Pollicino, Cenerentola…) e riscrivila da un altro punto di vista rispetto a quello del protagonista. Per esempio racconta la fiaba di Cenerentola dal punto di vista di una sorellastra…o Cappuccetto rosso dal punto di vista della nonna, o del lupo!
Riprendi in mano l’ultimo romanzo che hai letto e identifica i punti di vista. Osserva come vengono combinati fra loro.
Ritorna su qualcosa che hai scritto tempo fa. Analizzalo spassionatamente, usando i concetti di cui abbiamo parlato. C’è conflitto in ogni scena? I personaggi agiscono? C’è una premessa che viene dimostrata alla fine?
Creare personaggi efficaci è sempre difficile, è un lavoro sicuramente molto duro, cosa rende i personaggi avvincenti?
Quando ho letto questo brano di Aspetti del romanzo E.M. Forster ho trovato una buona risposta.
Nella vita quotidiana noi non ci capiamo mai, non esistono né completa chiarezza né completa fiducia. Ci conosciamo approssimativamente, attraverso segni esterni, e questo servono a sufficienza come basi per la socialità e persino per l’intimità. Ma le persone in un romanzo possono essere completamente comprese dal lettore, se l’autore lo desidera la loro vita interiore può essere espressa come la loro vita esteriore. Per questo motivo sembrano più chiari dei personaggi della storia, o persino dei nostri amici; ci è stato detto su di loro tutto quello che può essere detto; persino se sono imperfetti o irreali non hanno segreti, mentre i nostri amici sì e devono averne, essendo la reciproca segretezza una delle condizioni dell’esistenza su questo pianeta.
E.M. Forster, Aspetti del romanzo
Uno scopo e la capacità di lottare per esso è ciò che rivela un personaggio ed è ciò che porta avanti la storia.
Nella vita reale molte persone sono lente a compiere dei cambiamenti nelle loro vite. Si lamentano per anni del lavoro, del coniuge ecc… Ma nei nostri libri i personaggi non hanno tutto questo tempo, il lettore vuole leggere di persone che sono capaci di prendere in mano il timone delle loro vite. Questo vuol dire che un personaggio deve volere qualcosa molto intensamente e deve essere capace di agire per ottenerla.
Dare uno scopo al personaggio è un altro modo per mostrare quel personaggio che raccontarlo piattamente. Show don’t tell.
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Ciao Donato, è come dire la pazienza è la virtù dei forti. Purtroppo in questa virtù pecco, il mio carattere valuta meglio l’uovo oggi che la gallina domani. Fortunatamente mio marito è per la gallina altrimenti avremmo fatto la cura delle uova, in vigore alcuni anni fa. Scherzi a parte! Certamente la saggezza consiglia di dare tempo al tempo, come vedi vado per proverbi, preparare il terreno curarlo ed attendere come il contadino cinese. A volte però davvero non cresce niente, quindi la saggezza sta anche nel saper riconoscere se i semi sono buoni oppure no. Comunque i tuoi 12 consigli sono ottimi, come sempre i tuoi suggerimenti. Un saluto.
ciao Daida, uno dei problemi maggiori che ho riscontrato in questi anni di attività da parte degli autori e proprio la fretta 🙂
grazie a te e continua a seguirci!
Caro Donato,
non avresti potuto scegliere un esempio migliore della storia del bambù cinese per sollecitarci alla perseveranza, risvegliando la nostra fiducia nel lavoro a lungo termine. Tutto può accadere, basta continuare con impegno e studio. Condivido ampiamente anche i consigli di scrittura per migliorare lo stile, molti dei quali già utilizzati.
Le tue mail sferzano la mia memoria, scatenando un gioco mentale di associazioni, all’inizio convulso ma pronto ad approdare a pagine, citazioni, appunti, libri letti. Come accade quando leggo che anche i più grandi della letteratura si sono fatti ispirare da altri lavori. Mi son venuti subito in mente P.Citati e O. Sacks.
Il primo ne “L’armonia del mondo” definisce lo scrittore “un enorme ragno, che assorbe nel suo corpo tutto il passato e tesse qualcosa di radicalmente diverso.”
Il secondo ne “Il fiume della coscienza” si sofferma sulla fallibilità della memoria e su ricordi che riteniamo nostri e che invece sono stati costruiti grazie alle letture e alle narrazioni altrui (interessanti gli esempi di criptomnesia, plagio inconsapevole, cleptomania letteraria).
E allora, lasciamoci ispirare da ogni nostra interazione con l’altro, consapevoli che è il rapporto tra le menti a costruire tanti tasselli della nostra memoria e delle nostre narrazioni.
Buon lavoro
A presto
ciao Maria Teresa, grazie infinite per questo tuo commento!