Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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Il primo passo, nella scrittura di un libro, è quello di considerare che la limitazione dell’ambientazione non inibisce la creatività, anzi la ispira.
Tutte le storie più belle si svolgono all’interno di un mondo limitato e conoscibile (a parte rare ed eccellenti eccezioni).
Per quanto un mondo narrativo può sembrare grande osservandolo da vicino vedrai quanto è piccolo.
Il mondo di una storia deve essere piccolo (o grande) abbastanza affinché la mente dello scrittore possa abbracciarlo in toto, e conoscerlo tanto a fondo ed in profondità, così come Dio conosce il suo creato.
Neanche una foglia deve cadere nel mondo di uno scrittore senza che lui lo voglia.
Una volta completata l’ultima stesura del romanzo, si dà per assunto che la conoscenza della vostra ambientazione sia totale.
Immaginiamo di separare un pezzettino di mondo e di tenerlo in mano, in modo tale che sembri essere la cosa più importante e affascinante del momento.
Per “piccolo” quindi intendiamo “conoscibile al 100%”.
Per conoscibile al 100% intendiamo conoscenza di tutto ciò che è pertinente.
Quale domanda relativa al tempo, al luogo o ai personaggi su Il Signore degli anelli, avrebbe messo in difficoltà Tolkien (tanto per citare una delle eccezioni eccellenti di cui parlavo sopra) ?
Non è che gli scrittori capaci, riescano a pensare contemporaneamente ad ogni singolo dettaglio del loro mondo narrativo, ma è come se comunque riuscissero ad assorbirlo tutto, e noi nel nostro piccolo dobbiamo prendere questa strada.
I bravi scrittori sanno.
E come tali si muovo all’interno di ciò che per loro è un mondo conoscibile (al 100%).
In un mondo narrativo conoscibile è più facile scrivere una storia originale e lontana dai luoghi comuni.
La chiave per vincere questa lotta contro i luoghi comuni è lo sforzo di acquisire conoscenze, tramite le ricerche.
Scandaglia nella tua memoria alla ricerca delle tue esperienze personali e delle corrispondenti emozioni e trasferiscile suoi tuoi personaggi.
Uno dei tuoi personaggi ha paura? Quando hai provato l’ultima volta questo sentimento? Che sapore ha la paura? Prova a scrivere quello che ricordi e ad un tratto quella che era memoria nascosta diventa conoscenza attiva, ed ora con la bile della paura nella pancia, ti verrà fuori una scena sicuramente sincera ed unica.
Immagina di essere il tuo personaggio, anzi meglio, abitalo.
A tal proposito ti rimando a queste letture sulla scrittura dei personaggi:
Prendi nota di come i tuoi personaggi fanno la spesa, mangiano, fanno l’amore, pregano: scene che magari non prenderanno mai posto nella storia, ma che ti conducono all’interno del tuo mondo narrativo.
Il talento va nutrito e stimolato da fatti e idee, hai mai sentito parlare di blocco dello scrittore? Non è il talento che abbandona lo scrittore e non si può uccidere è l’ignoranza a ridurlo in coma.
La ricerca è importante perché è il metodo più efficace per non scrivere luoghi comuni..
Immaginiamo di essere alle prese con un thriller psicologico.
Magari inizi a chiederti “Cosa accadrebbe se…”.
Cosa accadrebbe se una psichiatra infrangesse la propria etica professionale e intraprendesse una relazione con un paziente?
Chi è questa dottoressa? E il suo paziente? E perchè lei si innamora di lui?
Analizza, esplora, fin quando questa progressiva conoscenza non ti porta ad una soprendente ipotesi: lei si innamora di lui quando sotto ipnosi il paziente rivela una personalità stupenda, ma può finire così? No, le tue ricerche ti portano a scoprire la schizofrenia vincente: alcuni psicotici posseggono un’intelligenza tale da poter facilmente nascondere la propria follia, anche i propri psichiatri...
Mentre la storia cresce, nascono nuovi interrogativi, che hanno bisogno di ulteriore ricerca, creazione e idagine è in questo modo che vanno di pari passo, ponendosi richieste reciproche, spingendo o tirando in questa o quella direzione.
Scrivere bene non significa limitarsi a trovare il numero esatto di eventi necessari a riempire una storia e poi aggiungere dialoghi.
Significa, invece, partorire decine e decine di idee per poi sceglierne una.
Il mestiere dello scrittore esige dalla tua inventiva ben più materiale di quanto ne potreste usare per trarne poi, e con astuta selezione, momenti di originalità che rispecchiano il personaggio e il suo mondo.
Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee
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ottimi consigli. si incomincia davvero a scrivere quando si impara a cancellare. ma sulle idee ho un parere diverso. la cosiddetta ispirazione, secondo me, sorge quando, in testa, si ha una sola e unica idea che chiede con urgenza di essere sviluppata, mentre il racconto le si dispone intorno da se stesso, magicamente. lo so: è un romanzo a tesi quello che descrivo. ma tutti i romanzi sono a tesi, perché tutti i romanzi sottendono un’idea, ossessiva fino all’insonnia. la mia, per esempio, è combattere il detto di Nietzsche secondo cui “il rimedio è peggiore del male”.
ciao Giorgio, grazie per aver condiviso il tuo punto di vista, da sicuramente un valore aggiunto al mio articolo! Continua a seguirci!
Le indicazioni e i suggerimenti di Donato sono preziosi e davvero interessanti. Grazie! La scrittura deve coinvolgere in prima persona lo scrittore, pena una storia priva di pathos, emozioni e ritmo.
ciao Gianmarco! Grazie mille continua a seguirci e buona scrittura 🙂
Una domanda Donato, hai ricevuto il racconto che mi hai chiesto?
Ciao Gianmarco si, grazie per avermelo inviato ma non ho ancora avuto tempo per leggerlo, ma lo farò
Ciao Donato,
Il tuo apporto è sempre prezioso, ci invita a riflettere e a fare il punto della situazione.
Pienamente d’accordo su questo mondo “piccolo ” che dobbiamo conoscere a perfezione e far muovere nel modo più giusto per noi e per la coerenza che la narrazione richiede.
La parola chiave è RICERCA. Devo dire che é quella che ci fa muovere come lettori e come scrittori, preziosa per farci crescere, per arricchirci di idee e di contenuti a volte inattesi.
Una buona lettura deve intrigarci e farci fermare, di tanto in tanto, perché ci regala il NUOVO, da evidenziare e ricercare.
La buona scrittura è frutto di una ricerca continua e diventa crogiuolo di idee, spunti, dati, memorie, uno scibile in formato tascabile circoscritto alla narrazione.
Ahimè però quanto risulta difficile scegliere tra le idee …
Per me un’autentica impresa! Sarà che come Dio non sono un granché.
A presto. Buon lavoro.
ciao Maria Teresa 🙂 facciamo tutti del nostro meglio, il nostro universo dobbiamo curarlo come meglio possiamo, sapere di doverlo fare è la chiave.
un caro saluto