Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
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Vuoi scrivere una saga fantasy? Un thriller? Un romanzo rosa? Qualunque sia il genere che scegli c’è solo una cosa da fare subito: padroneggiarne il genere.
Ecco, ti ho svelato il segreto dei segreti.
Scherzo.
Ciascuno di noi ha un enorme debito nei confronti delle grandi tradizioni narrative.
Non devi, infatti, solo rispettare ma anche padroneggiare il tuo genere e le sue convenzioni.
Pensi di poterlo padroneggiare perché ti sei sparato tutte le serie Fantasy di Netflix o di Amazon prime video oppure letto qualche saga?
Sei sulla strada sbagliata.
Sarebbe un po’ come pensare di poter comporre una sinfonia sol perché si è ascoltato (a ripetizione) le sinfonie di Mozart.
Il primo consiglio è questo:
Riscoprire se stessi.
Niente accende di più l’immaginazione che dissotterrare (propri) tesori nascosti.
A riguardo ti segnalo alcune letture che io stesso ho fatto:
E venne chiamata Due Cuori di Marlo Morgan
Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf
La pratica: Comprendere la meditazione, superare le difficoltà, e stabilire un’abitudine salutare
Il secondo consiglio è questo: fai un elenco dei libri che più credi ti possano piacere e che siano ovviamente affini al genere letterario a cui apparterrà il tuo libro.
Comprali.
Poi leggili ma con con un taccuino per gli appunti accanto.
Segnati queste domande:
Fino a quando non avrai le risposte a queste domande, sarai sempre un passo indietro rispetto ai tuoi lettori.
Padroneggiare i generi crea anche un altro vantaggio: mantiene lo scrittore al passo con i tempi, perché le convenzioni ed i generi non sono immutabili ma si evolvono e crescono, si adattano, si modificano e vengono infranti di pari passo con i cambiamenti sociali.
Pensa ai generi in questa chiave: sono delle finestre sulla realtà, delle modalità con cui lo scrittore osserva la vita.
Se scrivi narrativa di genere è importante riuscire a guidare i tuoi lettori attraverso variazioni ricche e creative delle convenzioni.
Devi fornire al lettore non solo ciò che si aspetta o spera (per esempio se scrivi un romanzo rosa i due amanti si innamorano o si sposano) ma qualcosa di più, superando le sue aspettative.
Non puoi farlo se non hai la piena conoscenza di quel genere, se non sai quali sono i suoi canoni, i suoi punti deboli e i suoi punti di forza.
Padroneggiare il genere è essenziale anche per un altro motivo: scrivere non è un lavoro per velocisti, ma per maratoneti, e quindi stancarsi e mollare è molto facile.
Tenere vivo l’interesse e la passione scrivendo del proprio genere preferito è la miglior medicina contro la stanchezza e l’abbandono!
Scrivi solo in ciò cui credi.
Cosa ne pensi di questo contenuto? Lasciami un commento o scrivimi su [email protected]
fonti: Aristotele (la Poetica) A.Hiltunen, R.McKee
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Il mio romanzo può essere classificato come “fantasy”, però per certi aspetti si potrebbe definirlo “fantascienza”, con alcuni aspetti “horror”. Sinceramente, non ci tengo tanto a definirlo, perché non mi importa di scrivere qualcosa che va fuori da ogni contesto ordinario. Mi interessa solo dire ciò che ho bisogno di dire e di raccontare, poi come mi si vuole catalogare non lo ritengo un problema mio, ma di chi vuole classificare la letteratura per “generi”.
ciao Pietro! Certamente il tuo punto di vista non fa una piega, ma attenzione la classificazione dei romanzi poi ci serve parecchio in fase di promozione, se sono ben categorizzati i libri possono avere maggiori chance di vendita negli store online!
grazie e continua a seguirci!
HI DONATO.
“SCRIVI SOLO IN CIò CUI CREDI”. OK, mi piace!
Il fatto è, dovrei annullare ciò che non mi piace esempio: FANTASY, ROMANCE, ADVENTURE, – anche se sono generi che leggo, se proprio non ho altro sullo scaffale.
Il fatto di tenere un taccuino accanto l’ho pensato però mai fatto, vivo la mia lettura intensamente, non posso fermarmi, temo di perdere l’incantesimo del racconto, se poi è un thriller /giallo non ti dico.
Mai dire mai. Ti farò sapere. Promise.
In cosa credo? Scrivere lettere, scrivo lettere lunghissime alle mie amiche, a mie sorelle, racconto di tutto, il mio quotidiano sparso di allegria, ironia, alcune volte la mia tristezza, la noia,
mai gossip.
Ecco, potrei iniziare un blog, esperimentare, magari avere tanti follower. Un influencer, insegnando i sogni di una signora Senior FROM CAMBRIDGE.
Diventerei famosa.
