9 cose che devi sapere prima di Pubblicare un Libro con Amazon KDP
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Ogni scrittore indipendente desidera pubblicare il proprio libro in maniera gratuita. O comunque spendendo il meno possibile. Ma spesso non ci si rende conto che pubblicare un libro che non è passato attraverso un buon editing può essere una mossa controproducente. Alla fine, la linfa vitale di ogni prodotto sono le recensioni. Che si tratti di un libro o di un’automobile o di un gadget tecnologico, una recensione negativa, o peggio ancora una serie di recensioni negative, possono mettere la parola fine a qualunque tentativo di promozione. Quindi, a parte il discorso relativo ai costi, quali sono le motivazioni per cui un autore non vuole sottoporre il proprio libro a editing?
Questo è assolutamente vero, ma bisogna considerare che si tratta di un’arma a doppio taglio. Ogni scrittore finisce per essere così dentro al proprio lavoro, da non avere l’obiettività per valutarlo. È facile affezionarsi a quello che si scrive e voler quindi difendere ogni singola parola o dialogo anche quando ci sono delle cose che non funzionano o potrebbero comunque essere migliorate.
Questo è esattamente quello che un bravo editor non farà mai. Per come la vedo io, l’editing è paragonabile all’azione di scartavetrare un mobile per togliere le asperità dalla superficie, renderla liscia. Certo, può succedere che un editor suggerisca di cambiare delle parole o dei passaggi, ma dovrebbe appunto limitarsi a questo: a suggerire. Ogni cambiamento apportato al testo dovrebbe quindi essere evidenziato, in modo che l’autore possa decidere se seguire il suggerimento oppure no. La parola finale spetta sempre all’autore: se un editor si comporta diversamente, cambiate editor.
Un altro potenziale errore. Lasciando da parte il discorso della professionalità, se uno conosce personalmente l’autore tenderà ad avere un atteggiamento condiscendente. È inevitabile. A volte guardo i manoscritti su cui ho lavorato, vedo tutto ciò che ho segnato e mi viene da chiedermi se io non sia un po’ troppo critico. Poi mi ricordo che questo è esattamente il motivo per cui vengo pagato. In fondo, se un autore pensa che in qualche passaggio l’editor abbia un po’ esagerato, può benissimo lasciare il testo com’è, o accettare solo alcuni dei suggerimenti proposti. Qualche anno fa frequentavo un sito di scrittori in cui criticavamo a vicenda i nostri lavori. Ricordo che facevo fatica a sopportare quelli che non erano capaci di dire altro se non “Bellissimo!”, “Favoloso!”, “Straordinario!”. Voglio dire: che senso ha? Va bene che chi scrive ha bisogno di conferme per alimentare la propria autostima, ma senza critiche o suggerimenti è impossibile migliorare la propria scrittura.
Questo è sicuramente un fattore oggettivo. Anche se bisogna dire che esistono livelli diversi di editing e quindi di costo. Ad ogni modo dovreste farvi qualche domanda. Pensate davvero che la storia che volete raccontare abbia un potenziale? Fino a che punto siete convinti che il vostro libro possa incidere sulla vita di chi lo leggerà? In sostanza: credete sul serio in quello che state facendo? Se è così, quello dell’editing sarà solo un piccolo prezzo da pagare per raggiungere questo obiettivo. Diversamente: perché state scrivendo? Vale la pena pubblicare un libro, magari con un’idea originale o una storia interessante, che i lettori finiranno per mettere subito da parte perché la scrittura non è all’altezza? Pensate all’ultimo libro che avete letto. Scommetto che al di là del fatto che vi sia piaciuto o meno, aveva una copertina accattivante. Se vi autopubblicate, a meno che non siate anche dei grafici, non sarete in grado di realizzare una copertina in grado di attirare l’attenzione del lettore. L’editing ha la stessa importanza, anzi, da un certo punto di vista, ha un’importanza ancora maggiore. D’altra parte, se uno vuol essere uno scrittore, la cosa principale è che scriva bene, no?
Gerald Rice
Editing: Why Not To Do-It-Yourself, originariamente pubblicato su Indie Author News
Traduzione a cura di Alberto Forni
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– Editing
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