
Il se vuole sempre il congiuntivo? Teoria, esempi, trucchi per ricordare
Il se vuole sempre il congiuntivo Bella domanda, anche perché già quando si parla di congiuntivo le cose si fanno difficili Tuttavia chi scrive, che sia un...
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Quante volte ti è capitato di andare in libreria e comprare un libro solo perché ti hanno colpito le prime tre o quattro righe?
La sensazione che provi è sempre la stessa: le luci, i colori e i suoni intorno a te scompaiono per lasciare il posto alle immagini evocate dalle parole che leggi. È il miracolo della scrittura, eppure non sempre accade.
Diciamoci la verità, ci sono testi che catturano la tua attenzione sin dalle prime battute, altri invece ti fanno venir voglia di dedicarti alla pittura su tela o semplicemente all’ippica. La domanda è soltanto una: perché?
Nei paesi anglosassoni sono talmente convinti dell’importanza e della necessità di strutturare la creatività che da sempre organizzano corsi e seminari sull’argomento. Negli Stati Uniti, ad esempio, è una materia insegnata nelle Università sin dall’inizio degli anni ‘70.
Scrittori del calibro di JD Salinger, Susan Sontag e Sylvia Plath hanno frequentato un corso di scrittura creativa. Altri invece le hanno dedicato saggi memorabili come “On writing” di Stephen King o “Esercizi di stile” di Raymond Queneau, due punti di riferimento imprescindibili per chiunque voglia scrivere anche solo un racconto di poche cartelle.
Lo scopo della tua scrittura è quello di affascinare, intrattenere, evocare e perché no, scalare la classifica dei libri più venduti? Continua la lettura perché abbiamo ancora un po’ di cose da raccontarti!
La scrittura creativa è l’arte di inventare le cose. Parte da uno step che è soggettivo e che appartiene alla sensibilità di ognuno di noi.
È l’idea che ti viene all’improvviso mentre sei sulla metro, quando per strada afferri le parole di una conversazione tra due sconosciuti oppure mentre leggi una notizia di cronaca. La creatività parte dall’intuizione fugace, veloce quasi istintiva. Se sei pronto e attento, riesci a metterla nero su bianco. E poi?
La scrittura creativa è il tuo poi. Il dizionario Garzanti la definisce come “la tecnica, il sistema, il modo di scrivere”. Questa descrizione contiene un concetto molto importante ovvero la tecnica.
Ti ricordi quando parlavamo dei testi che annoiano? Molto probabilmente peccano proprio di tecnica ovvero dell’arte di condurre il lettore nella tua storia con ordine e senza improvvisazione.
Il compito di un racconto o di un romanzo è quello di intrattenere e ammaliare, altrimenti è meglio leggere il resoconto semestrale di un’impresa di assicurazioni.
La scrittura creativa è l’invenzione di mondi, personaggi, di dialoghi che lasciano il segno. È l’insieme delle competenze, delle abilità e dei modi attraverso i quali puoi dare una direzione alla tua idea principale. La scrittura creativa è rivolta a un vasto pubblico e il suo compito è quello di utilizzare determinate regole e schemi per intrattenere e ispirare.
Attenzione però, scrivere in modo creativo non vuol dire realizzare un semplice ma anonimo comunicato stampa. I testi aziendali sono raffinati, privi di errori, drammaticamente perfetti e del resto questo è il loro scopo.
Un articolo di giornale non può essere considerato creativo, perché il suo obiettivo principale è presentare i fatti e non esprimere i sentimenti di chi scrive.
Un testo creativo invece si serve delle regole e ti permette anche di infrangerle dopo averle padroneggiate e fatte tue.
La scrittura creativa ha la capacità di elevarti da semplice scrittore al rango d’artista. Niente male vero?
La chiamano la sindrome di Chautebriand e consiste nel convincimento errato che l’artista è attraversato magicamente dall’ispirazione divina e senza tecnica né lavoro né applicazione riesce a confezionare un’opera d’arte.
Questa idea, puramente romantica, è falsa. Secondo te, senza tecnica, i Promessi Sposi o I Miserabili avrebbero potuto attraversare indenni i secoli?
A volte la scrittura creativa può sembrare paradossale. Ti insegna a lavorare sodo, a rispettare alcune regole per confezionare un testo ben fatto, ma il suo primo scopo è quello di liberarti dai precetti imposti dalla società, dalla scuola e perché no, anche da te stesso.
Se praticata con costanza, ti insegna a descrivere esperienze umane come l’amore, la fiducia, il dolore ovvero i sentimenti universalmente condivisi. Ti permette di parlare a tutti, di ricercare la verità attraverso la poetica o la narrazione. Ti dà le redini per comprendere, domare e rendere riconoscibile l’immaginazione.
