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Come gestire la crisi da pagina bianca: spazio alla creatività e al relax

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È capitato a tutti, me compreso, di sgranare gli occhi davanti a una pagina bianca e farsi prendere dal panico perché non si sa cosa scrivere.

Può capitare davanti il capitolo di un romanzo, davanti un nuovo racconto, davanti una sceneggiatura o quando sei in procinto di scrivere un nuovo post per il tuo blog.  Cosa fare a quel punto? Prendere a testate il muro?

Non necessariamente. C’è una soluzione a tutto, compresa la crisi da pagina bianca.

Partiamo dal presupposto che quello dell’artista che ha il colpo di genio dal nulla è solo un mito. La creatività umana consiste nel saper scomporre il mondo che abbiamo intorno per poi ricomporlo nella nostra mente attraverso nuove regole che sconvolgono la razionalità oggettiva.

Dico questo perché voglio chiarire che non può esserci creatività senza un minimo di conoscenza. Se è vero, infatti, che un eccesso di nozioni tecniche restringe il nostro pensiero e ne limita le capacità creative, una carenza di conoscenze non permette alla nostra mente di dar vita a nuovi mondi, poiché le manca un punto di partenza.

Quindi, nel nostro caso, leggere, documentarsi e lasciarsi ispirare dalle opere altrui è un buon inizio per scomporre il mondo oggettivo.

Poi, per come la vedo io, creare nuove storie è un po’ come dormire e sognare: più ti sforzi di farlo, più non riesci. Eppure, la prima cosa che ci viene in mente di fare quando entriamo in crisi è proprio sfiancarci per trovare un’idea a tutti i costi.

Così, andiamo in giro a cercare spunti, proviamo a scrivere qualche cosa per poi cancellare tutto, ci roviniamo le giornate e magari, alla fine, pur di andare avanti, ci riduciamo a scopiazzare cose già fatte da altri o a scrivere banalità.

In realtà il metodo migliore per superare la crisi da pagina bianca, così come prendere sonno quando non arriva, è fare tutt’altro.

Non pensare a ciò che devi scrivere, anzi, dimentica proprio il tuo lavoro. Fai altro, dedicati a qualcosa di impegnativo che catturi la tua attenzione, oppure immergiti in qualche esperienza rilassante che coinvolga le tue emozioni.

Ami pescare? Scalare montagne? Andare in palestra? Ballare? Fai quel che vuoi, anche un bagno caldo, ma distraiti e non pensare alla fonte delle tue pene.

Mentre scrivevo “Casus belli”, arrivai al capitolo 8 ed entrai in crisi. Avevo in mente tutto ciò che sarebbe accaduto dal prologo al capitolo 7, sapevo anche come sarebbe finita la storia (solitamente parto sempre dalla fine per dar vita alle mie avventure), ma non avevo idea di come legare questi due pezzi.

E il punto di sutura doveva cominciare proprio con il capitolo 8. Sapevo che avrei dovuto evitare di cadere nel banale. Sapevo che, se avessi scritto tanto per scrivere, poi le cose sarebbero andate sempre peggio. Quel capitolo doveva essere l’inizio di una serie di accadimenti mozzafiato, non una serie di parole messe lì solo per riempire il vuoto.

Così decisi di prendermi una pausa. Mi tuffai nella vasca da bagno e lasciai vagare la mente. Mi concentrai sul mio respiro e mi lasciai cullare dall’acqua che sgorgava dal rubinetto. Piacevolmente calda. Uscii da quello stato meditativo dopo quasi un’ora. M’aspettavo una rinascita, un nuovo vigore creativo, ma venni deluso.

Mi sbloccai solo dopo una settimana. Tra allenamenti di kung fu, uscite con gli amici, nottate in discoteca e serate in famiglia. Insomma, 7 giorni di normale routine. Il sabato successivo buttai giù lo scheletro dei successivi 10 capitoli.

Questa esperienza mi ha insegnato che la mente non è come una batteria ricaricabile. Non basta lasciarla riposare sotto carica per qualche ora. Ha bisogno di più tempo, va distratta con continuità e sarà lei a farti capire, infine, quando è di nuovo pronta a darti una mano.

Anche se non te ne accorgi, nel momento in cui distrai la tua mente, stai comunque pensando al tuo “chiodo fisso”, i tuoi neuroni stanno comunque lavorando per captare qualsiasi elemento che possa tornare utile al tuo scopo finale.

Quando tutto sarà pronto, sarà la tua mente a lavorare per te, a ricordare ciò che hai recepito in quei giorni di “riposo” e a far sì che tu possa collegare questi elementi per inserirli nella tua storia, rimettendo al proprio posto tutti i tasselli del puzzle.

Insomma, per ricapitolare: distraiti, rilassati e vivi la tua vita.

Voglio chiudere questo post con 9 consigli che possono aiutarti a stimolare la tua fantasia:

  1. Rilassati.
  2. Evita di entrare in tecnicismi.
  3. Viaggia spesso (anche a pochi passi da casa) e conosci persone nuove.
  4. Ognuno di noi ha un momento della giornata in cui è più creativo, trova il tuo.
  5. Cambia spesso strada per recarti in ufficio, a casa dei tuoi o in qualsiasi posto usuale.
  6. Impara a rovesciare i punti di vista in qualsiasi situazione.
  7. Libera la mente e guarda il mondo come fossi un bimbo.
  8. Leggi molto, specie narrativa.
  9. Non aver paura di sperimentare cose nuove.

Alla prossima e…occhio alla penna ;)!

Roberto Tartaglia

Giornalista e scrittore indipendente. Fondatore di www.viverediscrittura.it, il primo sito per imparare a diventare scrittori indipendenti. Il suo sito personale è www.robertotartaglia.com.

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