
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
Saper descrivere un contesto, una situazione, una ambientazione in modo efficace è questione sia di stile di abilità.
Quando ci accingiamo a mettere su carta uno scritto di fantasia o autobiografico, non possiamo escludere dall’azione quegli aspetti comunicativi che appartengono al nostro carattere. Può succedere allora che una persona nella vita estroversa si trasformi in uno scrittore di «poche parole» e che un introverso arricchisca i contenuti espressi di precisazioni e dettagli da rendere il testo ridondante e dispersivo.
Le descrizioni dovrebbero tenere sempre conto del genere letterario in cui si è immersi e non perdere mai di vista l’efficacia di una scrittura che abbia la funzione di condurre il lettore sul percorso narrativo individuato.
Se per esempio stiamo scrivendo un giallo, perdersi nella descrizione dettagliata di come sia allestito un tavolo da pranzo o come siano arredate una piscina e un campo da tennis, ha un senso solo se, in quei dettagli si nascondo indizi forvianti o utili alle indagini.
Quando apriamo le porte al lettore, al nostro mondo narrativo, lo introduciamo in una dimensione che è solo nostra. Gli diamo la possibilità di osservare con i nostri occhi, con il nostro metro di percezione e valutazione sebbene limati e adattati alla funzione del momento.
Tenere e mantenere desta l’attenzione di chi ci legge è fondamentale ma un lettore non lo si conquista solamente per la trama. Ci sono descrizioni lunghe cinque righe che annoiano, altre di una pagina che affascinano. La differenza stanno nella percezione e nella intuizione dell’autore. L’unico che «vive» dentro quella particolare dimensione narrativa e che può analizzare cognitivamente ed emotivamente se e cosa deve o dovrebbe arrivare a chi ci lo legge.
Sapere bilanciare il proprio bisogno di esondare nella meticolosità di cornici che proprio perché tali dovrebbero «contenere» e non sopraffare, è parte della formazione e crescita dello scrittore.
Per ottenerla, oltre alla lettura, all’esercizio e alla verifica dell’efficacia rispetto alla descrizione usata, occorre anche una salda e valida competenza nell’intuire cosa è utile alla narrazione e cosa invece soddisfa il bisogno personale di “dettagliare” ciò che potrebbe non essere dettagliato, tenendo presente che il focus è uno soltanto e davanti a minuziose, esasperate descrizioni, il rischio che è che si sposti dalla trama o dai personaggi, a elementi di scarsa concretezza.
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