Quindi a cosa serve la scrittura creativa? A impossessarti del tuo estro perché, come dice un famoso spot, il genio è niente senza il controllo.
Una volta arrivato a questo step sta a te decidere se tenerti dentro i confini oppure infrangere le regole. Del resto lo diceva lo stesso Picasso: “Impara le regole come un professionista, così puoi infrangerle come un artista“.
La scrittura è un processo che inizia con l’immaginazione e si consolida con l’esperienza. Il primo consiglio che ti diamo quindi è molto semplice, quasi banale: il modo migliore per imparare a scrivere è… scrivere! Giorno dopo giorno, con l’impegno e la costanza, imparerai che la scrittura è un modo di utilizzare il linguaggio per arrivare a un determinato scopo. Nel tuo caso l’obiettivo è quello di instaurare un dialogo con i tuoi lettori.
Cesare Pavese ha scritto un saggio bellissimo dal titolo “Il mestiere di scrivere“. Il titolo è già una rivelazione. Scrivere è un’arte ma anche un mestiere e, come ogni professione, migliora con la pratica.
Compra un taccuino e tienilo a portata di mano. Annota ogni giorno pensieri, spunti, riflessioni. Usa i tanto demonizzati social per condividere, alimentare scambi di opinioni oppure apri un blog dedicato a un argomento che ti piace.
Prima di partire con gli esercizi pratici per allenare la tua capacità di scrivere in modo creativo ti diamo 3 consigli teorici a nostro avviso molto utili per iniziare:
Impara a contestualizzare qualsiasi cosa, soprattutto se stai scrivendo un romanzo o un racconto storico. Non puoi parlare, ad esempio, di un banchetto a base di pomodori e patate e collocarlo prima della scoperta delle Americhe, ne va della tua credibilità!
Concetto e idea non sono la stessa cosa; sono complementari, uno è il braccio e l’altro la mente ma non devi mai confonderli. Nel campo della scrittura creativa infatti il concetto è il messaggio, è il cosa, è quello che vuoi comunicare al tuo pubblico. L’idea invece è il tramite, è come comunicare il concetto.
Da dove devi partire? Ovviamente dal concetto: prima di sapere come dire una cosa, devi avere ben chiaro cosa vuoi comunicare.
Non sottovalutare quest’ultimo punto. Uno dei principali problemi di chi scrive è l’incipit, quelle famose tre o quattro righe di cui parlavamo all’inizio che hanno il potere di catturare l’attenzione.
Spesso è proprio l’inizio di un testo a causare la sindrome del foglio bianco perché non sai che pesci prendere anzi che parole afferrare. Se prima di iniziare chiarisci e metti nero su bianco quello che vuoi dire, diventerà più semplice creare le prime pagine.
Sai qual è il colmo per uno scrittore? Rimanere senza parole! Se vuoi migliorare la tua scrittura creativa non devi far altro che leggere. Dalle etichette degli shampoo fino al manuale di meccanica passando attraverso il Decamerone: tutto fa brodo, tutto allena la mente a immagazzinare parole e concetti.
L’obiettivo di questi esercizi è usare il potenziale e l’immaginazione che possiedi istintivamente per sviluppare un linguaggio unico e inimitabile: il tuo.
Ogni mattina, appena sveglio, prendi una pagina vuota e inizia a scrivere tutto quello che ti passa per la testa. Il flusso di coscienza, così lo chiamano i tecnici del mestiere, può tirare fuori una serie di idee molto interessanti. Questo esercizio è molto utile per insegnarti l’arte di non trattenere le tue emozioni. Attenzione: non deve essere una seduta estenuante di scrittura. Prendi un timer e impostalo fino a un massimo di dieci minuti. Scrivi senza limiti, costrizioni o inutili censori interni.
Gli scrittori dell’avanguardia francese del XX secolo erano affascinati dall’inconscio e dall’idea di dargli libero sfogo, spezzando le catene della coscienza. Per conquistare questo traguardo utilizzavano la scrittura automatica.
Il modus operandi è molto semplice, perché non devi far altro che partire dalla solita pagina bianca e scrivere velocemente il flusso di parole che ti passano per la testa. Devi smettere di pensare e collegarti alla parte più istintiva del tuo io. La velocità della scrittura ti darà la sensazione di non avere più il controllo di quello che scrivi.
A questo punto fermati e prova a rileggere. Scoprirai un potenziale creativo che non sapevi nemmeno di avere e questo rafforzerà la tua autostima e ti stimolerà fare sempre meglio.