Poi essere invitata a BUCKINGHAM PALACE from QUEEN ELIZABETH. AHHH, che bello sognare ad occhi aperti. In inglese si chiama, “DAY DREAMING”
Grazie Donato per tutti i consigli.
buon fine settimana.
RITA
Come vedi amo scherzare, dovrei agire di più Lascio la notorietà ad altri.
Cosa sono le lettere se non tue e autentiche Storie di vita, Rita? Tu scrivi già di romance e avventura 🙂 e la cosa più bella è che sono vere perché raccontano direttamente di te!
Per il blog, io fossi in te un pensierino lo farei, quando scrivi questo “day dreaming” si vede in ogni singola parola che usi…
grazie ma continua a leggerci e soprattutto a commentare 🙂
ciao!
Donato, grazie di tutti i tuoi consigli che provvedo a salvare dopo averli letti con attenzione. Pur essendo alla mia “opera prima” con il romanzo che sto pubblicando Vs. tramite, ritengo di essere sulla buona strada. Scrivo da tempo poesie e racconti su argomenti che cerco d’interpretare secondo il mio sentire. Quanto sopra traspare anche dalla libera valutazione di chi ha fatto la presentazione del mio libro “Esseri umani”.
Condivido pienamente la necessità di leggere molto e recepire tutto il possibile dagli altri, anche perché leggo da ben più di sessant’anni. Non sono però uno scrittore “di genere”. I miei racconti e poesie, pubblicati sul sito “Oggi Scrivo”, hanno generi vari anche se prevalentemente guidati da un preciso riferimento che si desume dall’aforismo di Metastasio indicato anche nelle prime pagine del romanzo: “Ovunque il guardo giro immenso Dio ti vedo……..”
Grazie ancora e cari saluti
ciao Gaetano! Grazie per il tuo commento continua a seguirci ogni settimana pubblichiamo sempre nuovi contenuti!
Beh fondamentalmente per rispettare il buon costume dal 1948, abbiamo il genere letterario abbinato al tribunale internazionale dei diritti umani, sezione ANTI CENSURA. Che è in parallelo del art.4 della costituzione Italiana. E il rischio del genere letterario anti censura è che in media vengono uccisi 80 autori al anno che si esprimono in questo genere letterario. 1. informazioni anti censura vengono giornalmente censurate e cancellate dal web, su ogni tipo di piattaforma 2. moltissime case editrici non accettano di pubblicare letteratura anti censura dato che esse stesse non rispettano l’art.4 della costituzione. Nulla, volevo semplicemente sapere che possibilità esistono per operare alla pubblicazione di questo genere letterario ANTI CENSURA, che fondamentalmente deve sempre essere di pubblico dominio, cultura libera e con licenza di scienze comuni Italia, perciò anche per legge, sempre gratuito per tutti. E come ci si può proteggere dai continui attacchi della criminosa censura?
Ciao Donato, come sempre un tuo articolo apre a decine di considerazioni, idee, spunti…allora per cercare di non disperdermi, nella risposta parto dalla fine e risalgo.
“Scrivi solo di ciò in cui credi” E’ così! se invece di cercare l’ispirazione, mi metto a disposizione delle storie che hanno voglia di uscire e che desidero narrare, uno dei problemi principali: la mancanza di ispirazione, diventa già meno presente. Condivido poi il fatto di scoprire se stessi. Credo che tutte le storie del mondo partano da un angolo dell’anima di chi le scrive per poi viaggiare attraverso mille strade ma è sempre un po’ del narratore che abita i personaggi.
Libro caro e importante: “E venne chiamata due cuori”, da leggere quando ci si sente molto indifesi, curativo!
Per Virginia Woolf si può tornare a parlare della frase di prima: “scrivi solo di ciò in cui credi” infatti lei, soprattutto in “Una stanza tutta per sé” non scrive entro i parametri di un genere letterario definito, almeno così mi sembra, ma narra partendo da sue esperienze e vissuti di donna e il libro non è un romanzo ma neppure un trattato ecc…però alla fine chiunque voglia scrivere, uomo o donna, può trarne spunti e insegnamenti e sentirlo “proprio”.
Per concludere, questa è una delle pochissime volte che non sono del tutto d’accordo con te perché se come giustamente dici, per essere buoni narratori bisogna scrivere solo di ciò in cui si crede, allora non si può restringersi ad appartenere ad un unico specifico genere ma sarà ciò in cui credi (come per Virginia W.) a farti scrivere, entrando e uscendo dai confini dei generi.
Naturalmente condivido pienamente e pratico lo studio e la documentazione sugli argomenti di cui voglio narrare ma la domanda che tu raccomandi di porsi: “Cosa succede sempre nelle storie del genere che voglio narrare?” mi permetto di sentirla un po’ riduttiva; nel senso che può capitare che nella tua storia accada qualcosa che non è peculiare del genere specifico in cui ti trovi e se tu scrivi “solo di ciò in cui credi”, penso che sarà proprio quel qualcosa a fare della tua storia una storia unica.
