Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
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Ci sono molte ragioni per cui una persona che sente il desiderio di scrivere un libro poi alla fine non lo fa. Spesso questo accade per ragioni che la persona ritiene “oggettive”.
La motivazione più grande che impedisce la realizzazione di questo desiderio si trova radicata nella cultura e nella mente di ciascuno di noi. L’idea cioè che per raggiungere un risultato sia necessario rispettare determinate regole, percorsi prestabiliti o che sia necessario possedere delle qualità.
Tutto questo, che viene comunemente definito “buon senso” e che è argomentato con zelo da chi ha già raggiunto questo, in realtà è solo un’opinione, non una legge e non deve mai essere considerata tale.
Il buon senso è pericoloso, perché messo nelle mani sbagliate diventa un auto-investitura, una dote spirituale, un’auto-elezione mentale talmente forte che chi lo utilizza alla fine è davvero convinto di essere diverso, di possedere un talento o persino un diritto divino.
Prendiamo, ad esempio, il desiderio di diventare uno scrittore, dove secondo il “buon senso” degli intellettuali, per essere uno scrittore serve rispettare almeno una di queste condizioni:
L’elenco potrebbe continuare all’infinito, ma in generale l’idea di fondo è che per essere dei “veri” scrittori bisogna possedere delle qualità speciali.
L’origine di tutto questo è da ricercare nell’istruzione.
La scuola alimenta costantemente l’idea che per raggiungere un determinato risultato bisogna essere predisposti a seguire un determinato percorso. Chi non dimostra una particolare predisposizione difficilmente riuscirà ad ottenerla.
Inutile dirti che io ritengo tutto questo spazzatura. Sì, spazzatura.
Non esiste alcun percorso prestabilito, nessuna regola da rispettare, nessun talento da possedere. L’unica cosa da cui dipende davvero se possiamo o meno realizzare un desiderio, un sogno nella nostra vita, è essere noi stessi, e ti spiegherò perché.
Prendi il team della ricchezza. Chi non desidera diventare ricco? Tutti ovviamente. Eppure, se parli con qualsiasi persona per giustificare che non è ancora diventata ricca ti dirà che:
Anche qui la lista delle scuse sarebbe infinita, eppure la realtà dei fatti è totalmente differente. Ci sono infatti:
Capisci cosa intendo?
Più diamo valore a ciò che il buon senso ritiene “scontato“, ovvio e oggettivo, più riterremo questo valido, perciò ci convinceremo che è così e saremo programmati al fallimento.
Il fallimento non farà altro che confermare il buon senso e allora anche noi diventeremo evangelisti dell’ovvietà perpetrando questo circolo vizioso.
Il successo nella vita e soprattutto nella scrittura, la realizzazione o meno del desiderio di diventare scrittori, non dipende da nulla se non da questi fattori fondamentali:
Se applicherai tutto questo con disciplina, ogni giorno, nulla ti impedirà di realizzare il tuo sogno di diventare scrittore. Nessun editore, scuola, talento, ambiente, denaro potranno fermarti.
Gli intellettuali da salotto inorridiranno leggendo queste mie parole, ma tu ricordati di ignorarli. Loro vivono nel mondo esterno delle regole e del buon senso, mentre noi viviamo nella verità.
La verità è che non si può impedire ad uno scrittore di nascere, ad un libro di esistere se il desiderio interiore è più forte di qualsiasi imposizione o tentativo di sabotaggio.
Il selfpublishing è la realizzazione dell’ideale nobile e profondo che chiunque senta di voler essere uno scrittore può esserlo.
Questo è il nostro credo.
W il selfpublishing!
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Sono d’accordo sulla seconda parte del tuo discorso ma parzialmente sulla prima. Tu dici:per essere uno scrittore serve rispettare almeno una di queste condizioni:(in senso limitativo intendi)
• È necessario nascere con un talento per la scrittura – Io dico sì, non tutti hanno la facilità nello scrivere l’idea che ha in mente. Certo che si può affinare e migliorare con l’esercizio ,ma se sei negato è meglio che ti dai ad un’altra attività NON TUTTO SI PUO’ RAGGIUNGERE CON LA VOLONTA’ secondo me.
L’origine di tutto questo è da ricercare nell’istruzione.
La scuola alimenta costantemente l’idea che per raggiungere un determinato risultato bisogna essere predisposti a seguire un determinato percorso e chi non dimostra una particolare predisposizione difficilmente riuscirà ad ottenerla. QUESTA EDUCAZIONE E’ SUPERATA. CON IL TERZO MILLENNIO L’UNICO SPRONE CHE LA SCUOLA DA’ E’ L’IMPEGNO. Praticamente dici la stessa cosa. Se ti impegni ce la fai. Però non dimenticare che ogni individuo è diverso dall’altro e biologicamente per ereditarietà oppure per educazione dei primissimi mesi di vita o per congenialità molti hanno il pallino della matematica e molti ne hanno uno diverso. L’ambiente inoltre favorisce i meccanismi della facilità nell’apprendimento e per una persona nata in una famiglia acculturata è più facile comprendere velocemente alcuni principi piuttosto che un individuo cresciuto in un ambiente di scarsa formazione culturale. Ma… tutto è possibile!
Quello che serve di fondo è un desiderio ardente di realizzare qualcosa, il desiderio è la manifestazione dell’anima che intende realizzarsi. Il desiderio diventa obiettivo e l’obiettivo unito al duro lavoro crea i risultati. Il duro lavoro batte sempre il talento.
Encomiabile il tuo entusiasmo, che condivido, però vorrei far presente che la cura del linguaggio che vogliamo usare è obbligatoria. Non è un talento saper scrivere bene, in modo corretto, chiaro, attraente, interessante per i lettori ma dipende da uno studio profondo e continuo. Bisogna avere l’umiltà di accettare che c’è molto lavoro, anche tecnico, da fare in continuazione per rendere i nostri libri interessanti e degni di proporre agli altri ciò che vogliamo comunicare.
Assolutamente si, il mestiere dello scrittore è difficile, richiede tempo, pazienza ma sopratutto tanto duro lavoro.
Tutti possono scrivere un libro basta che anno qualcosa da dire poi per le correzioni esistono gli editor tanto nella vita tutti può essere il contrario di tutto non esiste una propria e vera preparazione.
Negli anni ho affrontato molte volte il tema della ricchezza, ad esempio attraverso corsi di crescita interiore, seppur con risultati alterni. Mi sono chiesto, ovviamente, il perché e la risposta che ho trovato più spesso è che per raggiungere un certo grado di benessere materiale, occorra mettere in atto determinati “sforzi”… un impegno al quale ho sempre trovato molto difficile dedicarmi… per quanto io non provenga affatto da una famiglia benestante: una condizione che per molti rappresenterebbe invece proprio la motivazione principale a voler diventare maggiormente prosperi. Ad ogni modo, ho già sperimentato, in una discreta misura, l’appagante sensazione di non avere particolari problemi economici, in diversi periodi della mia vita. Mi manca tuttavia l’intento per volere di più…
Fabrizio Garro
Probabilmente dipende dalla motivazione. Non hai trovato la ragione giusta per pagare il prezzo necessario in termini sforzo. Se erano solo i soldi poi quella motivazione si perde, ma se c’è una ragione più profonda e forte avrai la giusta motivazione.