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Come creare l’ambientazione giusta in un romanzo

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Come creare l'ambientazione giusta in un romanzo

Uno dei momenti più difficili nella scrittura di un romanzo è udite, udite…l’inizio.

Come iniziare e qual è il miglior punto d’attacco per il tuo romanzo?

Abbiamo già affrontato questo argomento qui.

Leggi questo incipit e la relativa ambientazione: è tratto da un capolavoro.

incipit tratto da LA STRADA di Cormac McCarthy ed. Einaudi

Ho realizzato un video di approfondimento su questo libro, se ti interessa guardalo lo trovi qui nella nostra community di Facebook

Adesso siamo pronti per scoprire qual è l’errore più comune?

Eccolo: pensare di dover iniziare descrivendo l’ambientazione.

L’impostazione è importante; non fraintendermi. 

Ma bene o male a tutti è capitato di trovare soporifero un romanzo la cui copertina e il titolo promettevano emozioni mirabolanti e invece non faceva che dilungarsi in descrizioni su descrizioni:

La casa si trovava in un bosco folto e profondo, circondata da …

I lettori hanno poca pazienza nel leggere le descrizioni e in effetti, spesso le saltano per andare direttamente all’azione.

Ora se ti stai chiedendo: ma allora come faccio a descrivere la mia ambientazione?

Risposta semplice: non farlo, almeno non all’inizio del romanzo o per non più di due righe consecutive.

Devi stabilire dove ci troviamo e imposti la scena, no?

Sì. Come a tutti i lettori piace avere un’idea immediata di dove e quando le cose si svolgono. 

Ma leggendo diversi manoscritti in bozza, ho notato molto spesso sempre lo stesso errore: troppa descrizione di ambientazione, fatta troppo presto e per giunta fatta come elemento staccato dall’azione.

E poi… se lo fai all’inizio, dovresti farlo per ogni scena e per ogni ambiente diverso, giusto? 

Mi dispiace, ma questo non farà che portare molto presto il tuo lettore dal sonno alla morte. (si scherza).

Bene, ora mi dirai come faccio a impostare la scena senza descriverla?

Non lo fai.

Ma rendi la descrizione parte della narrazione, parte della storia . Diventerà quasi invisibile, perché le menzioni di come le cose appaiono, si sentono e suonano entreranno in quello spettacolare teatro che è la mente del tuo lettore, e tutto questo mentre sono concentrati sull’azione, sul dialogo, sulla tensione, nel dramma e nel conflitto.

Alla fine avranno anche ben in mente le ambientazioni, ma non dovranno ricordare dove le hanno lette.

Considera questi esempi:

Descrivere l’ambientazione di una storia prima di iniziare l’azione:

La Londra degli anni ’60 dell’Ottocento era una città fredda, umida e nebbiosa attraversata da strade acciottolate e pedoni che schivavano con cura gli escrementi dei cavalli. Una di questi pedoni era Lucy Knight, una donna bella, giovane e senza legami che aveva fretta di arrivare al Piccadilly Circus. Un uomo le aveva chiesto di incontrarsi lì …

Non dovrei nemmeno dirvi che un’apertura simile è tutta incentrata sul dire e non mostra praticamente nulla.

Come descrivere l’ambientazione sovrapponendola alla storia:

West End di Londra, 1862

Lucy Knight schivava ciuffi di sterco di cavallo mentre si affrettava verso Regent Street. Non devo arrivare in ritardo, si disse. Cosa penserebbe?

Poggiava i piedi con attenzione sui ciottoli mentre attraversava per fermare una Hansom Cab, che preferiva per il suo baricentro basso e la comodità della seduta. Lucy non voleva apparire come se fosse stata sballottata in una carrozza qualunque soprattutto quella sera.

“Non indossa un anello, vedo”, disse l’autista mentre saliva a bordo.

“Chiedo scusa?”

“Una bella signora come lei fuori da sola dopo il tramonto nella nebbia fredda …”

«Non deve preoccuparsi per me, signore. Vado solo al circo.”.

“Siamo al Piccadilly, signora.”

Sì, il secondo esempio è più lungo, ma è perché non stiamo dicendo, ma lo stiamo mostrando.

In questo modo è più facile che al lettore resti impressa l’ambientazione, perché fa parte dell’azione che non viene descritta a parte, ma è un tutt’uno con ciò che è in divenire e, insieme al dialogo, il lettore può subito farsi un’idea ben precisa anche dei personaggi in gioco.

Mostra, non dirlo.

Una volta che questa tecnica sarà nella tua cassetta degli attrezzi, scoprirai quanto è più bello aggiungere potenza alla tua prosa, mantenendo l’interesse del tuo lettore.

La chiave, come puoi vedere dagli esempi sopra, è nascondere la descrizione.

Forse quando Lucy incontrerà il suo nuovo amico gentiluomo, lui l’afferrerà per trascinarla in un vicolo, dicendo: “Adesso ti faccio vedere io“.

E nel mentre, Lucy potrebbe grattare le nocche contro un muro di mattoni o desiderare di avere la forza di strangolarlo all’istante.

Incorporare la descrizione in questo modo – mostrare piuttosto che raccontare – può da solo rivoluzionare il tuo romanzo.

Applica immediatamente questa tecnica

… e guarda come si può aumentare il ritmo e aggiungere potenza.

In questo modo sarai costretto a evidenziare solo i dettagli più importanti, innescando interesse e coinvolgimento nella mente del tuo lettore. 

Obiezione che mi verrebbe di fare, leggendo questo articolo:

Ma io ho letto tanti romanzi classici che usano la descrizione esattamente nel modo in cui qui sconsigli. Come è possibile?

Due risposte:

  • 1. Se quei romanzi sono stati scritti prima della TV e dei film (per non parlare degli smartphone), erano destinati a un pubblico che amava prendersi il tempo necessario per ambientarsi, si andava più lenti, le abitudini e gli stili di vita erano diversi.
  • 2. Se quei romanzi sono stati scritti nel nostro tempo e sono riusciti bene con quel tipo di scrittura, è perché l’autore è un maestro. Se puoi scrivere a quel livello puoi permetterti di infrangere tutte le regole che vuoi.

Ma il mio consiglio è sempre quello di essere umili e attenersi a ciò che funziona per i lettori di oggi.

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