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Tutti gli Eroi, i protagonisti, incontrano ostacoli durante la propria Storia.
In ogni Storia ben strutturata esiste una fase che si definisce: il superamento della prima soglia.
Il Superamento della prima soglia è la 5° tappa del cosiddetto Viaggio dell’Eroe, il modello narrativo ipotizzato e accolto a livello mondiale da Christopher Vogler (sceneggiatore e docente a UCLA*), nel suo libro “Il viaggio dell’eroe.
La prima soglia segna il punto di non ritorno, il punto di svolta tra primo e secondo atto. Superata la paura, il protagonista sceglie di affrontare il problema, sceglie di agire.
Harry Potter entra in Diagon Halley, mondo nuovo e sconosciuto, e ha inizio il suo Viaggio.
Nel Signore degli Anelli: quando Frodo e Sam oltrepassano insieme il confine della Contea
Nel Mago di Oz quando Dorothy si incammina per il sentiero dorato.
Questa fase rappresenta l’ingresso in una nuova fase della Storia, e potrebbe essere sorvegliata da potenti Guardiani, posizionati apposta per impedire all’eroe-protagonista di farvi accesso.
I Guardiani della Soglia, di solito non sono gli antagonisti principali; spesso possono essere il braccio destro del cattivo, mercenari assunti per sorvegliare l’accesso al quartier generale del capo ecc…
Ma attenzione, tutto questo può e deve essere anche una metafora.
Non stiamo parlando di scrittura di un libro Fantasy, ma di scrittura in generale.
Il Guardiano della soglia non deve avere per forza la barba lunga o qualche sorta di bastone dai poteri magici.
Il Guardiano della soglia non deve per forza avere le sembianze di un energumeno con la pistola.
Il Guardiano della soglia non deve per forza avere le sembianze di un collega che fa di tutto per mettere i bastoni fra le ruote al protagonista.
Il Guardiani della soglia possono anche essere gli ostacoli più comuni che tutti incontriamo nel mondo che ci circonda: il brutto tempo, la sfortuna, il pregiudizio, l’oppressione, o persone ostili.
Ad un livello Psicologico più profondo, i Guardiani della soglia rappresentano i nostri demoni interiori: nevrosi, cicatrici emotive, vizi, dipendenze e autolimitazioni che frenano la nostra crescita e il nostro sviluppo.
Ogni volta che proviamo a fare un importante cambiamento nella vita, è come se questi demoni interiori tornassero alla carica, non necessariamente per fermarsi ma per verificare se siamo veramente determinati ad accettare la sfida.
Chiarito questo punto, mettere alla prova l’Eroe è la funzione drammaturgica primaria del Guardiano della soglia.
Quando i protagonisti (o eroi) devono affrontare una di queste figure o i propri demoni interiori hanno diversi modi per farlo: fuggire, attaccare, usare l’astuzia, usare l’inganno, corrompere o placare, oppure fare del presunto nemico un alleato.
Per un protagonista è importante riconoscere e accettare figure come i Guardiani della soglia. Nella vita quotidiana, avete probabilmente incontrato delle difficoltà nel tentativo di dare una svolta positiva alla vostra vita.
Le persone che ci circondano, spesso, sono poco propense a vederci cambiare: sono abituate a noi così come siamo, hanno trovato il modo di volerci bene così, ed è probabile che vivano come una minaccia l’idea del nostro cambiamento.
Chiunque ostacola il protagonista nel suo cambiamento, diventa un Guardiano della soglia (da superare).
I protagonisti che riescono nella loro impresa spesso capiscono che i Guardiani della soglia non sono nemici minacciosi, ma utili alleati.
I protagonisti imparano a riconoscere la resistenza come sorgente di energia, come avviene del body building, maggiore è la resistenza, maggiore è la forza necessaria.
Letteralmente i guardiani della soglia non devono essere sconfitti ma assimilati, assorbiti.
In “Il potere del mito” Campbell ha illustrato magistralmente questa teoria con un esempio proveniente dal Giappone, dove statue di demoni apparentemente feroci a sorvegliano l’entrata dei templi.
La prima cosa che si nota è una mano alzata, come quella di un poliziotto che intima l’Alt! Ma ad uno sguardo più attento si nota che l’altra mano invita ad entrare.
Il messaggio è questo: coloro che sono scoraggiati dalle apparenze non possono entrare nel Mondo straordinario, ma chi riesce a vedere oltre la superficie è il benvenuto.
Nelle storie i guardiani della soglia assumono una straordinaria varietà di forme: possono essere guardie di frontiera, sentinelle, vedette, guardie del corpo, banditi o chiunque abbia la funzione di bloccare temporaneamente la strada al protagonista e di testare la sua forza.
L’energia del Guardiano della soglia può essere incarnata da un personaggio e trovarsi in un elemento scenografo, architettonico, animale o semplicemente nella forza della natura che blocca e mette alla prova.
Imparare ad affrontare i guardiani della soglia è una delle prove maggiori del viaggio dell’Eroe.
Qual è il Guardiano della soglia della tua Storia? Hai pensato di inserirlo nella tua storia, oppure no?
Fammelo sapere nei commenti!
*chi è C.Vogler lo trovi qui.
*sull’università di UCLA ( fra le più importanti e prestigiose del mondo) qui.