Questo piccolo suggerimento è una sorta di allenamento per superare le difficoltà delle prime pagine. Sfoglia un libro o una rivista. Ruba una frase a caso, scrivila in alto nel tuo taccuino o sul PC e usala come incipit, costruendoci attorno un breve racconto. È un piccolo trampolino di lancio che ti porterà a trovare mano mano sempre più idee per i tuoi testi.
Prendi una scena o un capitolo del tuo libro preferito e riscrivilo dal punto di vista di un altro personaggio. Puoi scegliere, ad esempio, uno dei romanzi di Harry Potter e narrare le vicende come se Piton, Silente o Hermione fossero i personaggi principali. Cosa prova questo nuovo protagonista? Come potrebbe cambiare la storia?
Spesso la creatività rende prolissi. Siediti alla scrivania e scrivi un testo di massimo 500 parole, cercando di condensare il concetto iniziale in un’idea semplice, veloce ma soprattutto efficace. Il racconto impone una struttura ben precisa, perché copre un determinato arco narrativo quindi, per essere comprensibile, deve contenere la trama, lo sviluppo del personaggio e il conflitto condensati in poche parole.
I dialoghi sono la croce e la delizia degli scrittori e spesso la causa dell’abbandono di un romanzo da parte del lettore. Per evitare di cadere nella trappola di conversazioni surreali, lunghe e poco credibili fai questo esercizio. Ruba una conversazione per strada tra due sconosciuti e, una volta a casa, sviluppa un dialogo serrato immaginando l’evolversi della vicenda.
Per essere creativo devi uscire fuori dai tuoi schemi abituali. Per raggiungere questo obiettivo prova a fare questo esercizio. Prendi un personaggio e collocalo in una scena per lui assurda o surreale e costruisci intorno a questo evento un piccolo racconto, cercando di immedesimarti nei suoi sentimenti e cambiando totalmente il suo punto di vista.
Gli esercizi di scrittura creativa sono folate, raffiche di scrittura improvvisata. Prova a farli per dieci minuti più volte alla settimana e i risultati non tarderanno ad arrivare. In breve tempo infatti non solo potenzierai la tua capacità creativa ma, giorno per giorno, getterai le basi per diventare uno scrittore migliore.
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Caro Donato, in questi momenti così decisivi per il Paese con una montagna di sfide da fronteggiare, penso sempre più al problema dei vaccini che pare non siano ancora sufficienti almeno per il numero di italiani in età da vaccino. Appena ho seguito gli avanzamenti della ricerca sul vaccino da parte dello Spallanzani ho subito pensato che non sarebbe male se fosse la Cultura a venire in soccorso della Ricerca e cosa succederebbe se…noi autori dedicassimo i proventi sulle vendite dei nostri libri come selfpublisher con YCP proprio ad aiutare i ricercatori dell’istituto Spallanzani per un vaccino anti covid che sarebbe ed è tutto italiano. Io sarei veramente grata a chi mi aiutasse a realizzare questo progetto da cui non voglio nessun guadagno. Se lei Donato come cofounder di Ycp potesse darmi il suo parere e magari scegliere quale dei miei libri sia il più adatto per questa impresa, io avrei pensato a “Comprendimi” perché ha un costo inferiore e meno impegnativo come struttura. Aspetto una risposta. Grazie Maria Gabriella Conti
ciao Maria quello che scrivi è nobile, ti suggerisco di fare questa richiesta nella community di youcanprint su Facebook faremo in modo di dargli il giusto risalto
Ho sviluppato la frase dell’incipit che hai suggeritio sulla scrittura creativa.Creare suspense o tensione.
“Lei lo guardava con occhi lucidi, quasi a chiedergli di risparmiarle una decisione tanto sofferta. Lui l’abbracciò, le disse di amarla e, mordendosi le labbra, abbassò lo sguardo e scelse la verità e non il doppio gioco”
Si sciolse dall’abbraccio, la fece sedere e tenedole una mano nelle sue, si sedette davanti a lei e chiudendo gli occhi iniziò a parlare sommessamente. Lei ebbe paura, paura di sentire cose che le avrebbero annientato il cuore, che l’avrebbero fatta soffrire molto più di non sapere intuendo la verità.