Grazie per i contenuti sempre utili e preziosi. Mi manca il libro sulla meditazione, grazie, lo metto subito in lista.
Un caro saluto
Sabina
Sabina leggere i tuoi commenti è sempre un piacere, sono più densi di contenuto dei miei e arricchiscono enormemente il valore del blog, ti ringrazio.
Salve. Molto interessante l’articolo. Leggo da sempre perchè amo i libri. Non ho un solo autore preferito, cito Sciascia, Poe, Huxley, Frazer, Eco, e altri. Il tipo di scrittura (traduzione) che mi piace è quello dell’inizio, dell’apertura, della prima pagina di un giallo americano con le case scrostate, le ringhiere vecchie, pozze d’acqua sulla strada e un’auto grossa che velocemente sparisce. Come giudico la mia scrittura? Ascoltando alcuni, (pochi) amici-lettori, credo sia una scrittura verosimile, che sembra vera ovvero sembra vero quanto descritto. Sono racconti vividi, veritieri.
Grazie per la tua attenzione e per il tuo commento Antonio, si trovano davvero tanti spunti interessanti e gli esempi che citi sono dei grandi Maestri della scrittura, ispirarsi a loro è sempre la strada migliore. Proprio riguardo la verosimiglianza nella scrittura In un altro contenuto (dove si parla di show don’t tell) ho riportato alcuni punti di vista che risalgono allo stesso Aristotele poi ripresi da Mckee ed altri grandi interpreti della Poetica, e questi punti di vista dicono proprio questo: come tu giustamente dici scrivere verosimile significa mostrare e non semplicemente dire, significa che il lettore VEDE attraverso le parole ciò che lo scrittore gli vuole mostrare, e non raccontare.
Continua a seguirci!
Ciao Donato, io vorrei scrivere d’amore, ho sempre amato il genere di rosa, la mia libreria è praticamente piena di questi libri. Ho diverse volte provato a scrivere questo genere di storia ma non riuscivo mai ad essere all’altezza delle mie stesse aspettative, i miei personaggi non sono mai stati di grande spessore uscivano sempre piatti e irreali, ciò dipende forse dal fatto che nelle storie che scrivevo spesso non ci credevo nemmeno io. Mi sono chiesta spesso se effettivamente il rosa fosse il genere adatto a me, pensavo di avere un problema nel credere all’amore perché effettivamente ai tempi d’oggi (e parlo soprattutto della mia generazione)si dice il “ti amo” anche quando non si pensa davvero. Leggendo l’articolo ho finalmente capito che a me piace l’idea dell’amore romantico vecchio stile perché ho subito pensato ad una storia ambientata negli anni ’80/’90 è l’idea mi è piaciuta da morire.
Ciao Mery deduco tu sia giovane 🙂 e questo mi fa enormemente piacere, le giovani generazioni, come dico sempre, hanno non una ma due marce in più! Tu devi scrivere d’amore!
Si il tuo scritto non ti soddisfaceva solo perché scrivendo pensavi di dover accontentare i lettori, magari quando scrivevi pensavi: “questo non piacerà mai” ma se tu credi nelle storie d’amore e nell’amore con la A maiuscola allora devi celebrarlo in ogni parola del tuo romanzo!
Mi sento inoltre di darti un’altro consiglio super appassionante: se i tuoi personaggi ti risultano piatti è perché non gli hai dato la giusta dose di “nemici” questo vuol dire che per far emergere il vero carattere dei tuoi personaggi li devi mettere alla prova ed a confronto continuamente con difficoltà, sfide e antagonisti all’altezza, più vuoi rendere grandi i tuoi personaggi più forze oppositive devi sferrargli contro non avere pietà!
Continua a seguirci!
Il vero carattere dei personaggi emerge solo quando sono costretti a fare delle scelte sotto pressione, chiamati ad affrontare sfide e difficoltà… pensaci, pensa ai personaggi che più ti hanno colpito dei romanzi che hai letto… quante difficoltà sono stati chiamati ad affrontare? Continua a seguirci e
Scrivi solo di ciò in cui credi.
Grazie al tuo intervento sono arrivata alla conclusione che io scrivo essenzialmente un genere (intimista?) e leggo preferibilmente lo stesso genere.Intimista nel senso che mi piace scandagliare i sentimenti senza lasciarmi travolgere da essi.Mi piacerebbe che scrivessi qualcosa sul blocco dello scrittore,come si vince ,come si potrebbe evitare(ammesso che esista un modo).Però grazie per i tuoi consigli sempre interessanti.
Ciao Luana! Beata te che ci riesci, a me risulta davvero difficile non lasciarmi prendere dai sentimenti, non ti nascondo che ho abbandonato diverse letture perché mi facevano “male”, per quanto erano scritte bene… (ma questo è un problema mio e che non ho ancora superato).
Per quanto riguarda il blocco dello scrittore ho scritto questo contenuto prova a leggerlo e dimmi cosa ne pensi, lo trovi qui: