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Gli elementi della storia in un libro: struttura, scena e beat – parte 1

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Una storia ben raccontata permette la fusione perfetta di struttura, ambientazione, personaggio, genere e idea.

Per armonizzarli lo scrittore dovrebbe studiare gli elementi della storia come se fossero strumenti di un’orchestra: dapprima separatamente, poi insieme.

Le parti della storia

Quando nella tua fantasia fa il suo ingresso un personaggio porta con sé una seria di potenzialità narrative.

Se vuoi, puoi iniziare la storia prima della nascita del personaggio, poi seguirlo giorno per giorno, decennio dopo decennio, finché muore e scompare.

L’esistenza di un personaggio può attraversare centinaia di migliaia di ore di vita complesse e stratificate.

Questa complessa portata di storia vissuta deve però diventare storia raccontata.

Per progettare un libro incentrato su un personaggio specifico devi ridurre la massa ribollente della sua storia esistenziale in sole poche ore e queste devono riuscire ad esprimere anche tutto ciò che dovrai lasciare fuori.

Vediamo da vicino le parti di una storia ed analizziamole insieme.

La struttura

Attingendo dall’ampio flusso della storia vissuta, lo scrittore deve effettuare delle scelte. I mondi immaginari non sono sogni a occhi aperti, ma officine dove possiamo lavorare faticosamente in cerca di materiale per confezionare il libro.

Eppure alla domanda tu cosa scegli?

Non esistono due risposte uguali, ci sono scrittori che prediligono la ricerca del personaggio e altri invece l’azione il conflitto, gli stati d’animo ecc…ma nessun elemento di questi di per se costruisce la storia.

Un libro non è semplicemente un susseguirsi di momenti di conflitto o di attività, o di personalità o di emozioni, ciò che lo scrittore deve cercare sono gli eventi.

Un evento contiene tutto quanto detto sopra e anche di più.

La struttura di un romanzo quindi può essere pensata come una serie di eventi tratti dalle storie dei personaggi, eventi organizzati per generare precise emozioni.

Gli eventi scelti non possono essere mostrati a caso, ma devono essere mostrati secondo una precisa logica, cosa si esclude?

Cosa va messo prima e cosa dopo?

Per rispondere a queste domande devi poter conoscere ed avere ben chiaro il tuo obiettivo, a che scopo comporre gli eventi? La composizione degli eventi deve avere sempre un duplice obiettivo.

Gli eventi

Evento prima di tutto significa cambiamento.

Se metti una bottiglia d’acqua nel congelatore, e torni a prenderla dopo qualche ora troverai l’acqua congelata, cosa è successo?

C’è stato un evento che ha procurato un cambiamento dello stato dell’acqua, in questo caso da liquida a solida…Ma non puoi scrivere un libro sul congelamento dell’acqua, in una storia gli eventi devono essere significativi, non banali e per essere significativo un cambiamento deve, tanto per cominciare, accadere ad un personaggio.

Vedere una persona congelata dal freddo è ben differente che vedere congelata una bottiglia d’acqua.

L’evento della storia crea nell’esistenza della storia del personaggio un cambiamento significativo che dovrebbe essere espresso e vissuto nei termini di un valore.

I valori di una storia

In altre parole per rendere significativo un cambiamento è necessario che tu lo esprimi nei termini di un valore, ovvero attraverso le qualità universali dell’esperienza umana: vivo/morto, amore/odio, libertà/schiavitù, forza/debolezza … tutte queste polarità dell’esperienza sono i valori della storia.

Possono essere di ordine morale: bene/male, di tipo etico: giusto/sbagliato, immagina di vedere la scena di un barcone di immigrati che cercano nuova vita fuggendo dalla loro terra; ecco subito un gioco di valore: la sopravvivenza, vita/morte.

Partiamo dal negativo, si fugge da una terra povera e ostile, se questo barcone riuscisse ad attraccare e trovare un porto ed una nazione accoglienti allora questo evento risulterebbe profondamente significativo e sposterebbe il valore dal negativo al positivo: dalla morte alla vita.

La scena

Per un libro di lunghezza media (200 pagine circa) uno scrittore avrebbe bisogno di circa sessanta eventi.

Idealmente ogni scena è un evento della storia.

Esamina attentamente ogni scena che hai scritto e chiediti: quale valore è in gioco nella vita del mio personaggio in questo momento? L’amore? La verità?

Che carica ha quel valore all’inizio della scena? Positivo o negativo?

Passa alla fine della scena e chiediti: dove sta ora questo valore si è invertito? Era sul negativo ed ora è sul positivo o viceversa?

Non c’è stata nessuna variazione di valore?

Allora se non c’è stata nessuna variazione di valore la prossima domanda da porti è: cosa ho scritto a fare questa scena?

Se la condizione esistenziale del personaggio con la sua carica di valore rimane immutata dall’inizio alla fine di una scena vuol dire che non succede nulla di significativo, la scena contiene delle attività ma nessuna in grado di cambiare valore, questa scena è un non-evento e può essere depennata.

L’ideale è questo: nessuna scena senza una vera svolta

L’importante è lavorare affinchè ogni scena completata modifichi il valore in gioco nella vita del personaggio e lo sposti da un polo all’altro (positivo/negativo o viceversa).

Per esempio: Antonio e Anna sono innamorati e vivono insieme. Antonio passa a prendere Anna da lavoro per tornare a casa, durante il tragitto iniziano a raccontarsi la giornata lavorativa appena trascorsa. Ad un tratto iniziano a litigare. Il litigio si intensifica una volta arrivati a casa, iniziano a volare parole pesanti, Antonio perde la pazienza e sbattendo la porta di casa esce senza più dire una parola urlando che fra loro è finita.

I cambiamenti di ambiente, quattro per la precisione (lavoro, automobile, casa, fuori di casa), hanno il potere di intensificare il comportamento e rendono più credibili i momenti critici, ma non modificano ancora i valori in gioco, mentre la lite sale di tono la coppia è ancora insieme.

Ma quando l’azione raggiunge il momento di svolta (Antonio esce di casa sbattendo la porta dichiarando che la storia è finita!) la vita dei due amanti viene stravolta, i gesti, le parole si sono trasformate in azione, lo stesso evento si sarebbe potuto raccontare senza cambiare luoghi, per esempio tutto in una camera da letto, le combinazioni sono infinite, ma in in tutti i casi si tratta di un unico vento della storia: la scena della rottura fra due amanti.

Il Beat

All’interno della scena esiste un contenuto che è l’elemento più piccolo della struttura che è il beat.

Capiamo il beat rivedendo la scena sopra descritta, che passa attraverso netti comportamenti (beat) ben distinti: 1. Antonio passa a prendere Anna, tutto normale, tutto liscio. 2. Anna inizia a parlare della sua giornata a lavoro quando riceve un messaggio (scatta la curiosità di Antonio, e l’imbarazzo di Anna). 3. Inizio del litigio (sfida reciproca) 4. Apice del litigio (azioni e parole violente) 5. beat della svolta: Antonio va via di casa.

I beat formano le scene, le scene formano un movimento più ampio della storia la sequenza.

Vuoi continuare questo bellissimo percorso insieme affrontando la SEQUENZA? Bene, lo continuiamo insieme la prossima settimana!

Cosa ne pensi? Hai già usato queste tecniche?

Per qualsiasi dubbio scrivici!

Clicca qui per la parte 2

Fonti: Aristotele (la Poetica) J.H.Lawson – R.McKee

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