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Bell’articolo. Il mio guardiano della soglia sono dei tralicci dell’alta tensione, che rappresentano il confine tra il territorio conosciuto e quello sconosciuto. Un nubifragio potente, cavi che si staccano, un bambino di 10 anni, l’umanità sparita nel tempo di mezzo. Lui deve trovare il quadrifoglio d’oro, anche se non sa esattamente che cos’è.
ciao Giusy grazie mille! Si è esattamente come scrivi, è bellissimo il tuo contributo perché porta a tutti un esempio davvero pratico di come il “guardiano” possa essere anche un’oggetto!
Nel romanzo che sto scrivente il protagonista si decide subito all’azione, quindi il “superamento della prima soglia” e “l’incidente scatente” coincidono nel primo paragrafo.
ciao Domenico, perfetto, ogni scrittore ha il dovere e la libertà di “piegare” questi step a suo piacimento, importante che ci siano…
Grazie Donato, in effetti “ il guardiano della soglia” per me è insormontabile. Mi spiego: ho dedicato 30 anni di lavoro alla sicurezza degli altri. Hanno potuto studiare, lavorare, sposarsi, divertirsi, drogarsi e via dicendo qualcuno vegliava e veglia su di loro. Poi fai parte del mondo cosiddetto “civilizzato“ e ti rendi conto di quanta mancanza di cultura e di conseguenza superbia, arroganza, prepotenza o peggio ancora di vigliaccheria la maggioranza assoluta sempre a comportarsi come lo struzzo a nascondere la testa sotto la sabbia, nessun rispetto per la natura e i nostri fratelli inferiori ecc. Ti chiederai è questo cosa c’entra? Ebbene, mi ero ripromesso che quando avrei smesso di lavorare mi davo alla scrittura. Presi tanti appunti da potere scrivere 20/30 libri su fatti realmente accaduti. Ma qui subentra “ il mio guardiano della soglia” . Quando penso per chi dovrei scrivere la soglia si alza e subentra in me la futilità , la banalità di un essere umano che l’illusorietà rende la consistenza inesprimibile. Sappi che ti seguo e continuerò a seguirti nella speranza che la tua iniziativa abbia sempre più successo. Hai messo in piedi la speranza per tanti scrittori di esprimersi, e in un settore editoriale vetusto, cosa chiedere di più?
ciao Holmer! Grazie per la tua fiducia. Spero che il guardiano che è in te subirà una recessione e potrai così inglobarlo e finalmente volgere in positivo la sua capacità di bloccarti! Non mollare e credici!
Ho apprezzato molto il tuo commento. Condivido pienamente lo spirito che lo anima. Anche io ho passato anni ad accumulare note, foglietti d’emergenza,libri bianchi…era il mio tesoro. Resta il mio tesoro smarrito: anni nuovi, situazioni nuove, nuovi ambienti…il vecchio è sparito. Spero tu abbia ben nascosto il tuo tesoro ed un giorno tu abbia voglia di aprire il forziere e dare aria alle tue parole, per dare loro la dignità che meritano, che tu meriti, che merita anche chi aspetta senza fare rumore che una ventata di aria nuova rinvigorisca animi e menti.
Per me i guardiani della soglia sono le distrazioni, gli impegni, le casualità che capitano quotidianamente e che fanno perdere tempo e la voglia di scrivere, ma soprattutto la condizione di confinamento che mi ha relegato in una sorta di zona confort da cui trovo difficile uscire.
ciao Mariele, grazie per il tuo commento, ti capisco perfettamente, perché il guardiano più complicato per me è appunto la distrazione. Poi leggo e ascolto di uomini di successo che sono assolutamente focalizzati sull’obiettivo e mi sprono a fare lo stesso…
Ciao a tutti sono Soro Giuseppe Ciao Donato, cerchi sempre di mischiare le carte, per farci spremere un po di più il cervello.E un buon metodo per fare lavorare di più e meglio il nostro alter ego. Non credo a un Guardiano della soglia dovuto a quello che tu definisci un caso (sfortuna pioggia ecc.) per me queste sono solo scuse per giustificare i nostri fallimenti. Sono più propenso a pensare a un nostro demone interiore. Tutti abbiamo il nostro demone malefico, che può essere,una nostra nevrosi o una brutta malattia. Il mio Guardiano e viscido terribile e vigliacco, che quando ci si mette, mi blocca anche per interi giorni. Impedendomi di pensare coerentemente alle cose comuni. Quel po di estro che ogni tanto mi ritrovo, quelle trovate geniali, o quei lampi che qualche volta mi illuminano, sono lontani anni luce da me. E tutto questo naturalmente influenza in peggio il nostro lavoro, per superarlo devo fare un grande lavoro d’introspezione. Molto dispendioso. Ciao a tutti, a Donato e agli altri autori
ciao Giuseppe, grazie mille a te per il tuo commento, i nostri guardiani interiori sono sempre i peggiori…i peggiori nostri nemici siamo noi stessi non c’è niente da fare
Argomento di pregio, che impone pause di riflessione e presa di coscienza delle trame invisibili del nostro racconto. Dovrò rielaborare questo paramentro. Al momento il guardiano della soglia che permea il mio romanzo sembra essere la convenzione. Ritornerò su questa idea. Grazie per avermi indotta a questa considerazione.
Giovanna
ciao Giovanna, grazie mille per il tuo commento, la convenzione è un guardiano per me nuovo ma mi rendo conto essere davvero molto molto potente.
Interessante!Il guardiano della soglia per me è una insufficiente cultura umanistica,che mi costringe a vere acrobazie linguistiche. E’ vero che le citazioni possono risultare stucchevoli ma di tanto in tanto rendono l’idea .Hai letto Michel Houellebecq?