9 cose che devi sapere prima di Pubblicare un Libro con Amazon KDP
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Abbiamo avuto il tempo di riflettere su quale potrebbe essere il futuro dell’editoria con il nuovo disegno di legge dal nome “Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura”.
Il ddl lettura è stato approvato dalla Camera dei Deputati ed infine, lo scorso 5 febbraio 2020, anche dal Senato.
Il fine del disegno di legge è, come dice il nome, elaborare un piano d’azione per favorire e sostenere la lettura “quale mezzo di sviluppo della conoscenza”.
La legge è entrata in vigore il 25 Marzo.
In concreto è stato istituito un Fondo per l’attuazione del Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura finanziato con 4.350.000 euro annui a partire dall’anno 2020.
A ciò si affianca un aumento del credito d’imposta per gli esercenti che si occupano della vendita dei libri al dettaglio a 3.250.000 euro.
Sempre con lo scopo di difendere e potenziare le librerie, nonché di promuovere la qualità della lettura, è stato istituito l’Albo delle Librerie di Qualità.
Il punto vendita che rispetti i requisiti dettati dal Ministero per i beni e le attività culturali, potrà esporre un marchio di «Libreria di Qualità», valido per tre anni e rinnovabile per un successivo triennio a seguito della verifica del mantenimento dei requisiti.
Ma quali sono i requisiti?
L’iscrizione è riservata alle librerie che esercitano in modo prevalente l’attività di vendita al dettaglio di libri in locali accessibili al pubblico e che assicurano un servizio innovativo e caratterizzato da continuità, diversificazione dell’offerta libraria e realizzazione di iniziative di promozione culturale nel territorio. Nella definizione dei requisiti, si tiene conto dell’assortimento diversificato di titoli offerti in vendita, della qualità del servizio,delle attività di proposta di eventi culturali,dell’adesione ai patti locali per la lettura di cui all’articolo 3, ove attivati, e della specificità del territorio.
comma 4 dell’art.9
La precedente Legge Levi fissava uno sconto massimo del 15% sul prezzo di copertina del libro da parte di librerie, store online e grande distribuzione e la possibilità di sconti del 25% emanati dall’editore sul suo catalogo.
Ora la legge fissa, nell’art. 8, le seguenti possibilità:
La grande novità del ddl lettura è l’istituzione del titolo di «Capitale italiana del libro».
Entro sei mesi dall’entrata in vigore di questa legge verranno definite le modalità di selezione sulla base di progetti presentati dalle città che si candideranno.
Il titolo di Capitale italiana del libro vedrà anche il finanziamento del progetto presentato per un massimo di 500.000 euro annui.
L’art. 6 è chiamato “Misure per il contrasto della povertà educativa e culturale”, ovvero la più grande piaga della cultura occidentale.
Lo stato si impegna in prima persona e contribuisce alle spese per l’acquisto di libri con l’istituzione di una «Carta della cultura» finanziato con 1 milione di euro annui. Si tratta di una carta elettronica rilasciata con un credito di 100 euro utilizzabile per l’acquisto di libri cartacei ed ebook muniti di codice ISBN.
I requisiti per l’accesso a questa carta verranno stabiliti con un decreto da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge.
La divisione che si è creata tra le associazioni di settore fa capire come l’argomento tocchi dei nervi scoperti.
Il settore editoriale è in lenta ripresa dopo un lungo periodo di crisi e Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) (da cui prende il nome la legge Levi menzionata in precedenza), sostiene che la riduzione degli sconti graverà sulle tasche dei lettori, contraendo il mercato e mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.
Di parere diverso altre associazioni di categoria che raccolgono piccoli editori come l’ADEI (Associazione degli editori indipendenti), ALI (Associazione Librai Italiani) e SIL (Sindacato Italiano Librai).
Gli editori più piccoli hanno minori margini di guadagno a causa delle tirature più ridotte rispetto ai grandi editori. La riduzione degli sconti, quindi, può concedergli maggiore respiro economico reinvestibile (si spera) nel potenziamento della propria attività e nella promozione culturale.
La guerra degli sconti ha tolto i riflettori dai seri interventi per la promozione della cultura proposti nel disegno di legge.
Il tema è comunque importante e merita certamente approfondimento.
Una analisi frettolosa ci fa sicuramente dare ragione all’Aie. L’equazione, in fin dei conti, sembra semplice:
sconto minore = meno copie vendute
e a seguire:
meno copie vendute = librerie ed editori in difficoltà
e quindi:
librerie ed editori in difficoltà = posti di lavoro persi
Però questo è solo un lato della medaglia. Se i piccoli editori hanno un maggiore guadagno, possono sicuramente far crescere e migliorare la propria attività. In uno scenario ideale, questo potrebbe portare alla possibilità di investire di più in scrittori emergenti e di dare una scossa ad un mercato editoriale ormai dominato dai grandi nomi.
A beneficiare potrebbe essere, quindi, la qualità della proposta editoriale.
Qualità è proprio una parola chiave, che si ripete spesso nel disegno di legge, di cui sembra proprio essere la stella polare.
Maggiore qualità porterà sicuramente una percezione migliore della cultura agli occhi del consumatore che potrebbe essere ben disposto a pagare un libro 2-3 euro in più a fronte di maggiore qualità.
Lo vediamo ogni giorno con i prodotti che acquistiamo, soprattutto quelli tecnologici. I modelli di smartphone che dominano le vendite sono spesso i top di gamma, che offrono la massima qualità e che hanno un prezzo inevitabilmente maggiore.
C’è grande attesa per il prossimo capitolo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. Siamo pronti a scommettere che sarà un best seller anche con solo il 5% di sconto.
L’equazione di prima, quindi, potrebbe non essere del tutto vera se alla riduzione degli sconti si contrappone un miglioramento della qualità del mercato.
Anche l’istituzione della Capitale italiana della cultura, della carta della cultura, tutte le misure a sostegno delle biblioteche e della promozione della lettura nelle scuole, hanno come obiettivo allargare la platea dei lettori.
In Italia legge il 62% della popolazione 15-75 anni ma la metà dei lettori legge meno di 3 libri all’anno.
Se i lettori fossero di più e se i lettori leggessero di più, il problema degli sconti smetterebbe di esistere.
È proprio questa la sfida che si pone il nuovo disegno di legge. Portando la cultura più vicino alle persone e migliorandone la qualità della proposta, siamo pronti a scommettere che questa sfida verrà vinta.
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Fatta la legge si potrebbe trovare l’inganno. Probabilmente la disposizione non
varrà per la vendita di libri usati. Basterebbe dargli una bella sfogliata e venderli come usato in ottimo stato, prezzi scontatissimi!
È una previsione interessante. Nel testo del DDL effettivamente non si fa menzione dell’usato, il che potrebbe portare a delle deviazioni simili a quella che hai descritto tu.
Entra in gioco comunque il fattore guadagno per le librerie e gli esercenti. A loro non conviene in ogni caso fare così perché già con il 15% che c’è stato fino ad ora sono arrivati al collasso. Continuare sulla via dei super sconti sarebbe un autogol finanziario.
Comunque stiamo per navigare in acque nuove, quindi ogni previsione è legittima ed ogni riflessione fondata.