«Giulia, cara Giulia, siamo sposati da più di venti anni e non ho mai guardato un’altra donna. Mi hai dato gioia, amore, hai coperto la nostra intimità con quel pudore acerbo come se fossi una ragazzina, mi hai fatto sentire un re in casa ed hai sminuito tutto ciò che mi avrebbe dato pensiero e preoccupazione. Di tutto questo ti ringrazio profondamente e non troverò mai un’altra donna come te. Ma al cuore non si comanda come dice il proverbio ed io mi sono innamorato di un’altra. Non te lo nascondo, non voglio nascondertelo per un sentimento di rispetto e di onestà che ha caratterizzato sempre il nostro rapporto. Forse sarà una infatuazione, forse passerà ma al momento non posso vivere senza di lei. Non crucciarti più del dovuto, non è più bella di te, tu sei meravigliosa, sembri ancora una ragazza giovane nonostante la nostra età, non è più colta di te, non è più simpatica di te ma ha risvegliato i miei sensi che cominciavano ad assopirsi. Non voglio scendere in particolari, ma ti prego di non pensare che hai delle colpe perchè tu non hai alcuna colpa, sei sempre stata una moglie ed una madre esemplare, ma forse è un momento che noi uomini attraversiamo ad un certo punto della vita, forse sentiamo che stiamo diventando vecchi, forse abbiamo bisogno di una sferzata per capire che nostra moglie vale più di mille donne vissute. Non so, non so ragionare in questo momento in modo lucido. Perdonami ma avrei potuto tacere o dire una bugia, ti stimo troppo per nasconderti la verità.”
Giulia ha smesso di piangere. Lo guarda attonita, senza alcuna espressione sul viso ma dentro di sé maledice tutti gli anni in cui si è fatta scrupolo di essere una moglie onesta e impeccabile.
«Se questo è il risultato della fedeltà coniugale, che vada a farsi friggere! Avrei sofferto meno se gli avessi fatto le corna.”
Poi pensa al giovane laureato arrivato da poco in ufficio che la guarda con occhi particolari, che le fa trovare ogni mattina una rosa sulla scrivania, che le ha trattenuto la mano quando gli ha consegnato una cartella.
Si alza in piedi e muove qualche passo per la stanza. Non guarda suo marito ma accende una sigaretta e versa del cognac in due bicchieri. Suo marito la guarda meravigliato pensando che il dolore le ha dato alla testa perchè non è solita bere alcoolici e fumare. Lei gli porge il bicchiere, tracanna in un sorso il suo cognac, poi si risiede ed inizia a parlare:
«Vedi Stefano, i compiti di una moglie comprendono anche l’osservazione dei modi di fare del marito ed io ho capito da alcuni mesi che tu avevi un’amante. Che ti soddisfi sessualmente o in altri modi non mi importa, il fatto è che non mi hai più accarezzato e baciato come prima di Natale ed ora siamo a luglio. Allora sincerità per sincerità devo confessarti che anche io ho ceduto ad un uomo che mi ha fatto sentire ancora giovane e bella, che mi ha coperto di gentilezze e che mi ha trattato come una regina. Devo confessarti che il tuo adulterio per me non è una novità e ti ho ricambiato con ugual moneta.»
Il marito scatta in piedi rovesciando il cognac del suo bicchiere e come una furia le va vicino e la scuote:
«Come?Tu mi hai tradito? E me lo dici con questa semplicità? Tu che ti sei sempre mostrata una donna schiva di modernità, pudica all’eccesso, tu vai a letto con un altro uomo che non sia io, tuo marito?! Che schifo!»
E’ nervoso, si stropiccia le mani, non sta fermo un momento, poi si gira e la guarda con disprezzo. Va in bagno si lava le mani poi tentando di calmarsi borbotta:
«Bene, allora siamo pari. Sappi però che non me lo sarei mai aspettato da te che facevi la santerellina!»
Apre la porta d’ingresso e come una furia esce e la sbatte chiudendola.
In questo momento, soltanto ora Giulia inizia a piangere. Piange su se stessa, sul suo matrimonio fallito, sull’inganno di suo marito, sulla sua falsa relazione, piange per una ferita che si porta dietro da mesi, da quando ha trovato un biglietto d’amore nel taschino della giacca ed ha capito che lui la tradiva. Ha avuto la forza di conviverci per mesi sperando che fosse una passione passeggera ed ha avuto oggi la forza di mostrarsi come quella che non è.
Si potrebbe continuare all’infinito parlando dei sentimenti reciproci, dell’intervento dei parenti e di molto altro ancora.
ciao Daida, molto bello quest’incipit. Per me funziona, lo pubblico come commento sperando che anche altri possano contribuire!
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Bè la falsa riga di Federica non lasciava molto spazio, era quasi una strada obbligata. Certo si potrebbe ampliare e svolgere in molti modi diversi, basterebbe un poco di fantasia.
È bellissimo Daida, soprattutto vedere la tua voglia di metterti alla prova con i nostri esercizi, grazie davvero per il tuo riscontro!